Movimento Italia: rilanciare l’Eccellenza, un mantra che ha bisogno di attori diversi

Da tempo sosteniamo la necessità della creazione di una lega di club, ma anche sul fronte fedrale servono novità

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Giovanni 12 Giugno 2015, 08:28

    Finchè i club non saranno in grado di far reddito la vedo ardua una Lega. Con che chance si andrebbe a sedere ad un tavolo di trattativa o di semplici relazioni con una Federazione da cui dipende in tutto e per tutto? Il problema comunque non riguarda solo l’Eccellenza. Andrebbe pensato un riassetto profondo di tutti i campionati nazionali e, sulla base di parametri che considerino tutti i vari dati a disposizione (benefici per soldi spesi) chiedersi se è compatibile la doppia natura “professionismo celtico/domestic” del nostro rugby. Un ufficio tecnico federale che si occupi esclusivamente dell’Eccellenza va bene, ma andrebbero delineati con chiarezza i poteri e gli ambiti d’intervento, altrimenti si rischia solo di sovrapporre – anche solo parzialmente – alla gestione attuale, magari estemporanea ed approssimata ma pur sempre in essere, una nuova di natura ibrida. O viceversa potremmo ritrovarci un ufficio burocratico in più che non faccia altro che ratificare decisioni altrui.

    • tony 12 Giugno 2015, 08:54

      Un aspetto importante che hai sottolineato i club devono incrementare le entrate (poi basta non facciano perdite )non facciamo audience, non facciamo pubblico,poco interesse..qui bisogna lavorare molto oltre naturalmente sul aspetto tecnico che di per se porta benefici a quanto sopra scritto.

    • Hullalla 12 Giugno 2015, 10:34

      Come al solito si parla sempre e solo di soldi.
      Prima di far reddito, i club devono fare STRUTTURA.
      Organizzarsi e’ il primo passo, altrimenti se metti i soldi senza l’organzzazione, li sprechi. Impariamo dagli sprechi del passato, se possiamo.

      • Giovanni 12 Giugno 2015, 10:39

        Ma per “fare struttura” servono i…soldi. Alla fine è un serpente che si mangia la coda: senza investimenti non ottieni risultati e senza risultati non attiri interesse.

        • soa 12 Giugno 2015, 12:39

          Non sono d’accordo: il rugby argentino è lì a dimostrarci che anche senza tanti soldi si possono ottenere buoni risultati. Conta più l’attitudine dei soldi.

          • San Isidro 12 Giugno 2015, 12:48

            esatto…

          • Rabbidaniel 12 Giugno 2015, 12:54

            Sì ma devi mettere mano al sistema e, comunque, anche gli argentini hanno deciso di cambiare strada.

          • San Isidro 12 Giugno 2015, 13:17

            gli argentini parteciperanno, per la prima volta nella loro storia, ad un torneo pro vero con un loro team, ma il rugby domestico non subirà alcuna modifica, anzi sarà sempre la colonna portante della franchigia…l’UAR infatti sta definendo un piano di sviluppo a supporto della franchigia, ovvero sta selezionando, fuori dalla rosa del Pampas, un gruppo di atleti domestici che probabilmente saranno inseriti via via nella franchigia e nel frattempo possono continuare a giocare con il club d’appartenenza…

          • soa 12 Giugno 2015, 16:06

            @Rabbi, sai bene che io sono un gran sostenitore del progetto Dogi e credo che le potenzialità derivanti dalla partecipazione al pro12 siano state sfruttate solamente in minima parte visto che non ci sono le accademie delle franchigie, l’eccellenza non è stat modificata a dovere, ecc.. Sono profondamente convinto serva un confronto a livello pro costante, ma quello che c’è sotto deve prendere atto dei propri mezzi e regolarsi di conseguenza. I buoni giocatori vengono fuori se si lavora bene, non per merito dei soldi. Quelli servono solo in un momento successivo, quando saremo pronti per avere un campionato pro interno.

        • Hullalla 12 Giugno 2015, 18:22

          @Giovanni
          SE dai soldi ad un’organizzazione che non e’ ben strutturata per usarli in modo costruttivo e utile, li sprechi e basta.
          Lo abbiamo gia’ dimostrato qualche anno fa, quando i soldi c’erano.

  2. Mr Ian 12 Giugno 2015, 08:43

    Al nostro teatrino amatoriale più che gli attori mancano gli spettatori. Detto questo poiché un rilancio del campionato ai vecchi fasti al giorno d’oggi è impossibile, sarebbe giusto fare qualche aggiustamento, come ad esempio l’obbligo di schierare dei fuori quota obbligatori, sia come U20 che U23.
    Le relazioni tra fir e clubs sono pressocchè inesistenti, mi è stato confermato da un alto dirigente fir, aggiungendo che gli unici che lavorano un po’ per la federazione sono Calvisano e Mogliano…

    • enricalvisano 12 Giugno 2015, 14:55

      Sono le due squadre con le formazioni più giovani e più italiane, tra l’altro.

      • San Isidro 13 Giugno 2015, 02:33

        beh, anche Lazio, San Donà e Petrarca schierano tanti giovani e italiani, anche le Fiamme, ma per loro è un altro discorso…e comunque mi pare che Calvisano e Mogliano di giocatori di formazione estera ne abbiano messi in campo diversi…

      • giomarch 13 Giugno 2015, 10:15

        Se equiparare significa lavorare per la federazione sono daccordo con l’ alto dirigente fir.
        Calvisano e mogliano lavorano con la federazione. .
        ma siamo sicuri che la via scelta da petrarca aquila rovigo fiamme e san dona non sia piu ‘ utile al movimento?
        Per me in casa di molti alti dirigenti fir mancano gli specchi. .

