L’America vera e quella scozzese: il canto delle sirene ora arriva da lì

Leonardo Sarto che va a Glasgow, Filippo Ferrarini che (forse) va negli USA. Dovremmo farci qualche domanda

COMMENTI DEI LETTORI
  1. fracassosandona 9 Marzo 2016, 08:44

    Articolo che poteva essere firmato anche fracassosandonà. 🙂

  2. Mr Ian 9 Marzo 2016, 08:48

    Articolo interessante ma con molte domande retoriche, la risposta è più semplice di quello che sembra, in 16 anni il rugby in Italia non è migliorato, si qualcosa si è mosso ma gli altri hanno iniziato a viaggiare il doppio, tra l altro senza fare niente di trascendentale..di conseguenza anche le franchigie, che poi non sono altro che club, sono rimaste tali e quali. La Benetton così era in super 10 e così è rimasta in Celtic…biasimare Sarto per la sua scelta è la cosa più meschina che si possa fare.
    Riguardo gli USA spero proprio che anche li il rugby abbia un buon impatto, anche se la concorrenza è troppo alta, il giovane fenomeno del rugby è più facile che venga rubato dal NFL piuttosto che continuare nel nuovo campionato

    • Paolo Wilhelm 9 Marzo 2016, 08:54

      Ciao Ian, non biasimo affatto Sarto. E credo che il problema sia proprio quello: ha preso una decisione sensata. Purtroppo.

      • Mr Ian 9 Marzo 2016, 09:07

        No Paolo, ovviamente non era riferito a te..il tuo punto di vista è chiaro nell articolo…aggiungo poi che il giocatore si sarà confrontato anche con l agente ed i familiari, mettendo su di una bilancia i due pesi, penso non ci si paragone tra l andare ed il restare. Spero solo che la federazione sia intervenuta solo per bloccare eventuali clausule contrattuali, come ad esempio il rifiuto della convocazione. Un altro caso Favaro bis sarebbe insopportabile

        • Paolo Wilhelm 9 Marzo 2016, 09:09

          Favaro non ha un clausola che gli impedisce di rispondere alle chiamate della nazionale, quella di non prendere parte a questo Sei Nazioni è una sua scelta autonoma

          • Mr Ian 9 Marzo 2016, 09:14

            Mi auguro che sia stata solo una scelta legata a certi malumori/fastidi fisici e che non ci siano pressioni del club nel rimanere durante le finestre internazionali

    • malpensante 9 Marzo 2016, 09:28

      Ian, la Benetton così era in Super 10 e così com’era, arrivata in Celtic, ha fatto un figurone. O no? Ci sono più nazionali all’estero di quanti ce ne fossero quando siamo entrati, siamo stabilmente ultimi e penultimi in Celtic, come nazionale quasi 6 punti sotto il ranking di allora, nel domestico hanno chiuso Parma e Prato e le abbiamo prese persino nella coppetta, e non solo da romeni e russi. Il nostro rugby non è “non migliorato”, ma oggettivamente peggiorato. Non sono solo gli altri ad andare avanti, siamo noi ad essere andati indietro. O l’Eccellenza è meglio di 5-6 anni fa, con la Celtic appena partita e che aveva risucchiato giocatori su giocatori (e spettatori) dal domestico? Eppure il rugby italiano è ancora vivo, nonostante tutto. Però, come dice Osso, i risultati della gestione illuminata si vedranno nel prossimo quadriennio: in altri quattro anni forse ci riescono ad ammazzarlo del tutto .

  3. M. 9 Marzo 2016, 08:48

    A me stupisce sempre la frotta di gente esultante quando i nostri se ne vanno. Io penso che siano perdite secche per il movimento, non solo perché poi, sempre che giochino, se li gestiscono gli altri a piacimento, ma anche perché mestamente i nostri team stanno qua a pascolare e far maturare ragazzi che poi gli altri si godono quando sono nella maturità rugbystica.

    MA il caso peggiore è rappresentato da tutti quelli che emigrano e poi vanno a giocare in A-League o a non giocare per anni…

  4. geo 9 Marzo 2016, 08:53

    Sarto va in una squadra che gli garantirà lo stipendio per i prossimi due anni (le Zebre tra due anni siamo sicuri che ci saranno?) e va a giocare per una squadra che ha l’obiettivo di vincere il pro12 (Le Zebre di arrivare penultime/terzultime?). Ma di cosa stiamo parlando?

    Direi che sia oggettivo che il sistema attuale non funzioni. Le discussioni stanno a zero.

    • Paolo Wilhelm 9 Marzo 2016, 08:59

      Ciao geo
      se hai letto bene l’articolo tutto fa tranne che criticare Sarto.

      • geo 9 Marzo 2016, 09:42

        Ciao Paolo,
        non era una critica all’articolo, ma una constatazione di un dato di fatto, come a dire è ovvio (e giusto) che sia così vista la situazione generale.

  5. mistral 9 Marzo 2016, 09:26

    buongiorno a tutti, ho recuperato un articolo del 2007 (credo l’anno migliore, malgrado la delusione di St Etienne, per la nazionale post-2000):

    http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Sport/2007/03/rugby-stipendi-doppi.shtml?uuid=7879be82-d178-11db-aa3f-00000e25108c&DocRulesView=Libero

    vengono citati alcuni nomi, ognuno di noi può aggiungere i mancanti, la legione straniera di quell’anno era veramente impressionante per qualità ed anagrafe…
    … che altro dire?

    • enricalvisano 9 Marzo 2016, 11:40

      ma infatti secondo me il sistema di allora era molto meglio, IMHO.
      Però ora non puoi buttare nel water 8mln per delle franchigie create con la scusa (scusa, non obiettivo, perché la nostra presenza in CL era una scelta idiota e mal gestita fin dalla nascita) di trattenere e riportare in Italia i giocatori italiani, e poi ritrovarti con più italiani all’estero di prima. A questo punto facciamo i London Italians franchigia a Londra, considerando quanti italiani ci sono oltremanica potrebbe esserci più pubblico che a Parma e Treviso.

      • mistral 9 Marzo 2016, 11:46

        hai ragione, nella penisola trinariciuta una volta che le aziende para-pubbliche sono create non le smonti più, anche se si rivelano un fallimento totale… e questo non solo nel rugby…

        • Giovanni 9 Marzo 2016, 12:38

          Lasciamo perdere la politica: abbiamo privatizzato l’impossibile negli ultimi 20 anni e stiamo con le pezze al culo peggio di prima. Dai, rimaniamo sul rugby.

          • gsp 9 Marzo 2016, 13:45

            infatti Giovanni. di luoghi comuni si muore, e poi si dara’ la colpa che non ci sono abbastanza luoghi comuni.

          • mistral 9 Marzo 2016, 15:43

            Giovanni (e gsp) non è politica, è pura e semplice logica economica, vale per tutti gli schieramenti e per qualsiasi epoca storica, da fanfani a renzi… privatizzato l’impossibile?… de ché? i grossi centri di spesa “inutile” sono sempre li, i dati recenti sul rapporto pil/debito lo dimostrano, continua a scendere il pil o comunque a non salire quanto “previsto” mentre la spesa pubblica (non quella per investimenti ma la corrente per stipendi, prebende e soldi buttati) continua a crescere… contenti i contribuenti italiani contenti tutti, compresi i rugbisti… 😉

          • Giovanni 9 Marzo 2016, 15:55

            …e contenti chi come te che assiste indifferente ad aziende che chiudono le sedi qui e le riaprono il giorno dopo a Bucarest, Sofia e Shenzen, continuando a vendere da noi con l’etichetta “made in Italy”. Poi magari oltre ai “grossi centri di spesa”, ci parlerai anche dei 40 miliardi annui di evasione fiscale (primissimi da lustri nella classifica Paesi area EU) e di come nessun politico abbia mai voluto seriamente affrontare il problema…da Fanfani a Renzi.

          • gsp 9 Marzo 2016, 16:00

            sempre un piacere dibattere, @mistral.

            E’ normale che la spesa pubblica continui a crescere durante la crisi. vuoi vedere come aumenta ancora di piu’? fai tagli adesso.

            poi che il privato e’ piu’ efficiente non e’ neanche necessariamente vero. tutto sta nel fare le cose in modo efficiente, non tanto nella proprieta’.

            l’efficienza e’ pragmatica, scegliere a priori la proprieta’ e’ ideologico.

          • mistral 9 Marzo 2016, 16:29

            mio nonno mi ha insegnato che gli alberi si potano a partire dall’alto, mai dalle radici… ma i tagli della spesa sono sempre alla base, mai a partire dalle fronde improduttive (sacche di inefficienza e superorganico nel settore pubblico, malaffare e concussioni, inefficienza e doppioni nei servizi di base)… e mi piacerebbe conoscere, anche solo tra i blogghisti, quanti stanno utilizzando i loro i-phone e telefonini in orario di ufficio (pubblico) per dibattere di “inutili” temi (e non solo rugbistici)… poi c’è anche l’evasione, ma mi chiedo: se si sa che è di 40 miliardi di euro, possibile che non si sappia anche chi è che evade? almeno per la metà, via… o forse è come per gli assenteisti di sanremo (un esempio a caso e nel nord, per non essere tacciato di facile razzismo penisulare) un grande acclato all’inizio e poi?… 😉

          • Giovanni 9 Marzo 2016, 17:17

            Per quel che mi riguarda (e che conta) bisogna vedere tutto ciò che non va, alias migliorabile: non c’è niente di peggio che guardare ad un solo piatto della bilancia. Per rispondere alla tua domanda, si sa benissimo chi evade, solo che nessun politico oserebbe mai combattere i grandi evasori perchè perderebbe le elezioni seduta stante. Anzi, è avvenuto esattamente il contrario: evasori premiati con lo “scudo fiscale”, grazie al quale, si ripulivano i soldi di qualsiasi provenienza fossero, senza neanche l’obbligo di riportarli in Italia. Una cuccagna mai vista!
            Domandina da millecinquecento lire: fa più danni un impiegato che chatta a lavoro o un ex-presidente del consiglio che, con un’apposita leggina su misura, si abbuona 173 ml di euro di evasione fiscale di una sua propria azienda, mettendolo dove non batte il sole a tutti nel giro di un minuto?

