Elezioni FIR, il fronte anti-Gavazzi: dal Veneto le voci dei protagonisti

Ecco cosa hanno detto a caldo i sostenitori e i (pochi) contrari dopo la riunione di lunedì

COMMENTI DEI LETTORI
  1. MisterX 28 Ottobre 2015, 13:47

    finalmente… vinciamo le elezioni e riprendiamoci il nostro sport (nessuna pietà per il 5% traditore)!

    • Thunderstruck 28 Ottobre 2015, 15:24

      Calma. Chi vincerà non dovrà vivere di rancori o vendette, altrimenti si verificherà un “Veneto contro TUTTI” (oltre che contro una piccola parte antagonista di se stesso in tipico stile PD. Inteso non come targa di Padova…) e ciò non gioverebbe a nessuno. Nemmeno alle società venete stesse, credo, dato l’alto rischio di fare come il mitologico Cerbero…
      Il principio non è nè il “Patria o muerte”, nè di ripagare il lumbàrd Gavazzi con la stessa moneta. Altrimenti c’è solo il rischio di far peggio, dato che ad esso, in Italia, non c’è mai fine.
      Ed il Veneto, è pur sempre suo malgrado Italia…

      • Paolo PD 28 Ottobre 2015, 16:34

        *tuo* malgrado, parla per te

        • Thunderstruck 28 Ottobre 2015, 16:41

          L’hai presa nel modo sbagliato. Alludevo all’idealistico desiderio di molti veneti di essere o sentirsi una Repubblica a sè. Come se non ne conoscessi, fra l’altro… Facessero un referendum ci sarebbe di che disquisire.
          Era da farci un sorriso, insomma. Nessuna polemica o provocazione.

    • panocia 29 Ottobre 2015, 08:42

      tu sei fuori di testa. riprendiamoci il nostro sport? nostro di chi? zatta, innocenti e c……… hanno 40.000.000,00 di buoni motivi per volere la presidenza fir. sono curioso di vedere come faranno a risolvere i problemi in sicilia, puglia, campania. ogni anno sperperano 5.000.000,00 di contributi fir per allestire una franchigia di m….. con quali risultati? vogliono sono mettere le mani sul malloppo e gestirsi il giocattolino. l’impressione è che quì cambia il pisello, ma il culo rimane sempre il nostro.

      • lupomar 29 Ottobre 2015, 19:12

        Alcune considerazioni:

        1. Le società Venete sono andate alla conta per vedere con che numeri si può partire. E’ stato prontamente e ripetutamente evidenziato che si vuol dare una alternativa al Rugby Italiano cercando di raccogliere tutte le Società che dissentono dalla linea fin qui portata avanti dal Presidente uscente. Quindi NON si tratta di Veneto contro tutti, ma di Società Italiane contro la classe dirigente che ci ha condotto allo sfacelo negli ultimi decenni (Gavazzi, Ascione e Cecchinato su tutti).

        2. Il risultato è stato eclatante e superiore ad ogni previsione con un’adesione pressoché totale alle Linee Guida proposte da Zanovello.

        3. Per chiarezza è giusto sapere quali sono le pochissime società che non hanno appoggiato il progetto per ora:

        – Erano assenti e hanno fatto sapere che, in questa prima fase, non ritenevano di appoggiare il progetto: San Donà e Rubano.

        – Si sono astenute: il già citato Mirano, il Vicenza e il Valsugana.

  2. Mr Ian 28 Ottobre 2015, 13:48

    Per dovere di cronaca è giusto fare le pulci a tutti visto che il presidente deve essere espressione dell intero movimento, sulla frase che il Veneto in questi tre anni ha dimostrato di essere pronto alla guida del movimento qualche dubbio mi rimane, l aspettativa è nata perché fare peggio di Gavazzi mi sembra un po’ difficile, e più che aspettativa io la chiamerei ultima spiaggia per sperare in qualcosa di diverso, ovviamente l ultima spiaggia si individua nel Veneto perché è la regione rugbisticamente più avanzata. Ma in Veneto si sta affrontando i metodi per risolvere problemi a loro distanti anni luce? Come può il veneto risolvere il problema impianti in Sicilia? o migliorare il reclutamento degli under?
    Io spero vivamente che il Veneto possa cambiare le sorti del movimento, ma di sicuro non come è stato affrontato il problema Benetton, anche se quello è circoscritto alla gestione familiare della squadra più che un problema legato al comitato…O anche l ultimo derby day non mi è sembrato il massimo da un punto di vista di pubblico e sponsorizzazione di un evento che rappresenti una regione…cmq aspettiamo a leggere il programma

