Il modello Accademie è l’unico percorribile in Italia. Parola di George Coste

L’ex allenatore degli Azzurri difende l’impianto del sistema di formazione: folle smantellarlo

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Hrothepert 4 Maggio 2016, 08:37

    Il sistema è valido e come dice Coste è l’ unico percorribile, come quello delle franchigie in Pro12, il problema in Italia è attuarlo correttamente, proprio come per la franchigie!!!
    Certo che questo giudizio del “gurù” Coste è una bella mazzata per i detrattori delle accademie e delle *!!!

    • Stefo 4 Maggio 2016, 08:46

      Hro Coste ha le sue idee come altri hanno avuto le loro, ed altri nomi importanti non la pensano uguale…purtroppo sta diventando una guerra di religione che e’ la peggior cosa possibile invece che essere affrontato in maniera pragmatica.
      Anzi forse l’unico che sta iniziando ad affrontarlo in mnaiera pragmatica guardando al territorio e dove possano servire e dove forse no (forse perche’ c’e’ da vedere che proporra’ esattamente) come spesso si e’ scritto su questo post e’ Gavazzi.

      • Hrothepert 4 Maggio 2016, 10:18

        Si Stefo, quello che volevo dire io con la chiosa non era chi ha ragione oppure no, ma sottolineavo solamente che per qualcuno, dal momento che i detrattori solitamente imputano la nefandezza delle accademie alla scelleratezza della federazione e portano a suffragio della loro tesi pareri di esperti più o meno eminenti, questa dichiarazione di un mostro sacro della storia del Rugby italiano deve essere stata un rospo molto duro da ingoiare.

        • malpensante 4 Maggio 2016, 11:09

          Hroth, Georges è quello che il sistema CF-Accademie italiano se lo è inventato e lo ha impostato (magari un po’ diversamente da come è ora): difficile che avesse una opinione differente. O no?

          • Hrothepert 4 Maggio 2016, 11:16

            mal, a parte chi ha ragione e chi torto, però converrai, che, comunque, il parere di Coste, per quello che lui significa per il Rugby italiano e che le accademie le abbia inventate lui o meno, una certo imbarazzo per i detrattori del sistema lo crei? O no?

          • Stefo 4 Maggio 2016, 11:30

            Hro ok ma non e’ che Coste sia Dio e chi invece critica il sistema (tra cui neozelandesi ecc) siano dei mona.
            Io resto dell’idea che l’Italia per conformazione psicologica sia quella dei club, nel basket, nel calcio, nel volley ed anche nel rugby, che distruggere la ricchezza di club che c’e’ in alcune zone sia da pazzi. In altre zone vero che le accademie possano essere una soluzione invece.
            Quello che pero’ sono convinto che le Accademie come fatte fino ad ora, non abbiano funzionato, non funzionino e serva una profonda revisione.

          • Hrothepert 4 Maggio 2016, 11:39

            Stefo, io non ho assolutamente detto che Coste è un dio e chi viene portato a favore della tesi avversa è un mona, ho detto che chi, per suffragare la propria tesi, porta opinioni di più o meno importanti esperti, per dare del mona impreparato, sempre e comunque, alla federazione, stavolta deve incassare l’ opinione a favore di un esperto altrettanto competente, come Coste, che la maggior parte di loro ha sempre incensato per il lavoro svolto per il Rugby italiano.

          • malpensante 4 Maggio 2016, 11:44

            Io mi riferivo al semplice fatto che l’opinione di Coste non sia una novità e tanto meno una sorpresa.

          • Hrothepert 4 Maggio 2016, 11:47

            Scusa mal non avevo inteso.

          • malpensante 4 Maggio 2016, 11:55

            Di nulla, Hroth, sempre un piacere.

          • Stefo 4 Maggio 2016, 12:10

            Hro come detto il vero problema e’ la guerra di religione che e’ diventata un si o no…soprattutto sulla base di nessuna analisi costi-benefici seria, indipendente (non lo sono i supporter di qualsiasicandiadaturapiuttostochegavazzi e non lo e’ Coste al riguardo visto che giudica la farina del suo sacco come giustamente ricorda mal) e quindi oggettiva.
            Finche’ sul tavolo non si mette questa analisi affianco amgari ad analisi di alternative rimarra’ una guerra di religione che serve solo alla battaglia politica.

            Questo sperando pero’ che quelle revisioni possibili annunciate da Gavazzi avvengano e non siano solo una promessa elettorale.

    • Stefo 4 Maggio 2016, 08:51

      Hro ho una notizia per te, che ti rendera’ gioioso, cio’ che non era avvenuto alla fine della scorsa stagione rugbystica dei bambini avverra’ quest’anno…secondo me la indovini.

      • Hrothepert 4 Maggio 2016, 10:01

        Se riguarda un noiosissimo gioco, i cui matches sono lunghi anche tre giorni e che piace tanto a sassenachs, indiani, pakistani e cingalesi, penso di aver indovinato!!!! 😀

        • gsp 4 Maggio 2016, 10:12

          lo offorno pure in format accorciato. si beve. e rimane cmq una p…a. poi adesso col tempo che c’e’, sono tutti pareggi (mi spiegavano…).

          • Hrothepert 4 Maggio 2016, 10:46

            Allora, Stefo, a questo punto dipende cosa vuoi mettere nel cesto dei generi di conforto, secondo me hai due opzioni o ti fai mandare, vino dei Castelli, fave e pecorino da San, oppure ciccioli, lardo di colonnata, capocollo e salsiccia (la birra in Irlanda non credo che manchi) da me!!!