          • gsp 9 Marzo 2016, 17:19

            la buttiamo in vacca Mistral 🙂

            se il tuo problema e’ il debito pubblico, taglia oggi e, matematicamente, aumentera’. se il tuo obbiettivo e’ la crescita, tagliando la ritarderai e nel frattempo peggiori le finanze pubbliche.

            sono daccordo che ci sono spese improduttive da tagliare, ma si tagliano solo i posti di lavoro purtroppo. a maggior ragione non puoi farlo oggi.

            che ci siano troppi dipendenti nel pubblico e’ tutto da dimostrare, dipende da come e dove. io dico che ce ne sono pochi, e di quelli lavorano solo meta’. l’inefficienza parte ed il ruolo del governo e’ creare le efficienze.

          • mistral 9 Marzo 2016, 17:26

            sai Giovanni, fosse un solo chattatore non avrei dubbi, ma il “rischio” è che siano milioni… sulle leggi ad-personam per aziende, banche etc etc etc direi che c’è solo l’imbarazzo della scelta…

          • Giovanni 9 Marzo 2016, 17:47

            Appunto Mistral: il problema è che le leggi ad-personam, a destra come a sinistra (vedasi fondazioni bancarie), restano immutabili in secula seculorum, mentre nei confronti dei lavoratori son intervenuti con la mannaia ben 5 volte in 22 anni (concertazione, cococo, cocopro, esodati e jobsact). Risultato: precarizzazione indiscriminata, disoccupazione passata dal 9% al 13% in due decenni e consumi crollati. Però da post-tangentopoli ad oggi, la corruzione è perfino aumentata rispetto a 30 anni fa e le opere pubbliche costano il triplo rispetto ad altri Paesi (cfr.alta velocità in Francia, Germania e Spagna con quella nostra). Ma il problema son sempre e soltanto assenteisti, impiego, servizio pubblico, ecc. Va bene tagliare sprechi ed inefficienze, non va bene lasciar calare una coltre di cecità (non tua, ma dei media) sulla prima parte del discorso.

          • mistral 9 Marzo 2016, 18:15

            Giovanni, capisco e parzialmente condivido quanto dici (e poi ritorniamo alla palla ovale 🙂 ), quanto tu dici è vero (jobs-act in primis) ma quanto di questo ha toccato il pubblico?… la mannaia è calata sulle radici dell’albero (il settore dipendente privato), non sui rami improduttivi…

  6. gsp 9 Marzo 2016, 09:28

    il problema e’ sempre il solito.

    Zebre e Benetton non hanno staff completi e di livello, e la federazione non fa nulla per imporli benche’ paghi tra il 60 e l’80% del budget delle squadre.

    La fed non impone soluzioni anche semplici, ovvero sfruttare lo staff della nazionale, che ridurrebbero costi, perche’ neanche quello della nazionale e’ all’altezza.

    pero’ devo dire che i ruomours su staff della nazionale e di treviso sono un passo avanti, ma non penso bastera’.

    favaro e sarto sono due casi diversi. Sarto se gioca all’estero cmq in nazionale viene, Favaro no perche’ e’ come Warburton; puo’ fare stagioni da 1000 minuti ra nazionale e club, non di piu’ .

  7. Toto 9 Marzo 2016, 09:32

    Buongiorno a tutti. L’articolo, che non critica assolutamente i giocatori che vanno all’estero, pone anzi l’accento sulle incongruenze del nostro sistema: abbiamo creato le celtiche per formare, insieme alle accademie, giocatori maturi e completi, adatti all’alto livello, per rafforzare e innalzare il nostro movimento di punta, offrendo loro squadre competitive e contratti all’altezza e per richiamare in patria quelli all’estero. come giustamente già detto da altri qui sopra, forse il sistema andrebbe rivisto. Esempi di sistemi che funzionano, in Ovalia ce ne sono a iosa, basta solo copiare adattando alla nostra situazione.
    Cordialità

  8. malpensante 9 Marzo 2016, 10:07

    OT Airone, su Ruzza la tua affermazione mi sembrava molto strana ma, siccome ho poca memoria e a Viadana l’anno scorso ci sono andato non di frequente, sono andato a controllare e ha giocato terza linea 4 partite su 17.

    • Airone valle Olona 9 Marzo 2016, 13:02

      Ciao Mal non ricordo d’aver parlato di Ruzza ultimamente (magari mi sbaglio e sono fuso)…

      • malpensante 9 Marzo 2016, 14:02

        Hai ragione, non eri tu. Sarà che ti associo di default a Viadana e penso non ti dispiaccia per niente. 🙂

        • Airone valle Olona 9 Marzo 2016, 16:27

          Non solo non mi dispiace ma mi inorgoglisce parecchio.
          Con questa “associazione” ti sei “guadagnato” una birra o un buon calice di vino se un giorno avrò il piacere di incontrarti allo Zaffanella o al Lanfranchi! 😉

          • fabiogenova 9 Marzo 2016, 17:05

            mal, l’aveva promessa anche a me e non ha ancora messo mano al portafoglio 🙂

          • Airone valle Olona 9 Marzo 2016, 19:31

            Me m’imbelino Fabio!
            chiaro che la prima volta che ci si vede si recupera la famosa pinta di Torino! 🙂

  9. Maggicopinti 9 Marzo 2016, 10:20

    Io ieri parlavo di budget, e qualcuno mi faceva notare che non è che il scozia paghino molto di più. Ma con il budget di una squadra non paghi solo gli stipendi: paghi allenatori di mischia, touche, calci, difesa e trequarti, paghi gli analisti video e i software di analisi, paghi tutto quello che gira intorno e serve a fare funzionare una squadra.
    Magari le zebre riusciranno a pagare stipendi (quasi) simili a quelli di Glasgow, ma non hanno i soldi per pagare tutto l’intorno, e per questo le nostre franchigie non saranno mai competitive.
    Negli ultimi 10 anni non è che siamo peggiorati: è che gli altri sono migliorati e soprattutto hanno aumentato i soldi a disposizione; le franchigie italiane quei soldi non li avranno mai, perché non hanno tifosi che comprano biglietti per le partite e magliette dei giocatori, non hanno sponsor importanti e introiti dalla TV. I soldi federali non copriranno mai queste differenze.

    Se proprio vogliamo salvare la partecipazione al Pro12, l’unica possibilità è fare una franchigia sola, in veneto, dove per una squadra (abbastanza) vincente ci sarebbero pubblico e sponsor.

  10. Maxwell 9 Marzo 2016, 10:36

    Sarto può essere andato via per svariati motivi,alcuni potrebbero essere colpa della Fir altri potrebbero essere personali.
    Però anche qui mi piacerebbe discutere di un argomento con onestà e senza partito preso.
    Boni quest’anno ha passato più tempo ai box con non al campo. ….. dovrebbe essere la prova a distanza di 6 anni di Gori,quello che in 2 anni aveva più presenze in Nazionale che in CL.
    E il “fenomeno” dell’eccellenza Stein sta faticando.
    La realtà è che l’eccellenza NON PREPARA.
    E un’eccellenza ricca non ti da giovani italiani ma tanti stranieri.
    Tutti dobbiamo ammettere che coi nazionali a riposo TV giocava con Sgarbi Morisi Nitoglia /Statale e Esposito e a Parma VZ Boni Bisegni Visentin etc etc
    Numericamente non abbiamo mai avuto così tanta abbondanza.
    Secondo me non esiste abbandonare la CL per QUESTA eccellenza.
    OT 1
    @Paolo Wilhelm
    C’è la possibilità sotto gli esperti di avere 3 Topic fissi? Es: Nazionale,riforma eccellenza, Giovanili (fiamme oro 🙂 )
    2
    il 7 maggio vieni a Parma che saremo in tanti?

    • gsp 9 Marzo 2016, 11:19

      Max, che l’eccellenza non prepari e’ abbastanza ovvio. era una idea strana di Munari di poter prendere giocatori dall’eccellenza, metterli in campo ed aspettarsi che performino. e’ la stessa strana idea strana che c’e’ dietro l’idea dei Permit Players. non potra’ mai funzionare e non funziona in quasi nessuna parte del mondo.

      I giocatori devi prenderli dall’eccellenza e per il primo anno vedranno poco campo finche’ si adattano. ci saranno eccezioni, ma sono, appunto, eccezioni.

