Dalla scuola senza sport all’alto livello sempre più esigente: il lavoro delle Accademie

Abbiamo intervistato Matteo Mazzantini, ex numero 9 azzurro e Responsabile Tecnico della Zonale di Torino

COMMENTI DEI LETTORI
  1. mamo 6 Aprile 2016, 09:00

    Solo per dire che era proprio un bel m.m. con la sfiga di avere davanti un bellissimo m.m.

  2. tony 6 Aprile 2016, 09:05

    Una cosa vorrei aggiungere a quanto affermato da Matteo in relazione alle qualità motorie , assistendo ad allenamenti per curiosità rugbistica di società di eccellenza,giovanili, pro12 italia,pro 12 società estere…. la maggior differenza che ho notato oltre alle abilità, è la ricerca di eseguire i vari gesti con la maggior rapidità possibile prima a livello mentale e poi a livello atletico che vale per attaccare, dare sostegno, punti d’incontro e difendere …ecco direi che queste abilità non sono sufficientemente allenate anche nell’alto livello in Italia.

    • federico66 6 Aprile 2016, 09:18

      condivido Tony. quello che tu chiami livello mentale è la visualizzazione e ci sono metodi specifici per allenarla, dagli under6 ai professionisti…

  3. federico66 6 Aprile 2016, 09:15

    ….belle parole e sentite, vissute profondamente.
    diversificare l’offerta “accademie” a seconda delle realtà la trovo intelligente, io sono convinto che un “tutor” Federale faccia crescere non solo i potenziali accademici di una squadra ma tutta la squadra; certo ci devono credere le società e strutturarsi per perseguire questo alto scopo.
    …è indubbio che il rapporto con lo sport in Italia è fatto all’italiana (vedi scuole ecc..) ma qualcosa si muove, anche all’accademia Parma si cominciano a vedere integrazioni con nuovi metodi per migliorare ed allenare le coordinazioni Visuo-spazio-tempo-motorie; in alcune società questo stesso metodo viene introdotto anche per i più piccoli (la bellezza del metodo è che si adatta a tutti i livelli di apprendimento e difficoltà, dal bimbo al professionista) e io personalmente sto cercando di farlo introdurre anche nelle scuole.
    …certo le difficoltà e diffidenze (o poca attenzione) non mancano, ma le possibilità ci sono

  4. gatsu78 6 Aprile 2016, 09:20

    Ecco finalmente qualcuno capisce che il problema non è fare l.under 6 o 5 o 4 perché se comincio prima allora divento più bravo, non è pensare di mettere i calci in under10 così abbiamo un calciatore in nazionale, non è far fare 4 allenamenti alle settimana ai bambini così imparano prima, il problema è avere gente con esperienze motrie varie e complete che spaziano anche in altri sport perché a 16 anni è dura dover anche insegnare a correre ad un ragazzo..il problema e il sistema sport in italia! Ma daltronde se in primaria abbiamo la maestra in gonna che va in palestra e noi scienziati motorie in un angolo a far ragnatele, di cosa discutiamo..tristezza

    • Eva P. 6 Aprile 2016, 11:27

      Sono d’accordo (a parte lo scivolone sulle “maestre in gonna” contrapposte agli “scienziati motori” 🙂 ).
      A scuola di mio figlio (minirugbysta U10 in una società periferica romana) fanno 1 ora di ed. motoria alla settimana.
      Una. Ora. Alla. Settimana.
      La sua maestra di motoria non ha la gonna, anzi è sempre in tuta (!), è giovane, sportivissima e oltretutto giocatrice in prima persona (di calcio, in una squadra femminile, ma forse non conta, vero? 😉 ), ma purtroppo a scuola non ha nemmeno la palestra dove fargli fare qualcos’altro che un po’ di atletica risicata.
      Trovo che la questione della mancanza di sport a scuola sia non solo miope relativamente al pieno sviluppo psicofisico dei bambini e deleteria nell’ottica di formare i futuri atleti che dovrebbero rappresentare poi il paese a vari livelli, ma anche e soprattutto gravissima dal punto di vista dell’uguaglianza sociale, e io lo trovo inaccettabile.
      Noi, come famiglia, ci possiamo permettere di spendere più di 500 euro l’anno per far frequentare a nostro figlio gli allenamenti, e di accompagnarlo (o pagare qualcuno per farlo) al campo tre volte la settimana, ma chi non può permetterselo?
      Non è giusto. Semplicemente, non è giusto.
      Ma sanare le ingiustizie non è certamente una delle priorità di chi ci governa (ha governato – governerà)… figuriamoci poi questa piccola e insignificante cosa che riguarda i bambini!

