Il terza linea (escluso dai Test Match) ha parlato della difficile situazione del rugby Springboks. In campo e fuori
Sudafrica, tutta l’amarezza di Duane Vermeulen: c’è solo confusione
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I Bokke sono lo specchio del paese, e viceversa: grandi risorse, ma poca capacità di gestirle e grande propensione a darsi la zappa sui piedi.
Due su tre, come da noi (fate voi quali)
Già detto che ne arrivano troppi in italia e quando tornano infettano la.
E’ la dimostrazione del famoso principio che facendo giocare i no buoni contro i buoni peggiorano i buoni invece che migliorare i no buoni. Quindi anche che i proverbi non nascono a caso, “chi va con lo zoppo…”.
E’ una cosa davvero molto brutta che anche all’interno del circuito dei Boks si abbia la percezione del casino che c’è intorno. Vermeulen ha fatto benissimo a denunciare la cosa e mi spiace solo che per questo sia stato (spero solo per il momento) estromesso dalle convocazioni. La partita coi Barbarians non è stato certamente un test indicativo, come mai lo sono coi Baa-Baas, ma in generale l’andazzo non lo vedo per nulla positivo, anche per la mancanza di un vero leader in campo.
Una squadra dell’emisfero Sud dovrebbe mangiarsi i Barbarians alla prima uscita, non ancora amalgamati. Non è solo questione di mancata leadership in campo: la questione irrisolta delle ‘quote nere’ dimostra che gli Springboks siano tirati da diverse direzioni.
Come nel mondo “civile”, le quote nere nel rugby faranno sì che molti andranno verso altri lidi. Qualche anno fa il governo sudafricano chiese ufficialmente a quello canadese di non assumere più medici sudafricani. L’esodo è generalizzato e la società a cascata risente di una classe dirigente e amministrativa spesso corrotta e incompetente.
Non sono d accordo con la tua affermazione, quei Barbarians erano un surrogato della Nuova Zelanda, hanno giocato semplice seguendo i principi del gioco e fisicamente erano anche dominanti, han sofferto le fasi statiche, ma più per mancanza di organizzazione che per altro. Questa selezione può dare del filo da torcere a chiunque in Europa
Andiamo per punti:
1) I Barbarians sono una squadra a inviti che ha la fortuna di convocare giocatori a piacimento e con caratteristiche complementari. Se mettono uno staff all’altezza da selezionare dei bravi giocatori che giocano per divertirsi, senza pressioni né altro, viene fuori uno squadrone (2009 e 2010 batterono NZ e SA, nel 2014 persero mi pare di meno di 10 punti con l’AUS).
2) Le quote nere continuo a dirlo, sono una bufala per camuffare ben altre magagne come, ad esempio, la gestione degli overseas, quello delle franchigie e, problema più ostico di quanto si creda, della filiera (adesso ovviano con una base enorme, ma nel tempo, come ha evidenziato Stransky, senza un’adeguata preparazione, può solo andare peggio). Anche la tutela dei giocatori è un tema non da poco (pensiamo al caso Pollard…).
3) A livello di giocatori, in un colpo si sono ritirati: Jean De Villiers, Matfield, Burger, Du Preez, i Du Plessis de facto, un Bakkies Botha che all’evenienza lo richiamavi. Direi che qualsiasi nazionale avrebbe accusato il colpo.
ottima lettura. condivido la sintesi.
punto 3) guarda caso tutti bianchi…e che bianchi!!!
non so se l’articolo ha sintetizzato o Vermuelen che si è espresso in modo vago, non si capisce un gran che sulla sostanza delle accuse…
io ritengo che bisogna puntare dritto il dito contro le quote…perchè è la politica che entra nello sport uccidendolo..
Basta far giocare una nazionale (letteralmente) tutta di neri contro quella tutta di bianchi e si vede.
scusate, ma avete visto quanti giocatori bianchi/non bianchi hanno giocato in rugby Championship? Non stanno “epurando” bianchi a favore dei neri, stanno “solo” facendo un macello a livello di gestione…
il razzismo conformista è duro a morire … le quote ci entrano pochino con tutto ciò. La gestione è,invece, un vero disastro. Paese che vai ‘Gavazzi’ che trovi …
e quelli a metà come Habana dove li metti?… 😉