Inchiesta – Rugbisti con la valigia (parte 4): intervista a Scanferla e Leso

Prosegue il nostro viaggio. Oggi parliamo con due nostri atleti che hanno scelto di attraversare le Alpi

Leso e Scanferla

Stefano Scanferla e Piermaria Leso sono passati questa stagione dall’Eccellenza ai campionati di Federal 3 e Federal 1. Ci raccontano il loro percorso, cosa li ha spinti a prendere questa decisione e quali sono le loro impressioni all’inizio del girone di ritorno.

 

Nome: Stefano
Cognome: Scanferla
Data di nascita: 11/09/1990
Ruolo: terza linea
Peso: 100 kg
Altezza: 1,85
Club precedente: Calvisano Rugby
Club attuale: USAP 84
Qual è stato il tuo percorso nelle giovanili nel tuo Club e in Nazionale ?
Ho iniziato a 7 anni. Fino all’under 17 sono stato nel Botticino per poi passare al Rugby Calvisano dove ho fatto l’under 19 e poi sono passato in prima squadra in serie A2, poi A1 ed infine in Eccellenza. Per quanto riguarda la nazionale: ho partecipato all’attività nazionale dall’U17 all’ U21 e poi ai raduni con la nazionale emergenti.
Sei stato in accademia?
Non sono mai stato “residente” in accademia, ma facevo parte di un gruppo che ogni 3-4 settimane scendeva per qualche giorno ad allenarsi, specialmente durante il periodo di preparazione del 6 nazioni U20. Il Calvisano all’epoca aveva il progetto “accademia del club”, aveva quindi la propria accademia U20 dove ogni pomeriggio, tutti i giorni dal lunedì al venerdì, si studiava e ci si allenava sul campo e in palestra.
Durante gli anni nelle giovanili hai avuto l’impressione di fare parte di un progetto di sviluppo delle tue potenzialità fisiche, della tecnica individuale e tattiche ?
Credo di si. Penso che ci fosse un progetto che riguardava una lista di giocatori che è sempre andato ampliandosi con programmi di lavoro condiviso tra club e nazionale.
Come e dove è avvenuto il passaggio dalle giovanili ai seniores?
E’ avvenuto nel Rugby Calvisano, dopo due anni di under 20 sono passato in prima squadra. La retrocessione nel 2010 della prima squadra in A2 mi ha permesso di fare due anni di gavetta. Inizialmente ho sentito Il gap fisico, ma devo ammettere che il fatto di far parte del giro nazionale mi ha aiutato sia a livello fisico sia a livello tattico e mentale.
In che modo sei entrato in contatto con USAP 84? Cosa ti ha convinto del loro progetto?
E’ stato un agente che mi ha messo in contatto con il nuovo capo allenatore, Chris Wyatt, 2°-3° linea , ex nazionale gallese (40 caps) ed ex giocatore di Scarlets, Newport , Munster, Bourgoin e Aix. Dopo che il Calvisano mi ha lasciato senza contratto inaspettatamente lo scorso agosto le scelte non erano molte. Mi ha convinto Chris: la sua esperienza, le sue conoscenze e poi il progetto. L’USAP84 vuole ritornare in un paio di anni in Federal 1. Cercavano dei giocatori stranieri giovani ma con esperienza e allora ci stiamo dando una mano a vicenda.
Quali sono le principali differenze tra Eccellenza e Federal e secondo te rispetto alla Federal 1, 2 e 3 a che livello si collocano le squadre dell’Eccellenza?
Penso che una società media dell’Eccellenza possa giocare in Federal 1, probabilmente alcune squadre farebbero molta fatica mentre altre giocherebbero per salire. Collocherei la Federal 3 al livello di una buona-ottima serie A.
Lavori o fai solo rugby?
Il club darebbe la possibilità di lavorare tramite degli sponsor, ma dato il progetto ho optato per una sorta di semi professionismo.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Quest’anno lo vedo come un anno di transizione e rilancio: la mia idea sarebbe quella di far bene per poter andare in qualche squadra di più alto livello rimanendo sempre in terra francese.

