La giovane apertura italiana ha da poco esordito in ProD2 con la prima squadra. Perché a volte quando si chiude una porta…
Dal no dell’Accademia al sì di Narbonne: intervista a Paolo Pescetto
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..non lo conosco, non me ne ha parlato bene nessuno; ma lo fa benissimo da solo!!!
Bravo, continua per la tua strada con la tua testa e le tue scelte 😀
Eccone un altro… Uno “scarto” del collaudatissimo sistema-Accademie italiano che sta imparando a giocare a rugby altrove… Per le nostre strutture aveva qualcosa che non andava, per i francesi ora può esordire nel ProD2 (che vale esattamente la parte bassa del pro12, ovvero quella che compete alle nostre franchigie). A 20 anni…
21, è nato a gennaio 1995
Più che altro è da notare che in fir nessuno lo segue, manco sanno che esiste
dimostrazione concreta che se vuoi gli spazi ci sono, e se non sono vicino a casa te li vai a cercare… gran bel carattere, in bocca al lupo…
Totalmente daccordo.
Ti ho scritto
“Io continuo a non considerare queste cattive notizie.
Primo perchè significa che ci sono francesi ( e inglesi) che ci guardano con interesse e quindi qualcosa di buono da guardare lo trovano.
Secondo perchè in ns. movimento pro/semipro/ non è in grado di garantire lo stipendio a tutti.”
Questo commento non è mio ma del grande AdG scritto a proposito di tal Piermaria Leso in data 15/6/2015 ore 13.48
dal Vangelo di AdG 11, 28-30. Parola del Signore.
amen
Ipotizziamo che avessero scelto Pescetto e Azzolini fosse negli espoirs del Tolone….. cosa avreste scritto?
E qualcuno si ricorda le cazzate su Ferrari quando mollò la Francia? La cosa buffa è che oggi alcuni che allora scrivevano che era un montato e “paraculato Fir” adesso lo vogliono in Nazionale.
“…Per una volta difendo la dignità delle società che erano prese in giro da un ragazzino di 20 anni viziato e mal consigliato.Lui in questo momento non vale proprio niente comincerà a valere quando l’umiltà entrerà in lui….”
Questo scrisse un tal Papavero in data 27/10/2014 ore 14.42
Ferrari con il Tolone probabilmente non si è comportato bene e probabilmente è stato mal consigliato (o forse no non lo sapremo mai) e ha dovuto scontare un anno di rugby giocato per la sua scelta.
Detto questo una seconda possibilità non la si nega a nessuno, e Ferrari a Treviso sta dimostrando di avere delle buone qualità tecniche e caratteriali, forse un po’ di umiltè gli è entrata detto (chiedi al Presidente per sapere da dove)
Ti confermo quello che ho scritto in quella data.
Ho conosciuto questo ragazzo è molto umile tenace e coraggioso e buon studente. E non gioca alla playstation.
Sentiremo parlare di lui, bisogna vedere se lui poi vorrà sentire parlare del nostro movimento.
scusa Max, ma che cosa ci azzecca il Tolone?
“Ipotizziamo”……..
È stato scelto Azzolini. Vedremo il proseguo delle carriere.
Ipotizziamo che si parli quando si sa cosa si dice. Azzolini è entrato in Francescato a Tirrenia, a 17 anni, e non ha fatto l’accademia che al tempo era a Parma.
Mal
Ho fatto il primo nome che mi è venuto in mente e che ho visto dal vivo.
Perdonami se puoi l’errore. Metti tu un qualsiasi nome dal 94 al 97
Per via che il ragazzo si è già beccato più volte del raccomandato quando se c’è uno che si potrebbe lamentare è proprio lui. Ultimamente ho perso di vista Luca Gorietti, sta giocando?
gorietti gioca in asr milano serie a, principalmente estremo.
Quest’anno ASR non l’ho vista e ne ho solo sentito parlare (male, poi benino) Apertura gioca Fedeli?
Gli manca solo un anno per essere eletto dai francesi, giusto? A questo punto vorrei sapere a quale convocazione eventuale risponderebbe…..Il punto non è che gli spazi non ci sono o te li vai a cercare, il problema è che abbiamo i talenti sotto il naso e non ce ne accorgiamo, e loro scappano, tipo “fuga dei cervelli”…..
