Movimento Italia: una prospettiva francese sul dibattito Accademie/Club

La LNR ha deciso un po’ di cose, passate inosservate. Ma alcune possono diventare uno spunto importante anche per noi

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Stefo 22 Aprile 2015, 08:40

    Vorrei chiarire una cosa scritta nell’articolo e che potrebbe trarre in inganno, i Jiff come il regolamento riguardante essi specificatamente dice non hanno nulla a che fare con la nazionalita’ o l’eleggibilita’ per la Francia, Chilachava e Mikautadze, Nariashvili giusto per citarne alcuni che non sono francesi e giocano per nazionali diverse sono Jiff…sono Jiff anche i fratelli Armitage dato che son cresciuti da giovani in Francia, e’ Jiff Naikataci che e’ anche elggibile per la Francia.

  2. Maxwell 22 Aprile 2015, 08:43

    200.000€ su club che fatturano come la FIR…. Schifo non fanno,ma è come avere una macchina con serbatoio di 90 litri e andare dal benzinaio coi 5€.
    Poi bisogna vedere quanti giocatori hanno effettivamente visto il campo.
    Credo cmq che paragonare l’Italia ad un movimento che,in un 6N fa giocare 83 giocatori professionisti, non sia inutile,ma controproducente.
    Per me bisogna puntare
    1) attirare 8 imprenditori e/o sponsor da 1.000.000€ l’anno… A costo di bloccare le retrocessioni e perdere poi qualcosina nei 60.000 all’Olimpico.
    2) iniziare a entrare nelle scuole, con diplomati/laureati ( ex ) isef e scienze umane, poi garantire un campo entro 10/15 km e PULMINI per fare il giro dei paesi…..
    Poi si potrà parlare d’altro.
    ( il tutto IMHO )

    • Paolo 22 Aprile 2015, 09:00

      Ciao Maxwell. Il punto non è la “quantità” ma il metodo: non è impossibile stabilire criteri premianti per chi lavora bene. Basta volerlo.

      • Maxwell 22 Aprile 2015, 09:11

        Completamente d’accordo…. Anzi…. Sono stato il primo a dire ”vergogna” per le remunerazioni a chi è andato a prendere dei naturalizzabili mentre se avessero dato € a chi ha formato giovani Padova avrebbe il budget di Rovigo e Calvisano.
        Però continuo a pensare che, visto che i soldi sono pochi, li investirei per scuole e pulmini.

      • Stefo 22 Aprile 2015, 09:16

        Paolo concordo con te stabilire un percorso per il futuro con dei target minimi da raggiungere per accedere ai finanziamenti e poi un sistema meritocratico di premi e’ fattibile, cosi’ come concordo con la posizione tua (e di Onrugby) su club ed Accademie che piu’ che cerchiobottista che ha sempre un sapore negativo come termine io considererei se fosse messa in atto una soluzione di realpolitik.

      • Giglietto 22 Aprile 2015, 17:55

        OT per la redazione: visto che si fa un gran parlare di giovani, perchè non si da spazio al vituperato campionato under 18 almeno adesso che iniziano le fasi finali?
        Resta sempre quello il serbatoio da cui attingere no?

    • mezeena10 22 Aprile 2015, 09:08

      scienze motorie e sportive..

      • Maxwell 22 Aprile 2015, 09:11
        • mezeena10 22 Aprile 2015, 09:20

          max se ti puo interessare noi il punto 2 lo facciamo da un paio d’ anni (collaborare con le scuole e i licei, organizzazione campionato scolastico)..
          il pullmino che gira a prendere i ragazzi per portarli al campo gia da diversi anni..anche nei paesi limitrofi..
          tutto autofinanziato (con qualche sponsor fortunatamente)..
          ieri corso di perfezionamento per i coach con titta casagrande, qualche tempo fa concentramento con orlandi..
          almeno in questo la fir da una mano..

          • Maxwell 22 Aprile 2015, 09:30

            …. E tu sei in un’isola meravigliosa ma che ”conta” ( nel senso buono ) come la sola Milano e con problemi logistici evidenti..Saprai meglio di me cosa significa andare con mezzi pubblici da Cagliari a Flumini o Buggerru ( il paese più bello del mondo…)
            Pensa cosa si potrebbe fare a Milano Napoli Catania….

          • mezeena10 22 Aprile 2015, 09:44

            potenzialmente si, concretamente ancora non credo..
            forse troppo dispersivo l’ ambiente metropolitano, hai mille alternative (per i ragazzi)..
            sarei anche favorevole allo spostamento delle zebre a roma o milano, ma qualcuno in loco deve prendersi la briga di presentare progetti seri e finanziamenti certi (non le fidejussioni stile calcio o i magheggi a cui siamo abituati)..
            non puo sobbarcarsi gli interi costi ed oneri vari la federazione!