 

Nome: Piermaria
Cognome: Leso
Data di nascita: 10/06/91
Ruolo: Pilone Destro
Peso: 125kg
Altezza: 183cm
Club precedente: Petrarca Padova
Club attuale: USRP
Qual è stato il tuo percorso nei club?
Ho cominciato nel Valpolicella Rugby. In U18 sono passato nel Petrarca Padova col quale ho partecipato al campionato U20 e lo stesso anno ho giocato qualche partita in Eccellenza e in Amlin Cup. Dal 2011 ho giocato stabilmente in prima squadra.
E in Nazionale?
Ho integrato la Nazionale in U17 e ne ho fatto parte fino all’ U20 che ho guidato come capitano nella Rugby World Cup nel 2011 dopo che nel 2010 avevamo vinto il Junior World Trophy.
Nei 10 Poli francesi i 15enni si allenano 10-12 ore ogni settimana, nel tuo caso a che età c’è stato il passaggio da un rugby più “ludico” ad uno più “professionistico”?
Il passaggio dal rugby ludico a quello più professionistico è stato sicuramente quando ho frequentato l’accademia Ivan Francescato a Tirrenia, a 18 anni. In quegli anni non erano ancora attive le accademie zonali ma delle accademie gestite dai club. L’accedemia del Petrarca metteva a disposizione degli insegnanti che ci seguivano per lo studio e dei tecnici per lavorare sulla tecnica individuale. La giornata terminava con l’allenamento nella propria categoria. Quindi prima di entrare all’Accademia di Tirrenia c’è stato un incremento delle ore di pratica.
La formazione ricevuta nel club e in accademia ti ha preparato dal punto della tecnica individuale, collettiva a giocare ad alto livello?
Certamente i club e le accademie ti introducono alla tecnica individuale, ma in mischia chiusa è essenziale l’esperienza quindi è importantissimo giocare molto. Essendo un ruolo molto tecnico è necessaria la guida di un allenatore competente affiancata ai consigli di giocatori più esperti.
Quest’anno sei passato dal Petrarca all’USRP quali sono le motivazioni di questa partenza all’estero?
Era già qualche anno che volevo fare un’esperienza all’estero. Ho avuto questa opportunità e l’ho presa al balzo. Inoltre nel campionato di Federal 1 si trovano giocatori con molta esperienza in mischia chiusa che in questa divisione è considerata una fase di gioco molto importante, motivo in più per provare a fare questa esperienza rugbystica e di vita.
Stefano Scanferla mi ha detto:” Penso che una società media dell’Eccellenza possa giocare in Federal 1” condividi?
Concordo parzialmente con Stefano, nel senso che secondo me la Federal 1 equivale all’Eccellenza dal punto di vista tecnico, ma dal momento che nella rosa di ogni squadra sono presenti 3-4 giocatori tongani, figiani, samoani, neozelandesi di livello elevato il campionato risulta molto duro fisicamente.
Com’è invece l’organizzazione societaria in Federal 1 rispetto all’Eccellenza?
Per quanto riguarda l’organizzazione societaria è tutto preciso e ben strutturato. All’USRP c’è un lavoro enorme dietro le quinte, con decine di persone addette all’organizzazione e lo staff tecnico è molto più ampio. Abbiamo in campo 5 allenatori: 1 head coach, 1 allenatore delle touche, 1 allenatore della mischia, 1 allenatore dei trequarti, 1 allenatore dei calci. Lo staff è completato da 2 preparatori fisici, 1 fisioterapista, 1 medico, 1 massaggiatore, 1 osteopata inoltre ci sono 2 persone addette alle riprese e alla video-analisi. Marketing e comunicazione sono molto efficaci ad ogni match sono presenti 3000 spettatori. C’è un coinvolgimento attivo degli sponsor che sono ricevuti dai giocatori in un’area apposita di 180 metri quadrati. In Federal 1 la maggior parte dei giocatori ha contratti professionistici e non amatoriali come in Eccellenza, questo significa che lo Stato ti considera un vero e proprio lavoratore, perciò si pagano le tasse e si versano i contributi per la pensione e gli infortuni sono considerati al pari di un incidente sul lavoro.
Quali sono i tuoi obiettivi a breve e lungo termine? Vedremo presto un italiano in PRO D2?
Il mio obiettivo a breve termine è di crescere in mischia chiusa e curare qualche altro aspetto in cui al momento mi sento ancora un po’ carente, a lungo termine è quello di laurearmi e riuscire a giocare in PRO D2, possibilmente con l’USRP.

 

di Alessandro Vischi
Veterinario, ex giocatore del CUS Milano e dell’ASR Milano, educatore del minirugby e arbitro. Da tre anni vive a Tolosa dove si respira il grande rugby

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