    • oliver63 28 Ottobre 2015, 14:30

      Forse perchè il Veneto li ha affrontati prima e meglio degli altri .. .

      • Mr Ian 28 Ottobre 2015, 14:49

        Per quanto riguarda il discorso reclutamento posso anche essere d accordo, a questo punto se il loro è un metodo vincente, che dicano come fare e con quali strumenti a tutti gli altri.
        Per il discorso impianti la questione è molto più complicata, o hai i soldi per costruirteli, oppure devi interloquire con gli enti pubblici per averne la gestione e ti garantisco che è una cosa molto difficile e spesso le pubbliche amministrazioni si mettono anche di traverso….
        ovviamente non bisogna credere a chi in questo periodo ti promette la costruzione di un sintetico..per ora verba volant, o forse sentendo le dichiarazioni di qualcuno, erba volant..

      • andrea 28 Ottobre 2015, 17:15

        E senza patto di stabilità (parlando di impianti).

    • gsp 28 Ottobre 2015, 15:54

      Mr Ian, hai pienamente ragione. la forza del Veneto viene dal fatto che far peggio di Gavazzi e’ difficile.

      pero’ i problemi che ha il movimento italiano e la nazionale, sono gli stessi che i club ed il movimento veneto devono affrontare, e fino ad oggi non hanno saputo risolvere. c’e’ da prendere atto, che nessuno, nemmeno il veneto, puo’ competere con regioni e contesti rugbystici avanzati, con i quali ci confrontiamo. insomma, serve molta umilta’ e consapevolezza.

      per quanto poi riguarda le regioni che non sono il veneto (o lombardia, parma, Roma), il modello veneto e’ difficilmente esportabile. per l’allargamento della base ci vorra’ ben altro, un modello del tutto diverso ancora da creare.

    • pauldarcy 28 Ottobre 2015, 22:12

      Credo che la gestione fallimentare, sportivamente parlando, della Benetton Treviso, degli ultimi tre anni, sia da ascrivere al concomitante ingresso con i 4 mio di euro della Fir. Il peccato originale della proprietà e della dirigenza é stato di avallare questo ingresso consapevoli che nulla sarebbe più stato con prima.

    • panocia 29 Ottobre 2015, 08:33

      Condivido pienamente il tuo ragionamento. prima di giudicare è bene capire quali sia i programmi ed i nomi che il movimento veneto propone. non sono d’accordo che il “sistema veneto” sia un sistema vioncente ed esportabile. quali sono i risultati ottenuti dalla franchigia veneta in questi anni? con quali soldi sono state allestite negli anni le squadre di zatta? siamo sicuri che il movimento veneto sia veramente in grado di garantire la crescita del movimento in tutta italia? qualche dubbio personalmente ce l’ho.

  3. pignatta 28 Ottobre 2015, 14:01

    l’importante è che ci siano in mezzo persone capaci e che abbiano un modello di sviluppo preciso, poi potrebbe essere pure la Sicilia a guidare la “nuova era” oppure, anche meglio, qualcuno a prescindere dalla sua residenza, o no?

    in Veneto, oltre a essere più diffuso il rugby che in altre parti d’Italia, c’è anche un modello diverso e la diffusione del rugby è dovuta a questo, oppure no ed è solo per tradizione? o la verità è a metà? lo chiedo da ignorante, ignorantissimo..

