Rivoluzione ad Ovalia: via la regola dei tre anni per l’eleggibilità internazionale?

Il numero uno di World Rugby Brett Gosper conferma che l’argomento verrà discusso e le Federazioni sentite

COMMENTI DEI LETTORI
  1. space 19 Agosto 2015, 08:49

    Sarebbe un’ottima cosa! E se ciò volesse dire avere una nazionale meno competitiva me ne farò un ragione. Dovrebbe voler dire che i vertici saranno costretti a sviluppare ciò che hanno in casa.

  2. Katmandu 19 Agosto 2015, 08:59

    Per me ci son tanti interessi in gioco, non so le dinamiche del WR come si svolgeranno le votazioni, ma la regola dei 3 anni ci potrebbero essere due fazioni da una parte NZ, Argentina, Sudafrica, Samoa, Fiji, Tonga dall’altra Italia, Scozia, Giappone, Australia, Inghilterra, Galles, Irlanda, Francia
    Non so ci son tanti interessi in gioco

    • malpensante 19 Agosto 2015, 09:12

      Kat, non so se i pacifici starebbero tutti nel primo gruppo e l’Inghilterra, l’Irlanda e il Galles nel secondo. Per le britanniche poi c’è il casino che sono un’unica nazione con tre federazioni e prima o poi qualcuno pianta la grana alla corte internazionale e gli danno ragione al 1000/1000.

      • Katmandu 19 Agosto 2015, 09:21

        Per quanto ne so io “pacifici” che vengono eletti per la nazionale son effettivamente provvisti di passaporto di quella nazionale, il problema, per esempio Matavesi, che non vedono mai la terra natia e le federazioni han paura che glieli fregano
        Amen se son AB o neozelandesi, nel senso che penso ci sia una specie di tacito accordo, nel senso io non protesto per i vari Lomu Umaga (comunque cittadini NZ) e voi non protestate per i vari Sinoti sinoti Hale T Pole e compagnia bella

      • Andrea B. 19 Agosto 2015, 09:48

        In che senso? Che fanno chiudere le nazionali di Inghilterra, Scozia, Galles per fare una sola squadra brit? E poi questa situazione c’è anche nel calcio…

        • malpensante 19 Agosto 2015, 10:13

          Nel senso che se sono inglese e voglio giocare con il Galles, o viceversa, pianto la grana alla corte e vinco. Ovviamente ci guadagno niente, ma salta il banco. Quando hanno fatto il referendum in Scozia, hanno votato tutti i residenti, anche i non scozzesi, per capirci.

    • Maggicopinti 19 Agosto 2015, 11:17

      Credo che le nazionali britanniche siano meno toccate da questa modifica: anche senza la regola dei tre anni possono pescare con estrema facilità in Australia, Nuova Zelanda o Sudafrica grazie all’origine britannica di larga parte della popolazione delle ex colonie: In fondo, uno che si chiama McCaw poteva giocare anche per la Scozia :-).
      E poi ci sono un sacco di inglesi con mamma o papà gallese, scozzesi con genitori inglesi…insomma, modi per giocare con un’altra Home nation li trovano, anche senza la regola dei tre anni.

    • Unforgiven79 19 Agosto 2015, 16:42

      Penso tu abbia raggruppato male le nazioni. PRO 3 anni: NZ (che saccheggia le isole oceaniche), Inghilterra (che hanno cominciato), Francia (che diventerebbe la prima potenza potendo diventare l’All Star del Top14), forse Irlanda e Galles (che rubacchiano ogni tanto). CONTRO: SA ed Australia (che usano il loro bacino e vedrebbero NZ indebolita), Scozia (che non ha appeal, a parte per gli olandesi), Argentina e tutti gli isolani. Non so come la vedrebbe l’Italia, finora a messo le mani nella marmellata, ma il più delle volte per ritrovarsi con bidoni.

  3. malpensante 19 Agosto 2015, 09:08

    E’ tutto abbastanza complicato, ci sono gli oriundi veri o presunti con le leggi nazionali sulla cittadinanza. Ricordo il pasticcio creato quando eravamo pieni di argentini di passaporto italiano che improvvisamente sono diventati “stranieri” da un giorno all’altro. In un mondo globalizzato, la regola più semplice sarebbe che puoi giocare per la nazione che ti rilascia il passaporto, dove puoi votare e hai la cittadinanza. Se sono due (o più, succede), ne scegli una e quella resta sia per la nazionale che per i club.