          • mezeena10 22 Aprile 2015, 09:50

            ps come mai conosci Buggerru???
            sui numeri hai ragione, per questo in molti qui spingiamo per avere un’ unica squadra isolana, una sorta di franchigia sulla falsariga della Nazionale Sarda, per poter competere con le squadre “continentali”..
            i numeri, in continua crescita, sono esigui rispetto al panorama nazionale, per quello abbiam deciso di puntare piu sulla qualità..
            gia il prossimo anno in C1 ci saranno altre due squadre, compresi i settori giovanili ci son altre 4 societa in piu..
            segno che nonostante tutte le difficolta, carenze di strutture e denaro, qui c’ è gente che sa lavorare bene!
            peccato non tutti recepiscano questi “messaggi” di unità e collaborazione e siano ancora coinvolti nelle solite lotte di campanile!
            tutto il mondo è paese! 😉

          • Maxwell 22 Aprile 2015, 10:18

            Ho dei carissimi amici mezzi sardi e mezzi milanesi…..
            Ho visto tutto da Masua a Scivu e Piscinas.
            Paradiso terrestre, mancano solo gli squaletti che ti fanno l’8 in mezzo alle gambe, Nemo e una latitudine appena appena troppo alta…ma ce ne si può fare una ragione…. 😉

          • mezeena10 22 Aprile 2015, 10:38

            paradiso! belle le dune eh?

          • ermy 22 Aprile 2015, 20:44

            Grande il Titta!!! 😀

      • Mr Ian 22 Aprile 2015, 09:15

        Non c’è questa intelligentia capace di strutturare una politica lungimirante, Paolo ti sfido ad intervistare un presidente di comitato regionale, vedrai che hanno tutte le stesse risposte, le strutture, i campi ma chi metterci dentro non c’è l hanno ben chiaro…

    • Huxley Boyd 22 Aprile 2015, 09:56

      Concordo specie sul punto 2. Credo che la questione cruciale sia il “reclutamento”; ho tre figli maschi, 8, 6, 2 anni; i primi 2 giocano a rugby, gli ho trasmesso passione e, per ora, resistono alle pressioni dei compagni che giocano a calcio, basket etc.. Ho provato a inoculare il virus rugby nella scuola elementare: e’ difficilissimo, nonostante l’aiuto del club, il volontariato dei tecnici. Hai ragione pulmini che girano, rugby in piazza e terzo tempo per tutti.

  3. Mr Ian 22 Aprile 2015, 08:49

    Articolo molto interessante che avevo letto ieri. Il punto di forza a mio avviso è il legame tra club e scuole. Senza la necessità di strappare i ragazzini dal proprio ambiente familiare o sottoporli a stress ulteriori per farli allenare nel CdF vicino…

    • mezeena10 22 Aprile 2015, 09:07

      esatto!!! che poi vicino è relativo, considerato che i ragazzini della mia societa si sciroppano oltre 550 km per andare e tornare dal CdF di Capoterra (estremo sud dell’ isola)!

    • gsp 22 Aprile 2015, 09:14

      Ma.siete sicuri che in francia non si spostano? Il livello purtroppo si alza concentrando i giocatori ed é così ovunque.

      • mezeena10 22 Aprile 2015, 09:23

        una selezione è un conto, altro è viverci stabilmente..
        poi in francia tutte le squadre hanno le loro academies..
        e i criteri di selezione per le rappresentative sono durissimi ed esclusivamente meritocratici..

        • gsp 22 Aprile 2015, 09:28

          Cmq c’é il concentramento che era il punto centrale. Annuale Come per le accademie U18 o giornaliero come I cdf.

  4. gsp 22 Aprile 2015, 09:39

    A me sembra che qiesta presidenza federale vada molto a favore dei club, forse troppo. I cdf sono proprio un tentativo d avvicinarsi ai club ed a cascata.

    Sono daccordo sull’approccio dell’articolo e che ci vuole pragmatismo, soprattutto perché il territorio nazionale é largo, impervio e molto eterogeneo dal punto di vista rugbystico.

    In termini di soldi, basterebbe ad esempio vincolare I soldi che si danno all’eccellenza esclusivamente al lavoro del settore giovanile.

    Sull’approccio di metodo, non in comune con la Francia, oltre al confine, non abbiamo quasi nulla. Altrove si sono fatte scelte diverse. Ed altri club Ben piú storici dei nostri se la son messa via.

  5. Giovanni 22 Aprile 2015, 09:46

    Teniamo conto che in Francia c’è una capilarità territoriale della presenza del rugby molto maggiore della nostra. Nell’articolo non se ne parla, ma sarebbe interessante sapere cosa succede per la formazione giovanile da parte dei club di federale 1, 2 e 3, se anch’essi ricevono finanziamenti, in quale misura, a che condizioni, ecc.