      • pignatta 6 Aprile 2016, 11:41

        il problema è che si parla tanto di meritocrazia, ma se non si hanno tutti le stesse possibilità di che meritocrazia si tratta? piuttosto di censocrazia: se hai i soldi meriti, se no no. l’obiettivo non dovrebbe essere spingere i migliori, ma consentire a tutti di provare ad esserlo. solo così può essere un vantaggio per tutto il sistema, invece che per una ristretta minoranza. secondo me.

      • Giovanni 6 Aprile 2016, 12:16

        “ci possiamo permettere di spendere più di 500 euro l’anno”, ecco come la scuola e la politica intendono lo sport in Italia: completamente demandato all’iniziativa personale familiare. Chi ha soldi può permetterselo, gli altri rimangono esclusi.

      • gatsu78 6 Aprile 2016, 17:53

        La maesrra in gonna è riferito ai poveri maestri che zero voglia hanno di andare in palestra, non hanno competenze e non vedono l’ora di avere esperti al loro posto (mai sentito l.adagio vi comportate male quindi niente palestra? ) le eccezioni ci sono sempre, e gli scienziati motori sono anche donne.., ma sono eccezioni, nessuno ha davvero intenzione di risolvere il problema…ah io sono stato allenatore di una squadra femminile di rugby il commento non era riferito al sesso, non tiriamo fuori polemiche dove non ci sono..

  5. cassina 6 Aprile 2016, 09:36

    Bellissima intervista, complimenti alla redazione.

    Ammiro le persone pragmatiche con un alto senso della misura nel fare e dire le cose.

  6. mezeena10 6 Aprile 2016, 09:56

    tutto vero, tutto giusto..
    io però copierei di sana pianta il sistema sportivo scolastico francese: sport gratis per tutti con possibilità di provare tutti gli sport fino ai 12-14 anni e solo dopo, in base alle peculiarità di ciascun individuo, venire selezionati per un determinato sport..
    concordo sulla via italiana, come detto e ribadito a più riprese!

    • mamo 6 Aprile 2016, 10:37

      Grazie al c…zo @Mez, magari !
      Purtroppo non credo sia la priorità di questo (né dei precedenti e temo nemmeno dei futuri) governi.
      Mi sembra che nessuno si renda veramente conto di quanto lo sport fatto seriamente nelle scuole o agevolato nei Club, possa abbattere i costi sociali delle devianze giovanili.
      Almeno credo sia così.

      • Giovanni 6 Aprile 2016, 12:20

        Anzi, si va nella direzione opposta: smantellamento della scuola pubblica in favore di quella privata. Le “devianze” giovanili son funzionali all’allontanamento dei giovani dall’impegno politico e sociale e favoriscono la vendita di droghe, la forma più redditizia di introito per i mercati internazionali.

    • davo 6 Aprile 2016, 11:08

      d’altronde nei paesi anglosassoni (beh alcuni almeno) e’ cosi’. Ma non solo nella scuola, e’ anche un attitudine extra-scolastica. Ricordo a Brisbane dove alcuni ragazzi si allenavano il lunedi’ e mercoledi’ con un club di league, il martedi’ e giovedi’ con lo union. D’altronde lo han fatto fino a poco prima di giocare pro anche i fratelli Faainga.
      Lo stesso Thorpe, prima di continuare con il nuoto ha giocato altri sport.
      sarebbe bello in Italia poter fare una cosa del genere. Ma manca la cultura di base.

    • boh 6 Aprile 2016, 11:32

      mez, io sulla via italiana, non concordo. Per il semplice fatto che la sento ripetere da ormai 30 anni, senza che si sia ottenuto un emerito risultato. Perché, la via italiana al rugby caro mez, non è altro che quella che stiamo percorrendo. Per migliorare, dobbiamo acquisire le esperienze e la mentalità degli altri altrimenti nisba. Poi, via italiana de che, se andiamo a prendere un intero staff tecnico di stranieri…..per insegnarci forse la via italiana? Dovremmo forse un po tutti coordinare le idee e le conseguenti proposte, altrimenti ci intortiamo da soli.

      • mamo 6 Aprile 2016, 12:24

        Il tuo ragionamento sui Tecnici Stranieri e la Via Italiana non è sbagliato, per niente; forse, però, non hai tenuto in considerazione il fatto che i Tecnici Italiani, come alternativa a quelli Stranieri, si porterebbero in Nazionale anni e anni di amicizie/inimicizie maturate durante la loro carriera in pro12 o altro.
        Temo che, oggi come oggi, sarebbe un disastro: mai come in questi ultimi anni i Club sono divisi se non nemici.
        Forse è meglio, o meno peggio, che uno come O’Shea – sempre ne abbia i poteri – porti la sua esperienza e, se ci riesce, con l’indipendenza che gli dovrebbe esser lasciata, tenti di seminare Grano buono e non Gramigna.

