Tanti sono le “persone interessate al rugby” secondo un documento della LNR
Il tesoretto vero della Francia? Sono 19 milioni di tifosi
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Ad averne un decimo avremmo già risolto un problema
poveretti,gli ultimi anni della Nazionale francese post RWC11 sono stati inguardabili.
Inguardabili… LORO e si fanno 19.000.000 di tifosi LORO…e abbiamo il coraggio di chiamarli poveretti…LORO.
giusto…tutto questo ben di dio ha riguardato solo i giocatori…nazionale? schiantata…gioco?…il kilorugby ha spazzato via il rugby con le bollicine..
@ And & mic.vit: buon dio, signori (ad ognuno il suo naturalmente! ;_) )… quanta risicatura e quanti reflussi gatroesofagei… un po’ di malox, e tutto passa… 🙂
ho avuto la fortuna di vedere il Top14 a Montpellier, vi assicuro che è stato un vero spettacolo fuori e dentro il campo, capisco benissimo perchè in Francia la gente si appassiona e va allo stadio. Abbiamo molto da imparare e le critiche agli stranieri ed al “kilorugby ” fanno solo ridere, lo sport è un business.
Non c’è solo il numero , questi 19 milioni rappresentano anche un settore pubblicitario che diventa più appetibile di quello del “foot” , più istruito e più ricco.
Conseguenza : crescerà ancora , e lo dimostrano la qualità degli sponsor sulle maglie dei club.
non si deve sottovalutare il tono trionfalistico dei dati comunicati dalla LNR, che arrivano a poche settimane dal voto di rinnovo, con un solo candidato in alternativa all’immarcescibile ed irremovibile (anche perchè pesa 2 quintali emmezzo!) Gozé!… 😉 …battute a parte,(ma fino a un certo punto), mi ricollego alla chiusa dell’articolo: “…dalle nostre parti (italia, n.d.r.) non esiste nemmeno un corrispettivo della LNR, ovvero un’associazione che riunisca i club.” … io sarei ancora più drastico, non esistono proprio i club, intesi come società che hanno per scopo lo sviluppo e la valorizzazione del rugby professionistico… tutto si svolge nella opacità (economica, finanziaria, fiscale) dell’associazionismo dilettantistico, non esistono parametri contrattuali definiti ne’ per i giocatori ne’ per i tecnici e dirigenti… la situazione italiana è ambigua da decenni, e si riverbera al massimo livello con delle “franchigie” che a seconda di come batte la luce del sole cambiano casacca, sono private, sono pubbliche, sono mezzo e mezzo, cambiano le regole ogni due o tre anni etc etc… in francia forse si è raggiunto il massimo (e per taluni il peggio) del rugby-business, ma si deve riconoscere che il pubblico continua ad affluire costante negli stadi e che il seguito televisivo è in aumento, con il paradosso che (2016) il bilancio della LNR (lega dei club) sarà più “pesante” di quello della FFR (federazione)… la nazionale ne patisce?… probabile, ma al tifoso/appassionato di Tolosa o di Bordeaux o di qualsiasi altra società (e vale anche per le serie minori) preme soprattutto che i propri colori vincano, e poi se vincono anche con “la manière” tanto meglio, e se vince e convince la nazionale è festa grande ma non determinante per aumentare o diminuire la passione ovale della base…
Caro monsieur, condivido per larga parte ma non vedo il paradosso: a me sembra normale che in uno sport professionistico il bilancio di una Lega sia “più pesante” di quello federale. E mi sembra altrettanto normale che ci si appassioni prima di tutto al proprio club. La fola ferroviaria (dondiana, ma che ho visto ripetuta amabilmente nell’articolo poco sotto da cotanto epigone) della locomotiva nazionale che per incanto tira tutto il movimento, penso che dopo vent’anni sarebbe ora di riporla in libreria nella sezione “favole”, sottosezione “per adulti”, scaffale “rimbambiti”.
‘Mbe? Loro 19 milioni di tifosi e noi 13 milioni per la sede nuova: tiè France’! 😉
Non voglio entrare nel merito della politica attuale del rugby in Italia, ma uno dei due candidati alla poltrona FIR ha promesso in caso di vittoria un maggior potere ai club, ottenuto il quale si può immaginare potrebbe nascere, o meglio rinascere, una nuova Lega. Ecco allora che questo sarebbe un primissimo passo per incamminarci verso la vetta dell’Everest rappresentata dal rugby in Francia con i suddetti numeri. Il problemino è che noi partiamo a piedi da Parma; arrivare in Nepal e poi scalare la montagna è lunga…