Pulizie al collo, con la spalla e su giocatori a terra: sul breakdown tutto è lecito?

Rosso e squalifica ad Herrera e Lavanini vanno nella giusta direzione. Sperando nell’effetto deterrente…

ph. Sebastiano pessina

ph. Sebastiano pessina

La questione ci riguarda da vicino sia per la sue eccezionalità, sia perché vede coinvolti due giocatori che avrebbero potuto essere potenziali protagonisti del Test Match dell’11 giugno di Santa Fe tra Argentina e Italia. Stiamo parlando del pilone Ramiro Herrera e del seconda linea Tomas Lavanini, giocatori della nazionale Pumas e dei Jaguares entrambi espulsi nel corso del primo tempo della sfida tra la franchigia sudamericana e i Kings nel corso dell’ultima giornata di Super Rugby. I due si sono resi colpevoli di una “pulizia” in ruck fatta colpendo direttamente il collo dell’avversario. Un gesto inutile (il video in fondo all’articolo, gli episodi ai minuti 0:22 e 1:07), considerando il possesso praticamente sicuro, ma anche gratuito, fatto contro un avversario in posizione rilassata e potenzialmente molto pericoloso. Un’area di gioco, quella del breakdown, tradizionalmente tra le più delicate per quanto riguarda colpi proibiti e scorrettezze di vario genere, spesso difficili da identificare per la confusione che talvolta vi regna. Anche per questo, la decisione presa da arbitro e TMO, così come la successiva squalifica, non può che essere ritenuta più che positiva.

 

La sensazione è che spesso la giustizia di Ovalia abbia scelto di punire in modo eccessivo gesti a prima (ma anche seconda e terza) vista né pericolosi né meritevoli di sanzione. Solo per citarne alcun, il rosso di Parisse nel maggio 2015 contro il Racing, la squalifica di Alesana Tuilagi per un gettone durante la RWC 2015 o ancora il rosso di Watson che senza il blocco di Ashton forse non sarebbe intervenuto in modo così scomposto sul saltatore. Due di queste situazioni riguardano il gioco aereo, in cui spesso è stata la mano pesante a caratterizzare le decisioni di arbitri e commissioni. Il tutto mentre sul breakdown se ne vedono sempre più spesso di ogni, tra pulizie al limite, prese al collo e sostegni che spazzano alla cieca. E non stiamo parlando degli scambi di cortesie che caratterizzano i punti d’incontro e che sempre sono esistiti e sempre esisteranno: questa è più una tendenza che il rugby iper fisico ed iper veloce degli ultimi anni ha esasperato. Vero che è più facile notare un placcaggio alto o in ritardo rispetto ad ognuna delle tre situazioni citate a mo’ di esempio, ma considerando i quattro occhi degli assistenti di linea e quelli elettronici delle telecamere il direttore di gara non è certo solo in campo. Ben vengano quindi sanzioni come quelle stabilite per Herrera e Lavanini, nella speranza che per tutti e in entrambi gli Emisferi diventino il metro di giudizio per casi analoghi. Già la finestra di giugno sarà un modo per capirlo, ma intanto la sensazione è che World Rugby abbia posto l’accento sulla questione.

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=CbiFUqCkOpY

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