      Sono daccordo che c’e’ molta piu’ competizione, almeno numerica, in tutti i ruoli. e penso che senza CL Sarto non sarebbe finito in Scozia. vale la spesa? non credo.

      Per me una squadra sola non basta.

      • gsp 9 Marzo 2016, 11:30

        era reale e sensata la critica che il primo anno in celtic un po’ devono anche giocare per cui l’idea delle seconde squadre e’ giusta, e lo e’ ancora di piu’ l’idea dei permit players a rovescio (o nel verso giusto).

      • Stefo 9 Marzo 2016, 11:58

        Gsp scusa ma sulla base di cosa senza CL Sarto non sarebbe finito all’estero? I club esteri i giocatori buoni li ha sempre scovati in Italia anche prima della CL, ho fatto una lista ieri di almeno una 20na di nomi che sono andati all’estero tra il 2002 e prima della CL che ce n’e’ che meta’ basta.
        La storia che senza CL gli italiani non avrebbero ammiratori e’ un falso storico se si guarda ai fatti (non le idee, i fatti) pre-CL…come gli argentini venivano pescati ed oggi vengono pescati i Georgiani volendo.

        • gsp 9 Marzo 2016, 13:36

          stefo, secondo me no e ti spiego perche’. io non penso che venditti per esempio, senza vetrina celtica sarebbe finito all’estero. non penso nemmeno biagi.

          per alcuni il livello combinato delle presenze in nazionale e del minutagio pro aiuta la loro attrazione dell’estero (mclean l’anno scorso). non sto assolutamente dicendo che questo giustifichi la spesa Celtic.

          ti diro’, il livello dei nostri giocatori che esportiamo non e’ del livello del passato, ed infatti per alcuni che funzionano (Ghira Cittadini Festuccia), molti non funzionano ed alcuni vedremo a fine stagione (campagnaro, venditti) ma per molti davvero non funziona e forse sono piu’ quelli per cui non funziona.

          mi preoccupa vedere giorgiani e romeni titolari in pro in giro per l’europa e pochi dei nostri. ho l’impressione che senza minutaggi celtic dei nostri ce ne sarebbero ancora meno.

          • gsp 9 Marzo 2016, 13:42

            georgiani anche meglio.

          • Stefo 9 Marzo 2016, 13:49

            Non condivido gsp, io penso che uno come Sarto e forse anche Venditti avrebbe comunque trovato un estimatore estero…non son fenomeni ma son buoni giocatori con alcuni aspetti fisici che oggi vengono ricercati.
            Georgiani, Rumeni o in passato gli argentini non hanno o avevano questa vetrina celtica e gli sbocchi li hanno trovati e trovano come faceva l’Italia pre-cl.

            Se il modello ad esportazione va bene si puo’ fare spendendo quei soldi in maniera piu’ pertinente a questo modello.

          • malpensante 9 Marzo 2016, 14:15

            Peppe, pensi male a partire da Venditti. Le offerte ci sono, tante e per tanti, ma la questione è che qui si sognano stipendi esteri che non esistono. Una cosa sono Carter e Sexton, un’altra Sarto, Favaro, Venditti, ma anche tutti quelli che sono andati via da quando c’è la Celtic. A Treviso non guadagnavano di meno, anzi. Non parlo degli Aironi e dei rientri, perché lì sì che eravamo l’america. Gower, secondo la FIR, costava 250000 euro, sfido chiunque al mondo a dire di sì e non no come ha fatto Tonni. La sostanza è che economicamente, mettendo tutto sul piatto della bilancia, all’estero alla fine si prende come o spesso meno di qui. Nick a Belfast guadagna qualcosa meno che a Viadana (quattro anni fa, peraltro), calcolando i benefit. Leonard prende anche qualcosa meno che a Parma, ma gli hanno fatto una proposta seria e di lunghezza adeguata, cosa che si sarebbe potuta fare anche qui. Ma noi siamo fenomeni, tanto paga pantalone. Peccato che se voler vincere non è vincere, almeno non è voler perdere. A perdere ci si riesce con matematica e assoluta sicurezza.

          • gsp 9 Marzo 2016, 14:33

            non mi hai capito Mal. Io dico che l’elemento dell’aver giocato in un campionato pro e’ un elemento in piu’ che rende i giocatori piu’ appetibili.

            su soldi e contratti, con me sfondi una porta aperta. lo dico da mesi e non penso e non ho mai pensato che sia una questione di budget. Masi l’ha detto chiaramente che andava a prendere meno.
            e’ questione di mancanza di capacita’ ed allentori. per le societa’ non e’ prioritario costruirle e la fed se ne sbatte. avrei preferito mancassero i soldi.

          • gsp 9 Marzo 2016, 14:35

            poi che favaro prenda meno oggi di quanto prendeva a treviso lo capisco.

            che a bellini offrano di piu’ di quanto offrirebbe una societa’ qualsiasi all’estero dubito.

          • malpensante 9 Marzo 2016, 15:15

            Peppe, quel che ti rende appetibile per strappare un contratto paragonabile a una celtica italiana è la nazionale. Punto. Dei nostri giocatori sanno vita, morte e miracoli (pochi, si fa presto a saperli), e quelli che prendono un calcio in culo come stipendio sono i ragazzi, ma sono bloccati dal lodo delle accademie. Quando scade il lodo, siccome fenomeni non ce ne sono (quand’anche ce ne fossero giocano in un campionato con regole diverse dal rugby per cui manco si vedrebbe) economicamente e in prospettiva nazionale (l’unica che conta) vale molto di più un contratto alle Zebre che all’estero. Ci vanno solo perché cominciano a pensare che per giocare dieci anni da professionista sia più difficile fare la trafila domestica fino alla maglia della nazionale che fare la loro porca figura in un campionato e in una squadra seria. Mica difficile da capire, nonostante gli abbiano fatto il lavaggio del cervello e l’elettroshock da dodici anni in poi.

          • Stefo 9 Marzo 2016, 16:26

            Gsp ti preoccupano Georgiani e Rumeni titolari in giro per l’Europa senza vetrina celtica e neanche del 6N a dircela tutta ma pensi che un Sarto senza quelle vetrine non avrebbe trovato un contratto estero?Trovo che ti contraddici in questa mnaiera, o meglio se georgiani e rumeni sono arrivati in campioanti esteri senza vetrine celtiche e del 6N forse non sono cosi’ imprescindibili…e questo senza aprlare degli argentini in passato che venivano pescati da clubcome Newman o similari e continuando a ignorare che prima della CL ma gia’ negli anni 200. una barca di italiani sono anati dall’allora campioanto italiano all’estero.

      • Paolo Wilhelm 9 Marzo 2016, 12:00

        Ciao Gsp
        guarda che Munari non ha mai pensato “di poter prendere giocatori dall’eccellenza, metterli in campo ed aspettarsi che performino”. Ma proprio mai. Anzi.

        • gsp 9 Marzo 2016, 13:29

          si Paolo, penso proprio di si. in innumerevoli Tinelli. penso di ricordarlo molto vividamente.

          • Paolo Wilhelm 9 Marzo 2016, 14:22

            no guarda, probabilmente hai lascito fuori un pezzo di ragionamento: bisogna aspettare che performino, cioè ci vuole tempo. Con Vittorio ho parlato migliaia di volte di queste cose e ti assicuro che il suo pensiero è quello da me riportato

      • Maxwell 9 Marzo 2016, 13:15

        Un’altra cosa.
        Il bilancio Fir è pari allo Stade Toulosain , per me non è uno scandalo che la Fir con la metà ci faccia 2 squadre in CL,CdF e Accademie.
        (Certo però che il progetto statura è una vaccata, che bisogna avere i formatori etc etc etc…)

  11. Federico Barbarossa 9 Marzo 2016, 10:46

    Due esempi opposti: Campagnaro e Benvenuti. Se l’emigrazione è quella del primo per me ben venga. In Italia non avrebbe mai trovato il livello tecnico, la competizione e lo staff che ha trovato ad Exeter. Il primo ha cercato di fare la stessa cosa qualche anno prima ed è scomparsa. Ma la domanda è: a che livello sono il livello tecnico, la competizione e lo staff nelle nostre franchigie? Perché o si interviene su questo e allora trattenere i talenti a senso o altrimenti meglio che se ne vadano il prima possibile. E poi che si affermino o meno i nostri giocatori all’estero trovano una cosa che qui non trovano: che per trovare posto devono sgomitare e fare realmente la differenza altrimenti vanno a giocare nelle serie minori…

    • Cinghio 9 Marzo 2016, 11:41

      Completamente d’accordo. Il punto della questione (che poi è lo stesso espresso nell’articolo) è : ora come ora il nostro movimento (CL ed eccellenza) non è all’altezza di mantenere in italia giocatori italiani di livello, la federazione cosa fa per risolvere questo problema? Ma soprattutto ciò che ha fatto per mantenere i giocatori di livello in italia (franchige e federazioni giovanili) è servito allo scopo?
      Il numero di giocatori che in squadre estere da subito la risposta

      • Federico Barbarossa 9 Marzo 2016, 12:23

        Certo. Però il mantenere i giocatori in Italia non è un valore in sè. Lo è se le tue franchigie sono competitive e se al loro interno i giocatori possono crescere. Parlando di Sarto: come può crescere come ala, sviluppare skills di livello internazionale, il killer instinct, ecc. se gioca nella squadra col peggiore attacco (e la peggior difesa) del pro12?