  3. maxetere 12 Giugno 2015, 08:46

    Gira tutto intorno ai soldi, c’è poco da fare. Soldi che non ci sono. Sponsor che promettono e non mantengono sono la causa primaria del disastro eccellente. Giocatori e tecnici che avanzano ancora soldi delle due stagioni precedenti in barba ai vari lodi arbitrali che, evidentemente, vengono in qualche modo aggirati. Chi è disposto a venire a fare la fame? Nessuno se non i giovanissimi che magari hanno una paziente famiglia alle spalle che aiuta in qualch modo o che studiano perché di rugby non si vive. Per non parlare dei fornitori delle squadre, degli hotel che le ospitano in trasferta e dei proprietari degli appartamenti dove vivono i giocatori. Siamo agli sgoccioli e la situazione non può che peggiorare. Tra poco non ci sarà più nessuno disposto a fare credito alle società di rugby. Dalla federazione non arrivano segnali incoraggianti , tante chiacchiere e zero sostanza e avanti così verso il baratro.

    • Alberto da Giussano 12 Giugno 2015, 09:10

      Non credo ci sia nessun baratro che ci aspetta. Credo ci sia da trovare una formula che consenta di arrivare a far giocare 10 squadre in un campionato che abbia una logica e un senso.
      Se il vertice è rappresentato dalle due squadre celtiche, le quali a loro volta dovrebbero avere la capacità finanziaria di stare in piedi senza contribuzioni ,è evidente che l’eccellenza dovrebbe essere il campionato che forma i giocatori italiani per le due celtiche. Per questa attività di “formazione” dovrebbero, da un lato avere riconosciuto dalle due celtiche un contributo di formazione e dall’altro esprimere un livello di gioco che consenta questa formazione.
      Ridurre tutto ad una mera questione economica non è corretto.
      Prima di ogni cosa serve un progetto, semplice che parta da dei presupposti condivisi. La lega sarebbe utile, ma il progetto dovrebbe avere una condivisione maggiore.

      • Francesco.Strano 12 Giugno 2015, 10:17

        @Adg sei troppo ottimista………………….. con le stesse persone,lo stesso livello dei giocatori e le stesse risorse, a distanza di 10 anni ,più o meno ,adesso le nostre del SUPER10 in challenge ne prendono sempre……..

        • Da 12 Giugno 2015, 12:42

          Anche io non sono per niente ottimista Alberto. Non era competente la gestione Dondi e non mi sembra lo sia neanche quella Gavazzi. Oramai è passato del tempo dall’insediamento del patron di Calvisano e non vedo miglioramenti, anzi.
          Prevedo ancora tempi molto bui..

  4. Francesco.Strano 12 Giugno 2015, 09:54

    Attualmente abbiamo Gavazzi,Checchinato,Ascione…
    quindi,cosa serve :

    1- Una dirigenza che promuova e venda il prodotto. ATTUALMENTE IMPOSSIBILE
    2- Legare le franchigie alle squadre d’eccellenza (CON I PERMIT già decisi durante il mondiale, dove il campionato rimarrà fermo). ATTUALMENTE IMPOSSIBILE,anche se si sta muovendo qualcosa ,viste le ultime parole di G.
    3-Finanziare le società che hanno risultati giovanili,con OBBLIGHI di reinvestirne una percentuale in:

    a) sviluppo strutture
    b) marketing
    c) formatori stranieri

    3-DIRECTOR of Rugby,che lavori senza pressioni e con progetto a medio tempo. ATTUALMENTE IMPOSSIBILE

    4- Limite stranieri u23 a 3 e 2 stranieri fuori quota
    5- Obbligo n.10 ITALIANO
    6- Allenatori stranieri SKILLS e CALCI itineranti (pagati da FIR) per chi partecipa all’Eccellenza. Ricevere knowledge per chi giustamente arriva al massimo livello. ATTUALMENTE IMPOSSIBILE

  5. carlo s 12 Giugno 2015, 10:21

    Inutile secondo me girarci attorno.
    Conclusa l’esperienza celtica (che in italia non funziona) gli italiani devono organizzare un proprio torneo, professionistico.
    Prendendo esempio da basket e volley.
    L’esperienza delle franchigie non ci appartiene, non scimiottiamo i celtici o gli americani dell’NBA.
    Abbiamo in Italia una lunga e consolidata esperienza di club.
    Benetton torni quindi in eccellenza, Parma la si scioglie e i giocatori distribuiti fra le squadre di eccellenza.
    Si organizzi quindi un campionato PRIMAVERA (stile calcio) dove far giocare i giocatori U20 delle squadre d’elite.
    Accademie, solo una, di qualità, con i migliori 40 ragazzi U20, U18, U16.

    • Francesco.Strano 12 Giugno 2015, 10:43

      quoto…………….

    • gsp 12 Giugno 2015, 10:44

      Ciao Carlo, ma non é che in galles, irlanda e scozia i club non esistessero, o fossero meno importanti dei nostri. Poi magari la Celtic non funziona per noi, ma non é certo perché noi abbiamo club.