    • Katmandu 19 Agosto 2015, 09:16

      Mal ma non siamo solo noi, il fatto che in una nazione piuttosto che in un altra ci son differenti leggi sulla nazionalità rende il tutto molto più complicato, ad esempio in il governo ucraino non concede il doppio passaporto, a nessuno, mentre per il governo italico mi pare che ne puoi avere massimo 4
      Insomma se mettere mano si dovrebbe mettere mano pure agli oriundi, e li sarebbero tutti contrari

      • malpensante 19 Agosto 2015, 09:23

        Sulla cittadinanza è un casino più o meno dovunque, per quello secondo me è assurdo che uno solo perché gioca a ping pong o a rugby possa rappresentare per un paese in cui non vota, o non giocare in un paese di cui è cittadino. Non mi interessa tanto la questione delle nazionali, ma la libera circolazione delle persone e la parità di trattamento tra un muratore disoccupato e una top model.

        • Giovanni 19 Agosto 2015, 13:02

          Mal davvero credi alla possibilità di parità di trattamento tra un muratore disoccupato ed una top model? Che ne è del tuo pragmatismo disincantato?

          • malpensante 19 Agosto 2015, 23:50

            Che ci creda o no, “mi interessa”. 🙂

      • Joest 21 Agosto 2015, 12:20

        non pr nulla le regole IRB hannop sempre parlato di luogo di Nascita tuo o degli antenati

        Abbiamo avuto otiundi hce non hanmno mai avuto il passaporto italiano. Bastava essere discedenti… (l francese Bortolussi ?)

    • berton gianni 19 Agosto 2015, 09:21

      Ciao Mal.
      Troppo giusto e facile, quello che proponi.
      Credere che si arrivi a questo e’ da grandi, imperterriti ottimisti del tipo di quelli che sperano che gli tiri la minchia, se vedono Lucia Annunziata nuda…

      • malpensante 19 Agosto 2015, 09:35

        Presidente, la sua similitudine è uno sguardo sull’abisso. Nel caso dell’Annunziata c’è da capire se l’abisso di destra, quello di sinistra, quello inferiore o quello superiore. Alla prima marachella all’asilo il padre la rimproverò con una certa severità: “e guardami negli occhi quando ti parlo”. Poi, lasciò perdere.

        • berton gianni 19 Agosto 2015, 10:29

          Beh, dai Mal, da inguaribile ottimista : no, dopo un ergastolo no….ma dopo due …magari, un pensierino !!

        • mezeena10 19 Agosto 2015, 13:46
  4. maximages 19 Agosto 2015, 09:33

    A mio avviso la maglia di una nazionale non è quella di un club. Deve esserci a monte un senso di appartenenza, non un mero contratto. In parole povere, prima la cittadinanza, poi la maglia.

  5. Katmandu 19 Agosto 2015, 09:50

    Fosse per me bisognerebbe avere in mano il passaporto per evere l’eleggibilità per una nazionale X se nel caso si hanno due o più passaporti, appena si vinene selezionati per una qualunque rappresentativa nazionale, di qualunque sport, basta si viene automaticamente legati a quella nazionale
    E pazienza se con questa regola avremmo dovuto rinunciare a Pini, Gardner, Del Fava, Parisse, e al divino Diego questa regola metterebbe in difficoltà quasi chiunque nel mondo (tolgo l’argentina e il SA) e obbligherebbe le federazioni a non pescare a caso solo per opportunità

    • Joest 21 Agosto 2015, 12:22

      In effetti con le reole in vigore dal 2000, doiminguez e Pini non avrebbero potuto cambiare nazionale. Non si puo’ piu’ cambiare nazionale… chiedere a Nacewa che per aver giocato mezza partita con Fiji nel 2003 si e’ bruciato la possibilita’ di essere AB

