Contatto sì, contatto no? Botta e risposta tra medici britannici e World Rugby

Prima la lettera al governo inglese con oltre 70 firme, poi la decisa risposta del massimo organismo di Ovalia

COMMENTI DEI LETTORI
  1. 6nazioni 2 Marzo 2016, 15:52

    da noi con o senza, il nulla nelle scuole.

  2. dinogargano 2 Marzo 2016, 16:33

    Concordo in pieno , semmai il problema è inerente alla scelta tecnica : giocare al tocco come in Inghilterra fino a 10 anni compiuti abilita maggiormente al gioco sul passaggio e lo smarcamento rispetto a quello che si vede da noi … come acchiappo una palla non la mollo più , ti punto e caricaaaa !!! Pro e contro ovviamente delle due opzioni …però secondo me si potrebbe almeno parlarne .

  3. Hrothepert 2 Marzo 2016, 17:35

    Ah,…annamo bene, se il pregiudizio sul Rugby comincia a prendere piede anche Oltre Manica qui siamo già spacciati prima di iniziare, ci conviene aprire delle scuole di danza classica e delle scuole di canto per preparare i ragazzi ad andare ai…Talent Show!!!!!

  4. Rabbidaniel 2 Marzo 2016, 18:09

    Due cose: il tag rugby nei primi anni di attività. Secondo, categorie di peso, come pare facciano i neozelandesi, non proprio gli ultimi arrivati.
    “Currently a number of competition organisers under the New Zealand (NZRU) Rugby Union have weight cut-off criteria for age grades which require players over a given weight to move up an age grade to facilitate them playing with similar sized players. This has been done in these territories due to the concerns regarding the larger size of some children, especially from ethnic backgrounds where children tend to develop earlier, compared to the average for their age and the perceived injury risk to smaller children when playing with or against them. This practice is generally more common in areas where the playing population is large enough to allow this practice while providing playing opportunities to all players, irrespective of their size.”
    http://playerwelfare.worldrugby.org/?subsection=64

    • Legionario 2 Marzo 2016, 22:41

      Questa delle categorie di peso è una cosa molto importante: ovviamente per la sicurezza ma anche per lo sviluppo del rugby
      Per i più piccoli: permette di giocare senza essere sovrastati fisicamente e quindi di non sviluppare un’avversione al contatto o un senso di inadeguatezza.
      Per i più grossi, non potendo contare solo sulla superiorità di stazza sono costretti a sviluppare altre capacità tecniche, qiali il passaggio ecc.
      Per gli allenatori che devono pensare a schemo di gioco diversi dal “passa al grosso e sfonda”
      Speriamo si possa fare anche da noi

  5. mamo 2 Marzo 2016, 18:45

    Adesso ditemi che sono solo un povero vecchio nostalgico dei tempi in cui era bambino.
    Si giocava, ci si legnava, zozzi ogni sera, ginocchia perennemente sbucciate (ricordate le “croste”), lividi prima bluastri e poi giallognoli.
    Unico limite: i compiti prima di uscire. A Natale non c’erano limiti, a Pasqua nemmeno e in Estate pochini che intralciavano solo gli ultimi giorni di vacanza.

    Ora i limiti pervadono le domeniche, i pomeriggi i Natali le Pasque e l’Estate, quasi che avere la libertà di giocare sia un peccato, un reato o un insulto.
    Chi adesso, in età scolare, fa sport in Italia non si deve preoccupare di concussion o che altro, ma solo pensare se è il caso di continuare a praticare quello sport perché non sempre riesce a fare tutti i compiti e non sempre il lunedì è pronto per l’interrogazione.
    Si stanno crescendo generazioni di studenti disabituati a prendersi lo spazio per lo sport o per il gioco in generale, eccezion fatta per Play station o simili.
    Ha perfettamente ragione 6N quando dice il Nulla nelle scuole ma dimentica che non c’è solo quel nulla, le Scuole, in Italia, sono dei diserbanti dello sport.
    Questo articolo, purtroppo, credo che non ci riguardi proprio.

    • Rabbidaniel 2 Marzo 2016, 18:54

      Mah, per me è una questione anche tecnica, oltre che di sicurezza (su quest’ultimo aspetto non ho competenze): da noi si privilegia troppo poco l’aspetto tecnico per lasciare che le cose vadano com’è naturale che vadano, ovvero il più grosso prende la palla e va. Il tag rugby per i più piccoli per me è un’ottima idea, e ci sarebbe anche da discutere sulle categorie per peso, perché l’obiettivo delle federazioni è anche la promozione dello sport, non solo selezionare i futuri nazionali.

    • RickyR 2 Marzo 2016, 19:33

      Ho 19 anni e sono forse l’ultimo anno della generazione che ha vissuto a pane ed ematomi, forse anche favorito dal fatto di abitare in un paesino di 8mila abitanti. Fino alla terza media in bici ogni giorno di fuori quando non andavamo ad infangarci al campo da calcio in terra rossa. Al parco sempre fra castelli di legno e altalene. Gare di “ruzzolo” dal capo della collina al fosso correndo a perdifiato fino ad arrivare in fondo rotolando. Ho iniziato ad utilizzare il telefono in terza media perchè sotto il campo dove mi trovavo con i compagni di classe ho conosciuto quella che di lì a 2 anni sarebbe stata la mia ragazza. Le gare con le vespe truccate e preparate da noi. Quando andavo a casa della morosa con le mani sporche d’olio del motore. Sono dannatamente orgoglioso di essere stata l’ultima annata così. Scusami mamo, mi sono fatto prendere dalla nostalgia.
      ps. se ti chiedi perchè mi trovo in questo sito senza aver praticato rugby è che purtroppo la squadra più vicina è a 45km da me. Fin da bambino è stato un mio sogno praticarlo, purtroppo mai esaudito ma non demordo. Anno prossimo Cus della città in cui andrò ad immatricolarmi.