  12. And 9 Marzo 2016, 10:51

    io non capisco + di 100 commenti per un giocatore che solo mi chiedevo che cavolo ci faceva ancora in Italia…era ovvio che Sarto partisse anzi mi stupiva la mancanza di notizie di mercato sul suo conto…Glasgow non è Clermont però lotta per il titolo e Sarto può giocare credo titolare e sfruttare il gioco spumeggiante dei 3/4 locali per mettere a segno qualche meta, cosa che non può fare a Parma. Oltretutto non avendo mai giocato quest’anno non si sentirà la sua mancanza.

    http://www.itsrugby.fr/joueur-22530.html

    Sulla perdità di competitività del rugby Italiano in generale una mia idea ce l’ho: ci sono meno oriundi argentini e più giocatori di formazione italiana, inevitabile che la qualità ne abbia risentito…

    • And 9 Marzo 2016, 10:52

      o meno oriundi di ogni paese, non esclusivamente argentini.

  13. Giovanni 9 Marzo 2016, 11:13

    Stiamo parlando di tre situazioni diverse: Mirco purtroppo ha avuto la carriera ad alto livello stroncata dall’infortunio, ha provato a rilanciarsi dapprima con una stagione soft a Rovigo, poi con la CL, dove però non è riuscito a riavvicinare il livello di un tempo. A 33 anni va a concludere la carriera dove riceverà un trattamento da ex-star quale è stato (già due anni fa si vociferò di un possibile ingaggio in Giappone). Ferrarini di anni ne ha 26 ed è uno dei pochi carrier veri che abbiamo in Italia, ha avuto infortuni che ne hanno condizionato la carriera, tuttavia a mio avviso avrebbe potuto ricevere un po’ di considerazione in più. Però, data l’età, non mi sorprenderebbe se tra 1 o 2 stagioni tornasse, magari non da noi ma in qualche campionato di maggior prestigio. Per Sarto vale in pieno il discorso fatto nell’articolo: è giovane, ha talento, va a giocare in una realtà che può offrirgli prospettive di miglioramento tecnico e soddisfazione professionali. E qui s’innesta l’esame della realtà che è sotto gli occhi di tutti: la nostra partecipazione alla celtic, così com’è ora, non funziona. Eccessivo dispendio economico, a fronte di risultati modesti e alcuni tra i nostri migliori talenti che a fine stagione puntualmente emigrano. Non dimentichiamo che siamo appena a Marzo e potrebbero esserci altri partenti nelle prossime settimane. La mia idea è che bisogna ridurre subito la nostra partecipazione ad una sola franchigia di soli italiani (35-40 elementi) vincolati da contratti centralizzati, agganciarci un’accademy vera composta da under20 che tornino a giocare ai club nel weekend e, coi soldi risparmiati, sostenere i nostri club di Eccellenza e serie A, costringendoli però a prendere parte a campionati juniores di categoria (soldi in cambio di maggiore impegno nelle attività giovanili). E’ il passo necessario per salvare il nostro rugby da una deriva sempre più insidiosa.

    • malpensante 9 Marzo 2016, 11:26

      Giovà, subito non fai niente visto che abbiamo rinnovato felici e contenti e, come noto, soci alla pari esentasse. Non credo che posa fare ciao ciao con la manina fino a scadenza.

      • Giovanni 9 Marzo 2016, 11:28

        Nel periodo di transizione, nulla vieta alla franchigia dei cordiglieri di fare ciao ciao alla collezione figurine panini di ex-vecchie glorie downunder e sudafricani sfusi ed a pacchetti. Si vada di autarchia, fino alla scadenza e poi si accorpino le due franchigie.

        • gsp 9 Marzo 2016, 11:33

          Giovanni per me una squadra non basta e non funzionerebbe. soprattutto se la usi per riportare i migliori in italia, dare minuti in chiave nazionale e metterci anche qualche giovane dentro.

          Vincerebbe di piu’, ma sarebbe meno sostenibile nel lungo termine come ricambio di giocatori e ridurrebbe la competizione invece di aumentarla.

          • Giovanni 9 Marzo 2016, 11:50

            Non vedo il perchè. Avresti 35-40 elementi vincolati a giocare assieme per un certo numero di anni. Avresti un’accademy vera formata da 19-20enni che riceve nuovi innesti ogni anno, avresti un afflusso continuo di giocatori giovani verso l’Eccellenza, avresti di nuovo campionati juniores di categoria con un maggiore impegno, sia economico che tecnico, verso di essi. Non impediresti ai giocatori più prestigiosi di potersi porre nuove sfide, andando a giocare all’estero (quando però hanno già 25-26 anni). In definitiva, si terrebbe conto da un lato dello stato attuale dove i migliori vanno a completare la propria formazione all’estero, e nel contempo si avrebbero maggiori risorse per sostenere il sistema sottostante l’alto livello. Nel giro di un paio di stagioni potresti avere una quindicina di giocatori più o meno stabilmente all’estero più quelli della franchigia: 50-55 elementi per la Nazionale, senza sperperare soldi per stranieri che non servono nè per i giovani nè per vincere, che dopo 1-2 stagioni vanno via e costano molto più dei nostri che vengono anche tappati nel proprio sforzo per raggiungere il vertice (pensa alla paradossale vicenda-Semenzato). Prendi le ultime due stagioni: a parte Leonard e Hayward, io di tutti gli altri non ho avvertito tutta questa necessità e beneficio.

          • enricalvisano 9 Marzo 2016, 12:01

            Capisco il tuo discorso sui minuti di gioco e sull’inserimento dei giovani, ma sulla sostenibilità e sulla riduzione di competizione non condivido. Se è vero che una squadra che vince attira sponsor, pubblico e interesse, una franchigia unica sotto questo aspetto porterebbe dei risultati nettamente migliori rispetto alle 2 attuali.
            Sul ridurre la competizione invece proprio non ti capisco: avere Zanusso a Treviso e Lovotti a Parma garantisce a questi due ottimi piloni il posto da titolare. Se tu li metti in una franchigia sola, cala la competizione? No, casomai aumenta, perché nessuno dei due vorrà partire dalla panchina. Stesso discorso, più o meno, in tutti gli altri ruoli.
            Al contempo, con una franchigia sola, sarebbe più comprensibile e accettabile la partenza verso l’estero di qualche giocatore in surplus che a noi non basta per fare una seconda franchigia. I soldi risparmiati dalla seconda franchigia li dividi a metà, una parte per la franchigia unica e l’altra parte per rivitalizzare l’eccellenza, che con una franchigia sola avrebbe un po’ più di respiro e non sarebbe soltanto lo sgabuzzino dei giocatori di riserva delle celtiche come ora. Perché tornare al super10 è utopia, ormai il danno è fatto, ma questo non impedisce di pensare qualcosa di nuovo e più intrigante di questo domestico che di per sé è anche interessante (lo dico da abbonato che ogni tanto si guarda anche le partite in tv delle altre squadre), ma che è troppo lento e frammentato. Rispetto agli ultimi anni però è più imprevedibile, a inizio anno chi avrebbe immaginato le fiamme oro nella parte bassa della classifica? Le qualificate ai playoff non erano scontate allora, anche se adesso iniziano ad essere ben delineate.
            Con qualche investimento della FIR; l’Eccellenza potrebbe rendere molto di più e tornare ad essere un bacino interessante per la nazionale, con giocatori più performanti ed esperti rispetto a quei pochi eccellenti che sono arrivati in azzurro quest’anno.

          • gsp 9 Marzo 2016, 13:40

            giovanni, fai come al fantacalcio (davvero come gioco e senza polemica). fammi la lista dei 40 3 vediamo chi rimane fuori.

            @enrico, per me non c’e’ bisogno da dare nessun soldo all’eccellenza. se quei soldi, tanti, dati alla CL producono pochissimi, spalmati sull’eccellenza darebbero nulla.

            in termini di competizione scende perche’ il numero di giocatori con minutaggi decenti da considerare in nazionale sarebbe necessariamente ridotto.

            e finiresti con ceccarelli, caffini, lazzaroni, a non fare minuti e quindi annulli ilo ricambio.

          • Giovanni 9 Marzo 2016, 14:14

            @gsp: scusami, ma qual’è la situazione attuale? Hai due franchigie, ciascuna con una rosa di 36-38 giocatori, di cui 7-8 son stranieri, quindi il totale scende a 29×2=58 indigeni. Di questi quanti sono attualmente “da Nazionale”? Non più di 20-22 per le Zebre e 12-15 per Treviso, quindi siamo attorno ai 35-36: cosa cambia? Aggiungici quelli che sono all’estero (Parisse, Castro, Ghira, Masi, Campagnaro, Furno, Favaro) ed hai la rosa della Nazionale. La differenza rispetto ad oggi sarebbe che tagli le spese di una delle due franchigie, rinunci a 15-16 costosi stranieri i cui effetti benefici sul sistema sono trascurabili (a parte 2 o 3 che ho citato) e reinvesti 4-5ml all’anno sul domestic. In più hai un’accademy vera agganciata alla franchigia (allenamenti e partitelle assieme), i cui giocatori potresti ridistribuire ai club d’Eccellenza (a spese della federazione, ma con l’obbligo di portarli almeno in panca) nei weekend.
            Domanda: se un domani dovessero fallire la maggior parte dei club di Eccellenza/seria A, sei tra coloro che ritengono che l’attuale sistema delle Accademie federali sarebbe sufficiente a mantenere in vita, quantitavimente e qualitativamente, le due franchigie?