    • Dagoberto 28 Ottobre 2015, 14:42

      La storia più esaltante del rugby veneto prende il via, sostanzialmente, dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando con l’avvio del piano Marshall i tanti presidi militari alleati presenti in Italia, presero possesso in pianta stabile per diversi anni molte aree della penisola ed il Triveneto, in particolare, anche grazie alle diatribe che si dilungarono fino a metà degli anni ’50 per decidere i destini delle limitrofe aree di confine con il neonato territorio libero di Trieste, comprendente territori italiani ed istriani.
      La presenza di tanti militari britannici (sostanzialmente, a presidio di temute invasioni da parte del blocco alleato orientale) fece da traino anche per molte realtà rugbistiche locali che ne ebbero un notevole beneficio nell’acquisizione di skill e competenze di gioco, più che in altre parti d’Italia dove, piano, piano, la situazione geopolitica andava regolarizzandosi.
      Non è un mistero che, in precedenza, la storia più blasonata del rugby in Italia si divideva, principalmente, tra Milano e Roma con poche altre ecezzioni. Questo periodo post bellico, diede alle zone venete un indiscutibile vantaggio rispetto altre realtà che, invece, incominciarono, chi più, chi meno, un lento declino (anche grazie alla fastidiosa fama che il rugby si era fatto di sport ben visto dal fascismo) a cui, peraltro, assistiamo tutt’ora. Comprendere, quanto tutto ciò sia merito dei veneti e delle loro capcità manageriali, piuttosto che alle particolari e casuali situazioni in cui si trovarono ad operare, è esercizio tutt’altro che facile da espletare. Che negli ultimi anni nel Triveneto si stia assistendo ad esempi virtuali di gestione sportiva non mi sembra si possa proprio dire. Se si eccede per il fenomeno Benetton, peraltro anch’esso con molti punti interrogativi, non vedo tutta questa eccellenza. Certo, il confronto può essere solo fatto con una mediocrità tale che, insomma, difficle non uscirne vincenti, ma mi sembra si possa considerare solo una vittoria di misura.

      • xnebiax 28 Ottobre 2015, 15:35

        Grazie per la lezione di storia. 🙂

        • fracassosandona 28 Ottobre 2015, 16:36

          pare più un racconto fantasy, se fossi un revisore di wikipedia chiederei le fonti anche perché in Friuli e a Vicenza (ma nemmeno a Napoli o Brindisi), dove c’era il grosso delle forze NATO non è che il rugby sia decollato come a Padova, Treviso e Rovigo…

          • nespo 28 Ottobre 2015, 17:32

            In centro Anzio, Nettuno etc. gli americani ci hanno insegnato il baseball.

          • Giorgio Brera 28 Ottobre 2015, 17:45

            Infatti a Padova il rugby “importante” è nato in ambiente universitario (CUS e Petrarca) dopo la guerra e poi nell’ambiente del dopolavoro della Polizia (Fiamme Oro). In realtà l’origine è probabilmente prebellica, cioè in epoca fascista (il che non vuol dire che il rugby è rimasto uno sport fascista nel dopoguerra). Inizialmente osteggiato dalregime perché troppo inglese, è poi diventato ben visto perché molto fisico, molto machista. Il perfetto passatempo per gli universitari. Il rapporto con i miltari (inglesi) c’è stato, ma molto più limitato di quanto si pensi. A Rovigo e Treviso manco c’era l’università… A Vicenza, piena zeppa di americani, non ha attecchito nemmeno il baseball! Quindi la correlazione con la presenza di soldati alleati stanziali in una certa zona geografica non è così solida.

          • Camoto 28 Ottobre 2015, 17:53

            Ecco nespo. Da nettunese, bella sfiga, preferivo il rugby.
            Però visto che è la squadra più titolata di Italia e con la stadio più grande d’ Europa non capisco perché nessuno vaneggi sulla grande managerialità del popolo nettunese. In parte è come dice Adg, grossi numeri per selezionare chi ha le capacità migliori, pensa che Bruno Conti da ragazzino era stato selezionato per giocare a Baseball negli States.

