International Series Under 18: l’Italia batte l’Inghilterra A

Si chiude con una vittoria il torneo dei ragazzi di coach Dolcetto

COMMENTI DEI LETTORI
  1. ciupalla 6 Aprile 2016, 17:22

    complimenti!!!!……undici cambi iniziali….vuol dire che il materiale c’e’!!…..

  2. Equus quagga 6 Aprile 2016, 17:23

    A prescindere da qualsiasi valutazione non si può che dire: BRAVI !!!!!!!!!

  3. Fab 6 Aprile 2016, 17:34

    B R A V I!!!!

  4. trilussa 6 Aprile 2016, 17:35

    Sicuramente da buoni italiani si avrà a che ridire su queste vittorie ma intanto io sono contento per i ns ragazzi che hanno affrontato queste partite con la mentalità e la preparazione giusta. Quindi da parte mia vanno i complimenti ai ragazzi e a tutto lo staff!!!!!

  5. Pesso 6 Aprile 2016, 17:47

    Cosa significa inghilterra A? E’ la seconda selezione U18 inglese? Non lo chiedo per fare polemica, è per capire

    • horikazu 6 Aprile 2016, 17:48

      normalmente la “A” indica la seconda selezione, penso sia questo il caso

  6. gsp 6 Aprile 2016, 17:49

    Ottimo ragazzi, ottimo.

  7. cla 6 Aprile 2016, 17:50

    Pero’ dobbiamo giocare anche il secondo tempo

    • BLMcalister 6 Aprile 2016, 18:18

      @cla se non avessimo giocato il secondo tempo, avremmo perso 17-40.
      A meno che non si tratti di una partita da 80-0 (brutto spettacolo), una partita di rugby è fatta di momenti. Quando vai in campo sai che negli 80 minuti avrai momenti del match a tuo favore (e dovrai essere bravo a capitalizzare) e momenti in cui dovrai difendere e respingere al mittente gli attacchi. La squadra vincente è quella che riesce a far prevalere i primi. Lo hanno fatto.

      • matteol 7 Aprile 2016, 10:05

        oro colato le tue parole @BLMcalister!
        Il tanto conclamato cinismo che si richiede alla Nazionale maggiore, Benetton e Zebre lo si costruisce anche da qui..
        Controllo del match = gestione delle risorse = vittoria..se iniziano a capirlo in U18 ci sono buone probabilità che lo ripetano più avanti!

  8. Galeone 6 Aprile 2016, 18:14

    Le vittorie contro l’Inghilterra, soprattutto a rugby, valgono sempre doppio!!!

  9. Tia 6 Aprile 2016, 18:18

    Bene così, avanti così!

  10. TESTAOVALE 6 Aprile 2016, 18:22

    fino a 18 ce la giochiamo speriamo che miglioriamo anche dopo ma bravi .

  11. balin 6 Aprile 2016, 18:36

    Io speriamo che ce la caveremo , di questo passo, anche con l’U19 e poi 20
    Bravi tutti u17 e u18
    Però che noia , nessuna polemica …
    Ci penso io, a queste età più o meno son tutti grossi uguali , dopo 2 o 3 anni qualcuno è cresciuto di più, sarà un difetto dei mediterranei?

    • Equus quagga 6 Aprile 2016, 19:03
    • Camoto 6 Aprile 2016, 19:09

      E ti smentisco anche qui 🙂
      Non so perché nella mia famiglia i maschi crescono dai 15 ai 19, per poi ingrossare fino ai 22.
      Bohhhh

    • Thunderstruck 6 Aprile 2016, 19:21

      Eheh… Tu l’hai buttata lì come battuta (peraltro buona) ma… sai che io non escludo del tutto la componente genetico-geografica?
      Cioè, se noi, gli spagnoli o comunque latini in genere siamo “nanerottoli” e dalla Germania in su si diventa marcantoni, beh…lavorarci su con quei cristoni non è come farlo con noi. Questo al di là del formare le mere competenze tecniche…
      Come tanti di voi ho girato molti Paesi ed è piuttosto percepibile che i giovincelli anglosassoni siano più…piazzati dei nostri. E riguardo ai francesi, beh… se li si guarda bene si noterà una certa differenza cromatica… In uno sport muscolare e atletico, credo conti qualcosina…

      • Giovanni 7 Aprile 2016, 01:40

        Quindi gli argentini non dovrebbero manco sapere cos’è il rugby.