          • gsp 9 Marzo 2016, 14:20

            Facciamo la lista Giovanni e vediamo chi rimane fuori. oggi, 40 per squadra i giocatori in celtic sono 80. mi sta anche bene che riduci a 45, ma vediamo che rimane fuori.

            per la domanda che mi fai su eccellenza e serie A, io imporrei l’amatoriale con un max di 5 giocatori pagati. gli altri, rimborso spese.

            le accademie avrei una lista di club ai quali affidarle, ma ci saranno molti scontenti.

    • boh 9 Marzo 2016, 11:41

      Si Giovanni, e poi di tutti i prospetti che escono non dico dalle accademie (sarebbero troppi) ma dalla U20 naz. dove li piazzi. Gia ora con due squadre, sei costretto a scartarne o a costringerli a cambiare aria. Se metti una sola franchigia, costringi il tournover a girare come un ventilatore.

      • Giovanni 9 Marzo 2016, 11:52

        Parlavo di accademy collegata alla franchigia. Nulla a che vedere con le attuali accademie, nè con la Francescato.

        • boh 9 Marzo 2016, 12:07

          Giovanni io vedo, che per rimanere o raggiungere alti livelli, devi avere un sistema che produce molti giocatori di qualità. Purtroppo noi abbiamo un sistema che non permette di avere giocatori distribuiti nelle varie squadre che possano mantenere un alto livello, da cui attingere in caso di bisogno.

          • Giovanni 9 Marzo 2016, 12:30

            Scusami @boh, ma oggi come oggi hai un domestic dove i club arrancano sempre più: Prato è sparita, l’Aquila è in grossissime difficoltà, Cammi ha abbandonato Calvisano dopo lustri e perfino Zambelli dice che, se le cose continuano così, non ce ne è per molto. Di cosa stiamo parlando? Di un gigante dai piedi d’argilla, che se non sostieni e rimetti in moto, rischia di far venire giù tutto l’edificio. A quel punto le franchigie da dove prenderebbero i propri giocatori? Pensi che 10-15 giocatori all’anno dalla Francescato riuscirebbero a tenere in piedi due franchigie, contro le corazzate irlandesi e gallesi? E a permetterci di competere al 6N?

    • enricalvisano 9 Marzo 2016, 11:47

      Quoto al 100%

  14. Totalmente incompetente 9 Marzo 2016, 11:47

    Che tristezza!

    Non per Sarto o coloro che scelgono di andare all’estero… e non credo per arricchirsi di denaro in particolare (il che resta più che legittimo, intendiamoci), ma per avere una chance di migliorarsi, così come evidentemente e platealmente sta facendo (e speriamo che continui!), Campagnaro.

    Che tristezza per il rugby italiano nel suo complesso…

    Com’è che tutti coloro che hanno fatto esperienza all’estero, quando intervistati in proposito affermano di essere colpiti dalla professionalità dell’ambiente, dalla cura dei particolari (da quelli tecnici a quelli organizzativi), ecc..??

    Com’è che l’illuminata gestione federale della partecipazione alla Celtic non ha saputo porre le basi per creare un sistema di travaso dei giocatori dal domestic alle franchigie? che era l’unica cosa che poteva e doveva fare, essendo una pura questione di management e che non serviva essere scienziati del rugby per metterla in pratica.

    Com’è che Gavazzi, all’indomani della virtuale distruzione dell’unica squadra/organizzazione che tentava di programmare su base pluriennale il proprio sviluppo, ha sbandierato – e fatto attuare – l’idea ridicola che gli allenatori DOVEVANO essere italiani??
    quando è evidente che il rugby italiano nel suo complesso NON possiede il know-how necessario e che il massimo sforzo dovrebbe essere riposto nel procurarselo, ammettendo con umiltà che bisogna ricorrere a tutti i livelli (dal minirugby in su, dal seven al touch) a tecnici stranieri.

    Com’è che ieri si è discusso su questo sito su Sarto “estremo”??? quando Sarto NON sa calciare e non sa posizionarsi, ma ha solo dalla sua doti atletiche eccezionali… come se l’ala non facesse parte di un triangolo che DEVE saper fare queste cose, anche ammesso che il contrattacco palla in mano fosse la sua dote migliore?

    Com’è che straparliamo di Bellini e Odiete – che spero di cuore trovino il modo di migliorarsi, dato che anche loro, come Sarto e Campagnaro, sembrano atleti davvero molto dotati anche se rugbisti molto poco preparati – quando la loro difesa nella partita con la Scozia è stata, in occasione dell’ultima meta scozzese, imbarazzante e naive?

    Com’è che ci ritroviamo sempre a dire che le nostre aperture, estremi, ecc..”dovrebbero” migliorare i calci (intesi in tutte le declinazioni del caso)???
    Qual’è la difficoltà di far fare loro l’apprendimento (che chiaramente non hanno avuto nella loro fase di formazione!!!!) e l’allenamento del caso?

    E si potrebbe continuare all’infinito, ma basta andare ad un allenamento di qualsiasi U qualcosa, per non parlare delle partite di Eccellenza o di serie A, ecc.. per constatare l’approssimazione di ogni gesto tecnico, l’assenza di ogni intelligenza tattica, ecc…

    Constatare cioè l’assenza di conoscenza generale del gioco ad ogni livello, che è e resta ionostro più grande problema.

    • boh 9 Marzo 2016, 12:02

      Se non ho capito male, giochiamo ancora da ignoranti…Ma soprattutto continuano ad insegnare un rugby da ignoranti…

      • Totalmente incompetente 9 Marzo 2016, 12:23

        Boh, temo proprio di si…

        Il mio è il punto di vista personalissimo ovviamente: ho avuto un passato da giocatore di breve durata e sicuramente di limitate capacità.

        Semplicemente guardo più rugby che posso, di tutti i tipi, e mi pare innegabile ed ovvio che – al netto delle capacità atletiche dei giocatori – la qualità di ogni gesto e di ogni decisione non sia di livello.

        Inoltre, quando mi capita di frequentare i campi ed osservare ragazzini e seniores, non mi pare di vedere che si cerchi di insegnare quelle cose che poi, infatti, mancano…mi pare che non si sappia neanche che dovrebbero insegnate!

        Infine, quando si è fortunati abbastanza da andare a vedere un test match o una partita di campionato in inghilterra o in Irlanda, ecc.., ci si accorge che la conoscenza profonda del gioco del ragazzino di 10 anni seduto accanto a te e della mamma che lo accompagna è decisamente superiore alla tua, a quella dell”allenatore che hai avuto e dell’ allenatore di tuo figlio quattordicenne..

    • Federico Barbarossa 9 Marzo 2016, 12:50

      è assurdo come in questo blog non si riescano a dare giudizi con un minimo di equilibrio. Io sono il primo ad essere super critico con la federazione però:
      – Il passo che dobbiamo fare è quello di competere stabilmente con le migliori 8 al mondo. Tutte squadre che hanno una storia e delle strutture imparagonabili alle nostre;
      – scrivere cose come “Sarto NON sa calciare e non sa posizionarsi”, “la loro difesa…imbarazzante e naive”, “rugbisti molto poco preparati” vuol dire non mettere per niente a fuoco il livello tecnico di cui stiamo parlando (ma il tuo nick in effetti ti tradisce);
      – sui calci mi permetto di far notare che un conto è calciare in allenamento o in Eccellenza o a Parma o a Treviso e un conto è farlo all’Olimpico di fronte a 70.000 persone o a Twickenham o a Cardiff. I calciatori (come tutti gli altri) hanno bisogno di crescere e di fare esperienza a questo livello. Basterebbe avere l’umiltà di guardare agli altri: Johnny Sexton non è diventato un fenomeno al primo anno del 6 nazioni e nemmeno Dan Biggar e nemmeno Farrell e nemmeno Wilkinson. Russell, Horne, Plisson e i più giovani hanno avuto il tempo di fare le loro cazzate che se le avessero fate in Italia gli utenti di questo blog sarebbero andati a cercarli sotto casa (ti ricordi la bananata di Horne che ci ha fatto vincere a Edimburgo?).
      Insomma prima di (stra)parlare informiamoci che a dare delle schiappe a degli ottimi e giovani giocatori non facciamo nessun favore al nostro movimento.

      • Giovanni 9 Marzo 2016, 13:02

        Si, adesso è colpa degli utenti di un blog se i nostri non sanno calciare. Abbiamo avuto bisogno di supplicare un trequarti-ala (BergaMirco) di assumersi la responsabilità di calciare lui, perchè non avevamo uno straccio di calciatore affidabile. Stiamo ancora rimpiangendo Dominguez che si è ritirato ben 13 anni fa!!!

      • Totalmente incompetente 9 Marzo 2016, 13:07

        La mia incompetenza è un dato di fatto.

        Però non capisco le Tue obiezioni a quello che ho scritto.

