In una intervista il pilone dice la sua sullo stato di Ovalia e non solo. Il Sei Nazioni? “Per noi è sempre molto dura…”
Martin Castrogiovanni: “Il rugby? Sempre più simile al calcio…”
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Se dici “Prima era diverso: in campo avremmo voluto ucciderci ma poi c’era una birra tutti assieme, ci stringevamo le mani. Questo era il rugby, ma ora non è più così” e dici che i media sono un problema e che c’e’ una deriva calciofila io concordo pero’ propio il tuo comportamento a Leicester ne e’ un esempio, l’esempio di quel rancore fuori dal campo che non dovrebbe esserci ed e’ inutile provare a scusare tale comportamento con gli altri giocatori sono d’accordo con me ecc…perche’ allora e’ inutile che ammetti l’errore se poi rilanci sulle accuse…e non e’ qeustione di non essere ipocriti e altro questa.
Io non vedo contraddizioni in quello che ha detto. A torto o a ragione, Castro è convinto che Cockerill gli abbia rovinato la vita. Ha detto che lo ha messo da parte negandogli qualsiasi spiegazione e che poi ha alimentato voci di un suo agire solo per soldi. Non sono cose per cui tu ti dai pace, son cose pesanti da digerire. Ha ragione? non lo so, però capisco il malanimo. Non c’è mentalità calcistica in ballo, anzi. Al di là del “politicamente corretto”, io ho apprezzato Castro perché ha detto quello che pensava. Ma allo stesso tempo ognuno fa la sua parte; lui dice quelle cose in pubblico, è giusto che subisca un provvedimento disciplinare. E finisce lì.
“Prima era diverso: in campo avremmo voluto ucciderci ma poi c’era una birra tutti assieme, ci stringevamo le mani. Questo era il rugby, ma ora non è più così. (…) Stiamo perdendo le cose che hanno fatto diventare il rugby quello che è”
Pero’ lui non conta?Se lui va in sala stampa, chiama a se i giornalisti e senza che questi facciano domande parta in un assolo di offese contro lavversario del giorno invece e’ fare i terzi tempi come una volta!
Rovinato la via?Ma per piacere, Castro va a Toulon per un paio d’anni ed e’ pagato come e; giusto che sia, e come e’ giusto che sia una squadra prende una decisione su quale giocatore tenere o meno…queste sono le regole del gioco, se uno giovane ti passa davanti e’ possibile che tu spazio non ne abbia piu’, e; lo sport, se non sai accettare questo allora sei tu per primo che non accetti certi principi.
Fabio, vuoi supportare castro da tifoso va benissimo, e’ una decisione che hai tutti i diritti di prendere ma per favore fallo dicendolo apertamente senza nasconderti dietro storielle…
Stefo, vorrei dirti una cosa semplice e chiara. Io non ho retropensieri, né sul rugby né su altri campi. Non mi nascondo dietro storielle, come dici tu; non vedo neanche il perché dovrei farlo. Non facciamo passare uno scambio di vedute come un’operazione disonesta da parte mia, perché mi girano le palle. Tu hai postato una cosa ed io ho dato una versione diversa. Non ho la pretesa di possedere la verità, ma non c’è alcun retropensiero e alcuna disonestà intellettuale da parte mia. Ho molti difetti, ma non quello. Se tu pensi che il fatto che Castrogiovanni sia approdato al Tolone confermi che la vita se l’è migliorata, secondo me fai un errore. Spero di poterlo dire anche in futuro, senza essere tacciato di disonestà intellettuale. Buona serata.
fabio non volevo dire disonesta’ intellettuale forse mi sono espresso male e ti chiedo scusa per questo…quello che intendevo e’ che mi sembra una visione molto da tifoso, amante (nel senso sportivo) di Castro che quindi ne giustifica certi comportamenti che sono oggettivamente sopra le righe, oggettivamente non degni di uno che poi si fa difensore dei principi del rugby di un tempo anzi sono oggettivamente in contrasto con quello che dice oggi sui bei valori di un tempo…andare in sala stampa chiamare a raccolta i giornalsiti inultare l’ex tecnico ed avversario quel giorno in maniera rozza e volgare come fatto da Castro non puo’ venire in alcuna maniera giustificato da chi guardi alla cosa in maniera distaccata ed oggettiva la cosa.