      • mamo 2 Marzo 2016, 19:42

        Ciao Richy,
        sei stato molto fortunato a goderti il tuo tempo e contemporaneamente un pochino sfortunato che tu non te lo sia goduto con il rugby.
        Comunque in bocca al lupo sia per la matura che l’università ma soprattutto, sottolineo il soprattutto, per il tuo inizio nel CUS (una scala di valori che neppure mia moglie, dopo oltre trent’anni di matrimonio, condivide) 😉

      • Scrovat 2 Marzo 2016, 19:55

        Spettacolo, 20 anni e stavo per scrivere la stessa cosa.
        Salvo per il rugby, oramai pratico tutt’altro sport.
        Poi, giusto per contraddire, in realtà credo che siano ancora molti i ragazzini dei piccoli comuni rurali che se la spassano all’aperto; io rimango fiducioso

    • Mero Vingio 2 Marzo 2016, 19:59

      Bravo Mr Mamo concordo in pieno. Poi io sono un estremista sulle poche cose in cui credo e la mia bambina la mando al rugby, danza, nuoto e drama school e a scuola non la vedono neanche in foto
      Cordiali saluti

      • mamo 2 Marzo 2016, 20:08

        Non esagerare !
        Nonostante la mia scala di valori mi sono perfino laureato ..

    • pier58 3 Marzo 2016, 08:09

      La scuola, i genitori che quando piove tirano fuori i carrarmati per portare il bimbo (anche se ha 15 o 16 anni) perché non prenda freddo o che portano lo zaino fin dentro la scuola perché, sempre il bimbo, non lo può fare perché pesa troppo. È vero che la scuola non aiuta i ragazzi a fare sport ma è vero anche che i genitori dovrebbero abituarli a prendere qualche decisione, a far qualche sacrificio, a sbucciarsi le ginocchia per allenarsi alla vita e non solo allo sport.

  6. Stefo 2 Marzo 2016, 21:35

    Mah insomma non condivido molto il punto dei medici.
    Placcare e’ una questione tecnica e non si puo’ pensare in uno sport di contatto come questo di arrivare a 16-18 anni senza aver isnegnato e fatto fare pratica nel placcaggio…falli iniziare a quell’eta’ con una cosa tecnica quando son gia’ bei manzetti anzi probabilmente piu’ pericoloso che farlo quando son bambini in cui le stazze bene o male sono piu; simili tra i bambini e gli impatti meno forti.
    La cosa preoccupante nel caso a livello di rugby school serio e’ la gestione degli infortuni e dei ragazzi, i problemi vengono da li’ perche’ gia’ li si inizia sempre piu’ spesso a spingere al limite i ragazzi ed e’ li’ che si deve intervenire con regole piu’ attente alla salvaguardia dei ragazzi.

    • carlo s 3 Marzo 2016, 12:54

      com’è la situazione in Irlanda, riguardo al settore giovanile. il contatto è permesso?

      • Stefo 3 Marzo 2016, 13:43

        Under 8 si iniza a placcare

      • Stefo 3 Marzo 2016, 13:45

        E come in tutte le cose a quell’eta’ hai una maturazione diversa, ci sono bambini che son gia’ pronti, non hanno paura a placcare e subire il placcaggio e bambini che ci mettono magari un po’ di piu’ a prendere confidenza ed avere meno paura…

  7. Antonio9 2 Marzo 2016, 23:42

    Dobbiamo proibire i fratelli e sorelle e rendere obbligatorio il figlio unico?
    qualunque “incontro” fra bambini è molto più violento del rugby …

    Siamo alla follia iperprotettiva ed allo scarico generale di ogni responsabilità.

  8. Eva P. 3 Marzo 2016, 14:06

    Per me, pur mamma di un bambino piccolino e spesso schiacciato dai suoi avversari piu’ grossi, questa ipotesi è davvero una “follia iperprotettiva” (ho letto articoli su articoli di pediatri che affermano che non c’è differenza statistica di infortuni tra rugby e vari sport, a livello giovanile).
    L’unica cosa che mi farebbe forse riflettere sarebbe la possibilità di raggruppare i bambini per taglia e/o peso piuttosto che per età, perchè sotto i 12 anni due anni di range sono un po’ tanti. Ma non per una questione di ridurre i “rischi”, bensì per far sviluppare a tutti lo stesso livello di tecnica: i piu’ piccoli si dovrebbero confrontare con pari taglia, quindi potrebbero oggettivamente migliorare tecnica e metodi di placcaggi e pulizie, e i piu’ grandi dovrebbero imparare a fare anche altro oltre a “sfondare” di potenza, visto che quello che sta davanti è potente quanto lui.
    Però non sono un’esperta, quindi magari ho detto cavolate…

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