        • Thunderstruck 7 Aprile 2016, 07:34

          Ahah! No, aspetta… Intendevo che con una popolazione già di per se piú…”fisicata” è più facile lavorare e formare grandi atleti in giovane età. Solo “più facile”, non che chi non ha questa caratteristica non lo possa fare.
          A Calvisano, con il JRWC, ho visto ad un cm le stazze dei ragazzi delle varie Nazionali. Vedere inglesi, neozelandesi o sudafricani era spaventoso, credimi. Vedere argentini, italiani o giapponesi molto meno. Ma non significa che non possano giocarci ovviamente. Però un pò di gap fisico esiste, è innegabile.

          • Giovanni 7 Aprile 2016, 13:23

            Ti credo, a me le stazze dei sudafricani facevano impressione perfino in tv. E vedere certi ragazzi di 19 anni già con fisici da 30enni mi solleva parecchi dubbi ed interrogativi…

      • Hullalla 7 Aprile 2016, 11:41

        Quindi gli Italianni non avrebbero nessuna speranza nella pallavolo?

        • Thunderstruck 7 Aprile 2016, 12:27

          Hullalla, non devi estremizzare il discorso. Se ci sono caratteristiche fisiche tipiche di certe popolazioni, non l’ho inventato io e non si può far finta che non sia così. Ripeto: se si ha una tipologia di fisico (che non è generalizzata ma è la tendenza) è normale essere più predisposti a certi sport e meno ad altri. Ed il serbatoio in cui pescare e lavorare è inferiore o superiore a seconda di questo. Hai voglia a prendere i cinesi, allenarli come gli AB, col lo staff degli AB e pensare che un giorno possano rendere come gli AB ed hai voglia a prendere gli italiani, allenarli come nella NBA con lo staff da NBA e pensare che diventino il Dream Team… Allo stesso modo, il rugby, sport fisicissimo, muscolarissimo (sempre più, direi) ed in cui ti occorrono tantissimi rugbisti con queste caratteristiche tra cui poi selezionare e scegliere. Francia e Inghilterra, tanto per dirne due, in moltissimi sport e discipline hanno la possibilità di far valere la fisicità della gran parte di giocatori di colore che non sostanzialmente non abbiamo. Nel rugby, idem. Guarda che fenomeni hanno quelle due Nazionali e dimmi se trovi un italiano che potrebbe fare altrettanto. Sono imparagonabili, e questo ha un suo peso, che va al di là di chi li allena, li prepara ed il come.

  12. Thunderstruck 6 Aprile 2016, 18:50

    Riporto il commento scritto per la U17 non prima di essermi complimentato anche con questi bravissimi “maggiorenni”. Ci si chiedeva il perchè, dopo di qua, cominci una fase di crescita impari rispetto ad altri.
    L’U20 è di fatto la vera anticamera della Nazionale senior, quindi del grande salto nel professionismo. Se il problema emerge in quel preciso momento generazionale significa che chi di dovere DOVREBBE farsi delle domande e darsi magari delle risposte. Per esasperare e caricaturizzare la questione, se bimbi italiani è normale che giochino come bimbi inglesi e se adolescenti italiani si presume che giochino quasi come adolescenti inglesi, si dovrebbe ambire al fatto che ventenni italiani giochino praticamente come ventenni inglesi, altrimenti i venticinquenni italiani verranno massacrati dai venticinquenni inglesi. Quindi il nodo, banale quanto drammatico, sta nel fatto che c’è una precisa fase in cui l’evoluzione si ferma e comincia il gap, poi trascinato a livello senior.
    Comincerei a mettere le persone giuste al posto giusto, cosa che oggi non è…
    Senza questo passaggio, continueremo ad applaudire questi giovincelli minorenni e ad assistere impietriti a debacle dei ragazzoni, a prescindere che vadano ad imparare in top team europei o no.