Non esageriamo, ha fatto una partita in ProD2! Non vedo che interesse abbiano i francesi a equipararlo
Socceria guarda che l’Italia è da sempre un paese di emigranti !
Nel 1939 Fermi se ne andò negli USA principalmente perché là trovava cose introvabili da noi e che gli servivano per la sua scienza!
(Poco contribuì il fatto che da noi ci fosse il fascismo).
Armstrong in confidenza mi disse che non si era capacitato di non trovare nessun italiano sulla luna 😉
un conto approssimativo ma attendibile dice che gli italiani emigrati dall’unita’ d’italia ad oggi sono circa 30 milioni..ce ne scordiamo perche’ dagli anni 50 ad oggi non si emigra piu’ per fame
Vero, speriamo non ritorni però!
certo che speriamo di no..era riferito a chi si lamenta per 4 disperati che sfidano la morte per venire qua su un barcone..siamo un paese senza memoria
Ultime 3 risposte: parole sante!
Se si considera poi che il ragazzo è “solo” 20enne …
Gli auguro di continuare con questa determinazione e di non cedere ad eventuali lusinghe FIR. Lo brucerebbero subito.
Ascione … prendi e porta a casa anche questo calcio sui denti!
… progetto “misure”.
Torniamo ai numeri dispari al più presto. Si comincerebbe dalla 1^ elementare anzichè dall’asilo, che non ha molto senso.
La 18 sarebbe una 19 con gli innesti dei fuori quota 20/21enni.
L’alternativa alle categorie “dispari” sarebbe un campionato U20, strutturato a similitudine del campionato U18.
Se si continua così l’Italia continuerà a perdere potenziali talenti, esclusi dal circolo sciocco e ottuso delle accademie, come successo a Paolo Pescetto.
Peocio, guarda che ad Ascione non gliene frega proprio nulla… anzi più il movimento rimane di basso livello più LUI ci campa. E’ nel momento che si alza la qualità, che LUI non serve.
🙂
Non solo Ascione ….
“Forse il sistema di formazione delle Accademie preclude troppo presto la possibilità ai giovani giocatori. Nel senso: se ne resti escluso poi è dura avere la possibilità di misurarsi a livelli più alti mentre tutti dovrebbero poter crescere.”
Sergio, non è solo il sistema accademie che preclude la crescita. E’ tutto il sistema italiano che non da possibilità.
Io credo che le accademie non precludano la crescita, ma la indirizzino solamente a certi tipi di giocatori (concetto che non condivido a pieno)
Permette a determinati giocatori che non potrebbero emergere a causa della pochezza del club in cui giocano di farlo.
C’è anche il rovescio della medaglia: i ragazzi fuori dal circuito delle accademie vengono praticamente ignorati anche se fanno bene nelle loro squadre e anche quando queste sono competitive e dunque loro qualcosina lo imparano e si fanno vedere.
Poi succede, come nel caso di Canna, che l’accademia la rifiutò, che il giocatore, nel frattempo formatosi bene e altrove, abbia lo stesso le sue chance di alto livello da giocarsi e tutti gridino al miracolo. Ma è un caso raro: ben di più sono i ragazzi, pur con delle qualità, che non vengono e non verranno mai presi in considerazione perchè fuori dai “recinti”. E questo, in un paese che già ovalmente ha giganteschi problemi di numeri, è una delle tante cose degne delle auto-bottigliate sulle palle di Tafazzi.
Al contempo, non credo sia difficile rendersi conto come il percorso nazionale U20-nazionale maggiore numericamente sia infinitesimale. Quindi, se il senso della Francescato e del sistema accademico in generale doveva essere quello di tirare su giocatori validi per le nazionali giovanili e, di conseguenza, in chiave nazionale maggiore, e a cascata buoni per il pro12, decisamente non sta funzionando direi.