          • Stefo 4 Maggio 2016, 11:35

            Hro la stagioen di rugby finisce domenica, ci sono diversi club qua che si smezzano le infrastrutture durante l’anno, autunno-inverno rugby, fine primavera-estate cricket…comunque scelgo la tua opzione sul ceto dei beni di conforto anche eprche’ secondo me San un altro anno all’universita’ puo’ anche farlo!

          • Hrothepert 4 Maggio 2016, 11:43

            Bravo, io non volevo influenzarti, ma ricordo che un 1°maggio, a Roma, tanti anni fa, degli amici mi portarono a fare la classica gita fuori porta con pecorino e fave (che io non avevo mai mangiato!!) e mi ricordo che le trovai ottime come cibo per…CAVALLI!!! 😀

          • Stefo 4 Maggio 2016, 12:06

            E’ che hai messo nel cesto dei prodotti cosi’…mi mettevi a pajata, er guanciale, e puntarelle insomma ce la si giocava di piu’ 🙂

  2. Mr Ian 4 Maggio 2016, 08:44

    Il giudizio di Coste è validissimo se rimane inquadrato strettamente in un discorso economico e di risorse da investire per il rugby. Da qui a farne però un modello di pensiero unico ne passa…soprattutto poi dell applicazione che si fa del concetto sul territorio italiano, così come le franchigie italiane, che in teoria sono una risorsa, ma nella pratica vengono concepite come uno sperpero di denaro

  3. Stefo 4 Maggio 2016, 08:49

    La dicussione va ai due estremi ed ovviamente ognuno usa la voce autorevole che supporta le proprie idee…io resto dell’idea che il discorso di usarle a seconda delle necessita’ sul territorio sia l’unica via sensata per evitare di distruggere l’impianto di club locali laddove ci sono.

  4. mamo 4 Maggio 2016, 09:00

    Non faccio dietrologia, almeno credo, se dico che la delegazione friulana, in qualche modo legata a queste dichiarazioni, è stata una delle prime creazioni livorose e vendicative di Gavazzi per depauperare in qualche modo il Comitato Veneto.
    Servilismo spicciolo, senza dietrologia (credo).

    • mamo 4 Maggio 2016, 09:14

      Fatta questa premessa, condivido l’idea di legare le accademie alle due celtiche ma ritengo che se è vero che da noi i soldi li ha f.i.r. è altrettanto vero che li può investire anche diversamente e cioè supportando dei club che siano riferimento per la zona geografica.
      Solo un esempio: Catania in Sicilia; L’Aquila nel sud; una romana, a scelta di SanIsidro, nel Centro.
      Insomma quello che voglio dire è che i soldi di f.i.r. non necessariamente devono essere spesi in accademie.

    • EnricoT 4 Maggio 2016, 19:11

      In adempimento al principio di territorialità previsto dal punto 9 dei principi informatori del CONI, lo statuto federale prevede:
      art. 35
      1. Il Comitato Regionale è istituito nelle Regioni dove esistano almeno dieci società affiliate con diritto di voto.
      2. Nelle Province di Trento e Bolzano e nella Valle d’Aosta vengono costituiti organi, Comitato o Delegato provinciale, con funzioni analoghe a quelle attribuite, nelle altre Regioni, agli organi periferici a livello regionale.
      art. 37
      1. Nelle Regioni ove non sia possibile costituire il Comitato Regionale, il Consiglio Federale nomina, sentite le società, un Delegato Regionale al fine della promozione, della propaganda e dello svolgimento delle attività federali con lo scopo di arrivare alla istituzione di un Comitato Regionale, secondo quanto previsto al riguardo dal presente Statuto.

      • mamo 4 Maggio 2016, 23:23

        Presidente 😉

        • EnricoT 4 Maggio 2016, 23:28

          Presidente de che?!? 🙂
          Dico solo che mi sembra un po’ esagerato definirla una scelta livorosa e vendicativa di Gavazzi, quando c’era uno statuto federale che da anni prevedeva che ogni regione avesse una sua indipendenza…

  5. luis 4 Maggio 2016, 09:03

    L’idea di base è valida, bisogna rimodularla e “personalizzarla”, ma alla base di tutto c’è che le risorse le ha la Fir e non le società.
    Indispensabile affiancare due accademie alle ns franchigie e trovare un modo per fare giocare i ns giovani prospetti, premiare la meritocrazia e l’impegno e non i “chiari percorsi in testa”. Tutto si può fare o migliorare: basta usare la testa e il buon senso.

  6. malpensante 4 Maggio 2016, 09:38

    Per chi non se lo ricordasse, Georges nel 2012 ha avuto pieni poteri sui CF u16 (e l’incarico di supervisionare Guidi per i tecnici federali). Quelli accreditati presso i club, che al tempo erano 10. Credo sia durato un anno, ma potrei sbagliarmi. E’ stato forse il principale ispiratore del progetto accademie e, in ordine di tempo, il primo direttore di Tirrenia. Farina del suo sacco, oltre che di Dondi, e stiamo parlando del 2006.

    • zappinbo 4 Maggio 2016, 10:42

      non va piú bene neanche Coste, ora?

      • malpensante 4 Maggio 2016, 11:11

        Ciccio, vedi di evitarmi che attaccato lì sembri un’emorroide.

        • zappinbo 4 Maggio 2016, 12:09

          calma e gesso, mister wikipedia, in quanto evitarti é impossibile, sei ovunque.

          • sentenza 4 Maggio 2016, 14:36

            Non è Coste che non va bene, ma non vanno bene i risultati delle accademie. Può darsi sia l’unico modello percorribile se i club non hanno soldi, ma se i poi i Canna escono dai club e non dalle accademie… vuol dire che non è indispensabile spendere quei soldi.

