Tchale-Watchou: “Il rugby formava uomini, oggi sforna macchine”

Il presidente di Provale contro il rugby iper fisico. Tra caso Racing92 e medici indipendenti

ph. Sebastiano Pessina

ph. Sebastiano Pessina

Robins Tchale-Watchou, seconda linea classe 1983 nata in Camerun in forza da quattro stagioni Montpellier e attuale presidente della Provale, il sindacato dei giocatori pro francesi, parlando con Reuters ha lanciato una dura accusa contro la strada che il rugby professionistico sta prendendo, tra fisicità esasperata e non tutela della salute dei giocatori.

 

Parte dal recente caso che ha coinvolto tre giocatori del Racing92 e per Tchale-Watchou il problema sta a monte dell’assoluzione: “Per quanto sostanze non proibite, se devi assumere corticoidi per giocare significa che qualcosa non funziona e che c’è un problema. Non parlarne sarebbe un grande errore. Ne abbiamo bisogno? Possiamo continuare così? Hanno assunto qualcosa di legale, certo, ma è necessario tutto ciò? Questa è la vera domanda”. E sotto accusa finisce il rugby dei fisici iper pompati e degli impatti sempre più forti: “Una volta il rugby formava uomini, oggi sforna macchine. E i giocatori sono come rottami. La chiave è il lato umano dello sport: se lo perdiamo cosa succederà?”. Un impegno, quello della sensibilizzazione, che per il seconda linea deve essere trasmesso ai giovani: “Questo dico loro: sono abbastanza sicuro che non avrete una carriera lunga come la mia. Io sarò un vecchio a pezzi, ma per voi sarà peggio. A trent’anni vi sarete già operati tre/quattro volte. In che condizione sarete? Il rugby è arrivato ad un punto in cui può mettere in pericolo la salute: Teddy Thomas, del Racing92, è sempre infortunato: di dieci anni di carriera, sette li passerà infortunato”.

 

Per migliorare la situazione, servono consapevolezza e collaborazione tra tutti: club, medici e i giocatori stessi. “Siamo tutti responsabili e se avremo fatto troppo poco, la colpa è nostra. E i medici sono sotto pressione: devono garantire la sicurezza dei giocatori ma ricevono pressioni per non influenzarne troppo il rendimento con le loro diagnosi. Devono avere un ruolo più indipendente: dovrebbero essere a libro paga della lega o della federazione“.

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