Quindi, in pratica, il sistema contemporaneamente non funziona da un lato e neppure dall’altro: l’accademia non forma giocatori di livello come si pensava/voleva ma, al contempo, non si cerca di allargare il bacino andando a vedere i ragazzi validi in giro per i campi. E poi succede che Pescetto (complimenti per l’intervista), mai considerato minimamente neanche per una maglia azzurrina sbiadita, cresca in Francia, migliori e si cerchi il suo spazio lì. Domanda: ora che, con questa intervista, “qualcuno” sarà venuto a conoscenza della sua esistenza, se lo andrà a vedere?
Chiedo a chi ne sa più di me: tra i convocati per l’ultimo 6N, chi è figlio della Francescato? A me al volo viene in mente solo Odiete, che peraltro la sua possibilità di livello ce l’ha avuta dopo la “retrocessione” in Eccellenza e non mentre era stato lanciato dall’accademia al Pro12. Penso ce ne siano forse un altro paio, ma non ricordo.
Per quanto riguarda la “pochezza” eventuale dei club dei ragazzi, mi ricordo che, quando esisteva, i giovanissimi di buone speranze cambiavano squadra per andare a gocare il campionato U20 nazionale altrove, entrando così da molto giovani in società italiane importanti, rinforzandone i vivai e giocandosi la loro chance di crescita. Senza finire dentro ad una fragile campana di vetro.
d’accordissimo…
Il disegno Francescato -3 accademie – CF presso i club era pre Celtic, con tanto di campionato u20 vivo e vegeto. Per me era assurdo, ma un senso e una logica, per quanto perverse, ce l’aveva. Tutto il resto, quel che è venuto dopo con la moltiplicazione delle accademie e la “nazionalizzazione” dei CF, l’unico senso che ha è moltiplicare i beneficiari di una spesa senza controllo e senza sostenibilità. E’ il famoso rinnovamento nella continuità: continuare la cazzata non avendo un briciolo di idea (e di interesse) su cosa fare di diverso, e rinnovare la platea dei clienti.
Comunque è triste osservare che un ragazzo che esordisce ad appena 21 anni, magari per pochi minuti, in una squadra di centro classifica del PRO D2, non sia mai stato preso in considerazione nelle nostre nazionali giovanili. Ma noi, due anni orsono chi avevamo a mediano di apertura nelle nostre under, il fratello minore di Dan Carter ?
non lo conosco, ma la storia è bella. il post più corretto mi sembra palesemente quello che dice che Boh: Ascione c’ha il posto assicurato fino a quando il livello lo tiene basso sia per quel che riguarda gli atleti (che preferisco chiamare ragazzi) sia per quel che riguarda lo staff tecnico e atletico/psicologico di supporto alle accademie. E’ questo il vero ed unico punto. E’ evidente e sotto gli occhi di tutti come le under 18 e under 16 nostrane possono reggere a volte il confronto con le altre nazioni nostrane, ma poi fatto il salto ad under 20 non reggiamo il confronto. La dispersione con la fracassata di accademie poco supportabili è imbarazzante. Soluzione? dico la mia ad minchiam.. formazione di tecnici e staff continua centralizzata dalla FIR/IRB, stage mensili zonali, piani di training individuali benchmarcati e fino a under 18 in primis scuola poi rugby.. passata l’under 18 6 centri zonali legati a club e università/scuola alta formazione (perchè fioi de dosento e passa che i fa’ accademia va ben se i vien fora 30 che campa col rugby por diese-quindese anni… al dopo e a quei che a 20 anni non entrano nel giro pensa nisuni ). Comunque forza a Pescetto e a tutti quelli che testardi e caparbi coltivano le passioni con determinazione!
Nomen omen.
Lo ha fregato il cognome.
Non è solo questione di progetto statura.
Oltre a questa regola, se invece di Pescetto, si fosse chiamato Pescione, faceva rima col gran capo.
Così Piscione lo prendeva in accademia.
Se così fosse Rocco dovrebbe giocare titolare in nazionale da almeno 10 anni… 🙂
Ci sarebbe il problema dei fratelli,poi!