      • carlo s 12 Giugno 2015, 13:58

        L’idea di confrontarci con le squadre Gallesi, Irlandesi, Scozzesi, tutte le settimane va certamente bene per l’allenamento al 6 nazioni. Se il nostro unico scopo è quello di partecipare 6 Nazioni allora restiamo in Celtic. Va comunque detto che le nostre squadre (franchigie) in Pro12 finora le han sempre prese e si sono dimostrate di un livello nettamente inferiore rispetto alle rivali celtiche (forse con l’unica eccezzione di un anno della Benetton). Giocare così, con squadre non competive, che non riescono a sviluppare un gioco offensivo, non so davvero che vantaggi porti, anzi accresce nei giocatori e nei tecnici la consapevolezza di essere inferiori agli avversari.
        Se il movimento vuole crescere, deve prima di tutto sviluppare un campionato nazionale di LIVELLO dove si riesca a trovare il coinvolgimento del pubblico, dato anche dalle rivalità storiche, dove le squadre possano competere allo stesso livello le une contro le altre.
        Dobbiamo trovare una nostra identità, una identità italiana nel gioco del rugby, e questo passa a mio modo di vedere attraverso un campionato domestico che rappresenti davvero il meglio che siamo in grado di produrre.
        I gallesi, gli scozzesi e per certi versi anche gli irlandesi sono parte di una cultura comune. Per loro giocare insieme, in un campionato comune è naturale.
        Per noi è diverso.
        Pur essendo stato in passato un ferreo sostinitore della partecipazione dell’italia alla celtic, sono ora sempre più convinto che si devve tornare “indietro” rispetto a quella scelta.

    • enricalvisano 12 Giugno 2015, 15:03

      Condivido. Però si redistribuiscono anche parte dei giocatori del Benetton, altrimenti gli si consegnano 5 anni di scudetti assicurati.

  6. mistral 12 Giugno 2015, 10:28

    fosse per me, per prima cosa cambierei il nome: “eccellenza” è forse un po’ presuntuoso, considerando poi il livello di quello che si vede in campo e in video… se poi se ne vuole fare un elemento trainante e diffuso, apporre protezionismi e vincoli in ragione di una supposta (!) potenziale crescita di prodotti autoctoni del movimento di base mi pare utopico, riduttivo e miope… la premialità in rapporto alla scuola di rugby ed al movimento formativo che ogni società dovrebbe fare è sicuramente una bella leva, ma temo che come sempre in italia si vada in ragione dei numeri e che, come per altri settori, si iscrivano anche i neonati pur di ottenere sovvenzioni, senza poi svolgere, de facto, alcuna o poca attività giovanile (l’esempio del contare i numeri di praticanti considerando le scuole iscritte, al di la se poi l’attività veniva svolta o meno, non è poi troppo lontano nel tempo)… certe abitudini sono (purtroppo) ben radicate nel paese ove il sì suona…

  7. gsp 12 Giugno 2015, 10:41

    Si puó vivere senza eccellenza, come fanno gli altri.

    L’idea della piramide, base/vertice funziona bene dal punto di vista comunicativa ma non ha quel carattere di necessitá che ci diciamo qui da anni. Insomma non é detto che della piramide debba far parte l’eccellenza.

    • Francesco.Strano 12 Giugno 2015, 10:43

      stai scherzando spero…………..

    • Emy 12 Giugno 2015, 12:02

      E quindi delle squadre cosa ne fai? Le riversi in un’unica serie A? Secondo me la faccenda ora come ora è più che altro linguistica, nel senso che già ora l’eccellenza non eccellente è una sorta di A1. Comunque il pensiero di gsp secondo me è meno campato in aria di quanto possa sembrare.

    • Rabbidaniel 12 Giugno 2015, 12:46

      Sono d’accordo. Ma torniamo sempre nell’universo delle scelte precise che andrebbero prese e che, invece, verranno rimandate ad infinitum o, meglio, finché una causa esterna non ci obbligherà a prendere una decisione.

    • buk 12 Giugno 2015, 19:18

      Eccellenza è solo un nome. Quando si parlava di Super 10 c’era una lega gestita dalle società, l’Eccellenza viene gestita dalla FIR. il Super 10 si sciolse quando, come da contratto di formazione, 3 società facenti parte lasciarono il CDA, con la Capitolina di fatto a sancirne lo scioglimento. Ma oggi l’Eccellenza potrebbe chiamarsi Serie A… sarebbe lo stesso.

    • San Isidro 13 Giugno 2015, 02:38

      concordo Peppe…

  8. Sergio Martin 12 Giugno 2015, 10:44

    OT: è in corso fino a domani sera (+ festa con dj in serata…) il torneo Roma Seven 2015, all’Acqua Acetosa. Accorrete numerosi!!!
    A questo link tutte le informazioni:
    http://www.romaseven.com/en/index.htm

    • Gino Raschi 12 Giugno 2015, 11:12

      ma le partite si possono vedere anche in tv o in streaming?

      • Sergio Martin 12 Giugno 2015, 12:23

        Ho visto che daranno la diretta delle finali su raisport1 domani sera alle 20:30:
        http://www.rai.it/dl/rai/guidaProgrammi.html
        poi sul sito del Roma Seven, ho notato che c’è questa pagina
        http://www.romaseven.com/en/index.htm#
        che sembra rimandare ad un livestreaming su Raisport, ma al momento non si vede nulla. Può darsi che più tardi inizino a trasmettere…..

      • Sergio Martin 12 Giugno 2015, 14:27

        Ho visto che daranno la diretta delle finali su raisport1 domani sera alle 20:30:
        Poi sul sito del Roma Seven, ho notato che c’è una pagina web con un link che sembra rimandare ad un livestreaming su Raisport, ma al momento non si vede nulla. Può darsi che più tardi inizino a trasmettere…..

  9. Bogenschutzenverband 12 Giugno 2015, 10:51

    Il problema non è Celtic si, Celtic no, Eccellenza si, Eccellenza no.