  7. Gabriele 4 Maggio 2016, 09:56

    Coste ha ragione per quanto riguarda il rugby del 1999 , e cioè 16 anni fa . Oggi NO .
    Oggi ogni societa di Eccelenza deve collegare il territorio per suportare le società limitrofe .
    Faccaimo un Esempio : San Donà nel suo piccolo ha scelto di far lavorare verso l alto con le poche risorse che ha, i suoi giovani under 18.
    Borean,Manfredi e Schiabel si sono allenati con giocatori di prima squadra ad un livello piu performante.
    Si sono misurati e se l alenatore ha ritenuto di farli giocare ben venga .
    Questo lo vedo possibile e auspicabile.
    Le societa di zone rugbsticamente meno sviluppate dovranno seguire un percorso di Accademie .
    Semplice

  8. gsp 4 Maggio 2016, 10:01

    non posso non condividere le premesse di Coste, perche’ sono le stesse che ho espresso durante gli anni. Soprattutto perche’ e’ innegabile che i soldi li abbia la fed, e quindi non ha senso continuare a tirare dentro francia ed ing.

    pero’ la conclusione che pone Coste non e’ l’unica. anzi e’ proprio il momento di fare una anlisi seria senza alcun timore.

    la conclusione che per me non ha senso e’ dare le accademie ai club d’eccellenza. pero’ se parliamo di U20 e quindi pro, l’eccellenza non ha nulla di pro. e sotto l’U20 alcuni club d’eccellenza non hanno alcun titolo, e ci sono altri club molto piu’ preparati che quel lavoro lo fanno alla grande e da anni non in eccellenza. e va premiato, secondo me, chi mette tutti i soldi che ha sulla formazione.

    • malpensante 4 Maggio 2016, 10:18

      Peppe, 2012 (quando ci lavorava Georges e ci lavorava davvero), questi erano i CF accreditati:
      Petrarca Padova Jr., Rugby Rovigo Jr., Ruggers Tarvisium, Livorno Rugby, Unione Rugby Capitolina, Amatori Parma, Rugby Benevento, L’Aquila Rugby, Rugby Calvisano, Rugby Grande Milano.

      • gsp 4 Maggio 2016, 10:35

        Esatto. condividendo la premessa di Coste, forse e’ logica anche la conseguenza. e tranne qualche intruso, tutto sommato mi sembra una buona scelta.

        pero’ oggi come oggi, sono a favore di una revisione senza vacche sacre.

        Pero’ tu @mal, esprimiti in modo chiaro e dimmi che ne pensi. e magari scrivilo in modo chiaro, che a volte non ti capisco 🙂 🙂

        • malpensante 4 Maggio 2016, 11:35

          Ai tempi (2006) ero moderatamente contrario alle Accademie, quanto favorevole ai CF accreditati e con un sostegno di qualità, come era Georges (ma sarebbe servito uno staff ben più corposo e qualificato). Anche se c’era una logica nel raggruppare i più forti tra i 18 e i 20 e tirarli su soprattutto fisicamente, dato che il gap con chi aveva campionati forti era già abbastanza evidente. Il rischio che vedevo era di tirare su professionisti in batteria, senza che crescesse il livello medio complessivo, di continuare a guardare solo alla nazionale e di lasciare i campionati al loro destino. Nel 2006, dieci anni fa. Quando hanno richiamato Coste nel 2012 ero ben contento, e ti assicuro che ha lavorato bene girando come una trottola da un CF all’altro e dando una bella mano a migliorare i tecnici, ma poi sono spariti gli accrediti, c’è stata la moltiplicazione dei CF e la trasformazione in accademie dei CF under 18. Nel frattempo c’era la Celtic, anche se costava meno, e la deriva evidente dei campionati. Io continuo a pensare come allora che il nostro problema sia alzare il livello tecnico dei campionati, fare formazione e agonismo dai 14 in su anziché selezionare a quell’età. Come ripeto spesso, la Francescato è quella che fa meno danni e meno spesa in tutto l’ambaradam. Serve a poco e niente, ma il problema principale è come arrivano a 18 anni, non cosa rimedi dopo. Quest’anno praticamente tutta o quasi l’u18 dell’Amatori dell’anno prima ha giocato in B: han preso le loro imbarcate ma hanno finito terzi. Più utile un anno così o un anno in Francescato? Meglio lo staff dell’Amatori o Moretti e mezzo Roselli? Credo che una cosa, per chiamarsi accademia, debba avere una struttura da accademia, cioè tanti insegnanti e di alto livello. Se ha una struttura minore di una squadra amatoriale, si fa tanto ma tanto lavoro fisico e poco più.

          • gsp 4 Maggio 2016, 12:43

            Condivido tutto.

            Cmq penso sia ormai chiaro a tutti una cosa anche abbastanza ovvia, rinforzata anche dall’intervista di Bortolami oggi. ci vuole competenza ovunque. alla fine status delle accademie, anni pari o dispari, club o fed, celtiche private o pubbliche, diventano tutte cose secondarie se manca la competenza degli staff e staff larghi. ed i soldi vanno spesi li’.

  9. fracassosandona 4 Maggio 2016, 10:11

    stiamo parlando di minorenni, che dovrebbero formarsi innanzitutto tra casa e scuola come persone prima che come atleti…
    se abitassi a padova preferirei che mio figlio andasse al valsugana o al petrarca piuttosto che all’accademia di mogliano o di rovigo…
    se abitassi a treviso preferirei saperlo al Tarvisium che in accademia…
    certo che se abitassi a cosenza e lui volesse giocare a rugby non mi resterebbe che mandarlo in accademia…

    • zappinbo 4 Maggio 2016, 10:47

      D’accordo se mio figlio dovesse giocare per divertimento fino ai 18anni e poi ev. una B da abbandonare se vi fossero necessitá di lavoro.
      Ma se vuoi competere ad alto livello e il Tarvisium in tutti questi anni di gloriosa militanza non ha nemmeno uno sponsor principale e il suo budget é inferiore ad una squadra di Water-polo di Lerici, come la mettiamo? Vorresti strutture adeguate e finanziate per tuo figlio, o no?