        Infatti, quello che io contesto è proprio ciò che tu stesso definisci “livello tecnico di cui stiamo parlando”.
        Concordo assolutamente. Ciò che mi dispiace è però che in nessun modo ci stiamo attrezzando per migliorarlo, in nessuno dei contesti che ho citato, dal minirugby alle franchigie.ù

        Quanto ai calci, personalmente trovo siano imbarazzanti quelli che si vedono in giro, serie A o Eccellenza che siano – mentre ne vedo davvero poco e con poco senso in allenamento – e credo fermamente che prorpio che questa sia la radice della nostra croce.
        I calciatori, come tutti gli altri, hanno bisogno di essere “formati” in questa specificità del gioco e di allenarvisi duramente come in tutto il resto. Esattamente come hanno fatto i campioni che citi, che in più ci hanno messo anche che sono dei fuoriclasse. Ma alla base c’è conoscenza e allenamento.
        Noi non stiamo fornendo questo ai nostri giocatori.

        Infine, non intendevo affatto dare delle schiappe a giocatori che ogni volta ci mettono infinitamente molto più di quanto sarebbe lecito aspettarsi – in termini di cuore, volontà e sacrificio fisico – stante la scarsa preparazione tecnica della quale il nostro cosidetto sistema di formazione li ha dotati.

  15. carlo s 9 Marzo 2016, 11:53

    non sarebbe male trasferire tutte e due le franchigie negli Usa….

  16. fabrio13H 9 Marzo 2016, 12:15

    Giovanni parla di una selezione di 35-40 elementi di formazione italiana che è poi, all’incirca, anche la mia idea. Se sommiamo i giocatori di formazione italiana in forza a TV e alle Zebre si otterrà una cifra simile, aggiungiamoci che, non ricordo bene se anche Giovanni è della stessa idea ma, da quello che scrive oggi mi pare almeno non lontano, non mi opporrei quando i migliori vanno a giocare in forti squadre di validi campionati e aggiungiamoci anche che, io almeno, propongo una seconda selezione dei nostri campionati domestici e di giovani di formazioni italiana che giocano all’estero. Questa seconda selezione disputerebbe la Challenge (ovviamente parlo di soluzioni per me valide ma da verificare anche rispetto agli organizzatori) e in essa potrebbero trovare spazio i giovani promettenti. Tanto per dire, al momento, potrebbe per esempio venirvi sperimentato all’apertura quel giovane genovese che gioca in ProD2 di cui qui si parlava ieri.
    La prima selezione sarebbe un club stabile con contratti centralizzati mentre la seconda (molte meno partite a stagione) potrebbe essere una selezione in tutti i sensi, ossia con giocatori che continuano a giocare nei rispettivi club.
    Entrambe le selezioni giocherebbero ogni volta in una città diversa.
    Per quel che riguarda Ferrarini, faccio un pizzico di polemica. Leggo che qui, non solo nell’articolo della redazione, se ne parla come di un elemento dalle buone prospettive internazionali. Mi chiedo allora perché quando si parla di terze linee per la nazionale, si plaude tanto spesso ai nuovi equiparati e ci si danna l’anima a cercare possibili equiparabili e, quest’ultima cosa, sia nel blog che, cosa più grave, da parte delle squadre di club italiane.

    • fabrio13H 9 Marzo 2016, 12:23

      Propongo anche i colori per queste selezioni: maglia divisa in quarti, uno verde, uno bianco, uno rosso e uno azzurro 😀

  17. Katmandu 9 Marzo 2016, 12:42

    Beh per me bisognerebbe mettere dei paletti esempio richiedere giocatori preparati fisicamente, pretendere staff all’altezza e migliorare il prodotto commerciale
    Tetto questo per me per tagliare la testa al toro niente nazionale per gli expath tranne eccezioni, un po come fa l’Australia

  18. Giovanni 9 Marzo 2016, 12:57

    Ditemi, ha senso continuare a dare soldi a giocatori come Avua, Luamanu, Acosta, Novak, Vallejos Cinalli, Naude, Palmer, Carlisle, Christie, Burgess, Muliaina, Mahu, Cook, Meyer, Roan, Coria ed altri e continuare a tenere in Eccellenza gente come Castello, Mbanda, Di Giulio, Bronzini, Menniti-Ippolito ed altri? E’ normale che un Venditti che va via venga sostituito da un Van Zyl e, nel contempo, esordisca in nazionale Bellini puer giocando a Padova? E’ normale che Odiete e Semenzato siano tornati in Eccellenza dopo 3 anni spesi in CL e vengano richiamati in fretta e furia per nazionale e CL? E’ normale che si spendano milioni di euro l’anno per accademie varie scollegate da ogni realtà professionale, per vedere i nostri under20 non riuscire a fare 3 passaggi di fila e venir puntualmente asfaltati al 6N di categoria? E’ normale vedere le franchigie dover mendicare dei permit presso i club solo per prendere imbarcate colossali a febbraio-marzo (40 punti da una mista riserve+accademies a Dublino qualche weekend fa, 75 punti subiti a Swansea da Treviso due anni fa e così via)?

    • boh 9 Marzo 2016, 13:04

      Per gli altri non è normale. Per il nostro sistema si. E quando dico sistema non intendo solo il rugby

      • parega 9 Marzo 2016, 13:09

        magari avessimo un sistema

        • boh 9 Marzo 2016, 18:05

          Come no, quello che si sta facendo, non è un sistema? del cazzo magari, ma è pur sempre un sistema.

    • Emy 10 Marzo 2016, 11:23

      Fotografia impietosamente impeccabile.

  19. edopardo 9 Marzo 2016, 13:36

    Bah secondo me anche in ambito ovale in Italia siamo di una piccolezza allarmante…
    Cioè al di là che siano giocatori di rugby secondo me succede tutti i giorni in tutti i settori lavorativi da quel che sento io.. se sono un ragazzo giovane bravo e per esempio faccio il cuoco cosa me ne frega di stare in un paese come l’italia? Vediamo tutti come funziona qui in tutti i frangenti non solo sportivi…
    Se hai l’opportunità te ne vai e ben per te se realizzi all’estero punto.
    Che poi siano giocatori di rugby meglio ancora per loro…
    Ma smettiamola con sta cosa che se restano rinforzano la squadra che finchè è allenata con tecnici cosi i miglioramenti non si vedranno mai, guardate Campagnaro ecc ecc c’è gente che se ha il Dna del campione all’estero esplode e meglio cosi per tutta la loro vita sportiva e non.
    Poi c’è gente come Romano,Benvenuti, ecc ecc che all’estero non è che abbiano fatto falville , ma questo e un fattore umano loro interiore.Non + che sia una novità in altre nazioni basta vedere le isolane,o anche sudafricani, solo che essendo un movimento molto più amplio non ci fanno caso oppure poco a queste cose.

  20. Stefo 9 Marzo 2016, 14:11

    Su Ferrarini io penso che si possa vedere anche un altro campanello d’allarme se il suo passaggio in USA fosse confermato, l’Eccellenza con i Melegari e Cammi andati, con i Zambelli che dicono che cosi’ non ne vale la pena fatica e fatichera’ forse ancor di piu’ ad essere la rete di sicurezza sotto la CL dove chi magari fatica per un motivo o l’altro inizialmente in CL cade per poi magari risalire (vedi Odiete)…il fatto che si stia immolando alla CL ben piu’ che una decina o piu’ di milioni all’anno ma l’intero sistema rugby italiano potrebbe non essere un’idea di pochi pessimisti.

    • malpensante 9 Marzo 2016, 14:26

      Infatti già si salta l’eccellenza per atterrare in A: vicino casa, studio o lavoro, soldi più o meno quelli ma garantiti, nessuno che ti ferma in strada se hai sbagliato un calcio, allenamenti uguali come intensità e sostanza complessiva ma meno della metà come orari, divertimento assicurato. Tito a Swansea si allenava poco più della metà del tempo che a Parma: peccato che gli Ospreys fossero un pochino più professionali e competitivi delle Zebre di Gaiani.

    • carlo s 9 Marzo 2016, 15:27

      Normale che i Canadesi o gli Statunitensi vengano qui a cercare giocatori in una fase di start up
      Sono probabilmente quelli che costano di meno, e poi li è pieno di gente con origine italiana,

      Fossi in Benetton ci penserei, portare li il suo marchio potrebbe rilanciare la sua Azienda.

      Stesso discorso per Parma, uno come Barilla, che sta aprendo 10
      ristoranti a New York potrebbe utilizzare il rugby come veicolo pubblicitario.

      Poi le squadre italiane potrebbero avere qualche chance per vincere un po’ di partite, magari anche il titolo.

      Secondo me potrebbe funzionare.

      • carlo s 9 Marzo 2016, 15:28

        o al limite facciamo una rappresentativa italiana che partici a quella competizione, abbiamo molti vantaggi da cogliere.

      • Stefo 9 Marzo 2016, 16:36

        E’ normale che squadre di un neocampionato pro cerchino in giro giocatori, e’ normale che uno come Bergamirco a fine carriera preferisca un’avventura come questa che altro….non e’ assolutamente normale che un ragazzo di 26 anni di talento richieda e si accordi per rescindere il contratto con una realta’ Pro Europea per andare a giocare in un campionato nuovo e tutto da verificare (sempre tenendo il condizionale che il rumor sia vero)….non questo non e’ assolutamente normale…sarebbe stato normale un Pro D2 o anche un Championship inglese non questo.

