Brunel e il “no” a BergaMauro: una scelta a due facce che ci fa male

Una carriera da gigante che finisce come non avremmo voluto. Sotto l’aspetto tecnico ci sta, ma sotto quello umano…

ph. Sebastiano Pessina

ph. Sebastiano Pessina

Per una volta lasciateci scrivere poche righe di pancia e non di testa. Leggendo i nomi scelti dal ct Jacques Brunel per la partita contro la Romania non siamo riusciti a nascondere l’amarezza. Non è l’assenza di Sergio Parisse, o quella di Leonardo Ghiraldini (alle prese con guai e acciacchi fisici) ma quella di Mauro Bergamasco a lasciarci amareggiati. 
Abbiamo scritto a più riprese che il ct esiste per fare delle scelte, che tutte sono discutibili ma che lui è lì per quello. Intanto sgombriamo il campo dai dubbi: trattasi di scelta tecnica, il giocatore è integro e pronto. 
Già, il profilo tecnico: in assenza di Parisse e Ghiraldini uno con la leadership del terza linea sarebbe servito. Oltretutto il giocatore ha dimostrato di essere in un ottimo stato di forma e nei non molti minuti che ha giocato in questa RWC ha lasciato più il segno di Vunisa (non ce ne voglia il neogiocatore dei Saracens), preferitogli però per un posto in panchina. Vunisa – va però detto – è un numero 8, l’unico rimasto dopo il ko di Parisse, mentre Mauro è un  flanker e l’esclusione tecnica ci può stare. Per portare lui si sarebbe dovuto “svuotare” un altro reparto. E questo è l’aspetto sportivo.

 

Ma è una scelta che non comprendiamo sotto il lato puramente umano: 106 caps, 5 Mondiali giocati, una vita intera dedicata all’ovale, alla maglia e al movimento azzurro. Mauro Bergamasco non lo sapeva, ma quella con l’Irlanda di domenica scorsa è stata l’ultima partita della sua esemplare carriera. Forse nel rugby iperprofessionistico non c’è più lo spazio per questo tipo di scelte e di opzioni ma Mauro una passerella a Exeter se la meritava.
Certo c’è da battere la Romania per salvare il salvabile di questo Mondiale e portarsi a casa la qualificazione diretta alla RWC 2019, obiettivo minimo della spedizione. Brunel è stato “guidato” da questa stella polare: portare a casa il risultato, questo si chiede a un professionista. Mauro bergamsco o non Mauro Bergamasco.
Siamo convinti che Mauro non farà polemiche, non alzerà polveroni. Siamo sicuri del fatto che il giocatore rispetterà la scelta del ct. Non crediamo nemmeno che Brunel abbia voluto in qualche modo offendere la sensibilità del giocatore, la sua storia, come qualche appassionato un po’ troppo sanguigno sostiene già. Siamo certi che il ct abbia agito in buona fede, pensando alle necessità della squadra. Però per una volta lasciateci fare i tifosi: la standing ovation te la tributiamo addesso.

 

Il Grillotalpa

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