Castro con quella scenata ha oggettivamente fatto a pezzi i valori a cui tanto tiene, e ti aggiungo che aveva fatto altrattanto 2-3 anni fa quando dopo Leicester-Treviso aveva insultato Franco Smith via Twitter.
Personaggio molto diretto, da sempre. Che il rugby si stia footbalizzando e un fatto, basta leggere le discussioni infinite sugli arbitraggi che spesso ingolfano anche questo blog. Moviole e fermo immagini fanno il resto.
In ogni caso Castro rappresenta un modo che non c’è più. Certo un po’ di retorica è presente nelle sue parole, ma complessivamente credo siano condivisibili. Soprattutto l’ultima frase.
@Stefo hai ragione , la vicenda Leicester-Castro è la prova di quel che lui afferma e lui ne è il testimone, forse inconsapevole. Non dire ipocrita , direi meglio, suo malgrado.
Ciao ADG, il discorso ipocrisia si riferiva a cio’ che dice sulle interviste: ““Io sono uno alla vecchia maniera che dice quello che pensa, non perché voglio piacere alla gente ma perché è quello che sono e penso che nella vita sia giusto fare così.”
Se uno e’ incazzato piuttosto che insultare e soffiare sul fuoco favorendo la deriva calcistica e’ meglio che non dica nulla allora, ma non trovo coerente da un lato dire che non ci sono piu’ i terzi tempi di una volta, che la gente s’incazza e poi difendere il proprio errore dicendo come concetto di non voler essere ipocrita.
Certo, ma la contraddizione che tu hai rilevato è corretta. E Lui è inconsapevole testimone e attore di questa deriva.
direi più “consapevole testimone e inconsapevole attore” 😉
Comunque ha molte ragioni, le cose sono cambiate, distorsioni del professionismo, perdere pesa di piu’, pesa di piu’ sui club e quindi sui giocatori, l’attenzione mediatica e’ superiore con le conseguenze del caso (ma se da fastidio si faccia come Marshawn Lynch e gia’ quello un messaggio ai media di quanto siano fastidiosi)…
Credo che tu abbia pienamente ragione Alberto, personalmente mi sto disaffezionando al rugby, altri tempi quelli in cui anche in piccole società potevi trovare un nazionale australiano o neozelandese , Il professionismo porta a questo. Credo che seguirò maggiormente il rugby a tredici,così forse potrò riassaporare vecchie emozioni
Veramente nel rugby a tredci il professionismo c’e’ da molti, molti anni prima che nel rugby a quindici, per cui non capisco il discorso.
I soldi cambiano tutto e per i soldi si cambia tutto.
Il rugby prima era uno sport oggi è un prodotto.
Che fosse meglio ieri od oggi è una questione su cui si può discutere ma saranno ragionamenti perlopiù sterili.
#sistavameglioquandosistavapeggio
mez ci sono lati positivi e lati negativi non e’ questione di si stava meglio quando si stava peggio dai…
mi riferivo a “il rugby prima era uno sport oggi è un prodotto”..
e anche “si puo discutere ma saranno ragionamenti sterili”..
so bene che ci sono lati positivi e negativi stefo, io ho avuto la fortuna di conoscere e giocare nelle due ere e posso apprezzare piu cose nel rugby moderno..
e non è assolutamente vero che è solo business, non mi riferisco esclusivamente al rugby pro con l’ accezione “moderno”..
mez scusa ma tu giochi professionista vero alla Castro?No perche; anche io ho iniziato a giocare nel periodo dilettantistico e finito nel periodo pro, ma io non sono mai stato un pro vero alla Catsro e compagnia bella e la differenza e’ li’, e’ li’ che vincere o perdere costa qualche palanca al club e qualche soldo ai giocatori di bonus…non confondiamo i diversi livelli del gioco
minchia e meno male che ho pure specificato..
mez quello che cercavo di dire e’ che nella mia esperienza io nei livelli inferiori non vedo grossi cambiamenti…ma vedo gorssi cambiamenti in alto.
sembrava l’ ennesimo rigurgito nostalgico di un altro incredibile romantico..
era solo una battuta..