          • Dagoberto 28 Ottobre 2015, 23:53

            Per la verità il racconto non è farina del mio sacco, ma la sintesi (o meglio quello che ricordo) di un bel libro sulla storia del rugby in Italia. Non chiedermi ne titolo ne autore, tra tanti letti, non ricordo certo quale sia, ma volendo potrei andare a sfogliare tra i tanti che ho in libreria per trovarlo. Comunque, al di la delle prove provate, la dinamica non mi sembra molto irreale. Vero è che gli alleati erano dislocati ovunque, ma le guarnigioni inglesi, in particolare, erano stanziali in quella parte d’Italia e gli alleatiin generale non presidiavano tutti Italia alla stessa maniera (l’ho già detto, peraltro!). Comunque in Campania con la Rugby Partenope ed il Benevento Rugby, in particolare, il rugby si è distinto sia con un paio di scudetti e sfornando giocatori come Perugini, Furno, D’Apice, lo stesso Canna è beneventano. Insomma, prima della seconda guerra mondiale il rugby era, sostanzialmente, solo Milano, Roma e un po’ di Torino.

        • malpensante 28 Ottobre 2015, 18:23
      • speartacKle 28 Ottobre 2015, 18:35

        ma che amentità vai raccontando?!

        • Dagoberto 29 Ottobre 2015, 10:18

          Per fare meno fatica o cercato sul web il libro che ho letto e il caso mi ha portato prima al sito della FIR
          [ http://www.federugby.it/index.php?option=com_content&view=article&id=68&Itemid=91 ]
          dove si può leggere:
          “… Al termine della Seconda Guerra Mondiale la palla ovale nostrana scopre una nuova dimensione, grazie in particolare agli insegnamenti delle truppe alleate in Italia.
          I soldati sudafricani, neozelandesi, inglesi ed australiani diventano i maestri del nuovo Rugby italiano …”

          poi al sito del Rugby Falconara
          [ http://www.rugbyfalconara.it/chi-siamo/storia-del-rugby/ ] dove si cita:

          “… Milano e Roma sono i grandi centri rugbistici italiani, … Conclusa la guerra, il rugby italiano scopre una nuova dimensione, grazie in particolare agli insegnamenti delle truppe alleate di stanza in Italia. I soldati sudafricani, neozelandesi, inglesi e australiani diventano i maestri del nuovo rugby italiano … Gli alleati hanno comunque rafforzato il rugby nella provincia italiana e saranno città come Parma, Rovigo, L’Aquila, Padova e Treviso a dominare la scena interna e il campionato.”

          Se vi fa piacere potete continuare la ricerca 😉

          “Milano e Roma sono i grandi centri rugbistici italiani, ma si gioca anche a Torino, Bologna, Padova, Napoli, Genova, Brescia, Treviso, Rovigo, Parma. Conclusa la guerra, il rugby italiano scopre una nuova dimensione, grazie in particolare agli insegnamenti delle truppe alleate di stanza in Italia. I soldati sudafricani, neozelandesi, inglesi e australiani diventano i maestri del nuovo rugby italiano, … Gli alleati hanno comunque rafforzato il rugby nella provincia italiana e saranno città come Parma, Rovigo, L’Aquila, Padova e Treviso a dominare la scena interna e il campionato.”

          • Dagoberto 29 Ottobre 2015, 10:21

            ops, citazione copiata una volta di troppo, sorry

      • mamo 28 Ottobre 2015, 20:34

        Ideaaaaaaa !!!!!
        Andrea Gritti Presidente:
        -ex ottimo rugbysta
        – sa parlare
        – é laureato
        Ma soprattutto é omonimo di uno dei Dogi piú importanti che abbia avuto la Serenissima
        E cosí siamo a posto Anch con Storia

  4. fracassosandona 28 Ottobre 2015, 14:58

    Il presidente della Benetton Amerino Zatta, battuto nel 2012 da Gavazzi prima del voto di lunedì ha lanciato un avvertimento a tuti i presenti: “Siate onesti con voi stessi. Non dite sì alla proposta se pensate no. Come è successo tre anni fa quando certi presidenti si sono venduti la notte prima del voto, togliendoci il 20% di consensi”.
    qualcuno giurerebbe di averlo sentito aggiungere a mezza voce anche un “cancari”… 🙂

