Presidente e vice Presidente della franchigia ducale spiegano il progetto e promettono massimo impegno
Zebre al bivio, Romanini e Margarita: dateci fiducia, possiamo diventare grandi
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Bon, bene le intenzioni sono buone. I fatti li vedremo a medio/lungo termine.
Buongiorno,
Poiche preferisco sempre ricevere dagli altri molti fatti e poche parole (e con fatti intendo solidità economica, progetti e amore per il rugby….non necessariamente che bisogna vincere la Celtic) …. da parte mia farò l abbonamento alle Zebre e invito tanti altri a farlo. Un piccolo sostegno economico e la presenza sulle tribune è gia un ottimo segno di fiducia.
Cordialità
Fai bene, bravo!
Bravo Delipe, dal canto mio auguro veramente tanta fortuna alla nuova società e spero veramente che riesca in questa “piccola grande impresa”.
Come lo scorso anno scenderò in quel di Parma a vedermi qualche partita interessante (dando sempre ovvia precedenza al mio Viadana) e nel caso mi farebbe piacere incontrare te ed altri forumisti anche solo per berci una birra prima o dopo l’incontro e per dare un volto ad un “nickmane”.
Bravo Delipe!
Avanti così la strada è quella:
RM e Barcellona insegnano.
Bravo Delipe, questo è lo spirito giusto!!
Qualche anno fa, quando i Wasps erano sull’orlo della bancarotta (e anche oltre…), la gestione della scieta’ e’ stata data in mano a dei professionisti capaci (non ricchi) e in due o tre anni hanno saputo ribaltare la situazione, facendo anche scelte difficili, tanto che adesso i Wasps sono di nuovo una societa’ molto rispettata (e anche economicamente piuttosto solida, diciamo).
Non posso che augurare alle Zebre di ottenere simili risultati, e anche di ottenere la stabilita’ finanziaria SENZA grandi contributi da parte della FIR, che possono avere senso solo come situazioni transitorie di BREVE termine.
Tutto cio’ sapendo che ormai ci si avvicina al “o la va o la spacca”, perche’ non si puo’ continuare ad arrivare sempre e comunque in fondo alla classifica confidando nel fatto che in Pro12 non c’e’ retrocessione e contemporaneamente a drenare cosi’ tante risorse dalle casse federali.
al momento più che dare una fiducia incondizionata e fare tutti gli auguri del caso non vedo altro.
Troppo poco per capire e speriamo di vedere a breve. Per quanto mi è dato di capire il tutto mi pare abbastanza debole e senza la incisività che il momento, dal mio punto di vista, avrebbe richiesto.
E poi quando non si leggerà più “… dare una mano…” si sarà fatto un grande passo in avanti.
Non ho mica capito cosa proporresti ?
Incisività : cosa vuol dire ?
Non propongo presto solo attenzione a quanto viene comunicato.
Incisività vuol dire fare i passi e le azioni necessari per costruire un vero brand da poter “vendere” e al momento non riesco a capire, mio limite sicuramente, quali siano.
Il punto è sempre lo stesso, che siano società sportive o di qualsiasi altro tipo, se non cambia l’approccio e si resta a visioni da rivoluzione industriale non ci sarà nessuna vera crescita.
Una conferenza stampa e un paio di video tristissimi… questo è quello che vedo al momento, sperando di essere smentito.
ma non è quello che hanno detto? e che faranno?
si sono appena insediati, sarebbero dei mostri altrimenti 🙂
certo infatti l’ho premesso… facendo anche tutti gli auguri del caso…
No sarebbero normali non dei mostri….
OT
Non c’entra niente, ma cosi’, giusto per renderlo noto…e per accomunare Benetton e Zebre in un unico forte augurio di ben figurare quest’anno.
TREVISO. Antonio Pavanello troneggia a bordo campo mentre osserva il Benetton sudare sull’erba della Ghirada: da 10 anni a questa parte e fino ad un paio di mesi fa là c’era anche lui, ora fa il direttore sportivo ed ha chiaramente nostalgia. «Non tanto delle partite quanto degli allenamenti» spiega Pavanello «mi manca lo spogliatoio, la sua atmosfera; ma credetemi, mi sto divertendo: fare il diesse è impegnativo, mi ricorda abbastanza il mio ruolo da giocatore, seconda linea: un lavoro oscuro, poco appariscente, che si nota soprattutto quando manca. Per cui dal campo alla scrivania poco cambia… Sono davvero felice del mio nuovo ruolo, per il quale ringrazio la società che sta facendo di tutto per mettermi nelle condizioni di imparare. Voglio dire che non sono mai mandato allo sbaraglio, tutti mi danno un grande supporto».
Le tue mansioni esattamente quali sono?
«Risolvere i problemi. Sto contattando i club per ottenere i permit player, a loro va il nostro ringraziamento, si dimostrano sempre molto disponibili. Poi già adesso sto organizzando logisticamente tutte le trasferte di Pro 12; inoltre sto pensando a 4-5 progetti che ho intenzione di portare avanti per aiutare i giocatori a dare ancora di più, al momento li tengo per me. Semmai ne riparleremo».