  6. xnebiax 19 Agosto 2015, 09:55

    Opinione personale: la regola dei 3 anni è davvero interessante: permette di giocare per chi ti vuole.
    Per eliminare il bracconaggio di talenti basterebbe dire che i dai 18 ai 23 anni di età il giocatore non accumula i 3 anni di residenza anche se è all’estero.
    Esempio 1: X si trasferisce a 16 anni in NZ con la famiglia. Raggiungerà i 3 anni per l’equiparazione quando lui ne avrà 24.
    Esempio 2: Y viene ingaggiato da una ricca squadra francese. Ha 21 anni. Fino ai 23 anni di età non accumula anni di residenza validi per l’equiparazione. Potrà giocare per la Francia quando ne avrà 26. Questo da alla sua federazione di origine (con cui può giocare subito) il tempo di convincerlo a restare.

    • matteol 19 Agosto 2015, 10:09

      questa versione è veramente intelligente!! sarebbe interessante proporgliela!

    • gsp 19 Agosto 2015, 10:29

      condivido.

      la regola 8 e’ come logica, impianto, semplicita’, e uniformita’ d’applicazione sicuramente migliore di quella dei passaporti (che e’ diversa ovunque) e di altre federazioni.

      si puo’ discutere sui 3 anni, a me sinceramente va bene anche cosi’, ma se si mette a 4 o a 5 mi puo’ anche stare bene.

  7. Andrea B. 19 Agosto 2015, 10:11

    La questione delle nazionalizzazioni facili ( agli oriundi, ma non solo) c’è sempre stata nello sport: c’è chi ha sparso per il mondo tanti emigranti ed ora ha nipoti e pronipoti pronti, se utile per loro, a tirare fuori le foto del nonno dal baule in solaio; c’è chi ha avuto colonie, oppure rapporti privilegiati tra stati (penso alla NZ con le isolane, oppure al Commonwealth) e quindi concede “corsie preferenziali” a chi proviene da lì…e per finire, chi non ha né uno né l’altro, può sempre dare il passaporto in un giorno a chi crede…per non parlare di chi, cosa sempre più comune oggigiorno, ha genitori di due stati diversi e forse due passaporti in tasca …parliamo di leggi e regolamenti amministrativi interni di ogni stato e su questi la World Rugby non può farci niente
    L’eleggibilità dopo tre anni invece è una stranezza prettamente rugbistica e si potrebbe intervenire almeno su quello… e già che ci siamo “bloccare” chi gioca in una nazionale giovanile, perlomeno la U 18.

    • Katmandu 19 Agosto 2015, 11:24

      Dire che l’eleggibilità dopo 3 anni é una stranezza rugbystica mi fa strano, ricordo che al coreano An la grande Rrussia ha dato la nazionalitá in meno di 3 secondi netti e gli ha fatto vincere le olimpiadi, ricordo che alle olimpiadi del 2008 la nazionale georgiana di beach volley (?!?!?) ha dato il passaporto in fretta e furia a 2 brasiliani, e potrei andare avanti a dire di gente che “salta la fila” per interessi

      • Andrea B. 19 Agosto 2015, 17:16

        Gli esempi che fai (cose che ci sono state e ci saranno sempre) sono su un altro piano rispetto all’ equiparazione sportiva del rugby.
        A dare in fretta e furia un passaporto per “prendersi” un atleta, è l’autorità pubblica ( certamente su cortese “pressione” del relativo ente sportivo) e la World Rugby non può di certo stare a sindacare a chi concede il passaporto uno stato sovrano…al massimo può non farlo giocare in nazionale se è già stato “capped” da un’altra…ma se per l’autorità dell’Uzbekistan Antonio Rossi è uzbeko, Antonio Rossi è uzbeko.
        L’equiparazione ad un’altra nazionale, dopo tre anni di permanenza in una squadra di quella nazione, attiene invece ad un profilo solo ed esclusivamente sportivo ( non ha risvolti sullo status giuridico della nazionalità di quella persona) e – a quanto ne so – non ci sono regole del genere in altri sport.

