Test Match: Italia, la formazione in campo a Padova contro Tonga

Ciò che scrivi è evidente, @narodnik, io in modo un po’ indiretto, mi domandavo se esiste una regola diciamo pure accademica e a volte per forza di cose un po’ approssimata, come quella famosa sulle parole straniere (appunto!) che, se non se ne conosce la pronuncia nella lingua originale, sono da pronunciarsi come si pronuncerebbero in lingua italiana. Al che mi viene però da dire che il gruppo “cha” (di cui abbiamo un esempio in Schalkwyk) in italiano non ha senso, poiché il “ch” serve solo quando è seguito da “e” o “i” per indicare che si legge “k”, oppure non è per nulla facile 😀 leggere “come in italiano”: “szcz…” da cui il frequente aggettivo “impronunciabile”. in realtà potrebbe trattarsi di qualche parola polacca dove “sz” equivale semplicemente al nostro “sc” e “cz” indica il fatto che si debba leggere “c” palatale e non “k” velare (fermo restando poi il fatto che sc-c non è così facile da pronunciare di primo acchito).
Ecco mi chiedevo se esista una simile regolamentazione ufficiale sui cognomi e nomi “importati”, ma è un puro esercizio intellettuale.
Sull’anglicizzazione mi viene da pensare che una mondializzazione linguistica forse non sarebbe male, turandosi un po’ il naso su quale debba essere la lingua visto che a qualcuno doveva comunque toccare di essere favorito, dal momento che Zamenhof (altro ebreo) ha tentato ma l’esperanto, e anche altri simili lingue artificiali o miste, non riescono ad attecchire. Anch’io Comunque tento di mantenere più limitato possibile l’uso di termini non italiani, però è anche vero che, ormai diversi anni fa sono arrivato nei forum con l’idea di non usare termini che invece ora uso spesso poiché l’alternativa, tanto per dire, a “test match” è pur vero che si puo’ trovare, (secondo l’altra famosa regola ufficiale), ma è pur vero che è sentita da me per primo, quasi come se neppure stessi indicando la cosa di cui vuoi parlare.
Se ne sei certo hai fatto bene a precisare l’ascendenza aschenazita del cognome Zuckerberg, però sulla lingua yiddish devo dire che anche a me, come a @Rabbidaniel risulta che si tratti di una lingua che si possa definire in gran parte germanica e in particolare tedesca, avendo la struttura e, se non vado errato, la sintassi (o almeno gran parte di esse) del tedesco, e anche una parte importante del lessico è tedesca. Poi vi sono parti del lessico, anch’esse sostanziose prese dall’ebraico e da altre lingue, soprattutto slave, visto che slave sono molte lingue parlate nei territori dove la lingua yiddish si è sviluppata.