      • mauro 4 Maggio 2016, 12:40

        per fortuna i genitori dei Francescato e Marchetto, di Bobi Robazza e Gianni Zanon, di Titta Casagrande, di Jannone padre e figlio, di Colusso, di Trevisiol e Zorzi, di Barattin, Pavanello ed Esposito non la pensavano così, sennò erano tante maglie azzurre in meno.
        Per non parlare di tutte le magliette rosse che hanno onorato il rugby di Treviso e di cui Ermy ti potrà raccontare meglio.
        Tutti si sono accontentati delle strutture che c’erano e di Ino per giocare a rugby…

      • fracassosandona 4 Maggio 2016, 13:02

        mirano valsugana tarvisium sfornano nazionali senza avere sponsor né squadre che competano in eccellenza…
        il san donà nel suo piccolo dà un paio di giocatori all’U20 ogni anno e ultimamente anche alla nazionale maggiore…
        metà nazionale è passata per il petrarca, altra società meritevole ma prima di mezzi…
        non è la struttura adeguata e finanziata a fare il giocatore ma i tecnici e la metodologia applicata…
        meno accademie ma con staff completi ed adeguati all’alto livello, non alla mediocrità attuale…

        non esiste la scuola buona ma esistono i buoni insegnanti e questo vale dalle elementari all’università e non solo nello sport…
        il mio liceo di provincia si è rivelato nei fatti molto più formativo di quelli dei fighetti di Padova Treviso o Venezia che ho avuto modo di conoscere…

      • zappinbo 4 Maggio 2016, 15:15

        tutto vero e tutto lodevolissimo, sta di fatto che nell_’anno 2016 d.C. prendiamo in media una trentina di punti (di scarto) da tutte le squadre in Pro12, al 6N e pure in Qualifying. Continuiamo a guardarci il pisello (in questo caso pure eccellentemente corto) senza vedere che le altre squadre hanno fatto passi da gigante. Sono arrivati ad un livello al quale le giovanili dei club (senza budget fisso, e non perché mamma Fir non glieli da) non possono preparare.
        Io capisco voi che vivete ancora negli anni novanta, con il tempo effettivo di 13+15minuti, voi capite noialtri che non ci facciamo X km per vedere i S.Doná-Mogliano di cui sopra, ne si organizzeranno mai pulman per vedere Mogliano fare le figure con i tedeschi in quel spa-resort di “stadio”. Non so se mi spiego

        • mauro 4 Maggio 2016, 15:37

          giusto per ricordare a te che vivi nel terzo millennio e sei nativo digitale che il pisello degli anni novanta era più lungo del tuo, visto che battemmo due volte l’Irlanda, la Scozia ed entrammo nel 6N, con questi criteri. Quelli che dici te sono come le seghe: ti sembra di fare, ma non pratichi…

          • zappinbo 4 Maggio 2016, 16:27

            voi invece siete come i dottori di base veci che vogliono curare le malattie tropicali con un pó di riposo.
            altro tratto distintivo molto diffuso della tua generazione: la permalositá e incapacitá di autocritica. Lo stato in cui versa l’Eccellenza, é soprattutto “merito” della tua generazione, e non del fato.
            Le battute sul pisello tipiche di uno che non si capacita che “puff” il suo mondo non c’é piú. Cmq ci si puó ancora consolare con le badanti.

          • mauro 4 Maggio 2016, 16:40

            te ga rason!

          • zappinbo 4 Maggio 2016, 17:17

            a tal deg

        • mamo 4 Maggio 2016, 16:40

          ..e quelli che sono rimasti agli anni settanta/ottanta chi sono ? I figli della serva ? 😉

    • buk 4 Maggio 2016, 11:42

      ma guarda che l’accademia è un collettore dei migliori giocatori delle varie società. tu iscrivi tuo figlio alla società Petrarca Rugby e poi in caso viene preso all’accademia, fa poche partite tra le varie accademie ma la maggior parte delle gare le gioca con la u16 o u18, a seconda dell’et, del Petrarca.

  10. Dagoberto 4 Maggio 2016, 11:15

    Proprio vero … NON C’E’ PEGGIOR SORDO DI CHI NON VUOL SENTIRE 🙂

    • Stefo 4 Maggio 2016, 11:36

      Certo quando pero’ gli altri parlano contro l’attuale sistema di Accademie tu ascolti o fai finta di non sentire? 🙂

    • mamo 4 Maggio 2016, 11:37

      Quanto è vero quello che dici, Dagoberto: è da mo’ che la maggioranza dei Blogghisti di OR suggerisce in tutte le salse a Gavazzi di rivedere radicalmente il sistema accademie, ma lui niente, non vuol SENTIRE ragioni ! 😉

  11. buk 4 Maggio 2016, 11:33

    il sistema delle accademie in sé non è sbagliato, ma l’applicazione pratica deve cambiare. il giocatore dall’accademia, ricordiamolo, il più delle volte gioca anche nel proprio club di appartenenza, con chiare problematiche tecnico – tattiche e qual è l’incentivo una volta finito il percorso? beh, semplice, giocare nel massimo campionato nazionale, professionistico. tolto il pro12 che riguarda una elite di giocatori molto limitata, l’eccellenza attuale è un campionato di basso livello, dove il ragazzo che viene dall’accademia non fa altro che rovinrsi. non ha senso l’eccellenza così com’è, meglio fare una serie A dove i club ricevono un minimo di soldi per esistere e dove si inizia a giocare alla mano, basta fasi statiche infinite, mischie che crollano sempre, si favorisca il gioco alla mano e chi non vuole giocare si becca il giallo subito. questo sport deve vere delle accademie federali ma deve ancora di più restare legato alla terra di chi lo vive, anche per portare la gente alla stadio e far rivivere quell’entusiasmo che va scemando.