    • Obelix-it 29 Ottobre 2015, 19:46

      No, dai, menti sapendo di mentire…

      Non a mezza voce 🙂

  5. Giovanni 28 Ottobre 2015, 14:59

    Per il momento mi pare siano alla fase Dogiana del processo: “quanti siamo, quanto siamo belli, quante buone intenzioni in comune che abbiamo…”. Ma il nodo verrà lì, quando si deciderà chi deve tirar fuori il grano, qui, quando si deciderà chi deve essere la persona che rappresenta tutti. Ed allora altro che maldipancia da 20% di voltafaccia…

  6. Unforgiven79 28 Ottobre 2015, 15:22

    Il clamoroso paradosso è che il Veneto, la regione storicamente più avanzata rugbisticamente, non ha mai espresso una presidenza. Aveva (quasi certamente ha ancora) un modello di sviluppo, incernierato sui club, che non è mai stato messo alla prova, guidando l’intero movimento. Se non ora, quindi, quando?

  7. 6nazioni 28 Ottobre 2015, 15:25

    in queste riunioni sono tutti cardinali e vescovi, ma la fumata e’ sempre nera….
    troppi campanili, e il sig. 1,333 ha gia’ dato nel veneto qualche contentino.
    la vedo dura vincere

    • fracassosandona 28 Ottobre 2015, 16:59

      il divide et impera non è mai passato di moda, è che da queste parti la storia è materia indigesta per troppa gente …

  8. gsp 28 Ottobre 2015, 15:56

    intanto Valsu ic….ati come una biscia.

  9. albe 28 Ottobre 2015, 16:17

    Scusate ma a me fa una paura immensa che Zambelli dica: abbiamo 12 mesi per scrivere il programma…. Ehm…. Non funziona proprio cosi se le elezioni sono a Novembre/Dicembre 2016

  10. xnebiax 28 Ottobre 2015, 17:02

    Sarà importante che il veneto decida di mettersi al servizio di tutti i club d’Italia, ascoltando le necessità e le proposte provenienti dalle altre realtà. Le alleanze saranno importantissime.

    • Antonio9 28 Ottobre 2015, 17:58

      Il primo punto del fu programma di Zatta era proprio gli “Stati Generali del Rugby” per poter dar voce a TUTTO il rugby italiano.

      Era qualcun altro , poi eletto che la riteneva una cosa inutile e dannosa, confermando poi con la pratica delle decisioni prese dall’alto .

  11. Alberto da Giussano 28 Ottobre 2015, 17:52

    Spacciare il ” venetismo” per un valore é la cosa più fasulla e miope che si possa fare. Una cosa é la storia,ma altra cosa sono l’attualità e la politica. Ed è con queste che bisogna fare i conti.
    L’unita é in valore se costruita su di un’ ipotesi programmatica. Oggi non esiste in Veneto un ” virtuosismo” da prendere ad esempio.
    Il Cus Padova ha gli stessi problemi della Capitolina e il Valsugana gli stessi del Cus Torino.
    Dal Veneto non escono Campioni di levatura internazionale da un pezzo,cosiccome dalle altre Regioni.
    Il Veneto gode solo di alcune economie di scala che è improprio ritenere merito dei dirigenti veneti.
    Se il gruppo del”95%” di Rovigo vuole avere qualche chance ed essere veramente utile al rugby italiano, porti quanto prima un programma al dibattito elettorale semplice e comprensibile e vedo se su questo riesce a far crescere un consenso tale da far venir voglia a qualche personaggio di una certa caratura di scontrarsi con l’attuale vertice Fir. Ma dimentichi quanto prima il ” panbenetismo”.

    • Alberto da Giussano 28 Ottobre 2015, 17:53

      ….panvenetismo…

      • Antonio9 28 Ottobre 2015, 18:02

        AdG – le solite veline da ufficio stampa ? perché non ripeti ancora anche la favola del “Veneto superato per tesserati dalla Lombardia”

        cito due stupidaggini più grosse delle altre
        “Dal Veneto non escono Campioni di levatura internazionale da un pezzo,cosiccome dalle altre Regioni.
        Il Veneto gode solo di alcune economie di scala che è improprio ritenere merito dei dirigenti veneti.”