    Il vero problema è che la Federazione qualche anno fa ha fatto una MEZZA scelta, entrando nel circuito celtico ma nel contempo continuando a tenere un campionato nazionale di vertice sulla falsariga del super 10 di otto/nove anni fa.

    Se la F.I.R. ha deciso di virare sul Pro 12, avrebbe dovuto smantellare buona parte del circuito dei campionati nostrani, trasformandolo in una fucina di talenti (cosa difficilissima visti i mezzi attualmente a disposizione), “obbligando” fazioni storicamente rivali a collaborare, con il rischio altrimenti di chiudere baracca e burattini.
    Esattamente come hanno fatto Neath e Swansea quando sono nati gli Ospreys: se non ricordo male c’era una fortissima rivalità tra le due compagini gallesi, e nonostante tutto mi sembra se la siano cavata abbastanza bene dopo i problemi iniziali.

    Questo è quello che secondo me avrebbe dovuto fare la Federazione a suo tempo. Ora sta tentando di dare un colpo alla botte ed uno al cerchio senza successo. Se la sua intenzione è quella di continuare con la strada celtica, questa, a mio modo di vedere è l’unica soluzione possibile, fregandosene dei campanilismi e usando in alcuni casi il pugno duro.

    Scelta impopolare? sicuro.

    • Rabbidaniel 12 Giugno 2015, 12:48

      Esatto. Ma l’Italia è il paese delle half measures: un po’ questo e un po’ quello, un colpo al cerchio e uno alla botte, non accontento veramente nessuno, ma non scontento completamente nessuno.

      • xnebiax 12 Giugno 2015, 17:16

        E invece ci vorrebbero scelte, decisioni magari impopolari. Sono d’accordo con Bogenschützenverband (kannst du noch mehr Deutsch?), imporre collaborazioni tra i club e regole chiare da parte della federazione.

    • malpensante 12 Giugno 2015, 13:38

      Senza obbligare, sarebbe stato sufficiente staccare la canna dell’ossigeno, neanche aprire il gas. Una controllatina ai conti secondo le regole mai applicate, niente 400000 a prescindere, niente spese con i soldi dell’anno dopo, niente nero ai giocatori, campionati giovanili ricchi e senza obbligo di senior: magicamente l’Eccellenza sarebbe sparita da sola. Puff.

  10. Giovanni 12 Giugno 2015, 10:55

    Voglio aggiungere una cosa, a quanto detto prima. Non vorrei che tra un po’ venga la moda dell’ “annuncite”: delego un personaggio o organismo alla gestione/responsabilità di una determinata area e sono a posto. Anche il presidente FIR ha accennato ad un possibile DoR, tempo fa: non vorrei diventasse quello che son diventati un po’ tutti i vari allenatori della nazionale, nel corso degli anni, cioè delle sorte di “fusibili” (accolti inizilamente come salvatori della Patria) su cui scaricare eventuali fallimenti o obbiettivi non raggiunti. Lo stesso dicasi per un eventuale ente che un domani si occupi dei campionati interni. Le decisioni vanno prese collegialmente, dopo analisi basate su dati storici ben precisi e dopo aver predisposto un piano a medio-lungo termine che preveda delle tappe e delle verifiche ben precise. Insomma, un po’ quello che Cuttitta nell’intervista concessa ad OnRugby lasciava intendere mancasse al rugby tricolore, rispetto ad altre realtà mondiali.

  11. Francesco.Strano 12 Giugno 2015, 11:34

    ragazzi….

    ENTRATA NEL 6NAZIONI : con l’Eccellenza : RISULTATI POCHI
    ENTRATA NELL’ERA CELTICA : con l’Eccellenza RISULTATI POCHI

    DIRIGENZA….SEMPRE LA STESSA… trovatemi voi la differenza……

    bisogna cambiare i formatori… celtic o non celtic !

    • tony 12 Giugno 2015, 11:45

      @Franceso vero in parte ma molto più articolato ….però siccome è già stato più volte trattato non è il caso di riaffrontarlo.

  12. papavero 12 Giugno 2015, 11:42

    La situazione è abbastanza drammatica,credetemi.
    Io sono convinto che le persone ci sono, che le idee ci sono, ( alcune anche a costo zero se no troppo facile), e che le persone che hanno idee rompono le p… e ti rubano il posto. E meglio non averle. Nei paesi rugbysticamente avanti a noi certe persone sarebbero state cacciate vent’anni fà o non ci sarebbero neanche entrate.
    Da noi segni un pò di mete x l’italia, fai tot. presenze, porti i voti e sei nei posti importanti con salari importanti di una cosa che fà schifo (vedi U20). L’importante che io ci sono.
    Tutto è un disastro ormai. La Pro 12 siamo negl’ultimi 2 posti, l’eccellenza è un morto che cammina frà un’anno o due giocheranno 4/6 squadre 4 andate e quattro ritorni come l’hokey, arbitri spaccati che non possono accettare il loro capo che pensa a rispondere a comandi, privilegi a pochi e fame per tutti gl’altri. Lo specchio del paese niente di nuovo.