    • Hrothepert 4 Maggio 2016, 11:52

      @buk, io, che non sono sicuramente un pozzo di scienza, lo scrivo da anni che l’ Eccellenza così com’ è è soltanto un inutile spreco di soldi, risorse ed energie e che il suo livello è inguardabile!!!

    • steve 4 Maggio 2016, 12:02

      “l’eccellenza attuale è un campionato di basso livello, dove il ragazzo che viene dall’accademia non fa altro che rovinrsi..” Come??
      Vuoi la lista di decine di nomi di gente uscita dalle Accademie con l’* bello in mostra e non da tenere un pallone in mano, non sa posizionarsi in campo, non sa placcare, non ha skills, e non ha la benché minima idea di come si gioca a rugby??
      Ne sono passati tanti dalle mie parti, tutti forzatamente voluti dalla Fir per fare “esperienza”….esperienza? Ma quelli non sanno neanche da che parte prendere il pallone!
      Non parliamo, poi, dell’assurda idea di far allenare i ragazzi nelle accademie dell’u16 e poi farli giocare la domenica con il proprio club di origine…una cosa assurda, illogica, deleteria per il ragazzo.
      Molto, anzi, mille volte meglio i vivai di tutte le società (non solo d’Eccellenza) dove esiste là, e solo là, la passione per il rugby.
      Insomma, provate a ragionare, se l’Italia rugbistica si è fatta superare negli anni, soprattutto recenti, da nazioni che credevamo ormai di averci lasciato alle spalle per sempre, se i nostri club (cosidetti pro o semi-pro) si beccano imbarcate di punti a livello internazionale da parte di qualsiasi squadra, se ad ogni anno comincia il lamento che ci manca un’apertura che calcia e i dirigenti sportivi vanno in cerca nelle isole pacifiche degli scarti degli altri per i saldi di fine stagione..ecc.ecc..ecc.un motivo ci sarà, o no? Una vulnus nella formazione da quando esistono le Accademie!

      • zappinbo 4 Maggio 2016, 12:16

        é vero che la stellina non ti dá automaticamente il certificato di idoneitá per l’alto livello, ma affermare il contrario é roba forte..:-)

        • 6nazioni 4 Maggio 2016, 21:07

          senza (*) niente dote.
          con (*) dote x giocare in eccellenza, e’ una vergogna
          nel ns rugby.

    • Stefo 4 Maggio 2016, 12:15

      @ buk :”il sistema delle accademie in sé non è sbagliato, ma l’applicazione pratica deve cambiare” verissimo e lo si dice da anni che le Accademie non sono sbagliate di per se stesse e’ come son messe su, ma il passaggio da una teoria giusta ad una messa in pratica corretta non e’ un passaggio da poco o piccolo!
      Se la pratica non porta i risultati che l’idea alla fonte teorizza allora la messa in pratica e’ profondamente da rivedere.

  12. M. 4 Maggio 2016, 11:50

    Immagino che l’accademia a Treviso sia impossibile dall’anno prossimo, giusto?

    • malpensante 4 Maggio 2016, 12:00

      Se vogliono, basta che aggiungano la u20 all’accademia u18 di Mogliano che c’è già.

    • Stefo 4 Maggio 2016, 12:18

      Questa sarebbe la domanda da fare a Gavazzi.
      Al riguardo io ho una domanda per Paolo e la redazione: avete provato e se si riuscirete mai ad avere un’intervista con l’attuale Presidente in cui si discuta il suo programma rispondendo a domande come queste?Senza vis polemica o antagonismo una semplice intervista sulle idee ed i programmi…

      • Mr Ian 4 Maggio 2016, 13:01

        sarebbe ciò che si auspica ogni appassionato serio, una programma articolato punto per punto, discusso insieme a giornalisti di diverse testate. Così come sta avvenendo in Francia; ma siamo troppo peracottai per pensare che tutto questo possa accadere…

  13. leone64 4 Maggio 2016, 12:20

    Coste può dire quello che vuole. Ma bisogna ripristinare il campionato under 20 e dare le accademmie alle celtiche e alle squadre di club. Fare il campionato under 20 delle accademmie. Se non lo capiscono avremo sempre dei giovani che dovranno lavorare tre anni prima di essere pronti al professionismo.

  14. Katmandu 4 Maggio 2016, 12:55

    Per me, dato che tutti dicono la loro, il campionato U20 non serve, al massimo riportare le annate dispari, ma le accademie servono eccome, solo che devono essere ripensare e legate alle celtiche e rivedere la “mission” delle due squadre di punta del movimento

    • TESTAOVALE 5 Maggio 2016, 09:07

      servirebbe soprattutto a quei ragazzi che sono in societa’ di basso livello potrebbero cosi giocare ad armi pari coi predestinati , e si vedrebbe realmente chi merita e chi no ,a parita di allenamenti e gratificazioni ovviamente.sicuramente ne gioverebbero le nazionali e l’intero rugbyitalico.