        Ti consiglio di andare a rileggerti le formazioni della nazionale … Quanto alle economie di scala, se ci sono è proprio merito ESCLUSIVO dei veneti e dei loro dirigenti, visto che la FIR di sicuro non ha aiutato, anzi.

        • Alberto da Giussano 28 Ottobre 2015, 18:11

          Contento tu ,contenti tutti.L’ultima cosa che mi interessa sono queste discussioni da sagrestia. Ciao!

          • 6nazioni 28 Ottobre 2015, 18:24

            minto,campagnaro,benvenuti,sarto sono tutti
            nati in abruzzo grazie A.d.G.

          • Alberto da Giussano 28 Ottobre 2015, 18:33

            Parlavo di talenti di valore internazionale.E poi ti sei risposto da solo.Ti vorrei comunque far notare che se la ns. Nazionale é composta da talenti da Tier 1,allora ringraziamo l’attuale sistema e gloria eterna ad A.G.,perché cambiare?

        • Re 28 Ottobre 2015, 19:33

          Mahhh
          poco importa se all’uscita di Twickenham vedi il tuo presidente federale che appare barcollante con la lingua impastata ? E’ questo che difende ? Difende la querelle antagonistica tra zone d’Italia ? Difende un Presidente che è coinvolto in un progetto che dura da 13 anni ? Con che risultati ? Difende un presidente che fa parlare sensatamente gli apparati di partito (tra cui lei) perchè non è in grado di esprimersi in modo sufficientemente chiaro ?
          Non crede che, forse e prima di barricarsi, sia da attendere questo programma della cordata Veneta per, ed eventualmente, apportare le sue conoscenze e competenze per migliorarlo ? Vede, se posso darle un modesto consiglio, non inizi a forzare la mano creando già da ora barricate tra fazioni. On air

          • Alberto da Giussano 28 Ottobre 2015, 19:51

            Lei deve essere un persona simpatica. Non ha chiarito molto, salvo dire che ci troviamo di fronte ad uno scontro tra fazioni
            Come sentenza mi sembra già definitiva.Comunque accetto volentieri il suo consiglio,anche se avrei bisogno di sapere in cosa consiste il “forzare” la mano.

  12. gatodiaz 28 Ottobre 2015, 18:45

    Il Valsu fa delle precisazioni …
    http://www.rugbymercato.it/2015/10/28/valsugana-dogi-ed-elezioni-federali-le-precisazioni-del-club/
    Tuttavia se si fosse limitato a riferirsi al metodo mi sarebbe sembrata cosa legittima e corretta… poi quando afferma che è equidistante, che valuterà in seguito i curricula, che sono capziosi i discorsi su un’eventuale influenza dei progetti federali attivi nel suo territorio …. tutto questo mi convince molto meno. Comunque è chiaro che non hanno particolari scontentezze verso il modello attuale!

  13. il carogna 28 Ottobre 2015, 21:29

    vogliamo i campioni di levatura internazionale !

    • giomarch 28 Ottobre 2015, 21:48

      ascione dei fantastici quattro li sta cercando solo da qualche decennio, non e’ colpa sua, il suo sistema ha bisogno di rodaggio…

    • Giovanni 28 Ottobre 2015, 22:39

      Vogliamo i colonnelli…! 😀

  14. PedemontanaRugby 28 Ottobre 2015, 22:36

    Il comunicato del Valsugana è nient’altro che la rifrittura dell’aria fritta di tre anni fa, e chiedere una rettifica al Corriere del Veneto, che conosce bene la posizione del club, fa solo tenerezza.
    Ci facciano sapere per chi hanno votato alle precedenti elezioni, e smentiscano le voci che li hanno dati come uno dei pochi (o tanti?) club veneti che hanno sostenuto l’attuale presidente, ed allora potremo farci un’idea sulla loro equidistanza.
    Che abbiano beneficiato dell’allineamento all’attuale dirigenza federale è fatto innegabile, e dichiararlo non significa disconoscere i meriti sportivi del club.
    L’impressione è che si tratti soltanto di disonestà intellettuale.
    Diciamo che il Rugby Valsugana non ha fatto una bella figura.

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