  13. Emy 12 Giugno 2015, 11:47

    Finchè ci sono le celtiche, l’eccellenza io la ribattezzerei direttamente serie A e scalerei così tutti i campionati, riportando il tutto ad una dimensione più aderente alla realtà, partendo dalla denominazione. Del resto, da quando il S10 non è più tale, il livello dell’eccellenza non è certo eccellente.
    Impensabile aver fatto le celtiche e portarle avanti senza rivedere tutto quel che ci sta sotto: il dilettantismo calato inesorabilmente sull’eccellenza di fatto ha completamente cambiato il campionato e i meccanismi di tutto il domestic.
    Quindi, perchè ostinarsi a far finta di niente invece di correggere le storture rendendo i campionati proficui? L’eccellenza che non è più eccellente deve servire da serbatoio di crescita verso le celtiche? Benissimo, e allora che vengano stretti accordi con l’accademia U20 per lo smistamento e la crescita dei ragazzi. Idem si faccia con la A e i ragazzi all’ultimo anno di accademia U18. Così le squadre ci guadagnano giovani di valore e i ragazzi e la federazione ne guadagnano la crescita e la scrematura sul campo.
    E’ evidente che il rugby italiano economicamente non può sostenere a braccetto le celtiche e un massimo campionato di livello, quindi tanto vale fare la pace con questa cosa e creare un modello virtuoso, utile e sostenibile, come già fanno nel loro piccolo alcune delle società, ma supportandolo con una politica federale di collegamento ed incentivo alla crescita dei giovani accademici. E farlo a cascata anche con la serie A che, in questi anni, mentre l’eccellenza si è involuta, secondo me si è evoluta ed è cresciuta e quindi merita attenzione e non di essere abbandonata a se stessa come ora.
    Ci riempiamo gli occhi delle immagini, della qualità e dei numeri di Top14 e Premieship, ma è evidente che il nostro domestic non è neppure parente di questi campionati: teoricamente, il nostro paragone con questi dovrebbe essere la Celtic e quindi le due celtiche. Certo, i risultati dicono che la distanza è siderale anche su questo piano, ma forse se si riesce a sganciarsi dal pensiero dell’eccellenza come un qualcosa che non è più e a riformare in modo ragionevole e ragionato tutto il sistema, remando verso la crescita di giocatori verso le celtiche e quindi anche per le nazionali, creando nuove possibilità e sostegno al contempo anche alle squadre, qualcosa di meglio si può fare ed ottenere.
    Il disastro dell’U20 è più legato di quanto non sembri alla necessità di una riforma generale dei campionati.

    • mistral 12 Giugno 2015, 12:15

      parole sacrosante, “eccellenza” è presuntuoso e rappresenta (come “qualità”) un concetto oggettivamente insulso… serie A o prima divisione (per rimanere nella scia anglofona), e poi a cascata divisioni (o serie) minori, ma con particolare attenzione a trasferte e calendari che (in alcune regioni e stagioni) si rivelano le maggiori avversarie delle squadre… sulla partecipazione alla Celtic o simile: una sola franchigia che punti in alto è meglio di due che zoppicano in coda, e vivono solo di una sterile rivalità campanilistica e di un dualismo strutturale di facciata… se poi questa franchigia è “anche” espressione del movimento di base (e se tale movimento è in grado di produrre, a preascindere dal sistema di accademie o scuole di formazione fedrali, non federali, etc, su questo si apre un dibattito a parte) tanto meglio, ma vincere (!?!) o quantomeno arrivare alle fasi finali della CL sarebbe una boccata di ossigeno per la visibilità e promozione del rugby italico…

    • Rabbidaniel 12 Giugno 2015, 12:53

      Nell’U20 italiana l’unico che abbia “annusato” il professionismo vero è Lazzaroni. Gli altri vivono nell’ovattata accademia, e si vede, alla fine, che sotto pressione non sanno che pesci pigliare. Dànno il meglio quando c’è una mission impossible.
      È un dato più culturale che psicologico. Il nostro sistema è farraginoso, poco produttivo e anche ineconomico. Per il resto hai detto tutto tu, non posso che concordare.

    • Alberto da Giussano 12 Giugno 2015, 13:08

      Condivido questi concetti di estremo buon senso.

    • cip 12 Giugno 2015, 13:46

      seguendo il tuo ragionamento e cancellando di fatto il nome Eccellenza, pensa un po’ che a me piacerebbe una serie A a 16/18 squadre. 2/3 squadre di Roma! i numeri ci sono. Progetti come Firenze. La stessa Accademia, se resta, deve giocarsela in Eccellenza se vuole competere a livello internazionale! Insomma un coinvolgimento più ampio a livello territoriale. Tutta l’area nordovest non può limitarsi a Calvisano e Viadana. Realtà come Recco.
      2 condizioni: Bilanci reali e sostenibili, Accademie o Centri di Formazione obbligatori per chi vuole stare in Serie A.