#amarcord
#unaltrovcnet
Appunto discorsi sterili
È uno degli aspetti negativi del professionismo . Quando iniziano a girare tanti soldi è difficile rimanere tutti amici
mah..predicare bene e razzolare male..
sulla deriva calcistica un po ha ragione, ne abbiamo esempi tutti i giorni, persino nei commenti di questo blog..
percio non si offendano i neofiti, è giusto che chi fa parte di questo mondo ne esalti le peculiarità e riprenda chi minziona fuori dal vaso, proprio per far capire come ci si deve comportare!
altro che “talebani del rugby”, si tratta di educazione e rispetto per cominciare! e a chi non sta bene cambi aria!
Alla fine però facciamo cadere anche l’ultimo velo….
Se da una partita di rugby dipendessero 30 milioni di euro ci sarebbero le stesse frasi del calcio, le stesse moviole e i terzi tempi fatti da veline.
Il rugby del 1995 era ai livelli del calcio ai tempi Grande Torino del 1949 … ovviamente enfatizzo ed esagero…lo so… ma andate a riprendere la “furba” di Pastonesi ….
Quando l’inglese seppe che i NZ per i mondiali 87 seppe che si erano ….allenati gridò ” Bastardi!!!!”
Alla fine più soldi ,più professionalità, più tv…..
Io non credo che sia cosi’ inevitabile la deriva, mi spiace ma penso che si possono sviluppare gli anticorpi e limitare il problema se si vuole, e’ una questioe di educazione e rispetto dei principi e si possono far rispettare tali principi anche in presenza del professionismo…e servirebbe intervenire con dose massiccie di medicinali per far crescere gli anticorpi in caso, belle squalifiche a chi quei principi non li rispetta…
Quoto stefo. Basterebbe la volontà di impedire che ciò accada e trovare delle misure per impedirlo.
Quindi bisogna impedire che una partita di rugby possa valere 30 milioni di euro.
Maxwell fai apposta a no capire?No!
Bisogna educare i giocatori fin da giovani bisogna e mantenere fermi i rpincipi fissando delle linee oltre cui non e’ permesso andare…e ad esempio nel caso della tirata di Castro su Cockerill si e’ persa una grande occasione di marcare in maniera decisa e chiara quella linea…poi se per te soldi=degrado per forza ed inevitabilmente amen, per me gli anticorpi ci sarebbero e potrebbero essere rinforzati, ma non lo si fa.
L’educazione svanisce davanti ai soldi…:-(
Il problema e’ che chi non rispetta i principi e’ troppo importante.
Sarebbe bellissimo, per esempio, che chiunque criticasse apertamente gli arbitri si prendesse una bella squalifica, ma e’ una cosa che fanno regolarmente gli allenatori di NZ, SA e Aus (oltre alle Home Nations) ed e’ una cosa che ha fatto addirittura il capo degli arbitri mondiali a suo tempo (Paddy O’Brian), per cui non si puo’ (piu’) rendere questo comportamento fortemente penalizzabile.
Se avessero tenuto questo comportamento gli allenatori di Italia e Romania lo avrebbero reso passibile di taglio della testa.
e poi con che coraggio vai a dare dei dietrologi agli altri..mah!!!
A proposito di deriva calcistica, ieri proprio su Onrugby c’è stato spazio sulla vicenda Huget “cascatore e simulatore”. Ecco, migliore esempio di questa deriva nn c’è. E ricordiamoci anche Habana contro gli AB.
Un’altra cosa che gli arbitri, quando possibile, dovranno iniziare a punire severamente.
Per adesso la differenza con il pallontondo è proprio in gran parte affidata allo status arbitrale, che scricchiola ma ancora regge. Finché si risponde all’arbitro “yes, sir” e non “fanculo stronzo figlio di puttana”, stiamo ancora su un altro pianeta.
Bravissimo mal!
Eh mal sai che con me sfondi una porta paerta, ma vallo a spiegare a quello (io ricordo il nick) che un annetto fa disse che anche fosse stato vero che PArisse aveva mandato affanculo l’arbitro aveva fatto solo che bene ed era un suo diritto…
Io odio i discorsi del si stava meglio quando si stava peggio o non è più il rugby di una volta…però a tutti piace vedere le partite i streaming, a tutti piace il super professionismo e le cose organizzate bene, insomma un pò di coerenza.