      • TESTAOVALE 5 Maggio 2016, 09:12

        sai com’e un posto in eccellenza fa comodo al giorno d’oggiahahaha

  15. franzele 4 Maggio 2016, 13:04

    Il “sistema” accademie può funzionare senz’altro, bisogna vedere come formano, come selezionano, ecc. Bisogna vedere come i centri di formazione interagiscono con le società. Puoi accentrare al sud e tentare un decentramento al nord, mettere in competizione i ragazzi, muovere i tecnici… Do una mano in una società che lavora molto con i giovani, con buoni risultati, il tecnico federale è venuto a fare le sue osservazioni una volta, in marzo…

  16. Geddar 4 Maggio 2016, 13:16

    Se è la FIR ad avere le risosrse… È perché non le ha mai date ai club… O meglio gestite in malo modo

    • gsp 4 Maggio 2016, 13:55

      ma perche’ dovrebbe darle ai club? e poi a quali club?

      • Stefo 4 Maggio 2016, 14:47

        gsp io ti do un motivo. Ci piaccia o meno l’Italia nello sport funziona tramite i club, siano essi di basket, pallavolo, calcio o rugby lo sport in Italia si pratica tramite i clubs visto che lo sport a scuola e’ inesistente come attivita’ extracurriculare (perche’ al di la’ dei miti non e’ che in molti posti si vada oltre le due ore curriculari cioe’ obbligatorie di educazione fisica) anche perche’ scuole che avrebbero le infrastrutture per essere “scuola sportiva” non ce ne sono molte in Italia…anzi…per quel che mi riguarda a Venezia le infrastrutture le avrebbero avute solo i Birilli…Scuola Navale Molitare…al di la’ che magari non e’ proprio nei gusti di tutti comunque pneso che sia a numero chiuso.
        Quindi la scula non e’ una via percorribile in termini di vero e proprio sviluppo dello sport, puo’ essere usato al massimo come “riserva di caccia” (come avviene altrove), i ragazzini sono li’ ed e’ li’ che li vai a pescare con progetti da introdurre durante le ore di educazione fisica ma che abbiano l’biettivo finale di portare i pargoli dove? Nei club che nel territorio a livello di base/grassroot sono dove si pratica lo sport in Italia…e ti sfido a dimostrarmi che si tratti di rugby o altri sport non sia il club in Italia dove si fa l’attivita’.
        Quindi gia’ di partenza si dovrebbe puntare ad un aumento degli investimenti in progetti che facciano fare questo transito dalla scuola ai club dei bambini. Essendo i club dove si pratica lo sport giovanile (e di nuovo dimostrami che non e’ cosi’ in caso) e’ anche li’ dove devi investire nela formazione…che vuol dire anche formazione dei formatori. Molte volte questo punto viene da alcuni frainteso come un attacco o insulto a chi volontariamente si mette a disposizione…no, nessuno attacca i volontari o li vuole sminuire, esatamente l’opposto…se si valorizza il loro tempo, i loro sforzi, il loro impegno bisognerebbe investire anche su di loro affinche’ possano crescere loro per primi e quindi far crescere i ragazzi.
        Certo nessuno pensa a finanziamenti a pioggia senza vincoli che poi magari il club X li usa per andarsi a prendere l’argentino di turno per andare in Eccellenza o ai PO, finanziamenti vincolati a progetti base e sviluppo con un sistema di valutazione dei progetti in generale e deil lavoro dei club…magari non sia mai che cosi’ si possa mettere in moto un circolo virtuoso che faccia si che crescendo la base cresca il resto.

        • Stefo 4 Maggio 2016, 14:52

          Questo -lo specifico perche’ i fraintenditori di professione ci son sempre e non parlo di te gsp- per quelle zone dove la presenza di club sul territorio e’ buona, per aree meno “coperte” senza dubbio le accademie possono essere una via migliore anche se gli investimenti per le scuole in quelle aree sono forse ancora piu’ importanti.

        • gsp 4 Maggio 2016, 15:12

          sono daccordo @stefo, e proprio li’ volevo arrivare.

          dai i soldi al progetto (club o non club), mirati e con ritorni. non al club per darli ai club, in base magari a know-how, che poi di solito sono una persona sola, e se va via quella finisce anche il know-how.

          Aggiungo oltre al pragmatismo necessario al quale facevi riferimento oggi, secondo me manca anche generale comprensione diretta di come funziona il sistema oggi e della storia recente. Ovviamente non ce l’ho io e non posso averla. ma su quello, anche OR, potrebbe dare una mano importante.

          • Stefo 4 Maggio 2016, 16:45

            Sui soldi a progetto son d’accordo tenuto conto che comunque sui club in generale devi investire o non sei presente sul territorio (inutile star qua a discutere di massimi sistemi se poi non c’e’ un campo dove allenarsi per capirci ma questi sono investiemnti sottintesi per me).
            Aggiungo poi che il proliferare di accademie e cf possono causare come uteriore altro costo (non economico ma altrettanto grave) l’avazamento dell’idea che nei club la formazione e lo sviluppo non siano piu’ compiti primari.
            Quale sistema non ti e’ chiaro come funzioni?

          • Antonio9 4 Maggio 2016, 18:17

            La FIR ha già in mano TUTTI i dati che servirebbero a fare una graduatoria dei club riguardo la formazione ; non è poi una impresa impossibile , basta prendere i fogli presenza dei tornei/concentramenti del Minirugby, i modelli B delle giovanili U14-16-18 degli ultimi 3-4 anni, il numero di squadre messe in campo rispetto ai tesserati (molto importante), le strutture a disposizione (anche questo molto importante) i risultati nei campionati .

            Perché non si è MAI fatto? perché NULLA del genere è mai stato fatto per le accademie ed i CDF?

            Come si può anche solo a provare a pianificare e progettare senza conoscere la situazione reale?