      • Emy 12 Giugno 2015, 15:25

        Accademie e cdf deve farli la FIR, appoggiando i club e appoggiandosi agli stessi: non puoi obbligare i club, che già hanno le loro giovanili, a pagarsi delle accademie. Cosa che, peraltro, non sarebbero ovviamente mai in grado di fare.
        Secondo me il sistema di cdf U16 e accademie U18 è l’unica cosa che un po’ funziona anche ora e quindi li lascerei così. Di sicuro invece fornirei ai club un sistema di formazione per gli allenatori del minirugby e dell’U14, con tecnici qualificati, anche stranieri se serve, mandati dalla federazione in giro.
        Toglierei la Francescato e recupererei così un mucchio di milioni da reinvestire: i ragazzi devono crescere nei club, non chiusi lì dentro. Quindi creerei, come ho detto sopra, un sistema virtuoso di smistamento nei club degli accademici nell’anno dei 18 e di quelli in uscita dalla struttura.
        Con i soldoni risparmiati dalla Francescato ci entrano anche gli osservatori/tecnici della nazionale U20 da mandare a vedersi le partite per vedere e convocare i ragazzi.
        Capitolo campionato: la formula nuova della serie A si è rivelata azzeccata ed è tarata su 24 squadre. Un colpo al cerchio di un contenimento dei costi nella prima parte più due colpi alla botte per quanto riguarda l’intensità, sia nella prima fase che nella seconda, con un meccanismo che può finire col punire anche una sola sconfitta. Per la seconda fase, i gironi promozione li chiamiamo poule scudetto, che fa figo e accontenta i reduci della fu eccellenza. Gli altri li chiamiamo poule salvezza e siamo a posto. Semifinali e finale, quattro retrocessioni dirette e il campionato è fatto: una serie A potenziata, più radicata sui vari territori (rispetto all’attuale eccellenza), con un livello più alto e un sistema di crescita degli accademici vantaggioso per tutti.
        Sicuramente bilanci a posto, come dici tu, e ragionevoli e ponderati contributi FIR, comprendenti anche un rimborso e le spese correlate (affitto etc) degli accademici inseriti nelle diverse squadre: la FIR non deve mantenere le squadre, ma deve ragionevolmente collaborare anche dal punto di vista economico nell’ambito di un progetto e sistema di crescita dei giovani talenti in orbita azzurrina/azzurra.
        Aggiungerei una parallela attenta cura del mondo arbitrale, smettendola di tagliare fondi e invece investendo bene, che non si possono avere un buon campionato, una buona crescita ed un buon livello con un settore arbitrale da oratorio.
        Se ne possono tirare fuori tante di idee ragionevoli e costruttive.

        • xnebiax 12 Giugno 2015, 17:22

          Mi sembra che tu ne abbia di idee ragionevoli e costruttive. Potresti dare un chiamo a mister G?

  14. Katmandu 12 Giugno 2015, 12:59

    Per me una lega farebbe ancora più casino, mi spiace, ma se non ci son investimenti da tutelare (leggi top14, premier e prod2) ma se mancano i soldi, manca una struttura da gestire
    Ma in generale dire che comunque manca un collegamento con l’alto livello, se facessero ste benedette accademie celtiche son sicuro che una cinquantina di giocatori formati ad un livello più alto farebbero alzare il livello della competizione, inoltre bisognerebbe mettere delle obbligatorietà che al momento mancano, poi non trovo giusto proporre un campionato U23 oU20 non serve a nulla, fate come San Donà-Oderzo, o iscrivete una seconda squadra in un campionato inferiore con la possibilità comunque di uno scambio, vedrete che i giocatori rimangono e crescono ulteriormente
    Poi serve una copertura e una direzione di comunucazione che al momento manca, o se è presente latita parecchio, diciamo che Fir e Club devono remare nella stessa direzione ma al momento la cosa non è possibile

  15. soa 12 Giugno 2015, 13:51

    Se restiamo nel pro12 occorre prendere atto che è quello il massimo campionato cui partecipiamo e, conseguentemente, abbassare tutto quello che gira attorno all’eccellenza. Diventi finalmente un campionato dilettantistico, con tetti ai budget, allargamento delle squadre con gironi territoriali le cui vincenti si sfideranno poi in un torneo finale. Una cosa all’argentina insomma. E che il Treviso torni in eccellenza, lasciando il posto a una rappresentativa regionale. Vincere lo scudetto senza il Treviso lascia l’idea di uno scudetto di valor minore.

  16. San Isidro 12 Giugno 2015, 14:19

    Discorso trito e ritrito…io continuo a ripetere che non ha senso un “potenziamento” dell’Eccellenza quando già partecipiamo al Pro 12 con due franchigie (o superclub che dir si voglia), due dimensioni pro non sono sostenibili…la stessa Eccellenza di adesso è un campionato ibrido, che oscilla tra basso professionismo, semiprofessionismo e dilettantsismo, è un torneo dove ci sono tanti, troppi stranieri, alcuni dei quali paradossalmente sono anche più forti degli stranieri che sono alle Zebre e al Treviso, oltretutto in ruoli chiave, come nello spot di apertura, sono pochi gli atleti di formazione italiana…l’apice della stranezza del sistema penso si sia ottenuto l’estate scorsa quando in amichevole il Rovigo ha battuto la Benetton, ok che i biancoverdi erano con una squadra quasi del tutto nuova e si trattava di un test di preparazione, ma ditemi voi se è normale che un club domestico batta una franchigia? Come se l’Old Belvedere di AIB Legaue battesse il Leinster…
    Con l’entrata nel torneo celtico non si è mai provveduto a ristrutturare il sistema sotto, a creare una base di supporto per l’alto livello, ovvero: accademie legate alle franchigie, collegamento dei club a Zebre e Treviso, doppio tesseramento per gli atleti celtici, ecc…si è lasciato nel limbo un campionato pseudo-professionistico e scollegato da tutto con tanto di posti garantiti per 4 anni nella Challenge Cup dove le abbiamo prese a destra e a manca…con questa autonomia i club d’Eccellenza hanno continuato a fare i loro interessi (anche legittimamente perchè se nessuno dall’alto impone delle regole i presidenti delle società possono spendere e sperperare come meglio credono) portando in Italia stranieri e creando un sistema di professionismo falsato che in diversi casi non sono stati in grado di sostenere non pagando i ragazzi e mandando in fallimento le società…
    Un sistema per franchigie NON ammette una dimensione professionistica interna! Guardate i campionati di club dei nostri colleghi celtici, Galles, Scozia e Irlanda non mandano club nemmeno in Challenge Cup…
    Non dico che la nostra Eccellenza debba essere un torneo totalmente amatoriale fatto da dopolavoristi, ma sicuramente bisognerebbe renderla una competizone ancor più dilettantistica (e in caso di downgrade sarei anche pronto a rivedere la questione delle Fiamme Oro), imporre dei limiti di spesa alle società e ridurre il numero di giocatori di formazione estera nelle rose (magari non più di 2-3), ma le regole le può stabilire solo la FIR…
    Ovviamente la ristrutturazione dell’Eccellenza va fatta in parallelo alla creazione di un sistema di supporto alle franchigie e non sarebbe male se venissero individuati dalla federazione un gruppo dei migliori atleti domestici che magari vengano seguiti a parte con stage, allenamenti riservati a loro con tecnici stranieri, periodi da passare nelle franchigie, ecc…
    Qui si parla in continuazione di ridurre le squadre del massimo campionato, ma che senso avrebbe? Secondo voi, visto il livello, cambierebbe qualcosa con un torneo a 8 squadre? Per me, in un contesto più dilettantistico, le squadre si potrebbero anche aumentare e sicuramente ci si divertirebbe molto di più…sono mesi che dico che mi piacerebbe un’Eccellenza a 18 squadre: 3 gironi da 6 da giocare in andata e ritorno e poi le migliori 10 a fare un Super 10 finale da giocare in gara secca e play-off, le 8 rimaste giù a formare un torneo con le migliori della Serie A e così via…poi Coppa Italia (ben fatta però, altro che Trofeo Eccellenza!) e Super Coppa Italiana…tanti giovani che giocano, tante partite, tanto sano agonsimo e sicuramente più spettatori sui campi…

