Movimento Italia: rilanciare l’Eccellenza, un mantra che ha bisogno di attori diversi

Da tempo sosteniamo la necessità della creazione di una lega di club, ma anche sul fronte fedrale servono novità

ph. Alfio Guarise

ph. Alfio Guarise

Qualche giorno fa, era il 9 giugno, vi abbiamo dato conto delle conclusioni di un incontro avvenuto a Bologna tra il presidente federale FIR e i rappresentanti di tutte le società di Eccellenza. Tra le altre cose si parlava di partite da programmare il venerdì sera (ottima idea sulla carta, ma il venerdì sera spesso giocano le celtiche: non è un pestarsi i piedi, almeno un po’?), di un numero maggiore di amichevoli piuttosto consistente tra la nazionale U20 e le squadre del massimo campionato italiano, di una sorta di deregulation per quanto riguarda i permit players, cosa che a noi di OnRugby – per quello che vale – non piace molto, anzi, visto che avremmo preferito una regolamentazione chiara e completa con una sorta di salita/discesa tra atleti, società d’Eccellenza e celtiche che potesse avere un valore almeno per una intera stagione. Cosa che tra l’altro ci risulta sia stata presa in considerazione nei mesi scorsi ma evidentemente ora messa da parte.

 

Una riunione che denota una certa volontà di intervenire in una qualche maniera sul nostro boccheggiante massimo campionato nazionale, ma con interventi spot, una tantum. Manca insomma un piano complessivo, generale, e che si dia un respiro medio-lungo, che non possiamo sperare di cambiare un torneo nell’arco di una o due stagioni.
Si parla spesso di crisi del’Eccellenza, della volontà (di alcuni, almeno) di riportare la competizione al livello di qualche anno fa o comunque di rivitalizzarla rispetto alla innegabile crisi tecnica, economica e di pubblico degli ultimi 10 anni almeno. Perché l’inizio dell’avventura celtica può diventare un comodo alibi, ma va detto che quello che oggi è il Pro12 ha “solo” acuito e reso più evidenti problemi che già esistevano.

 

Un piano di ampio respiro, si diceva. Ma ci sono gli attori preposti per pensarlo, progettarlo, concretizzarlo? Non proprio. Lato club manca una lega che li rappresenti. Lo abbiamo scritto più volte che un’associazione renderebbe le società più forti, un fronte comune meno frammentato darebbe vigore alle loro proposte e diventerebbe un laboratorio più ricco ed efficace.
Ma il problema esiste anche sul lato fedreale, dove non c’è un ufficio tecnico che si occupa in maniera esclusiva dell’Eccellenza e che invece sarebbe necessario. Il nostro massimo torneo nazionale si trova oggi in una sorta di limbo, dove giungono pochi finanziamenti e dove a intervenire possono essere vari “attori” a seconda della natura del problema contingente. Che per mettere una toppa a una emergenza può anche andare bene, ma in questa maniera si perde ogni sorta di progettualità che abbia un panorama che possa abbracciare qualche stagione, con decisioni che valgono oggi ma non domani.
E’ evidente che fino a quando saremo in Guinness Pro12 il grosso dei fondi verrà assorbito da quella esperienza, sostenere il contrario è mentire sapendo di farlo, ma questo non può diventare una scusa per lasciare l’Eccellenza nello stato comatoso in cui si trova oggi. Servono attori in grado di saper guardare oltre al proprio naso e con un panorama temporale abbastanza largo. Altrimenti il “rilanciare l’Eccellenza” sarà solo un mantra che significa qualcosa solo nel momento in cui lo si pronuncia, e nulla un secondo dopo.

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