  8. mistral 19 Agosto 2015, 10:11

    discorso complesso, in cui si sovrappongono lati prettamente sportivi (se una nazionale si avvle di oriundi o naturalizzati o nuovi cittadini “tradisce” le proprie radici) e civilistici tout-court, come già diceva @mal “…libera circolazione delle persone e la parità di trattamento tra un muratore disoccupato e una top model…” …ma, al di fuori dei confini europei dettati dal combinato disposto Schengen-Bolchenstein (e anche qui alcune limitazioni permangono, in particolare per le professioni liberali, anche se mascherate da regole di diritto assicurativo) non è che ci si possa trasferire, vivere e godere dei diritti civili elementari a seconda del proprio ghiribizzo, e soprattutto una volta scelto un percorso non puoi tornare indietro… a questo punto tanto vale, come molti hanno già detto, lasciare alle norme in atto per la cittadinanza il dettare il percorso per poter o meno giocare in una “nazionale” sportiva (sei cittadino giochi, non lo sei non giochi)… alcune nazioni saranno più povere di talenti (si adegueranno, faranno formazione, abbandoneranno quello sport, etc…) altre forse si ritroveranno all’improvviso con un surplus di mano d’opera qualificata che forse emigrerà o ri-emigrerà per trovare lavoro e reddito dignitoso, a costo di perdere il grande onore di vestire la maglia della “propria” nazionale…

    • malpensante 19 Agosto 2015, 10:30

      Tra l’altro il mondo gira per conto proprio anche se ci si mette tutti a tirare una fune nell’altro senso. Tra non molto avremo un sacco di sportivi (ingegneri, idraulici, professori, medici, inventori, quelli chi se ne frega, no?) formati e magari pure nati qui, ma con doppia e tripla cittadinanza, oriundi con trisavoli moldavi e marocchini e, se non cambia l’idiozia vigente magari nemmeno cittadini italiani. Da importatori a esportatori, il passo è breve. Come da emigranti a xenofobi.

    • Unforgiven79 19 Agosto 2015, 17:03

      Non so se il discorso regga: il merito sportivo ha requisiti suoi specifici, in particolare va tenuto alto il livello competitivo per rendere efficace l’attrazione allo sport. In altre parole, per World Rugby deve essere un problema avere una RWC blindata con praticamente solo 3 pretendenti al titolo, di cui una palesemente avanti alle altre. Preclude ogni possibilità di espansione globale.

  9. IsaacRoss 19 Agosto 2015, 10:31

    Premetto che io eliminerei a priori la possibilità di equiparare!
    Se proprio bisogna mantenerla io la porterei a 5 anni e aggiungerei che l’under 20 (oltre alla Nazionale A, Emergenti, Saxons etc…) ti blocca già per una nazione…

    • Unforgiven79 19 Agosto 2015, 16:57

      Sarebbe poco efficace; gli isolani buoni vengono sgammati dai talent scout neozelandesi ed inglesi già a 16 anni, e trasferiti nelle accademie. A questo punto, il Tuilagi di turno che sa di avere un potenziale con la Rosa rifiuta la convocazione.

  10. Maury7 19 Agosto 2015, 11:08

    Mi chiedo cosa possa succedere per le federazioni più piccole,per esempio io ho avuto a che fare con la federazione norvegese e li la maggior parte dei giocatori sono studenti o lavoratori stranieri

    • Katmandu 19 Agosto 2015, 11:18

      Maury tu che sei stato “invischiato” nella politica rugbystica, come funziona la modifica del regolamento? Chi decide? La Norvegia (o un’altra federazione puramente dilettante) ha voce in capitolo? Grazie per la risposta eventuale

      • Maury7 19 Agosto 2015, 11:31

        Onestamente ne so quanto voi,perchè è ormai da un paio di anni che non ho più contatti a livello federale
        Proprio per quello che mi chiedevo cosa potesse succedere con le federazioni dilettantistiche.
        Quando sono stato in Norvegia la stragrande maggioranza dei giocatori erano britannici,irlandesi,e polacchi e qualcuno dall’emisfero sud

        • Unforgiven79 19 Agosto 2015, 16:55

          E’ quasi sempre così, nei Paesi con minore interesse per il rugby. Si potrebbe anche fare una nuova regola più dinamica, che fissi rigidità per i giocatori con status di professionista al soldo di squadre (gli isolani di Twickenham) e piena mobilità per i dilettanti che diffondono il verbo (i britannici in trasferta ad Oslo).