        • boh 6 Aprile 2016, 14:55

          mamo, sono d’accordo con te. Pensa, che il tuo ragionamento, io lo facevo a suo tempo con la venuta di Villepreux, e già allora, c’erano i nostri tecnici, che oltre che spararsi nella schiena fra di loro, non parlavano bene dell’allenatore straniero di turno. Il quale secondo loro non si adattava alla mentalità italiana, non che l’italiano si doveva adattare a lui (che ne sapeva di più).
          Comunque,nell’affermazione,: “dobbiamo trovare una nostra via del rugby, che necessariamente deve essere diversa da quelle delle altre nazioni” io ci leggo dei paletti, anzi una diga nei confronti del nuovo staff tecnico, come 30 anni fa. Soluzione?: un bel calcio in culo a chi afferma ciò
          A proposito di gramigna, per seminare grano e ottenerne i frutti il terreno deve essere libero dalla gramigna. Non c’è bisogno di seminarne dell’altra. Gia ne basta e avanza.

          • mamo 6 Aprile 2016, 15:04

            .. il fatto è che non si riesce proprio a trovare un diserbante efficace .. 😉

  7. chicodelrodeo 6 Aprile 2016, 10:14

    c’è un elemento che mi ha sconvolto nella lettura di questo pezzo.
    Mazzantini SOLO 9 caps.

    • mamo 6 Aprile 2016, 10:32

      Vabbè, @chico, davanti aveva quel popò di mm di Troncon !

  8. Giovanni 6 Aprile 2016, 12:28

    Intervista molto interessante, alcuni momenti di estrema sincerità (“ognuno si crede il migliore. Capita anche a me” e “Sono cresciuto con l’idea, retaggio di famiglia, che il Seven non servisse, ma poi mi sono convinto che è propedeutico soprattutto per i trequarti del 15”), altri passaggi meno condivisibili (come si fa a non essere critici dopo 67 punti presi in Galles? E la Francescato in Eccellenza sarebbe un errore). Sarebbe ancor più interessante se qualche genitore di accademico (anche ex-accademico) riportasse qui la propria esperienza diretta, di modo da aver un confronto, sia pure limitato, tra il punto di vista di un istruttore federale ed il vissuto di chi c’è o c’era.

  9. Mr Ian 6 Aprile 2016, 13:05

    finalmente si legge una bella intervista. Penso che dal basso delle federazione stanno emergendo figure tecniche molto interessanti sia a livello tecnico che a livello umano. mi auguro che negli anni questi cambiamenti possano portare solamente una ventata di aria fresca e nuova in federazione e raggiungere i risultati tanto sospirati

    • Giovanni 6 Aprile 2016, 13:13

      Illuso! Contano sempre e solo “i mandarini”…e si che dovresti intendertene di agrumi. Al massimo qualcuno entrerà a far parte della categoria…

      • Mr Ian 6 Aprile 2016, 14:00

        Leggo dai commenti molte critiche a diversi addetti ai lavori, alle volte mi chiedo se la cosa non sia anche spinta da un po’ di naturale invidia per voler essere al loro posto in federazione…premesso che lavorare per la federazione è cosa molto difficile se non è appartenuti ad un certo “ambiente”, ritengo che sia molto importante anche chi svolge il lavoro di formatore all interno di un club, grande o piccolo che sia, perché se oggi le nostre Under stanno ottenendo buoni risultati, anche se non mi entusiasmerei troppo, una parte delle lodi va fatte anche i club, non solo alle accademie. Può significare che magari nel corso degli anni si sono affinate le tecniche di reclutamento e prima formazione, tale da offrire alle strutture federali materiale meno grezzo e quindi maggior tempo per lavorare su altri aspetti come magari affinare la comprensione del gioco.

        • Giovanni 6 Aprile 2016, 14:30

          Non son mai stato tesserato nè mai lo sarò. Ciò precisato, quando parlo di “mandarini” non mi riferisco certo a chi da due anni svolge l’incarico, ma agli “insostituibili” che occupano poltrone da lustri o agli ex-portaborracce che allenano. Se le under17-18 son competitive ed a 20 si prendono imbarcate con rimorchio al 6N di categoria, qualche tonnellata di domande, chi di dovere, dovrebbe porsela.