Ho come l’impressione che non stiate parlando dello stesso Rocco. Forse e’ meglio non cercarlo su Google.
un bravo a Pescetto che si è messo in gioco prima in saf e poi in francia,ce ne fossero di giovini come lui.
gli auguro di raggiungere tutto il successo che si merita,e se un giorno dovesse dimostrare di valere il livello cerchiamo di non farcelo sfuggire un’altra volta
bell intervista, aldilà dell atleta c’è un ragazzo molto intelligente e voglioso di maturare come uomo in primis e come atleta. Gli auguro il meglio.
Per il discorso accademie nulla di nuovo sotto il sole….oltre all alto livello accademico, non esiste un organo che osservi o curi tutti quei possibili talenti che per un soffio, o pochi cm, non sono entrati nel percorso federale, come se potessimo permetterci di lasciare giocatori per strada, ma solite storie che ormai vengono a noia solo a parlarne
questi Francesi sono talmente bravi !!
noi sono 10 che siamo senza apertura
Loro ne sono 15
Si, ma ci fanno sempre un paiolo tanto…quanto…
la francia senza aperture e quando mai?????
Eccone un altro che ha “inviato il curriculum”. 🙂
Ripeto quello che è il mio pensiero da sempre.
L’importante è che gli Emigrati trovino un loro sereno equilibrio, superando il livore che, a volte, li ha spinti a lasciare l’Italia.
Se poi riescono a riscattarsi, perché oggettivamente migliori di quelli che qui gli son stati preferiti, beh, a quel punto sarò felice insieme a loro.
Non conosco Pescetto ma se fosse un 10 piccolino, furbetto, carognina e generoso 8così come lo immagino dall’intervista) .. beh, gli vorrei un gran bene.
Tutto questo livore dall’intervista non emerge…
Comunque, il punto è che sempre più ragazzi in età giovane scelgono i sistemi di formazione altrui a quelli nostri: chiedere a Brugnara e Pasquali. Un conto è se all’estero ci vanno quelli che hanno già 27-28 anni, magari a giocare in Federale1 o nel domestic gallese, altro è se i ragazzini hanno la concreta sensazione che il sistema li escluda a priori già a 16-17 anni: per uno che tira fuori gli attributi ed emigra (non è detto che tutte le famiglie ne abbiano la possibilità) ce ne sono altri che si scoraggiano e mollano anzitempo oppure rimangono in piccole realtà dove non possono ricevere adeguata formazione e supporto (pensiamo che loro già a livello espoirs hanno il mental-coach).
Per chi afferma che è un’amarezza veder partire giocatori dopo che si è investito milioni su 1.200 ragazzi ci sarebbe di che riflettere e parecchio.
Ciao Giovanni,
il “livore” non era riferito a Pescetto ma ai tanti giovani che, non entrati nel “circuito della accademie”- a loro modo di vedere, ingiustamente -, si spingono fuori dai confini per dimostrare d’esser stati vittime di qualcosa o di qualcuno.
Sia chiaro che io non li biasimo, anzi.
Mi permetto (da sempre) solo di augurare loro di trovare, con serenità, la strada giusta perché vivere una vita da incompresi equivale a vivere una vita di merda cosa che nessun rugbista si merita di vivere.
Tutto qui.
Se invece un giovane emigra, prescindendo dalle eventuali bocciature in Patria, trova tutto il mio sostegno e tanta ma tanta stima.
Infine sul fatto che Fuori sia meglio che da noi possiamo riflettere quanto vuoi ma questa è la realtà di oggi e temo, se le cose non cambiano in fretta, anche di domani.
Parlando per me, da emigrato, non ho nessun particolare livore verso l’Italia.
Semplicemente ho trovato migliori opportunita’ di crescita professionale in un altro paese e le ho colte. Poi ne ho trovate ancora migliori in un altro paese ancora e le ho colte… e se ne trovero’ di ancora migliori in un altro paese ancora le cogliero’.
Pero’ per tornare in Italia devo trovare migliori opportunita’ di quelle che ho trovato all’estero. Non torno “per riconoscenza” (di che?).
Immagino lo stesso possa valere anche per altri.
Benedetto il giorno in cui l’accademia disse no….
Che fine ha fatto Cipriani?
Esistono da qualche parte i tabellini della serie A?
sul sito fir
L’anno scorso c’era un giovane mediano di mischia nell’accademy dei Leicester Tigers.