  17. TESTAOVALE 4 Maggio 2016, 14:22

    DA noi come solito si fa all’itliana quando e’ ora di far su serio avendo portato avanti realmente e per motivi non sempre di merito solo 30 ragazzi , li sistemano in eccellenza e buona li’ ma in nazionale facciamo c….e sempre di piu’.

  18. giobart 4 Maggio 2016, 14:25

    Andare avanti così, ma bisogna recuperare più risorse per il centro e sud, mancano ancora campi per le partite figuariamoci per gli allenamenti.

  19. il carogna 4 Maggio 2016, 15:44

    Carissimo e rimpianto Coste,
    se ci legge,

    considerando i costi e i gli anni passati, ritiene sufficienti i risultati ottenuti dalle ns accademie ?

    Come commenta le datate affermazioni del ns Presidente a riguardo l’aver scelto di aprire le accademie anche senza insegnanti perchè era la cosa migliore ?

    Il non aver avuto la possibilità (tempo, voglia, fortuna) di trovare nei 4 anni della sua gestione, dei veri tecnici da inserire nelle citate accademie, secondo lei come è da interpretare ?

    Lei, qual’ora ne avesse le competenze, lo rivoterebbe o vede nel panorama italiano uno o più soggetti idonei a sostituirlo ?
    Grazie.

  20. Dagoberto 4 Maggio 2016, 16:53

    niente più della formazione divide e presenta difformità di vedute sulle metodologie da adottare, quindi al di la delle battute, sono pià che lecite divergenze di opinioni.
    il punto particolarmente significativo toccato da Coste nell’intervista riguarda, però, i costi della formazione e su questo apsetto c’è poco da disquisire.
    Se un club, il Perpignan, neanche tra i più importanti, forse per storia e tradizione, ma non certo per capacità di attrarre sponsorship in questa fase storico sportiva del rugby francese, investe un milione e settecentomila euro all’anno sulla propria accademia, cioè quasi la metà del finanziamento per una franchigia italiana, si può avere l’idea di quanto sia complessivamente investito nell’intero movimento rugbistico francese per la formazione giovanile; mi sembra evidente che ogni confronto tra il modello italiano, qualunque esso sia, e quello francese, qualunque esso sia, sulla base di questa premessa possa evidenziare nostre inevitabili debacle di efficienza/efficacia. Avendo a disposizione meno (o poche) risorse io ritengo condivisibile accentrarle invece che disperderle in una numero imprecisato di finanziamenti decisamente modesti, a quel punto, a molteplici club che avrebbero anche la pretesa (lecita, ovviamente) di fare di testa propria.
    La Federazion, qualcuno teorizza, potrebbe valutare a consuntivo la bontà del lavoro svolto e continuare a premiare o meno i club interessati. Chi si è occupato di formazione sa bene, però, che un bilancio su un programma formativo è possibile solo dopo un periodo molto lungo, sicuramente pluriennale e, a quel punto, o il lavoro svolto si rileverà buono, oppure non si potrà fare nulla per recuperare il tempo (ed i soldi) perduti. Io penso che un centro sotto l’egida di una federazione sia comunque sufficiente garanzia. Non significa che chi lavora per una federazione non sia perfettibile o, peggio, possa sbagliare, ma le capacità di accentrare competenze ed abilità sono indiscutibilmente maggiori e, conseguentemente, maggiori le possibilità di apportare ricambi e aggiustare le anomalie che dovessero emergere in un processo formativo. I club di rugby italiani, a parte alcune poche eccezzioni, hanno già tanti problemi per sbarcare il lunario e spesso non sanno avviare quei volani virtuosi che consentono le sinergie necessarie per simili progetti e i soldi che potrebbero ottenere dai finanziamenti FIR sarebbero, a quel punto, decisamente esigui in quanto sparpagliati. Questo è il fondo del pensiero di Coste e non vedo cosa ci sia di opinabile?

    • Stefo 4 Maggio 2016, 17:14

      Chi ha critto che la valutazione del lavoro dei club non dovrebbe essere su progetti pluriennali?Perche’ per cercare di imporre la tua visione reinterpreti alla pene di segucio le parole altrui?
      Il concetto che servono anni senza dubbio vale anche per le Accademie e nel caso della Francescato e’ su da aprecchio e direi che non e’ opinabile dire che ha prodotto molto meno di quanto avrbbe dovuto a fronte degli investimenti ed anche quelli sono tempi e soldi perduti…o no?
      Che poi l’egidia federale sia sinonimo di garanzia e’…come dire senza essere offensio…un’idea molto singolare ed estremamente opinabile visto quanto fatto e raccolto da questa fedeazione negli utlimi 20 anni.

  21. malpensante 4 Maggio 2016, 17:33

    Si continua a mescolare impropriamente formazione e selezione: le accademie dei club sono le giovanili, e chiedete alla Capitolina, a Tarvisium e a tante altre sempre impegnate principalmente lì quanto spendono e non sono bruscolini, i bruscolini sono quanto ricevono o guadagnano con i risultati sportivi. O chiedete al Petrarca per dire una Eccellente che il vivaio di qualità l’ha sempre avuto.

    • Stefo 4 Maggio 2016, 17:41

      malpensante io lo vedo come un continuum che va dalla base e porta fin su, non riesco a ragionare diversamente, per me se spendi in formazione partendo dalla base poi passo dopo passo arrivi su.