          • Maury7 19 Agosto 2015, 20:03

            E credo proprio che sia l’unica soluzione possibile,altrimenti le nazionali minori scomparirebbero per mancanza di giocatori

  11. ambi 19 Agosto 2015, 11:32

    Da l’età di18 anni compiuti parte il periodo dei 5 anni per poter giocare nella nazionale del paese dove giochi, ovviamente senza interrompere la continuità dei 5 anni, se interrompi i 5 anni durante questo periodo andando a giocare in un club in un paese diverso,riparti da zero.

  12. Stefo 19 Agosto 2015, 12:27

    @malpensante, intervengo per dire solo che in termini di selezioni nazionali e comeptizioni di selezioni Nazionali la UE ha chiaramente detto che queste non ricadono nella sua competenza in quanto qustioni di interesse puramente sportivo e non economico (sentenza Walrave and Koch). Vado oltre nel caso Bosman la Corte in uno dei sui commenti ha anche stabilito che

    “The Community provisions concerning freedom of movement for persons and freedom to provide services do not preclude rules or practices in sport which are justified on non-economic grounds which relate to the PARTICULAR NATURE AND CONTEXT OF CERTAIN COMPETITION. Such a restriction on the scope of the provisions in question must remain limited to its proper objective and cannot, therefore, be relied upon to exclude the whole of a sporting activity from the scope of the Treaty.” (il maiuscolo e’ per sottolineare non urlare @redazione giusto per)

    C’e’ poi infine la sentenza Deliege che riguarda proprio la selezione per competizioni internazionali di nuovo conferma che queste sono attivita’ meramente sprotive e’ che l’esistenza di certe regole per la selezioni nazionali e’ inevitabile e non sono lesive dellla libera circolazione delle persone o di poter prestare servizio.

    Torno in silenzio.

    • giomarch 19 Agosto 2015, 13:28

      Cosostenitore e pilastro della lista rugby e laicita’ chiudi l’ombrellone e rientra nei ranghi. .
      Chiedo al presidente Le chiavi del sito. .
      Al capo dell’opposizione una bolla papale. .
      ..qui MANCANO INTERVENTI COME QUESTO. ..

    • Unforgiven79 19 Agosto 2015, 16:51

      Quotone. Anche per ringraziarti di aver sintetizzato l’abstract francamente inintelleggibile, come quasi tutti i testi legulei 😉

    • malpensante 20 Agosto 2015, 00:06

      Ciao Stefo, per il ricorso alla corte mi riferivo non tanto al fatto sportivo ma alla anomalia della situazione della Gran Bretagna. Non sono nazioni diverse, sono UK e non credo che se ne potrebbero lavare le mani con l’eccezione del fatto sportivo.

  13. cassina 19 Agosto 2015, 13:40

    Io ho sempre compreso questa regola come una “mano” che dai alle piccole federazioni che devono crescere.

    Quando vedi Francia ed Inghilterra con gli isolani oppure con i sudafricani penso che la regola così non funzioni.

    Togliere la regola dei tre anni sprona le federazioni come quella italiana a puntare al 100% sui giovani italici.

    QUindi ben venga la modifica normativa.

  14. Unforgiven79 19 Agosto 2015, 16:47

    Sarebbe ora che togliessero questa regola, francamente ottocentesca e che ben si addiceva solo alle dinamiche dell’Impero Britannico. Per una volta, il rugby dovrebbe semplicemente imparare dal calcio (si vedono ben pochi brasiliani intruppati nelle nazionali europee, in fondo): la chiamata in una rappresentativa juniores ti sigilla per quella nazione, che evidentemente ti ha formato. Chiaro ed evidente, e stop. Lasciamo stare valutazioni di passaporto (che poi creerebbero confusione in UK) od altro, è ormai palese che si cambiano solo per motivi economici, non necessariamente per scelte di vita.