  6. Alberto da Giussano 22 Aprile 2015, 10:26

    Io continuo a scriverlo ma vedo che sono il solo.
    Tutte le discussioni fatte sono inutili se non viene creata la LEGA PRO anche in Italia.
    “Forse basterebbe avere una Lega di Club anche dalle nostre parti” questa affermazione dell’estensore dell’articolo è la parte più importante dell’articolo stesso.
    Possibile che nessuno si chieda come mai siamo l’unico sport professionistico , in Italia, che non affida ad una lega la gestione dei Campionati? E che siamo l’unica deferazione rugbistica che non è affiancata da una lega nella gestione dei campionati professionisti.
    Quando ci sono interessi economici importanti le Federazioni , essendo strutture essenzialmente “politiche”, non sono attrezzate per gestire tutto ciò che gli ruota attorno che abbia un carattere business-economico.

    • Maxwell 22 Aprile 2015, 10:50

      8 imprenditori che mettono 1M….. La lega parte.
      8 presidenti che elemosinano…… La lega non partirà mai.

      • gsp 22 Aprile 2015, 10:53

        max, non sono contrario alla tua idea, ma questi 8 dove li troviamo. e se il budget e’ 1mln, non sarebbe meglio come fa la capitolina, ma anche altri club storici metterlo solo ed esclusivamente sulla formazione?

    • gsp 22 Aprile 2015, 10:50

      AdG, il problema e’ che i club non sono pro e non lo ‘e neanche l’eccellenza. quindi una lega possono farla quando vogliono, ma non sarebbe pro.

      E fammi aggiungere, non capisco che cosa cambierebbe. oggi come oggi (con Dondi era un po’ diverso) i club sono in pieno controllo dell’ambiente federale.

      • Alberto da Giussano 22 Aprile 2015, 11:40

        Ma questo è uno dei limiti operativi più grandi, secondo me. Certo che se l’obbiettivo è quello di due soli club professionistici a partecipazione federale e riportare il resto a puro dilettantismo, la lega non servirebbe. In Argentina non c’è la Lega, non essendoci il campionato pro o presunto tale.
        Dopo di chè è necessario stabilire che aldifuori delle due Celtiche, gli altri campionati sono dilettantistici: zero compensi ai giocatori budget max 150.000 €.

    • Stefo 22 Aprile 2015, 11:10

      AdG hai ragione ma una lega c’era, era partita anche bene poi ai primi litigi e’ crollata con l’aiuto di chi voleva controllare il gioco.

      Una lega servirebbe hai ragione, ma usi due parole chiave: “sport professionistico” ed oggi come oggi il rugby in Italia e’ difficile considerarlo “sport professionistico” e come giustamente dice @Maxwell una lega sta in piedi se i club stanno in piedi con le loro gambe…anche se un milione come dice @gsp oggi come oggi non basterebbe per tenre in piedi un club pro vero e proprio.

  7. Emy 22 Aprile 2015, 11:53

    La prima cosa che mi colpisce è l’intelligenza nel differenziare i soldi dati alle società in modo differenziato, dandone di più a neopromosse e retrocesse. E’ un meccanismo simile a quello dei draft americani, dove sceglie per primo chi è arrivato ultimo.
    E’ vero che il paragone delle cifre non regge rispetto all’Italia, ma il problema non sono le cifre, logicamente diverse, ma i criteri con cui vengono gestite e date.
    Capitolo accademie: il mio modesto parere, se penso al sistema italico, è che si sta dimostrando valido fino a quelle U18, mentre decade del tutto con la Francescato. Questo perchè, sempre a mio modesto modo di vedere, fino all’U18 sono più territoriali e dunque i ragazzi rimangono comunque legati ai loro club, dove fanno ritorno per giocare in campionato. Invece quando arrivano alla Francescato ce li chiudono dentro e gli fanno fare la serie A con una squadra che in realtà non lo è davvero, senza contare l’eterno problema del pacchetto di mischia, improponibile tutto composto da ragazzini. Bene i centri di formazione U16, bene pare anche le accademie U18, malissimo l’U20, come testimoniato in modo assai impietoso anche dai risultati della relativa nazionale. Malissimissimo il fatto che la presenza della Francescato faccia sì che per la suddetta nazionale si peschi lì dentro e basta, ignorando in toto i giocatori che sono fuori e che magari a 18-19 anni già giocano stabilmente e anche bene almeno in serie A.
    Se fosse per me, toglierei la Francescato, rimanderei i ragazzi ai club e, nel caso in cui il club di provenienza non abbia una squadra in A o in Eccellenza, come FIR mi prenderei il compito di piazzare il ragazzo in una società che ce l’abbia. Con tutti i soldi risparmiati potrei pagare tutti i viaggi necessari ad un tot di osservatori/selezionatori per le convocazioni in nazionale U20, della quale intensificherei i raduni, per vedere e provare i ragazzi. I ragazzi crescerebbero in modo più sano, all’interno di vere squadre e veri club, inseriti in un vero gruppo e affiancati da giocatori di esperienze e formazione diverse, da cui imparare tanto. A che serve chiuderli là dentro, pomparli come canotti e staccarli dal rugby reale? I risultati sono tutti lì da vedere.
    Per quanto riguarda la Francia, ovviamente ineccepibile il meccanismo legato ai club e i relativi fondi che vanno a premiare chi fa meglio. E’ tanto logico che pare perisno superfluo dirlo. Solo che noi viviamo in italia, non nel mondo reale e civile.