      • Antonio9 4 Maggio 2016, 18:20

        A meno che tu non sia una società che all’ “alto livello” ci arriva e resta comprando ed equiparando e che se va bene forma un giocatore ogni dieci anni …

        • Stefo 4 Maggio 2016, 18:29

          Antonio questo e’ quello che bisognerebbe cercare di combattere…a meno che un club non faccia questo comprare coi propri soldi…

  22. 6nazioni 4 Maggio 2016, 21:00

    Sig. Coste grazie x l’intervento ma sono passati circa 10 anni e come gia’
    qualcuno ha scritto e’ farina del suo sacco.
    Ci sono tanti punti interrogativi da chiarire:
    Lo sa come vengono scelti i ragazzi da portare in (*)?
    Lo sa come sono strutturate le ns (*)?
    Lo sa se ci sono le competenze tecniche?
    Lo sa quanto costano le 10 (*)?
    Lo sa i risultati ottenuti in questi anni (*)?
    Dopo aver risposto a tutte queste domande forse avrà ragione.
    Secondo la mia modesta opinione ritengo che si debba chiudere questa mangiatoia allestita solo x motivi di voti.

    Soluzione campionati elite’ u.17,u.19 e formazione di n°= 2 (*) collegate alle
    due formazioni del pro-12 ma MERITOCRATICHE.
    INVESTIRE SULLA BASE DEL NS RUGBY.
    grazie

  23. Danthegun 5 Maggio 2016, 08:14

    Credo che le dichiarazioni di Coste siano fondamentalmente condivisibili oltre che un parere personale del soggetto.
    Ogni nazione ha il suo modello di formazione che può essere migliore o peggiore di altri ma che dipende sopratutto dalle risorse che possono essere messe in campo.
    Come scritto da Coste, anche io penso che al momento sia difficile pensare ad un modello differente da quello delle accademie, che andranno sicuramente migliorate, sopratutto nella selezione dei ragazzi e nella loro formazione, ma rimane una strada alla portata del nostro movimento.
    Al momento credo che qualche risultato il lavoro delle accademie lo stia portando, infatti i ragazzi U17 e U18 qualche soddisfazione se la stanno togliendo. Forse questa generazione sarà molto più prepararata rispetto alle ultime, al rugby professionistico. Il problema vero è che dalla maggiore età al professionismo abbiamo un buco immenso perchè questi ragazzi non vengono ne inseriti nelle prime squadre, non hanno un vero e proprio campionato dedicato a loro U20.
    Per evitare il conflitto con i club credo che la cosa migliore sarebbe quella di legare le accademie (e la loro struttura) ai club di eccellenza. Ma servirebbe un cambio di modello.
    Il problema vero però è che nel nostro paese manca una cultura rugbistica di fondo, manca una educazione che parta dalle scuole e che trovi più o meno in tutta italia uno sbocco in squadre e clubs territoriali.
    Questo non lo si può costruire solo con i soldi. Serve storia, cultura e trazione e questa verrà solo con tempo e passione.

  24. gpberghe 16 Maggio 2016, 19:28

    Non capisco come possa essere presa in considerazione questa affermazione di Coste., (” “il modello Accademie Federali è l’unico percorribile oggi in Italia come d’altronde avviene anche in Argentina […]” ) dal momento che il sistema federale in Argentina è TOTALMENTE appoggiato sui Club – non in maniera inamovibile – ma in modalità dinamica, in base agli obiettivi raggiunti.
    Vedere per credere :
    http://www.uar.com.ar/upload/pdfs/juego/429-cedares%20pdf.pdf
    (come d’altra parte mi ha confermato un amico allenatore argentino che è rientrato nel suo Paese dall’ Italia qualche anno fa . n.r. cedares sono rapporti di collaborazione).
    A meno che George Coste avesse proprio in mente un sistema come quello argentino, sicuramente molto positivo, per quanto mi è dato da sapere.

    A meno che (come dice 6nazioni) … se si pensa ad altro almeno si dia risposta:
    Lo sa come vengono scelti i ragazzi da portare in (*)?
    Lo sa come sono strutturate le ns (*)?
    Lo sa se ci sono le competenze tecniche?
    Lo sa quanto costano le 10 (*)?
    Lo sa i risultati ottenuti in questi anni (*)?

    e dopo aver risposto a tutte queste domande forse avrà ragione

Lascia un commento

item-thumbnail

Altri 4 giovani prospetti entrano nelle Accademie di Franchigia

Due atleti approderanno all'Accademia del Benetton, altri due a quella delle Zebre

29 Marzo 2024 Rugby Azzurro / Vita federale
item-thumbnail

Serie A Elite: ieri a Bologna l’incontro tra FIR e Club

Sul tavolo il rilancio del campionato, il numero di squadre partecipanti, la distribuzione dei permit player e la formula della Coppa Italia

29 Marzo 2024 Rugby Azzurro / Vita federale
item-thumbnail

FIR: approvato il Bilancio Preventivo 2024

Avvallato a maggioranza dal Consiglio Federale verrà ora inviato agli organi preposti per approvazione

27 Marzo 2024 Rugby Azzurro / Vita federale
item-thumbnail

L’impatto economico del Sei Nazioni 2023 sull’Italia: oltre 37 milioni di euro per Roma e la regione Lazio

Sono stati presentati gli studi relativi all'indotto creato dalle 3 partite casalinghe del Torneo dell'anno scorso

7 Marzo 2024 Rugby Azzurro / Vita federale
item-thumbnail

Accademie U23 Zebre e Benetton: la lista dei 12 atleti che completeranno il proprio percorso di formazione

Al termine i giocatori potranno trovare spazio nei roster delle franchigie o delle squadre della Serie A Elite

8 Febbraio 2024 Rugby Azzurro / Vita federale
item-thumbnail

FIR e Ministero dell’Istruzione e del Merito sottoscrivono il protocollo “Scuole in meta”

Un documento di intesa che contribuisce a portare il rugby all’interno degli istituti scolastici

21 Dicembre 2023 Rugby Azzurro / Vita federale