  15. Katmandu 19 Agosto 2015, 18:55

    Siccome pare che il mondo evoluto non equipara e noi poveri sfigati si, ho fatto una lista di nomi che potevan scegliere tra più nazionali, o che avevan scelto (*) una rappresentativa minore per poi giocare con altri
    Irlanda Payne, Boss (*), Bent, Strauss (*)
    Scozia Cowan, WP Neal, Strauss, Tonks (*), Maitland (*)
    Inghilterra Barrit (*), Rokoduguni
    Francia Nakaitaci (*), Spedding, Kokot, Leroux, Atonio (*)
    Australia Faulkner, Tomane, Skelton, Speight, Cooper, Kuridrani (*)
    Per le isolane trovatemi voi un giocatore che tra i 16 e i 20 anni non sia andato in Nuova Zelanda o Australia per una formazione di alto livello, e non rispondetemi Matavesi perché ha fatto tutta la trafila negli Hospritz
    Per non parlare del Giappone che appena ha provato a equiparare meno atleti e mettere una formazione più “originale” le ha buscate dalle isolane
    Ora con tutte questi nomi pensate ancora che ci son tante federazioni che posson allinearsi alla posizione sudafricano-neozelandese-argentina che praticano a ragion veduta una specie di “autarchia”?

    • fabrio13H 19 Agosto 2015, 22:12

      Si @Kat ma tutto questo sta portando qualche vantaggio? La cosa, a rigor di logica, era nata per far si che le differenze tra movimenti nazionali, molto grandi nel rugby, si attenuassero e invece ciò non è avvenuto neppur lontanamente sto parlando in generale, non certo solo dell’Italia anche se penso che la nostra dovesse essere un po’ la Nazione eletta da parte della dirigenza mondiale, per l’avvicinamento all’elite. Ribadisco che ciò non è avvenuto né per noi né per altri e, a voler veder bene, si sta un po’ avverando per l’Argentina (pur partita da posizioni più avanzate di altri) che applica politiche esattamente opposte. Ho la sensazione che si sia andati finora avanti su questa strada anche per stagioni di interessi di intermediazioni e procuratori vari che alimentano le illusioni (spesso tali si rivelano) di un un bel po’ di giovani giocatori.
      Il fatto che ora anche il World Rugby arrivi a mettere in discussione la cosa dovrebbe far meditare.

      • fabrio13H 19 Agosto 2015, 22:14

        …..non certo solo dell’Italia anche se penso che la nostra fosse un po’ la Nazione eletta da parte della dirigenza mondiale, per l’avvicinamento all’elite.

Lascia un commento

item-thumbnail

Altri 4 giovani prospetti entrano nelle Accademie di Franchigia

Due atleti approderanno all'Accademia del Benetton, altri due a quella delle Zebre

29 Marzo 2024 Rugby Azzurro / Vita federale
item-thumbnail

Serie A Elite: ieri a Bologna l’incontro tra FIR e Club

Sul tavolo il rilancio del campionato, il numero di squadre partecipanti, la distribuzione dei permit player e la formula della Coppa Italia

29 Marzo 2024 Rugby Azzurro / Vita federale
item-thumbnail

FIR: approvato il Bilancio Preventivo 2024

Avvallato a maggioranza dal Consiglio Federale verrà ora inviato agli organi preposti per approvazione

27 Marzo 2024 Rugby Azzurro / Vita federale
item-thumbnail

L’impatto economico del Sei Nazioni 2023 sull’Italia: oltre 37 milioni di euro per Roma e la regione Lazio

Sono stati presentati gli studi relativi all'indotto creato dalle 3 partite casalinghe del Torneo dell'anno scorso

7 Marzo 2024 Rugby Azzurro / Vita federale
item-thumbnail

Accademie U23 Zebre e Benetton: la lista dei 12 atleti che completeranno il proprio percorso di formazione

Al termine i giocatori potranno trovare spazio nei roster delle franchigie o delle squadre della Serie A Elite

8 Febbraio 2024 Rugby Azzurro / Vita federale
item-thumbnail

FIR e Ministero dell’Istruzione e del Merito sottoscrivono il protocollo “Scuole in meta”

Un documento di intesa che contribuisce a portare il rugby all’interno degli istituti scolastici

21 Dicembre 2023 Rugby Azzurro / Vita federale