        Barilla e Benetton coi loro soldi per quel che mi riguarda possono fare quello che meglio credono funzioni per il marketing del loro brand, ma se fossi un tifoso del rugby italiano e volessi il bene del rugby italiano mi augurerei che i soldi li investissero in Italia, in squadre italiane, come naming sponsr del campionato o altro…di certo non mi augurerei che investissero nel rugby americano come sponsor di formazioni USA.

        • carlo s 9 Marzo 2016, 16:39

          Stefo io intendevo dire che le Zebre e Treviso potrebbe lasciare al Celtic per partecipare a questo campionato Pro Americano.

          • Stefo 9 Marzo 2016, 16:48

            Ok, e come questo sarebbe meglio del Pro 12?

            Logisticamente: peggio a meno che le basi in USA ed allora non si capisce il senso.
            Come promozione per il rugby in Italia (ed e’ in ITalia che dovrebbe interessare far promozione): peggio, gia’ ti seguono in pochi ad orari potabili in diretta, giochi di notte chi li segue in Italia?San Isidro che non a dormire fino alle 5 e poi?Tu ti alzeresti alle 3 di mattino per guardar le loro partite?
            Livello competitivita’: a meno che non si sposti nel campionato Pro USA in blocco il Superrugby o il T14 cosa che dubito fortemente vai allo stesso costo (o superiore) a giocare in un campioanto inferiore.

            Scusa ma proprio non vedo alcuna logica nella cosa…

          • Giovanni 9 Marzo 2016, 18:59

            Me li immagino i dati d’ascolto: ore 4 a.m., un unico contatto dall’Italia, zona Roma nord… 😀

          • San Isidro 10 Marzo 2016, 04:27

            Eccomi…aho, io ho messo lo streaming, ma non ce stanno partite…

  21. Hrothepert 9 Marzo 2016, 15:39

    Il dato che salta agli occhi è che è un giocatore della nazionale, giovane, forte, un prospetto di sicuro avvenire, lasci una nostra franchigia pseudo privata, non per andare in un club inglese o francese, ma in una franchigia…federale scozzese!!
    Da questo si evince che il problema è che da noi il progetto franchigie sia stato fatto male, non so se la colpa è stata per l’ incompetenza di chi lo ha realizzato prima e di chi l’ ha portato avanti poi, o per le resistenze dei clubs a rinunciare ai loro egoistici interessi di parte per mettere in atto quella rivoluzione necessaria per adeguare il movimento a quel sistema, oppure ad una federazione che non ha saputo imporre, o non ha voluto, “schiava” del tenere la barca pari con i clubs, quei necessari cambiamenti, il fatto sta che adesso Sarto e Favaro giocano in una franchigia di una federazione, quella scozzese, che quei cambiamenti li ha imposti, anche duramente, fermandosi di fronte a niente e che qui ora gran parte di voi porta ad esempio positivo.
    Favaro e Sarto hanno fatto una scelta condivisibile, perchè avranno la possibilità di svolgere la loro professione in un ambiente adeguatamente organizzato, tecnicamente preparato e con la prospettiva di andare a giocarsi possibili obiettivi.
    Quale può essere la ricetta per far si che ciò accada? Secondo me franchigie che siano completamente federali, sia nella sostanza che nella forma, un movimento che le finalmente sia organizzato a loro supporto, ingaggiare managers e tecnici stranieri preparati che le organizzino e che le guidino, contratti centralizzati per i giocatori che militano nelle franchigie, regola che chi se ne va prima di una certa ètà si scorda la nazionale e quando può andare è precluso lo spostamento in altre franchigie del Pro12, altrimenti stessa “condanna”, garanzie sul piano assicurativo e mediche agli atleti delle franchigie e della nazionale e a quelli che si opporranno per l’ impiego di risorse economiche ricordargli che i soldini che gli arrivano e con cui si possono divertire provengono dal 6Ns e quindi è necessario tutelare il livello per garantire al meglio la nostra partecipazione.
    In quanto al discorso USA, Ferrarini avrà fatto le sue valutazioni, magari ha dedotto che non può più ambire al palcoscenico della nazionale ed ha deciso di andarsi a fare un’ esperienza di vita oltreoceano, BergaMirco non fa testo, va a monetizzare in un campionato dove il suo nome ed il suo pedigree sono ancora sufficienti a garantirgli un ingaggio.

    • Giovanni 9 Marzo 2016, 16:12

      “giocano in una franchigia di una federazione, quella scozzese, che quei cambiamenti li ha imposti, anche duramente, fermandosi di fronte a niente”, aggiungo “una federazione che ha ricevuto 20ml di sterline da BT e le ha investite pari pari nel proprio sistema di formazione”.
      Ora, prova a paragonare tutto ciò con una federazione che si accinge a comprare una sede nuova di zecca, che ne indebiterà le casse per i prossimi 20 anni e il cui tentativo di affittare un intero piano è già abortito (con buona pace di chi parlava di “forma d’investimento”) ed hai l’idea con quale tipo di gente differente abbiamo a che fare.

      • Hrothepert 9 Marzo 2016, 16:38

        Giova, la nuova faraonica sede si chè uno spreco di soldi da…megalomani!!!
        Sul fatto dei soldi dello sponsors, hai notato che BT non mette il suo logo soltanto sulla maglia della nazionale ma anche su quella delle due franchigie? Allora, siccome l’ Italrugby del 6Ns attira parecchio pubblico allo stadio ed anche non pochissimi spettatori alla TV e trovare uno sponsor, non dico da 20 milioni ma almeno discretamente remunerativo, non dovrebbe essere così impossibile, se tu hai le franchigie formalmente ed effettivamente federali le puoi inserire nel pacchetto e cercare di pagare una parte dei costi anche così.

        • Giovanni 9 Marzo 2016, 16:56

          Dai, Hrot pure tu: sarebbe uno sforzo di meningi eccessivo…più semplice continuare a misurare con la squadretta ed il metro da sarti, che i nostri virgulti rispettino i sacri parametri del “progetto statura” e mandare i nostri federali in gita-premio alle isole del Pacifico.

          • Hrothepert 9 Marzo 2016, 17:03

            Il “progetto statura a priori”, soprattutto per i mediani ed i 3/4, è una bestemmia, sono daccordo che è meglio avere uno grosso che uno piccolo, ma a patto che sia anche capace a giocare!!!!

          • Giovanni 9 Marzo 2016, 17:25

            A noi ci pensa “l’insostituibile” ad insegnargli a giocare… 😉

          • Emy 10 Marzo 2016, 11:27

            A me pare che ormai non ci sia più neanche il progetto statura: sarà perchè giocano in pigiama, ma i nostri U20, oltre al resto, sono anche ben più piccoli degli avversari del 6N.

    • edopardo 9 Marzo 2016, 16:13

      Tu pensa agli Scozzesi che vedono una delle loro franchigie federali dove arrivano degli italiani già cappati anzichè Scozzesi giovani di buone speranze…. Faranno gli stessi discorsi che facciamo noi quando arriva qualche Sudafricano….almeno quest’anno quei 2 o 3 buoni possono essere cappati da parte nostra se ben faranno… 😀

    • pippuzzo 9 Marzo 2016, 18:03

      La cosa strana è che nessuno si incazzi in Scozia se crescono con i loro soldi un talentino italiano invece che uno scozzese. Le cose evidentemente vengono viste diversamente là.

      • Emy 10 Marzo 2016, 11:29

        Quanti italiani giocano in Scozia? Se gli stranieri li prendi buoni e non ti imbottisci di bidoni, è un investimento positivo: magari fosse così anche da noi.

  22. Totalmente incompetente 9 Marzo 2016, 16:11

    Hro, mi hai tolto le parole di bocca su tutto.
    Aggiungerei che questi giocatori, penalizzati da ritardo e insufficienza nella loro preparazione tecnica domestica, hanno tutto il diritto di cercare di migliorarsi quando ancora sono giovani con tecnici migliori e in squadre che giocano un rugby più complesso e interessante.

    Personalmente ritengo anche che la povertà tecnica del nostro rugby domestico si riflette impietosamente sulla sua spettacolarità, con i risultati ben noti di scarsezza di pubblico e inappetibilità per TV e sponsor.

    • edopardo 9 Marzo 2016, 16:21

      Pensando a quel che dici mi torna un pensiero: Forse se la federazione lo gestiva meglio avrebbe avuto più successo il rugby Seven con più velocità e spettacolarità similare al calcio nel senso di dinamicità,che non il rugby a 15.
      Spesso da gente che non conosce il rugby mi sento dire la tipica frase: Ma non si capisce nulla che fanno quando si ammucchiano e per molti diventa noioso nelle fasi statiche…sempre per gente che non bazzica di rugby.

      • Totalmente incompetente 9 Marzo 2016, 17:01

        Non saprei…il Seven è certamente più immediato, ma è un settore in cui in Italia siamo davvero tanto ignoranti…al punto da giudicarlo come un Dio minore rispetto al XV, anzi nemmeno una disciplina a se stante, quale in effetti è.
        E” lo stesso tipo di atteggiamento per il quale anche il touch in Italia non viene contemplato o ioncoraggiato.

        Non so fino a che punto saremmo stati in grado di attirare atleti di livello, di nuovo per manifeste carenze tecniche.
        Inoltre, il Seven è uno spettacolo solo se riesci a far giocare super atleti, oltre che a farli giocare bene.

        Di sicuro in Paesi di non particolare tradizione rugbistica il Seven, in chiave olimpica, sta avendo un ruolo diffusore notevole, ma con una programmazione di anni e un investimento di soldi e risorse notevoli.