Avere come dirigente uno che ha appena smesso di giocare è un grosso vantaggio anche per la squadra.
«Infatti, i giocatori sono felici che io sia passato dall’altra parte, sa che capisco i loro problemi e cerco di risolverli».
Dal tuo osservatorio come sta andando la preparazione?
«Molto bene. Li vedo carichi, pieni di energia, c’è aria nuova, voglia di fare e di riscatto, credo sia fondamentale. Si sta creando un bel gruppo, Casellato, Goosen e tutto lo staff stanno facendo veramente un grande lavoro: la preparazione l’anno scorso era stata molto diversa, adesso è più dura, non per nulla è tornato Fabio Benvenuto che fa lavorare tanto durante l’estate per porre una buona base per tutta la stagione. Speriamo che dia i suoi frutti».
Qualcuno che ti sta sorprendendo favorevolmente?
«Spicca la professionalità
di Palmer, tipica di ogni inglese, mi piacciono anche Zanon, 17 anni ma fisicamente più maturo, e il pilone Ferrari. Direi comunque che tutti stanno andando forte: l’importante è che tra un po’ tutta questa positività la potremo vedere sul terreno di gioco attraverso i risultati».
scusa gianni perché con Pavanello quella famosa frase no? 🙂
Due cose: la prima è che ho pensato bene di Palmer, a quanto dicono sia il pelato che il Capitano. La seconda, sommessamente, che non dovrebbe toccare al ds il rapporto con i giocatori se non quando si discuta di quattrini e di contratti. C’è il coach per lo spogliatoio, e il team manager per tutto il resto. Comunque di Pavanello ds, continuo a pensare bene.
Essendo ex capitano da due mesi, probabilmente è in una posizione priviligiata per poter anche mediare in alcune situazioni, magari.
Una sorta di benevolo cavallo di troia.
Mah.
auguri alle Zebre, farò il tifo anche per loro! Perchè le parole sono quelle giuste e i concetti pure.
Aspettiamo il responso del campo e poi giudicheremo. Oggi è impossibile sapere se è una presa x il culo o no.
Non posso che augurare dei successi alle Zebre, sperando imbocchino la stessa strada di Connacht. Nè con gli Aironi, nè dopo con le Zebre la franchigia è riuscita ad avere un attimo di tranquillità ed ogni anno ha sempre ricominciato tutto daccapo. Sarebbe ora che si riuscisse a portare avanti un piano di sviluppo e programmazione almeno per un triennio.
Io ho un sogno : Italia ai quarti e che faccia sudare 7 camicie agli AB cosi McLean viene a Canossa 😉 🙂
ginomonza non ti svegliare
@ginomonza, se sei di Canossa siamo vicini di casa. 😀
Così per fare i conti della serva un azionariato popolare che funziona pipo Green Bay, rapportato alle zebre e al rugby,
A Parma devono per avere un budget annuale decente, dovrebbero avere 8.000 soci, o almeno 8.000 quote sociali, farle pagare 750 euro l’una…. La vedo complicata
Tipo ovvio non pipo 😉
Per tre anni hanno uno sponsorino che da solo cuba 4 milioni (tra l’altro uno sponsor così, triennale, ce l’hanno neanche nel pallone tondo). Da qui a tre anni probabilmente la Celtic non c’è più. Credo che un obiettivo realistico e fattibile sia arrivare in un paio d’anni a racimolare altri ricavi tra sponsor e il resto per almeno 5 milioni. Ambizioso, difficile, ma fattibile. Altrimenti si chiude e non se ne parli più. L’ultima cosa auspicabile è che ci sia quello (o quelli) che ce li mettono di tasca loro. Almeno, per come vedo io un professionismo sostenibile. Che stia su con i ricavi, come Tolone o come il pizzicagnolo all’angolo della piazza. Se no qualcuno telefoni a Putin che ci trovi un oligarca libero.
@mal sono d’accordo bisogna creare strutture che si sostengono …è difficile però è l’unica strada percorribile se si vuole che il rugby sopravviva.
quando ragioni terra-terra mi piaci. Un grande in bocca al lupo alle Zebre, cercheró di farmi 1-2 partite anch’io
Un passo alla volta. L’importante è generare un movimento in avanti/verso l’alto e non fermarsi. Entrare in un palazzo dalle finestre del dodicesimo piano si arriva subito ma si fa fatica. A fare le scale si riesce meglio, anche se ci si mette di più. L’essenziale è – ribadisco – non fermarsi.
Esiste l’ascensore 😉
Non so bene lì a Canossa se c’è ancora l’inginocchiatoio : ecco quello sarebbe un problema ! 😉 🙂
@kat, tu prevedi un budget di 6 mln. Premesso che ce ne vorrebbero di più, poniamo il caso che uno lo mettano gli sponsor e un altro i soci più solidi e già così saremmo a quote da 500. Sicuramente più fattibile, anche se l’ideale sarebbe averne molti più soci e quote sui 100.