    • malpensante 12 Giugno 2015, 14:44

      4 x 4 gironi territoriali per metterle in fila, e poi a gironi incrociati: chi vince scala il tabellone, chi perde lo scende. Tutte A/R, la finale e lo spareggio per la B, 2 su 3. Vedi che cambiano i numeri degli spettatori.

      • San Isidro 12 Giugno 2015, 14:51

        ah, ho proposto la mia formula sotto mentre tu elaboravi la tua…

        • malpensante 12 Giugno 2015, 15:31

          Più gironi, meno spese e più campanili/spettatori in trasferta nella prima fase che se no conterebbe poco.

  17. San Isidro 12 Giugno 2015, 14:50

    In base alla mia idea di un’Eccellenza a 18 squadre di cui sopra, ho fatto un giochino suddividendo, secondo un ordine meritocratico stando alle classifiche della stagione appena trascorsa, i migliori 18 club d’Italia attuali (esclusa l’Accademia Nazionale che per me andrebbe soppressa perchè i giovani devono maturare nei club) in tre gironi…
    Girone 1: Calvisano, Fiamme Oro Roma, Petrarca Padova, Toscana Rugby (la nuova realtà composta dall’unione di Firenze e Cavalieri Prato), Colorno e Reggio Emilia
    Girone 2: Rovigo, San Donà, Lazio, Lyons Piacenza, CUS Verona e Ruggers Tarvisium
    Girone 3: Mogliano, Viadana, L’Aquila, Pro Recco, Valsugana Padova e Gran Sasso
    Le prime tre classificate dopo le 10 giornate di regular season + la migliore quarta formano un Super 10 finale da giocare in gara secca…le altre 8 formano un nuovo torneo con le migliori classificate nella prima fase di Serie A…poniamo che la A rimanga a 24 squadre suddivisa in 4 gironi da 6, dunque il nuovo torneo magari si potrebbe fare a 16 (2 gironi da 8) e alle 8 che scendono dall’Eccellenza si aggiungono le migliori 2 di ogni girone…il nuovo torneo potremmo chiamarlo Serie A1 e al termine i primi 4 di ognuno dei due gironi + i club del Super 10 riformeranno l’Eccellenza l’anno dopo…i club della prima fase di Serie A non classificati alla A1 faranno una Serie A2, 16 squadre sempre suddivise in due gironi da 8, le ultime due di ogni girone poi vanno in B…
    Ma non sarebbe una gran figata? Al posto del monotono e chiuso campionato di Eccellenza a 10 squadre?

    • Rabbidaniel 12 Giugno 2015, 14:57

      Per come la metti potrebbe saltare, in teoria, il derby Rovigo-Petrarca.

  18. Francesco.Strano 12 Giugno 2015, 15:56

    15 Alberto CHIESA (Cammi Calvisano)*

    14 Filippo GUARDUCCI (Marchiol Mogliano)*

    13 Roberto QUARTAROLI (Rugby Viadana 1970, 5 Caps)*

    12 Giovanni MASSARO (Fiamme Oro Rugby Roma)

    11 Gabriele DI GIULIO (Cammi Calvisano)*

    10 Carlo CANNA (Fiamme Oro Rugby Roma)

    9 Simone MARINARO (Fiamme Oro Rugby Roma)*

    8 Maxime MBANDA’ (Cammi Calvisano)*

    7 Emiliano CAFFINI (Femi CZ Rugby Rovigo Delta)*

    6 Matteo CORAZZI (Marchiol Mogliano)*

    5 Filippo GEROSA (Rugby Viadana 1970)*

    4 Federico RUZZA (Rugby Viadana 1970)*

    3 George IACOB (Petrarca Padova)

    2 Luca BIGI (Petrarca Padova)

    1 Federico ZANI (Petrarca Padova)

    a disposizione

    16 Oliviero FABIANI (Zebre Rugby)

    17 Giuseppe DI STEFANO (Fiamme Oro Rugby Roma)

    18 Pietro CECCARELLI (Macon Rugby)

    19 Alessio ZDRILICH (Cammi Calvisano)*

    20 Mirko AMENTA (Fiamme Oro Rugby Roma)

    21 Simone PARISOTTO (Valsugana Rugby Padova)*

    22 Giovanni BENVENUTI (Marchiol Mogliano)*

    23 Sebastian NEGRI (Hartpury RFC)

    Zani ottima scelta… meno quella del n.3 che non mi convince per niente… ma la rosa è davvero corta….