          • Mr Ian 6 Aprile 2016, 14:37

            Su questo è innegabile e sono d accordissimo con te! Purtroppo lo sai, l Italia è un paese dove non ci si è mai posti troppe domande perché si ha paura delle risposte, che già si sanno ma facciamo finta di essere ignari

          • boh 6 Aprile 2016, 14:57

            Mr Ian, E’ forse, la famosa via italiana al rugby?

  10. Andrea da Treviso 6 Aprile 2016, 13:26

    Mazzantini grande giocatore! ma a mio parere non sta facendo un buon lavoro perchè l’accademia di torino dopo quella di rovigo e la peggiore a livello di risultati e poi l’accademia di Torino che pesca anche dalla liguria e’ la responsabile di aver scartato Paolo Pescetto M. di apertura del Narbonne e neo convocato in nazionale emergenti e tutto questo non grazie al sistema accademie,chissa quanti giocatori come Pescetto abbiamo perso che invece di migrare all’estero come a fatto lui sono rimasti in un piccolo club(con tutto rispetto per i piccoli club) e si sono persi oppure ancora peggio (“rugbisticamente”parlando) usciti dalle giovanili hanno privilegiato altro(altrettanto importante!) smettendo di giocare!.
    Io credo senza mancare di rispetto che Mazantini sia uno di quelli da tagliare!

    • Giovanni 6 Aprile 2016, 14:32

      Se non si applica il sacro talmud del progetto statura si vien tagliati. Guai a coloro che non son di stretta osservanza, vedasi Cuttitta.

      • Andrea da Treviso 6 Aprile 2016, 14:37

        cosa centra Cuttitta? è Ascione l’inventore del progetto statura!

        • Giovanni 6 Aprile 2016, 14:52

          Appunto: secondo te perchè rimane fuori da certi giri…? 😉

          • Andrea da Treviso 6 Aprile 2016, 14:55

            Ah ok!in quel senso!

        • horikazu 6 Aprile 2016, 19:11

          ma sei così sicuro che sto progetto statura esista? io ne ho letto solo qui, sul sito della FIR o sui vari social non ho trovato nulla, anche andando indietro nel tempo!

    • paolodirecco 6 Aprile 2016, 17:32

      Solo per precisare che quando Paolo Pescetto è stato scartato l’accademia di Torino neanche esisteva. Fu fatto tutto a Parma.

    • uassamilao 6 Aprile 2016, 18:16

      Per correttezza Pescetto è un 95 l’accademia di Torino e l’attività di Mazzantini è iniziata 3 anni fa con i 96 e i 97 quindi l’esclusione è da Parma l’anno precedente. Ma al di là di questo non si può giudicare il lavoro di una persona in maniera superficiale .

    • bolina 6 Aprile 2016, 19:08

      dare colpa a Mazzantini (che è a Torino da 2 anni) di aver scartato Pescetto che ha 21 anni, mi sembra un po’ una c…ata!
      Per quel che riguarda i risultati (che non conosco) forse bisogna valutare anche il materiale umano a disposizione… Nessun prestigiatore tira fuori il coniglio dal cappello, se dentro al cappello il coniglio non c’è.

    • faduc 6 Aprile 2016, 19:22

      …qualche prodotto Veneto delle giovanili di pari età e maggior qualità (presunta) di Pescetto?

  11. faduc 6 Aprile 2016, 19:20

    In buona sostanza: il problema è alla base – scuola – e al vertice – professionismo che faccia impegnare i giovani e dia la possibilità di vivere di rugby. Condivisibile…e già detto.

  12. balin 6 Aprile 2016, 19:20

    Mi fa piacere leggere che sono otto gli u17 che da Piemonte e Liguria (giusto?) sono selezionati per il torneo in Galles, se ben ricordo prima dalle nostre parti non arrivava tutta questa gente

    Dove Mazzantini cita le difficoltà che incontrano i ragazzi con esperienze di calcio o di basket, mi è venuto in mente il calcio gaelico dove calci e passaggi alla mano convivono e mi sa che anche OShea arriva da lì (almeno il su’ babbo era un giocatore di questo sport)

    • enricalvisano 6 Aprile 2016, 19:52

      Vero, il padre di Oshea è stato un giocatore di calcio gaelico. Ho fatto una esperienza qualche anno fa alla UCD (University College Dublin) e mi hanno insegnato sia il gaelic football che l’hurling. Quest’ultimo l’ho odiato, ma il primo mi è piaciuto tantissimo perché è davvero uno degli sport più completi che abbia mai provato. Altro che nuoto 😀

  13. Giovanni 6 Aprile 2016, 19:20

    Signori, il punto non è se Pescetto sia stato scartato a Parma, Torino o Cannicattì. La domanda è: se domani bussasse alla porta dell’Accademia di Torino un ragazzo dal potenziale interessante, ma che non raggiunge il 1.80 di altezza per tot.chili, il signor Mazzantini lo prenderebbe lo stesso o rispetterebbe i sacri ed inviolabili vincoli del progetto statura, col rischio che venga scoperto e spedito per punizione ad allenare i ragazzini del Roccacannuccia? Lo sapevate che se Odiete è arrivato in nazionale lo dobbiamo ad un tizio che gli falsificò la statura, aggiungendogli il centimetro necessario a farlo rientrare nei sacri parametri…?!