Io ho preso come esempio Green Bay Packers (e sti quazzi) li ci son più soci che seggiolini nel Lambeau Field, facendo un passo in dietro e adattando tutto alla dimensione del rugby e di Parma sei sicuro che nella Regione e nelle provincie circostanti riesci a raccimolare oltre 8.000 soci? Tieni presente che dove l’azionariato popolare funziona i soci caccian la grana pure per trovare i biglietti
Insomma a Parma si fatica a trovare 1.500 persone che vanno allo stadio dove ne trovi 8.000?
Ps ricordo che lo stadio Camp nou di Barcellona ha una capienza di Circa 100.000 spettatori i soci son circa 170.000 che mi pare caccino 155 euri cadauno, logico se ampli la base i soci vengono necessariamente a pagare meno ma ripeto fatte le debite proporzioni per me avere un budget minimo nei prossimi anni di 10 milioni con un azionariato popolare devi per forza di cose arrivare a quella cifra annuale e a quel numero di soci, poi sbaglierò ma nel breve periodo la vedo complicata
Devo dire che questa volta, a differenza delle altre, sono molto deluso da questa intervista! Non dice assolutamente nulla di più di quanto si sapesse già e le domande sono retoriche.
Ma scusate, chiedere se hanno idea di quante risorse finanziarie siano necessarie per gestire una squadra di pro12, e magari chiedere anche come pensano di trovare i capitali???
Vero. e perche’ a Treviso non faresti le stesse domande? adesso non c’e’ nemmeno piu’ scuse che un club e’ pubblico, la’tro privato.
Ma perchè bisogna sempre tirare in ballo Treviso, stiamo parlando delle Zebre e della nuova compagine societaria.
Sono tutte persone nuove al rugby, mi pare lecito conoscere qualcosa di più di questa avventura.
Premesso che com’è ora quello delle Zebre non può definirsi ‘azionariato popolare’ ma bensì ‘azionariato allargato’ ….i principi che portano al successo questo tipo di iniziative non sono tanto l’apporto delle quote….ma l’indotto che possono generare se la partecipazione è diffusa , ampia e si crea senso di appartenenza .
Vabbè Tony ba bene tutto ma diamogli tempo di lavorare ed eventualmente( all’inglese) crescere.
Somo appena ai primi vagiti; mi sembrate come i parenti di fronte al neonato:nom ci assomiglia per niente!
Oh oh si scherza eh( redazione mi raccomando niente scherzi )
@gino non sto giudicando …. ho solo fatto delle precisazioni , conseguenti a un po’ di commenti letti.
@gino chi invece potrei giudicare è la persona che ha ricevuto una consulenza e dei consigli e non ha comunicato bene con chi di dovere 🙂
Scusate, time out!
cerchiamo di non fargli il processo alle intenzioni con annesso giudizio alla gestione…
lo dico senza alcuna volontà di irritare nessuno di voi e in totale quietitudine! 🙂
(E lo dico trattenendo quella parte di me che pensa che quello che ho letto sopra sia aria fritta con le solite banali frasi “abbiamo davanti grosse opportunità” o “faremo qualcosa di nuovo e il mondo non sarà più lo stesso”, che se le rileggi 3 volte ti rendi conto che non hanno detto niente.
E quella parte di me spera anche che x le Zebre non sia l’ennesima patacca.
Xchè uno che mi dice: che “serve un progetto per far durare le cose” senza dire mai quale sia il progetto; che l’azionariato popolare si, però ci sono dei gradini da superare (quali?) ma tanto la fir ci sta vicino ci da una mano e ci para il culo e che il risultato sociale è la priorità… mi sa di presa x il culo. Vorrei essere ingenuo come un danese, ma sono italiano e ‘ste cose le ho sentite fino alla nausea.)
PERO’…spero che la squadra non sia più il materasso+rete matrimoniale+2 set di lenzuola della stagione scorsa! 🙂
Carina questa idea dell’azionariato popolare ( o diffuso che sia)…varrebbe quasi la pena ad incoraggiarla, quantomeno per le società di Eccellenza…così “per vedere l’effetto che fa”, specialmente in uno sport che di popolare, inteso come ampia massa di sostenitori al seguito, in questo paese non lo è mai stato.
Se, e ribadisco se fosse fattibile, potrebbe essere una formula per contribuire a rendere più solide le società del nostro campionato domestico, e poi, un passo alla volta ampliare gli orizzonti…invece no, siccome siamo dei fenomeni qui in Italia andiamo subito a fare gli esperimenti di simili compagini sportive in un campionato sovranazionale, dove gli altri partecipanti per cultura e professionalità ci hanno sempre mangiato sopra la testa…
Legami con il territorio?
Mah, il legame è fatto di relazioni, di uomini, di progetti e di opportunità.
Fateli vedere, presentate un piano industriale ( tanto lo sportivo lo decide il sig. G. assieme a D.R. )ormai siamo a settembre, se non lo faranno ora quando servirà?
Per quanto riguarda gli abbonamenti, ognuno è libero di pensarla come vuole…il rugby, quello vero, senza compromessi e con la faccia pulita, per me non sta più qui!