    Corazzi meglio di Zrlich?

  19. xnebiax 12 Giugno 2015, 17:47

    Rimaniamo ancora sulla domanda del cosa vogliamo fare da grandi. Intanto c’è la scelta tra rimanere in Pro12 e quindi ridimensionare e ristrutturare i campionati, togliendo il fattore semi-pro dell’attuale eccedenza, e uscire dal Pro12 e puntare di nuovo su un campionato interno quasi-pro e di qualità.
    Io personalmente sono per uscire dal Pro12. Costa troppo. Penso sia un problema enorme. Drena tutte le risorse. Non mi sembra sostenibile.
    E quindi sono per uscire dal Pro12 e ristrutturare i campionati, mettere dei controlli seri a pagamenti in nero ai giocatori, togliere i finanziamenti di 400.000 € alle prime 4 classificate e 0 alle altre, vorrei fideiussioni molto più consistenti e conti in regola per assicurare che i club non falliscano. Poi ci vorrebbero finanziamenti della federazioni a progetti delle giovanili, ai campionati giovanili e tecnici itineranti per aiutare tutti i club.
    Non riesco ad avere in mente una soluzione precisa in questo scenario al momento. Però ci sono cose che si potrebbero fare con costi ristretti e benefici a medio termine: intanto pubblicizzare il campionato italiano ad ogni evento della nazionale maggiore, con spot tv per le dirette delle partite, volantini allo stadio ed azioni nei social media. Aumentare le partite trasmesse da una a due ogni giornata (se non sulla rai con uno streaming online con telecronaca), ed imporre in generale alle squadre di eccellenza di riprendere con qualità decente e telecronaca la partita e poi pubblicare degli highlights (come già fa Rovigo). Una presenza mediatica maggiore e maggiore pubblico dovrebbe, col tempo, aumentare gli sponsor.
    Le squadre dovrebbero poi essere obbligate a pubblicare i bilanci e a presentare alla federazione un contratto per ogni giocatore, che sia un contratto pro, o che metta nero su bianco che il giocatore per la stagione gioca senza remunerazione.
    A questo punto un’eccellenza così diventerebbe un discorso molto chiuso e vincere il campionato (amatoriale) di serie A non dovrebbe poter bastare per la promozione. Discorso difficile anche questo e ammetto che le mie idee non sono chiarissime.

    • Katmandu 12 Giugno 2015, 18:42

      Discorso puramente sportivo
      Uscire dal pro12 sarebbe una catastrofe, il rugby di alto livello npn lo sappiamo fare, ne son la prova i numeri, secondo te come mai la nazionale pre CL aveva la lingua per terra dopo meno di un’ora di gioco, oggi invece fanno cazzate per 80′ ma almeno fisicamente ci sono, te los ei chiesto? In eccellenza il tempo effettivo di gioco era (due anni fa) di circa 25 minuti, mentre all’estero mediamente (sempre 2 anni fa) iltempo effettivo di gioco era di oltre dieci minuti in più
      Per me il divario si è allargato, ma chiedo come si fa ad aumentare questo particolare momento del gioco, cosa di non poco conto

      • xnebiax 12 Giugno 2015, 18:54

        Ah, per me con l’uscita dal Pro12, per la nazionale sarebbe vitale che i giocatori andassero quasi tutti all’estero, Campionship, ProD2, Pro12, Premiership e Top14.
        Poi, sempre se si esce dal Pro12, mi piacerebbe la che la FIR organizzasse una competizione a selezioni: Lupi, Zebre, Dogi, e un’altra. Con tutti i migliori giocatori Italiani non impegnati all’estero, legati al territorio. 5 o 6 partite o qualcosa del genere.

        • San Isidro 12 Giugno 2015, 19:00

          l’idea della competizione per selezioni con poche giornate affascina anche me e ci avevo già pensato, ma si potrebbe fare tranquillamente anche con il Pro 12 selezionando atleti domestici…

          • xnebiax 12 Giugno 2015, 21:18

            No San, mancano i soldi. Se lo fai ora chi paga i giocatori?
            Come la penso io serve un mese di preparazione e poi 6 settimane di competizione. E i giocatori per questi 2 mesi e qualcosa non devono fare altro, altrimenti non è di livello decente.
            Se si esce dal Pro12 allora si può fare una serie A amatoriale allargata a più fasi di scrematura. E poi si fa una mini NPC de noartri ma con dei soldi, tecnici, staff, eccetera, tutto fatto a modo.
            Oppure invece di fare la serie A allargata, che si può fare solo amatoriale se si resta nel pro12, si fa un’Eccellenza ad 8 squadre con una serie A ad 8 squadre. E poi un torneo a selezioni che delle 16 squadre dei primi 2 campionati nazionali mette su 4 squadre che si incontrano in partite che si possono anche “eventizzare” e giocare in città grandi e con maggior pubblico, Roma, Milano, Padova, Parma, Treviso, Rovigo, Brescia/Bergamo, Firenze, Bologna. E farle produrre quasi tutte da una TV come Nuvolari.

        • Katmandu 12 Giugno 2015, 22:51

          Nebbia benissimo, i giocatoi migliori vanno all’estero, come adesso, ma mettimo che ci sian clausole “simpatiche” in cui ti levano la possibilità di andare in nazionale, che facciamo?

          • xnebiax 13 Giugno 2015, 00:30

            Beh, la nazionale da gettone, pochi accetterebbero di perdere la nazionale.

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