Qualcuno sa che fine ha fatto?
Che succederebbe se WR dicesse “io continuo a darti i soldi per il sostegno allo sviluppo se e solo se rinunci a qualsiasi equiparazione per i prossimi 5 anni”…? 😉
lo direbbe agli italiani, ma anche ai francesi, agli scozzesi e a quanti altri “allevatori” di samoani, figiani, ecc
Non è un paese per giovani.
…e neanche più per mediamente anziani!
e neanche per 30enni e 40enni. per anziani. certo non per donne, minoranze e disabili. Insomma, un paese normale purtroppo.
Alla D’Alema… 🙂
Meglio Bersani. o Prodi. 🙂
e’ un paese per turisti ricchi…fra un po’ si torna a emigrare pe magna…
Ma quanto è alto il ragazzo e quali sono i limiti di questo progetto statura di cui si parla nell’articolo come possibile motivazione del taglio?
complimenti al ragazzo ma per noi che di giocatori buoni ne abbiamo pochi e non tutti col suo carattere molto spesso quando vedono che sono scavalcati da coetanei meno dotati ma piu’raccomandati mollano , infatti le NAZIONALI giovanili stanno facendo caga’.
molto spesso sono societa’ che contano e che hanno un buon tornaconto in immagine ed economico ad inserire i ragazzi nelle giovanili nazionali se UNRAGAZZO e’in una societa’ debole , qui ti segano alla faccia della NAZIONALE.
Se mollano per questi motivi forse allora non erano portati per lottare nemmeno sui campi…
ma io farei mollare chi invece di lavorare per la NAZIONALE lavora per se stessi.
ma a me ha stupito in positivo l’affiancamento a mental coach…a volte basta poco per perdersi o per dare il meglio. Molto professionale.
Complimenti innanzitutto alla famiglia per le opportunità che ha dato al ragazzo e poi a Paolo che le ha sapute cogliere ed andare avanti con le proprie gambe, ti auguro un grandissimo futuro!
Da questa intervista colgo due spunti:
_ in giro per il mondo ci sono molte occasioni per giocare a Rugby come ha fatto lui in Nuova Zelanda e Sud Africa;
_ ci sono squadre in Europa disposte ad investire su giovani giocatori italiani che abbiano qualità e voglia di crescere
Per questo anche io non vedo questa come una cattiva notizia ma come una grande notizia, fuori dai nostri confini ci sono molte opportunità e i nostri ragazzi dovrebbero essere spinti a provare ad andare a fare esperienza all’estero.
Come federazione io fare dei veri programmi di “erasmus” sportivi cercando di inviare ragazzi di varie età a fare esperienze all’estero.
La voglio vedere dal lato dei ragazzi. Una esperienza all’estero è sempre importante, ti cresce come individuo ed è utile per migliorare il curriculum.
Quindi ragazzi, andate!!!!
la notizia è che determinate esperienze all’estero le può fare chi ha un supporto economico e sociale dalla propria famiglia… il contratto espoirs ti darà anche un po’ di indipendenza ma le esperienze in SAF o in NZL non sono alla portata di tutti…
pagare un ottimo staff tecnico australe che venga qui ad insegnare costa molto meno che spedire X ragazzi all’estero o costituire 10-12 sedicenti accademie per lasciarle sguarnite sul piano qualitativo e quantitativo dal punto di vista tecnico…
magari potrebbero insegnare ai nostri allenatori…
Dài un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno.
Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita.
Proverbio Cinese
invece c’é chi preferisce:
fracasso, economicamente sarà meno oneroso, ma dal lato dell’ apprendimento 1000 volte meglio mandarli la. Portiamo qui il migliore staff del mondo, poi la lista dei ragazzi da far crescere e dare in mano a questi signori, chi la fa? i soliti? Siamo sicuri che il nostro sistema federale è disposto ad azzerarsi per introdurre nuovi meccanismi? Io dico di no. O meglio, tanti anni fa ero convinto che saremmo cambiati. Purtroppo ora non ci credo più.
la lista chi la fa? , e’ qui il punto i nostri ESPERTI non sono affidabili quando gira il money in ITALIA SUCCEDE DI TUTTO.
