Essere giovani oggi, tra pochi spazi e tornei che sono delle torri di Babele

Si parte dalla Francia ma si arriva in Italia, passando per Saint-André e la nazionali U20. E tutte le lingue di Ovalia

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Alberto da Giussano 24 Aprile 2015, 08:24

    Mi sembra che l’articolo più che “provocare” su un tema specifico metta insieme un bel po’ di argomenti e concetti.
    Partendo dalla Francia .
    La squadra di atletica dei Blues è composta per il 90% da atleti di colore provenienti sì da DOM e TOM , ma anche da atleti naturalizzati delle ex colonie.
    Il rugby non credo possa sfuggire alla logica di ricercare atleti dalle qualità di base superiori all’estero.
    In Italia, ad esempio ,pur non avendo ex-colonie , nei campionati primavera di serie A e B di calcio, è la regola fissa.
    Fare reclutamento/formazione in età scolare è un’attività che ha costi molto elevati in tutta l’Europa occidentale. In primis perché lo sport, inteso come fatica e costanza nell’allenamento, ha molto meno attrattiva di altre forme di socializzazione (Facebook e simili) e in secondo luogo assicurare fin dal primo livello di reclutamento , istruttori adeguati è costoso.
    Venendo ai ns Under20, è fuori dubbio che il loro impegno agonistico è insufficiente. La soluzione potrebbe essere sia l’iscrizione all’eccellenza di una o più Accademie o l’obbligo (quote) per le eccellenti di schierare almeno 4/5 Under 20 per ogni partita.

    • gsp 24 Aprile 2015, 09:54

      O un num minimo di giocatori formati dal club, di ogni nazionalitá.

      • gsp 24 Aprile 2015, 09:55

        Nel senso che non possono essere per forza italiani, per non infrangere le regole europee.

        • malpensante 24 Aprile 2015, 10:20

          Tra i dilettanti, fai quel che vuoi.

        • gsp 24 Aprile 2015, 10:28

          Pensavo all’eccellenza mal.

          • malpensante 24 Aprile 2015, 11:52

            L’Eccellenza in teoria è dilettantistica.

          • gsp 24 Aprile 2015, 12:45

            Non so mal, pensi che in eccellenza si possono avere regole tipo 10 di formazione e simili?

          • gsp 24 Aprile 2015, 12:46

            Io non la vedo così chiara la situazione.

        • gsp 24 Aprile 2015, 10:28

          Sotto l’eccellenza per me divieto assolutp di pagare giocatori.

      • pesopiuma 24 Aprile 2015, 10:18

        In realtà in serie C c’è già una regola simile, anzi per me pure eccessiva, visto che si può schierare solamente 1 giocatore di formazione straniera, ma solo se si è 22 in foglio gara.

        Diciamo che in Eccellenza si potrebbe pensare qualcosa di simile. Ad esempio, che nei 23 convocati almeno un tot debbano essere di formazione italiana. Oppure si potrebbe obbligare a inserire tra i convocati almeno 4-5 giocatori u23.

        • western-province 24 Aprile 2015, 11:04

          in serie C questa norma non ci vorrebbe perchè visto che è una serie amatoriale gli stranieri che ci giocano (al 99%) sono in realtà immigrati che vivono nel nostro paese che di conseguenza vengono discriminati in quanto non italiani

          bene invece sarebbe limitare un po’ la presenza di stranieri nel campionato italiano, magari con ragionamenti tipo irlanda sui ruoli (per es al max 4 aperture straniere in tutto il campionato)

          • pesopiuma 24 Aprile 2015, 15:00

            Ma poi è una norma sensa senso, perché la serie C è una categoria dove si gioca per passione e i numeri di stranieri non sono certo alti, anzi, quindi cosa si vorrebbe tutelare con questa regola? Tutt’altro mondo rispetto alla A o l’Eccellenza.

            Inoltre ci sono squadre di serie C sparse per l’italia in posti dove ci sono le università (Milano, Torino, Roma, solo per fare qualche esempio…) con gli studenti che vengono per l’Erasmus e programmi di questo genere, che magari un po’ di rugby in Italia se lo farebbero e invece in questo modo sono limitati.

  2. western-province 24 Aprile 2015, 09:13

    benetton invece di luamanu e carlisle prendete degli u20 francesi!!!

    • malpensante 24 Aprile 2015, 10:22

      Barraud è uno, e in effetti ce ne sono altri passati per le underche per un motivo o per un altro non sono passati in top 14 e non perché non fossero forti.

  3. Giglietto 24 Aprile 2015, 09:34

    OT per la redazione: se intanto diamo più visibilità e valore al campionato under 18 forse qualcosa in prospettiva si potrebbe guadagnare.

    • fracassosandona 24 Aprile 2015, 09:44

      te l’appoggio…

      e visto che ci siete ridateci pure un campionato nazionale per club under20…

    • gsp 24 Aprile 2015, 09:45

      Mi associo.

      • malpensante 24 Aprile 2015, 10:25

        Per me nel 2015 un campionato under 20 non ha senso. A 19 anni giochino con i senior (quelli super alla seconda squadra/accademia della celtica), che si alza sia il livello che la concorrenza in generale.

        • Giglietto 24 Aprile 2015, 10:30

          concordo con te infatti mi riferivo agli under18, così strutturato e schiacciato dalle accademie perde di valore.
          In più non ha nessuna visibilità di alcun genere.