    • faduc 6 Aprile 2016, 19:24

      Panunzi, 1,78 per 83 kg…

      • Giovanni 6 Aprile 2016, 19:26

        Allora hanno applicato un’eccezione: e sulla base di quali criteri? Tizio si, Caio no, Sempronio forse…?

    • balin 6 Aprile 2016, 20:11

      secondo me a 16 o 17 anni sopra l’1,80 non sono poi così tanti, quindi la domanda andrebbe posta al livello successivo

  14. Reggi 6 Aprile 2016, 19:47

    In Accademia, specie a Torino, i ragazzi sono preparati molto bene. Il problema è che usciti da lì non sono considerati più da nessuno. Nel Recco 1° in classifica nel poule promozione sabato c’erano in campo 4 del 1997 ed uno del 1998 tutti usciti dall’Accademia. In tutto il campionato fosse venuto qualcuno a vederli, come succede in tutti gli altri sport. i nostri federali per cosa sono stipendiati?

  15. Hullalla 7 Aprile 2016, 07:14

    “dopo pochi anni”
    Per un percorso nelle zonali che e’ di un paio di anni, quanti anni servono per dare un primo giudizio???

  16. Hullalla 7 Aprile 2016, 13:51

    “Talvolta colpisce che i ragazzi tornano al club dove non hanno grandi prestazioni, ma vanno messi sotto pressione per avere risultati importanti in futuro. E’ dannoso continuare a pretendere di avere risultati nell’immediato.”

    Posso scuotere la testa?

    Se chi viene “eletto” a frequentare le accademie perde le motivazioni per giocare al proprio meglio nel suo “vecchio” club nonostante la possibilita’ di allenarsi ogni giorno in modo intensivo c’e’ qualcosa che non va. Altroche’.

    Se questi ragazzi messi sotto pressione nelle partite di campionato non forniscono prestazioni all’altezza di chi in Accademia non ci e’ andato, siamo messi male. Male male.

  17. Danthegun 7 Aprile 2016, 14:18

    Alcune cose che vorrei sottolineare:

    _ il lavoro delle accademie ha prodotto le U17 e U18 che stanno vincendo nei tornei internazionali. Direi che il progetto è più che valido se questi sono i risultati. Forse va migliorato creando un collegamento con il mondo reale del rugby per un trasferimento di questo potenziale direttamente nei club. Mi ricordo l’intervista sulla formazione francese dove i giovani giocano con gli stessi schemi della squadra pro così il passaggio è più immediato. Questo è un esempio.

    _ manca un collegamento tra U18 e campionato senior e secondo me si chiama campionato U20. Non tutti i giocatori possono esordire a 18 anni in eccellenza, un campionato intermedio servirebbe a non interrompere la crescita.

    _ sembra che non siano pochi i giocatori che usciti dalle accademie (e finite le superiori) abbandonino per mancanza di prospettive. Questo per il nostro rugby è gravissimo. I soldi spesi in formazione non possono essere buttati al vento. Spero che una soluzione per dare continuità ai nostri migliori giovani giocatori si possa trovare in Italia. Fino a che non è possibile farlo sarebbe opportuno che la federazione incentivasse i giovani giocatori a provare la via dell’estero facendosi sponsor per i migliori giocatori. Abbiamo avuto l’esempio del giocatore scartato da una accademia che si è proposto per una squadra francese e lo hanno preso e ora potrebbe giocare con la emergenti.

    _ il seven è formativo per i 3/4 del 15. Musica per le mie orecchie!!! Ribadisco: abbiamo la “fortuna” di non avere un campionato seven e possiamo sfruttare questo circuito per far fare esperienza ai nostri 3/4 e per aumentare il numero di giocatori legati alla nazionale anche in prospettiva. Senza coinvolgere i titolari della nazionale, ma per esempio i 3/4 che verranno convocati nella emergenti (dal 9 al 15, titolari + riserve) si potrebbe creare un gruppo da far giocare anche a seven durante l’anno. A cascata poi si dovrebbe pensare di fare la stessa cosa a tutte le fasce di età.

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