    • Alberto da Giussano 22 Aprile 2015, 12:02

      Il fatto saliente che differenzia le due realtà è che i soldi francesi non vengono dalla FFR ma sono proventi della Lega che vengono dall’esercizio del business professionistico. E quindi la Lega, cioè i presidenti delle società prof. li gestiscono come vogliono.

      • Emy 22 Aprile 2015, 12:25

        Beh ma aspetti intelligenti del sistema, come i contributi differenziati, può applicarli anche una federazione se è lei che eroga i soldi. Ok non c’è la lega, ma la FIR i soldi alle società di eccellenza li dà, solo che lo fa ad cazzum e non con criteri tipo quelli francesi.

        • Alberto da Giussano 22 Aprile 2015, 13:04

          Questo perchè in FIR comandano le società di Eccellenza.
          Se avessero il loro orticello da gestire, forse, il dibattito sarebbe meno blindato.

    • gsp 22 Aprile 2015, 14:27

      ciao Emy, la creazione delle accademie u18, ed i cdf, cmq ha allargato enormemente il numero di giocatori da tenere sott’occhio e che si giocano il posto alla francescato. insomma il problema della scarsa competizione dovrebbe essere fortemente limitato. vediamo se si alza il livello anche della academia U19.

      pero’ io toglierei la U20 ed aggregherei due accademie alle celtiche, come parte di quei 4mln. (per capirci guardare il trasferimento da RWU alle regioni per cifre assolutamente modiche rispetto ai 4mln). e se le paghino le celtiche, che non e’ natale tutti giorni e l’anello al naso ce l’ha gavazzi, noi no!

  8. soa 22 Aprile 2015, 13:13

    Vorrei precisare che, negli sport professionistici, le leghe di club tendenzialmente lavorano in modo “antagonista” alla federazione. Mi spiego meglio: la lega porta avanti gli interessi dei club che la compongono, mentre la federazione quelli dell’intero movimento. Può capitare benissimo che le due cose coincidano, mentre – spesso – capita che i club abbiano esigenze opposte (budget più alti, maggior libertà sul mercato, assenza di limiti in generale) a quelle federali (avere club in salute, far giocare i giovani, avere i giocatori disponibili per le finestre internazionali).
    Diciamo che le leghe, coalizzando i club, permettono di fare fronte comune nelle trattative, mentre, secondo me, la presenza di una lega conta relativamente nella distribuzione dei contributi (più facile sicuramente, ma non per questo infattibile senza di essa).

    • Alberto da Giussano 22 Aprile 2015, 13:47

      Precisazione più che pertinente. Sicuramente le due realtà assicurano chiarezza e compromessi trasparenti. Le leghe distribuiscono, solitamente, i loro soldi: diritti televisivi, proventi da sponsorizzazioni, ecc.

      • soa 22 Aprile 2015, 15:18

        Infatti, come organizzano i campionati perché, essendo i diretti interessati, fanno prima a mettersi d’accorso. Diciamo che è il professionismo ad imporre una lega, visto che fa nascere l’esigenza della spartizione degli introiti. Dovesse essere prevista l’attribuzione di contributi in base ai risultati dei settori giovanili, sicuramente ci sarebbe un interesse dei club, ma dubito sia tale da portare alla creazione di una lega.

  9. 6nazioni 22 Aprile 2015, 18:52

    semplice semplice.
    chiudere i carrozzoni/voti
    2 (*) collegate alle celtiche (pro12)
    ripristinare il campionato u.20 nazionale.
    soldi x meriti sportivi ai club.

  10. mistral 22 Aprile 2015, 22:18

    nessun commento ma una precisazione: la tabella si riferisce (evidentemente) alla stagione 2013/2014, e pertanto risulta ancora più triste al discesa di ottimi centri quale quello di Perpignan e Biarritz in proD2 nella attuale stagione…

  11. tunga 23 Aprile 2015, 08:33

    Bene collegare alle celtiche 2 u.18 e x il sud che esprime ogni anno una finalista che fare.
    I ragazzi dovrebbero spostarsi tutti al nord?

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