        Comunque mi pare che la nostra Federazione abbia stabilito che non siamo interessati

        Però, mi viene da obiettare al discorso sulle fasi statiche, che non mi sembrano penalizzanti per la spettacolarità del XV laddove le medesime ed il gioco nel suo complesso siano di buon livello. Sono parte irrinunciabile del fascino del XV.

        Il problema nostro è che le fasi statiche predominano in maniera esasperante, ma semplicemente perchè non sappiamo giocarne altre con competenza: le palle cadono frequentemente, con o senza pressione avversaria e comunque le mischie non portano a ripartenze del gioco apprezzabili e restano miseramente fine a se stesse

  23. TommyHowlett 9 Marzo 2016, 16:51

    Sono anni che la Scozia ha intrapreso un cambio radicale della propria organizzazione rugbystica, tra l’altro facendolo ad alta voce con ampia pubblicità; ora i risultati si cominciano ad intravedere, sia a livello di franchigie che, soprattutto di nazionali. All’epoca, comunque non più di 5-6 anni fa, nessuno in Italia si mise a ruota dei ben più esperti scozzesi, per ingenuità o per troppa supponenza. E i risultati si vedono, sia a livello di franchigie che, soprattutto di nazionali (ripetizione voluta). Ragion per cui, i nostri talenti fanno benissimo ad andare in Scozia, piuttosto che in Francia o Inghilterra, perché là possono migliorare, qua da noi, con la struttura decadente che hanno le franchigie, no.

    • Hrothepert 9 Marzo 2016, 17:00

      Tommy non è stato per ingenuità ed anche poco per supponenza, è stato perchè ognuno inseguiva gli egoistici interessi del proprio provincialotto e campanilistico orticello.

  24. Hrothepert 9 Marzo 2016, 16:56

    Toalmente.., il problema è che, nonostante la consapevolezza delle povertà tecnica e spettacoralità che determinano la scarsezza di pubblico e conseguente inappetibilità per sponsors e TV del nostro domestic, si continuano a sprecare risorse in un campionato dalle imossibili pretese semipro’!!!

    • Stefo 9 Marzo 2016, 17:06

      Che risorse del movimento vengono sprecate?Dai hro se parliamo di spreco di risorse in maniera seria cioe’ pesnado cio’ che porta in cambio il Pro 12 vince per ampio distacco anche sulle Accademie…

      • Hrothepert 9 Marzo 2016, 17:19

        La partecipazione al Pro 12 è parzialmente uno spreco soltanto perchè organizzata e gestita male, così come le accademie slegate dal contesto, ma ambedue, se organizzate e gestite bene, possono dare frutti, l’ Eccellenza non ha invece alcuna possibilità di sviluppo positivo, anche con corretttivi; allora perchè sparare sul fatto che non ci possiamo permettere il Pro12 ed invece non realizzare che, come hanno fatto i nostri competitors celtici, un campionato con ambizioni semipro’ il nostro movimento non se lo può permettere?!?

        • Stefo 9 Marzo 2016, 17:27

          Io continuo a pensare che nvestire nel absso accettando un sistema ad esportazione non sarebbe uno spreco…tanto se si deve esportare allora si investa in maniera intelligente i soldi che si hanno.
          Se poi tra qualche abbi si sara’ in una posizione per sostenere le franchigie meglio alora si dara’ il salto…l’esempio che qualcuno avrebbe anche dato all’Italia da seguire.

          • Hrothepert 9 Marzo 2016, 17:39

            Investire dal basso vuol dire investire in formazione, in rugby scolastico, in istruttori adeguatamente preparati, in un campionato Under 20 e non in un campionato domestico di infime qualità, prospettive ed appeal, come quello che inevitabilmente c’ è in Italia; l’ ho già detto tante volte ma voglio ripetermi ancora una volta, se si sono resi conto irlandesi, gallesi e scozzesi che il loro domestic non poteva soddisfare esigenze qualitative e di attrazione di sponsors e di pubblico come sperano di farlo gli italiani, che partono da fondamentali infinitamente inferiori??

          • Stefo 9 Marzo 2016, 17:56

            Hro esatto io penso di aprtire dal basso per arrivare laddove erano irlandesi, scozzesi e gallesi quando hanno fatto la scelta celtica…l’esempio da seguire per me infatti non sono i celti dei quali l’Italia oggi non ah i presupposti al momento della creazione della CL, ma gli argentini che hanno investito su quello che avevano quel poco che avevano ma facendo in modo di produrre un “semilavorato” il cui prodotto finale veniva rifinito da altri…fino a quando non son stati pronti a fare il salto successivo.

          • Hrothepert 9 Marzo 2016, 18:04

            Quella scelta allora doveva essere fatta prima di aderire alla CL, ora è tardi e non puoi permetterti di piantare in asso i soci celtici, quindi ormai l’ unica opzione è mettersi pancia sotto ed apportare quelle riforme e quei correttivi che ci consentano di arrivare ad avere , nel minor tempo possibile, un movimento che abbia i presupposti necessari a continuare degnamente l’ esperienza celtica.

          • Stefo 9 Marzo 2016, 18:06

            Veramente puoi portare a compmento il biennio che ti resta alla meno peggio iniziando magari a predisporre il dopo in base ad un modello diverso…ed anzi spero proprio che nei prossimi due anni a questo punto si siedano e studino un piano b, un piano c ed un piano d e valutino con cautela cosa fare prima di vincolarsi mani, piedi e culo a qualcosa.

          • Stefo 9 Marzo 2016, 18:08

            E nelle valutazioni da fare anche dove sta andando la CL che il vantaggio di non essere soci paritari come invece qualcuno racconta sta anche nel poter valutare la cosa in maniera meno “coinvolta”

          • Giovanni 9 Marzo 2016, 18:20

            Piano b, c e d?!? Stefo dimentichi che in 6 anni di Celtic questi non sono stati in grado di trovare uno straccio di meccanismo di gestione decente dei permit…??

    • Totalmente incompetente 9 Marzo 2016, 17:11

      Hro…non sarei così certo che vi sia consapevolezza generalizzata delle nostre carenze.
      A me non sembra proprio: come si giustifica altrimenti la trovata degli allenatori solo italiani per le franchigie?

      Ma in senso generale e a un livello più basso, a me pare che – al di là dei campanilismi terrificanti a cui fai riferimento tu – l’ ambiente del rugby italiano sia profondamente conservatore e compreso della propria importanza e non si renda conto di quanto sia rimasto indietro.

      • Hrothepert 9 Marzo 2016, 17:29

        Io penso che lo sappiano, lo vedono dalle prestazioni della Nazionale, delle franchigie ed adesso anche dalle sconfitte nella terza coppa, subite da compagini non provenienti da movimenti del tier1, dall’ affluenza alle partite e dagli ascolti della diretta RAI, il problema, come hai detto tu, è il conservatorismo, che però viene da ciò che ho detto io, piccoli interessi partigiani, campanilismo e, soprattutto, provincialismo.

        • Totalmente incompetente 9 Marzo 2016, 17:41

          sembrano fattio incontrovertibili ma non sono sicuro che siano pronti ad ammettere che abbiamo un gap tecnico immenso, che va colmato imparando da altri più bravi

          • Hrothepert 9 Marzo 2016, 17:46

            Ed allora ci vuorrebbe una federazione che glielo imponesse, altrimenti che chiudesse i cordoni della borsa, vedresti senza sovvenzioni come farebbero immediatamente un bagno di…umiltà!!!!

  25. Emy 10 Marzo 2016, 11:54

    Falliti del tutto i risultati e fallita miseramente anche la motivazione di richiamare e trattenere i giocatori da nazionale, quali sono le motivazioni al rimanere in CL? O meglio, quali sono le motivazioni di rimanerci come ora?
    Il rugby italico allo sfascio mi fa incazzare e mi intristisce, ma ancora di più mi fa incazzare e mi intristisce che, davanti ad errori e fallimenti palesi e a tappeto (la nazionale, l’U20, il pro12, l’Eccellenza, un movimento che annaspa sempre di più) si continui imperterriti senza cambiare direzione, senza aggiustare, senza mettere e mettersi in discussione.
    Se ci si guarda attorno ci sono esempi positivi, nazioni in crescita, cose che si potrebbero e dovrebbero copiare, oltre ad un minimo buon senso.
    I nostri talenti se ne vanno all’estero, e non in Top14 o Premiership, come si fa giustamente notare, ma in Scozia, nelle divisioni secondarie francesi e ora anche negli USA e le motivazioni/considerazioni di tutti sono le stesse: miglior qualità del lavoro e degli staff e possibilità di allenarsi e giocare da professionisti in condizioni migliori (pur senza essere coperti d’oro), con prospettive di crescita maggiori. E’ così difficile farsi delle domande e darsi delle risposte?
    Gli USA stanno mettendo su da zero un movimento che parte dal 7s olimpico e farà molta strada, il JAP vola verso il mondiale casalingo, l’Argentina ha riformato tutto e dopo il Championship è arrivata anche la franchigia in Super Rugby, la Scozia investe dalla base e si vede, la FIR compra una sede da 23 milioni e cerca di convincere che farà il bene del movimento e porterà risultati. Almeno facessero sapere se il palazzo gioca in mischia o nei trequarti.

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