Basta separare formazione da selezione: gli staff tecnici fanno formazione in giro per i club, la selezione la fanno i campionati, i raduni, e lo staff della nazionale. Mica difficile. Il primo passo è non continuare a chiamare formazione la selezione.
35 minuti di applausi.
Esatto.
dai un pesce a un uomo e ti sei fottuto 30 euro
insegnali a pescare e quello ti fotte pure la canna
fatti i fatti tuoi e vivi sereno
(proverbio di Portici)
mauro con queste prospettive, tutte le sere ti devi fare una visita oculistica.
Portici Bellavista…? 🙂
no, Portici da Franco 😉
Non sono in grado di sapere se il Narbonne investa o meno sui giovani ma, proprio incuriosito da quest’articolo, sono andato a vedere la loro rosa sul sito ufficiale.
Non per far polemiche ma sembra la succursale delle Samoa o delle Fiji, così dai cognomi accompagnati alle foto.
bella….idea…perchè non trasferiamo le nostre accademie all’estero??? una in francia, una in inghilterra e una in irlanda!!!!Figoooo
il mediano di mischia in questione forse e ‘ petrozzi? Mi pare dell’accademia di bath pero’. Si e’ visto l’anno scorso nell’under20
Un grande in bocca a lupo al ragazzo che spero possa arrivare fino alla maglia azzurra…se fosse stato scartato dall’Accademia per l’assurdo “Progetto Statura” sarebbe una follia e l’ennesima dimostrazione che a dirigere l’alto livello del rugby italiano ci sono persone inadeguate…
“ho sempre cercato di dimostrare che non sono sufficienti i centimetri per fare di un giocatore un buon giocatore”, andatelo a spiegare ad Ascione…
Intanto e prima di ogni altra considerazione, in boicca al lupo al ragazzo.
Ha comunque scelto una delle vie più di difficili ma che a livello esperenziale gli porterà il doppio (come formazione, conoscenza di altre culture – non solo rugbystiche – lingue ecc.)
Poi per quanto riguarda l’accademia, che non voglio certo difendere in toto, però ci può stare anche la scenda di un personaggio, piuttosto che di un altro. non può essere che nel periodo delle selezioni il ragazzo non fosse in forma? oppure che altri ragazzi a quell’età offrissere più prospettive?
Il ragazzo è stato bravo a non demordere a voler continuare la sua formazione. Quanti pari età magari anche presi dall’accademia avrebbero: il coraggio, la forza, l’appoggio familiare e la motivazione di cercarsi il perso migliore?
Ci può stare che l’accademia sbagli una scelta, sopratutto con ragazzi giovani. Bravissimo lui che non ha mollato e che sta provando, con successo a Farsi strada.
Male, malissimo la federazione che non lo segue ad oggi. ma possiamo dire con certezza che questo non sta avvenendo? io certo non lo so, ma se effettivamente non lo sta seguendo… sta sbagliando…. così come sbaglia con tutti gli altri ragazzi che cercando di Farsi una formazione all’estero .
il problema principale non è il caso singolo e se fosse più o meno giusto la decisione di prendere altri al suo posto; il problema è che questo sistema cosi come è strutturato ora tende a restringere e non a allargare la base qualitativa: per un caso come il suo (ma ci vuole una famiglia e tante altre condizioni che ti permettano di farlo), molti altri addirittura smettono e anche se non costituiscono magari una perdita per la nazionale (non tutti possono arrivarci) sicuramente sono un impoverimento del livello medio dei nostri campionati, cosa di cui non abbiamo certo bisogno
nel caso specifico l’elemento altezza è stato sicuramente determinante, del resto per dimostrare l’assurdità della cosa basta considerare che Paolo è oggi due-tre cm più alto di un certo Dominguez (e certamente ci farebbe schifo avere oggi in campo un piccoletto così no?) e che ha nella consistenza fisica una delle doti migliori, risultando sempre uno dei migliori placcatori in tutte le squadre in cui ha militato,dalle under 15 e 16 che hanno vinto la Coppa delle Alpi, alla serie B vinta e alla serie A