    • TESTAOVALE 6 Aprile 2016, 19:12

      io dico la mia cxxta a 18 quando dovrebbero entrare nel professionismo come i rivali ,da noi finisce per la maggior parte dei ragazzi in quanto solo pochi di societa’ importanti hanno stimoli e gratificazioni e probabilmente non sempre rimangono i migliori ma quelli piu’ agevolati .

  13. fracassosandona 6 Aprile 2016, 20:06

    prima del giocatore viene la persona…
    fino a 19 anni sono a scuola (e già il liceo, specie agli ultimi anni, non ti consente chissà quali impegni agonistici), dopo di che si inizia l’università o a lavorare…
    chi lavora a tempo pieno da dipendente può allenarsi solamente la sera…
    chi lavora a tempo pieno a turni può allenarsi solo quando è libero…
    chi lavora per conto proprio probabilmente ha ancora meno tempo a disposizione…
    chi studia all’università spesso ormai ha obblighi di frequenza ma soprattutto deve preparare gli esami…

    il lavoratore italiano è ostaggio del datore di lavoro, che difficilmente condivide con il ragazzo la passione per il rugby…
    lo studente è ostaggio del sistema universitario italiano per cui o è pendolare o è fuori sede (era troppo semplice invece di costituire accademie del cavolo dare adeguato supporto tecnico ai vari CUS già esistenti?), perché a Calvisano San Donà e Viadana non c’è ancora l’università…

    siamo sicuri che i nostri avversari siano nelle stesse condizioni socio- economiche, oltre che tecnico-sportive?
    Credo che un espoir francese se la passi economicamente meglio di un giocatore dell’eccellenza italiana: frequentare l’università in inghilterra è molto meno dispendioso dal punto di vista logistico (e oserei dire anche dal punto di vista dei piani di studio) che barcamenarsi tra le mille sedi e gli affittacamere che abbiamo conosciuto ormai tanti anni fa…

    • Hullalla 7 Aprile 2016, 11:47

      Credo che piu’ che altro ci sia il problema che nella scuola Italiana (e anche all’Universita’) essere un atleta e’ visto come una cosa negativa dai docenti, che ti ostacolano in ogni modo, imponendo frequenze eccetera, mentre in quasi tutto il resto del mondo vale il contrario e i giovani atleti velgono supportati e incoraggiati dal sistema educativo.

      Detto questo, in altri sport ce l’abbiamo fatta nonostante questo gap nel sistema scolastico, per cui bando agli alibi e mettiamoci a lavorare per fare il meglio possibile con quello che abbiamo.

  14. franzele 6 Aprile 2016, 21:50

    Mi capita spesso di vedere ragazzi che se ne vanno a studiare in in Inghilterra o Scozia e lì giocano per la squadra dell’università o del college.
    Belle strutture, bei tornei, ottimo livello, giocano, ma hanno rette che ben pochi possono permettersi.
    Il sistema educativo anglosassone riserva attenzioni speciali al rugby, considerato un ottimo training formativo per le future classi dirigenti, un ambiente educativo che ha ottime probabilità di sfornare ottimi professionisti, dei futuri leader, come anche degli ottimi giocatori, perché nulla è lasciato al caso e l’aspetto della crescita “mentale” dei giocatori è considerato un obiettivo di primo livello.
    Maro Itoje ha debuttato quest’anno con la nazionale della rosa, ha studiato e giocato in college di ottimo livello, la Harrow School, l’ultimo da lui frequentato prima di accedere all’università.
    La Harrow ha qualcosa come 25 squadre, la prima squadra di elite e poi giù, fino alla squadra dei ciccioni…
    Da subito ha evidenziato qualità non comuni dal punto di vista fisico e della solidità mentale e nessuno ha pensato di piazzarlo in una accademia/allevamento, hanno fatto in modo che avesse la possibilità di formarsi pienamente in un ambiente che mettesse a dura prova anche la sua capacità di apprendimento scolastico, che potesse contribuire alla sua formazione umana, culturale, caratteriale, professionale e poi anche rugbistica.
    Hanno creato un leader, uno che servirà i colori dell’Inghilterra al massimo delle sue possibilità, per 10 anni. E nel frattempo ne avranno almeno un’altra trentina da tenere sott’occhio per i decenni a venire.
    Noi abbiamo le accademie, ma forse è l’unica struttura che possiamo permetterci, per una questione di storia, di mentalità, sociale…
    Non possiamo arrivare a quel sistema, ma credo che se dedicassimo più energia alla crescita interiore dei nostri ragazzi, probabilmente riusciremmo a creare giocatori in grado di competere anche quando il gioco si fa più strutturato, le competizioni più dure e difficili da affrontare, non solo atleticamente o muscolarmente (il nostro gap con le “altre” è sempre stato più lieve a livello giovanile), ma anche dal punto di vista mentale e caratteriale.

