Lazio Rugby, giovane e in carreggiata: parola di coach Montella

Dopo la prima vittoria abbiamo intervistato il tecnico dei romani. Ci parla di formazione e impatto con la categoria

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ph. Pino Fama/Lazio Rugby

Dopo tanti punti di bonus e prestazioni in cui a mancare era solo la vittoria, la Lazio Rugby ha trovato sabato scorso contro San Donà la prima vittoria stagionale. Un successo importante per il morale della giovane squadra, che dopo un avvio difficile contro le corazzate Calvisano e Petrarca sembra aver trovato la propria strada grazie soprattutto alla voglia di giocare (quinto miglior attacco del torneo) e all’entusiasmo dei giocatori. Molti di loro, provenienti da Serie A e Under 18, sono all’esordio assoluto nella categoria, così come lo staff tecnico di coach Montella, alla prima panchina “eccellente”. Proprio con l’head coach abbiamo parlato della vittoria con San Donà e in generale della stagione dei suoi.

 

 

Coach, quanto è importante a livello mentale la vittoria contro San Donà?
Ai ragazzi ho detto che finalmente una buona prestazione è stata premiata con il risultato e la vittoria. Venivamo da prestazioni sempre di un livello superiore, che testimoniano la crescita della squadra e una vittoria serviva mentalmente per sbloccarsi e capire che tramite il lavoro i risultati arrivano. Non dimentichiamo che la squadra è molto giovane quindi dobbiamo formare i giocatori anche mentalmente: tanti vengono dalla Serie A e dell’Under 18, e il lavoro tecnico/tattico non è l’unico da svolgere.

 

 

Le prime due giornate contro Calvisano e Petrarca sono state un impatto duro con il campionato?
L’impatto con l’Eccellenza non è stato facile, né per la squadra né per lo staff: anche noi siamo all’esordio in questa categoria. Nelle prime due giornate abbiamo fatto ruotare i 36 giocatori della rosa: tutti hanno avuto la possibilità di farsi notare, mentre a noi è servito per capire a che livello eravamo e pianificare di conseguenza il lavoro per tutta la stagione. Non credo che quelle due sconfitte abbiano pesato sul morale, anzi: ci hanno spinto a lavorare di più in vista delle settimane successive quando sono arrivate sconfitte molto ridotte. Poi contro San Donà finalmente è arrivata la vittoria. Ma ciò che più mi preme sottolineare è la crescita.

 

 

Una squadra giovane che va vicina alla vittoria senza coglierla per diversi mesi, rischia di abbattersi?
Lavoriamo molto sull’entusiasmo dei ragazzi ma anche dei giocatori più esperti. Nonostante l’unica vittoria abbiamo marcato tanti punti, segno della nostra grande voglia di fare gioco. Devo dire poi che tutta la squadra ha una grossa mentalità di combattimento, prerogativa della Lazio. Settimana dopo settimana siamo riusciti a trovare i nostri punti di forza e su quelli ora costruiremo. All’inizio è stato difficile anche per quello: con una squadra molto nuova non avevamo una nostra precisa identità. Ora sappiamo quali sono le nostre certezze e partiamo da quelle.

 

 

Peggior difesa ma quinto miglior attacco: serve più equilibrio…
Sì vero, ma va detto che 113 punti li abbiamo subiti tra Calvisano e Petrarca. Uno dei nostri problemi, e direi in generale di diverse squadre di Eccellenza, è quello di saper gestire la partita. Capire quando serve avanzamento al piede, quando un maggiore possesso, quando accelerare per segnare…Contro Reggio e Piacenza abbiamo condotto nel punteggio, poi però abbiamo peccato nella gestione del risultato. Penso anche sia normale con una squadra giovane e che pecca un po’ in inesperienza.

 

 

Come si allena la capacità di controllare il ritmo di gioco?
E’ una cosa un po’ difficile da allenare, anche se ora abbiamo aggiustato il tiro e il risultato contro San Donà lo certifica. Diciamo che l’aspetto più importante è far sì che i giocatori siano consapevoli dei propri mezzi e dei propri limiti, in modo che siano consapevoli di come possano giocare in ogni situazione. Da lì si inizia a lavorare.

 

 

Domanda generale: che Eccellenza sta vedendo?
In estate ho rivisto tutte le partite dello scorso campionato e devo dire che si gioca molto ma molto di più. Il livello di gioco è superiore e francamente non me l’aspettavo. E’ una cosa positiva per tutto il rugby italiano e le partite sono piacevoli da vedere. E poi ci sono tanti giovani: non in rosa e in tribuna, ma in campo. Giovani che giocano.

 

 

Sabato a Roma arriva Calvisano. Un test dopo il giro di boa…
Una partita difficile ma importante: un ottimo test per capire che strada stiamo percorrendo e quanta ne abbiamo fatta.

 

 

di Roberto Avesani

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