  4. xnebiax 24 Aprile 2015, 10:40

    Anch’io penso che un campionato i
    u20 sia necessario, altrimenti tanti ragazzi non trovando spazio nella squadra seniores smettono. Poi sarei per quote giovani nelle squadre di A e Eccedenza, ed anche un numero massimo di giocatori di formazione straniera, oltre al numero massimo di stranieri che si potrebbe abbassare da 4 a 3 o addirittura 2.

  5. berton gianni 24 Aprile 2015, 10:49

    Limitiamoci a Prato in Ecc. evitando di elencare altre societa’ ; in piu’, quante sono realmente le societa’ della serie A ben strutturate da poter affrontare dignitosamente la Ecc., evitando di imitare Prato ?
    Bene, mi sollazzo il c+–+, ma d’imperio metto la Accademia in Ecc., considerando, come ipotesi, di inserire dei permit player provenienti dal Pro12.
    Almeno smuovo le acque.
    Viceserva, sono contrario all’iniquo obbligo di quote under nelle singole Ecc..

  6. soa 24 Aprile 2015, 10:56

    E’ un discorso complicato. Da un lato, il professionismo impone la ricerca della vittoria per la massimizzazione del profitto e, per farlo, l’unico modo è avere giocatori forti. Evidente a tutti che uno di 28 anni sia tendenzialmente molto più pronto di uno di 20; altrettanto evidente che, per storia, cultura, preparazione, un neozelandese sia molto più performante di un pari età italiano. Dunque, normale che i club puntino su giocatori pronti e stranieri; quanto alla Francia credo valga pure il principio che “l’erba del vicino è sempre la più verde”, con i propri giovani lasciati in panchina nella speranza di beccare il prossimo BB tra gli importati dall’emisfero sud.
    Dall’altro lato, invece, le necessità federali legate ad avere rappresentative nazionali di livello, unico mezzo di sostentamento autonomo (specie per la FIR, altrimenti si avvicina il momento in cui sarà considerata finanziata con soldi pubblici con annesso controllo della Corte dei Conti). Qui la questione si interseca con le norme comunitarie sulla libertà di circolazione dei lavoratori ecc., con relativo divieto di norme contrarie. Ammetto di non aver approfondito l’argomento sugli orientamenti della Corte in merito alle norme federali sulla promozione dei giovani, però, se dovessero essere vietate tout court, credo sia una grandissima miopia. Personalmente, mi pare ci sia un certa esigenza pubblica che si presta benissimo a fondare delle eccezioni temperate alla regola generale.

    • gsp 24 Aprile 2015, 12:28

      Si soa, anche in Inghilterra c’é molta pressione per vincere peró c’é un orgoglio diverso nell’allevare ed accudire i propri talenti. Che é quello che manca a francia e di certo in Italia.

      • soa 24 Aprile 2015, 13:12

        Bravi loro, ma, allo stesso tempo, l’ultima vittoria di un inglese è quella degli Wasps nel 2007.

        • gsp 24 Aprile 2015, 18:14

          Vero soa, ma la competitivitá dei club é diverse dalla competitivitá della nazionale che é diversa dalla capacitá di formare del movimento.

  7. Mr Ian 24 Aprile 2015, 11:45

    Effettivamente la Francia adesso ricorda i bei fasti dell Italia di un pò di anni, speriamo solo che non gli finisca come noi che in 20 anni non sono riusciti a trovare la quadratura del cerchio.
    dei nomi fatti nell articolo, il solo Serin ha avuto parecchia visibilità, il resto oblio…

  8. tunga 24 Aprile 2015, 12:18

    A 19 20 anni i giocatori possono passare in prima squadra che sia a oppure b non importa.
    Purtroppo non esiste piu un campionato di seconde squadre dove poter far crescere i giovani.
    Ovvio un campionato competitivo che come una volta dava un titolo

  9. Francesco.Strano 24 Aprile 2015, 12:51

    Basta vedere quanti ex accademici e quanti giovani trovano spazio nelle nostre squadre…..sommerse da stranieri di livello mediocre…..

    Se va bene sono in panchina

  10. gian 24 Aprile 2015, 13:23

    Senzaa vietare o immporre basta premiare, dai un pemio piazzamento per come si arriva in campionato, ma togli un tot per l’utilizzo deegli stranieri (x ad ogni re;rtowerto per straaniero non nazionalizzato) e, a fine stagione, si premia, a soglie di minutaggio, l’uso di italiani/italianizzati U22, magari con un plus se sono fatti in casa , per me, improvvisamente arrivano e giocano un sacco di promesse, questo sia in eccellenza che in A

    • Alberto da Giussano 24 Aprile 2015, 14:39

      Tenere i ragazzi parcheggiati in accademia dai 18 ai 20 anni è una tragedia e una sciagura. E un costo. Dare un contributo per ogni presenta di under 20 in eccellenza o in serie A , pari al costo della gestione dell’accademia stessa, sarebbe un incentivo a farli giocare ad un livello agonistico , quantomeno accettabile. Eviterebbe le “quote” ( anche se a me non disturbano più di tanto) e produrrebbe un risultato sicuramente migliore ( dal punto di vista agonistico) di adesso.

  11. tunga 24 Aprile 2015, 14:51

    Alberto mi spiace ma dici cose inesatte e vale per tutti.
    I giocatori in accademia vanno dai 17 ai 19 max solo rari casi in prima linea nel caso non siano maturi li fanno restare fino a 19 max 20 per gli altri inizia un percorso in eccellenza.
    Il problema x me è un altro.
    Quanto siamo disposti a cambiare il modo di allenare e giocare in italia

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