L’ex allenatore della Benetton entra nel rinnovato staff di Coetzee per il tour di novembre
Franco Smith torna in Italia (da tecnico dei trequarti del Sudafrica)
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nella stagione del 7° posto ritenevo che, avendo a disposizione praticamente tutta la nazionale, non avesse ottenuto il massimo dalla squadra, imponendo un gioco troppo conservativo…
io non avevo capito un cavolo e mi dispiaccio, ma mi sa che gente che fa del rugby il proprio lavoro ne aveva capito ancora meno, lasciandolo andare anzitempo…
o forse, lui, avendo annusato l’aria mista di pellagra e miseria che tirava dalle nostre parti, ha colto l’occasione per togliere elegantemente il disturbo…
se penso poi ad altre scelte ingrate fatte dalla dirigenza di treviso in quel periodo e negli anni successivi, dico solo che ha fatto bene ad andarsene e che difficilmente lo vedremo di nuovo da queste parti…
Già. P.s che magon che me vien vardando sta foto. Grande Franco!!
ciao caro…
quando c’era gente che osava criticare una mediana Botes – Burton o Semenzato – Di Bernardo come lenta o poco efficace…
quando sabato scorso mancava il TMO ma c’era comunque la moviola in campo…
Ci siamo fatti fin da subito la “bocca buona” a Monigo..tanto che c’era qualcuno che criticava i suddetti giocatori per poi trovarci così..co na man davanti e una da drio. Come disse un vecio intervistato in piazza a Padova..TIOCÀ!!
‘Na man’ a nanz’ ed una a ret’…dalle mie parti 🙂
Onere al merito di questo grande uomo, fra l’altro oltre ai trequarti nel suo periodo funzionava benissimo la mischia e tutto il pacchetto degli avanti.
A memoria io e Stefo, al tempo, eravamo quelli che dicevano convintissimi che il vero valore aggiunto della squadra era l’allenatore.
Detto questo che comunque non è importante, c’è da dire Fracasso che non tutto si fa secondo la volontà della società….intendo dire che magari la società ha provato a trattenerlo ma Smith abbia deciso al tempo che il percorso al Benetton era finito e per crescere era quello di tornare in patria. Se uno decide in questa maniera puoi fare quello che vuoi ma se ne va lo stesso.
magari poteva provare a promuoverlo…
Il percorso che era finito non era il suo ma quello della Benetton Treviso come l’abbiamo conosciuta. Ultimo respiro: la candidatura alla vaicondio di Zatta. Smith, da coach ci sta, ha salutato per tempo la nuova Benetton federale, Munari a fine contratto e fine stagione. Cambiano le stagioni: gli armadi restano attaccati al muro, i professionisti di livello, no.
Secondo me in vacanza ci potrebbe benissimo passare, dal Veneto, oppure per qualche partita.
Sono sicuro che ha lasciato tanti amici.
Ricordo anch’io e me ne pento. conversazioni semi notturne sul blog su come in attacco si potesse fare qualche movimento in piu’, qualche schema anche basilare. Ammiravo profondamente quella squadra, ma senza capire davvero quanto valesse. Oggi si capisce molto di piu’. e forse anche quella celtic aveva un valore leggermente diverso.
una di quelle cose che ti fa capire che non e’ proprio normale se sembra che il rugby italiano ha tutti quelli che capiscono di rugby in tribuna, al computer e su OR, ed in campo, panchina e societa’ gli scarponi. ovviamente non e’ cosi’ e me ne pento di averlo pensato anche solo per 5 minuti.
Il percorso fisiologico di Smith con quel Treviso era terminato, la promozione alla nazionale maggiore era il passaggio obbligato; dove magari provare a chiedere qualcosa in più a quei giocatori era possibile, soprattutto per la maglia azzurra che indossavano…A Treviso avrebbero chiamato qualcuno che potesse essere il suo delfino e lavorare in continuità con quanto di buono fatto da Smith in quegli anni…invece han preferito 4 milioni di euro e scassare tutto, proprio belle storie
“Il percorso fisiologico di Smith con quel Treviso era terminato”
Sono d’accordo: era finito un ciclo.
Peccato che non sia partito il ciclo successivo.
il gioco di Smith a me non piaceva, però era efficace. Leggo che ora allena i 3/4, ma il suo Treviso in realtà non aveva un gioco dei 3/4. E come disse Burton, a lui sarebbe piaciuto attaccare la linea, ma il game plan non lo prevedeva. Il Treviso di Smith era basato su solide fasi statiche e su una difesa che concedeva poco. La rolling maul o il pick and go dell’avanti creavano quasi tutte le mete segnate. A parte invenzioni di Brendan Williams o qualche break di Benvenuti o McLean. Era un Treviso che se la giocava con tutti, evitava imbarcate e diceva la sua anche in trasferta (andava a vincere anche fuori).
Dopo i Lions, i Cheetahs sono i più divertenti da vedere tra le squadre di SR sudafricane. Tanto gioco alla mano e linee di corsa imprevedibili. L unico difetto forse è che alle volte eccedevano e scoprivano il fianco ai contrattacchi avversari, diciamo che come difesa spesso era un pò troppo perforata…mi piacerebbe vedere a Novembre anche la convozazione di Venter, centro e capitano dei Cheetahs
uno di quelli che ti tira fuori il meglio dal materiale che ha a disposizione
rimpianti!
Sudafricani bianchi no buoni pe’ rebbi…
grande Franco,sta facendo una carriera straordinaria,complimenti…
Non mi sorprendo per niente dell’ascesa di Franco, (già piansi sulla sua decisione di tornare in patria), grande tecnico e grande uomo, buona fortuna!