  15. ermy 6 Aprile 2016, 22:08

    Bravissimi!!!

  16. leone64 7 Aprile 2016, 08:13

    Se non rifanno un campionato u.20 non si va da nessuna parte. Vincere in Inghilterra e sempre una bella soddisfazione.

  17. francesco totti 7 Aprile 2016, 10:55

    secondo me invece ci vogliono 2 selezioni U.20 in PIANTA STABILE nell’ECCELLENZA..

    chiamatele pure come volete :

    Zebre U.20, Treviso o Dogi U.20
    oppure
    Accademia Nord U.20, Accademia Centro-Sud U.20
    oppure
    QUELLO CHE VI PARE…

    si darà cosi l’opportunità ai 60-70 ragazzi più forti e meritevoli di 19 e 20 anni d’italia nell’arco di 2 anni di misurarsi al livello semi-professionistico migliore che possimo offrirgli..
    più che un rischio secondo me è sarà un privilegio e una grossa chance di crescita oltre che una vetrina o per lo meno dovrebbe essere considerata tale idea!!!…
    in oltre aggiungo che ci vorrebbero dei campionati elite anche in U.16 e U.18 o comunque bisognerebbe studiare delle formule migliori di quelle esistenti che aumentino la competitività e il livello.. se il problema è quello dei costi..
    la FIR DEVE FARSENE CARICO
    ad esempio istituendo dei rimborsi con tetto massimo per le trasferte superiori a TOT. km

    • francesco totti 7 Aprile 2016, 11:00

      AGGIUNGO CHE…
      SONO STRASICURO CHE TALI SELEZIONI MAGARI NON AUMENTERANNO NECESSARIAMENTE LA COMPETITIVITA’ DELL’ECCELLENZA MA DI CERTO NE ALZERANNO IL TASSO TECNICO

    • Hullalla 7 Aprile 2016, 11:51

      Ma se l’Accademia non ha ancora mai vinto il campionato di Serie A, come puoi pensare di mettere DUE Accademie “di diritto” in Eccellenza?
      Avrebbe piu’ senso dare degli incentivi alle squadre di Eccellenza per far giocare gli U20….

      • francesco totti 7 Aprile 2016, 12:29

        non è necessario che vincano nulla le accademie..
        se si associano le accademie alle SQUADRE di PRO12 i giocatori che giocano meno nelle franchige quando non gioca la nazionale potrebbero giocare in eccellenza..
        ma in ogni caso..
        credo che l’obbiettivo debba essere diverso da quello che vuole le accademie vincenti sul campo..e comunque non è facile vincere un campionato di serie A

        • francesco totti 7 Aprile 2016, 12:32

          ancora di più se ogni anno c’è un riciclo di giocatori

      • San Isidro 7 Aprile 2016, 14:22

        ragazzi, l’Accademia non potrà mai vincere il campionato di Serie A perchè da regolamento non può partecipare ai play-off…

  18. TESTAOVALE 7 Aprile 2016, 13:59

    risultati inutili (ahimè sventolati , capisco dalle mamme ma da altri no)e per certi versi dannosi contro nazionali di ragazzini , ripeto a cui frega un caxxxo del risultato , servono solo a societa’ e altri ,per interessi …….. svegliaaaaa

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