Lo sport è fatto di persone e come in ogni cosa ci sono persone educate o ineducate…Massimo rispetto per Castro, ma se proprio vuole tornare ai vecchi principi, rifiuti Tolone e venga a Treviso, coi i soldi che i Benetton possono dargli…
Scusate l’ot. Oggi su sport week c’è una bella intervista a mauro bergamasco. Mi sono piaciuti tre punti in particolare: Quando dice che un po’ di cattiveria agonistica che la nazionale aveva quando lui esordì alla nazionale di oggi servirebbe servirebbe; la forza che gli dava il gran rapporto con Mirco che ora sembra meno forte e infine che nonostante tutto sopporterebbe di nuovo di giocare mm a twickenham. Ha ammesso che in quella occasione aveva pianto.
atteggiamenti da “calciatore” si vedono spesso ormai in campo…10 anni fa quando ho incominciato a seguire il rugby non si vedevano mai giocatori sbracciarsi, chiedere il fallo e parlare con l’arbitro ad ogni ruck, adesso è quasi un’abitudine…e non credo sia solo a causa dei soldi
concordo, oltretutto si vede in tutte le categorie, dalle under in su..
Benvenuti nel professionismo: adesso siete tutti più ricchi, caro Castrogiovanni, ma molto meno innocenti. Il calcio era infinitamente migliore 60 anni fa, poi un bel giorno Lauro diede 105 milioni di lire (di allora!) all’Atalanta per comprare Jeppson. E tutto cambiò.
beh la deriva è quella e non so se è solo colpa del professionismo o se è derivato dal fatto che allargando la base si ritrova con i problemi che comunque si ritrovano anche in altri sport, ma alla fine è un problema di politica, se uno non può comunque dire quello che pensa senza correre il rischio di essere multato, logico che poi la deriva è una copia brutta di diretta stadio, vorrei riportare questa storia per farvi vedere la deriva che prenderemo….
http://www.gazzetta.it/Calcio/Premier-League/31-01-2015/premier-league-huth-si-da-quiz-porno-twitter-squalifica-multa-100703115818.shtml
il calcio le società muovono tanti suldi sul nulla praticamente, in pratica son dei colossi di marketing, e se si sporca l’immagine si perdono quattrini quando lo faranno ancheda noi sarà veramente una cosa penosa
OT: Mattarella nuovo Presidente della Repubblica, Gavazzi non ce l’ha fatta per una manciata di voti…
il nuovo che avanza!
Se avanza, mettemelo da parte, chè se lo magnamo domani…
ahah…
Huget che fa finta di venir colpito, Armitage che fa “ciao ciao” con la manina all’avversario, gli spettatori di Twickenham che rivolgono ad Owens insulti omofobici, il petardo che esplode al passaggio dei giocatori inglesi all’Olimpico durante il giro d’onore, ecc. ecc.
…il tetro guelfo che si deflora OP.
È’ vero, non c’è più religione !
Sempre per il mio assioma, le responsabilità sono sempre verticistiche, dipenderà unicamente da come si comporterà il vertice mondiale del rugby.
La strada migliore, more solito, e’ la semplicità.
Con l’arbitro parla SOLO ( e poco ) il capitano.
Oltre a squalifiche, multe pecuniarie a chi sgarra, con azioni scorrette, finzioni ecc.
Multe salate alle società e/o Nazionali per inciviltà del proprio pubblico.
Una coscia personale : vieterei interviste e soprattutto telecamere negli spogliatoi nell’immediato dopo partita.
Salette apposite e serenità…
Quoto gianni, soprattutto l’ ultimo punto, ” ‘n to qulo” a questa storia dei media e del diritto di cronaca e di informazione a tutti i costi, lo spettacolo deve essere in campo e non fuori!!!
Temo sia una chimera: l’ingerenza dei media aumenta di anno in anno. Se poi ci mettono una caterva di miliardi per comprarsi il nome di uno stadio leggendario come Murrayfield, metter loro dei paletti diventa sempre più complicato.
Giovanni, tutto quello che vuoi… ma se a Monigo togli l’urlo solitario “arbitro cuea ! ” ( tradotto : arbitro omosessuale!) non è più la stessa cosa! 🙂
Concordo in pieno.
È’ giusto che le tradizioni ataviche, che si tramandano da padre in figlio, già durante il catechismo, siano perpetuate nei secoli.
@ermy: non sono d’accordo: il confine tra goliardia ed insulto è sottilissimo, quasi impercettibile. Basta un attimo a trascendere…
Dai Giova! È impossibile!!! Ma vale lo stesso per il :
to mare putanaaa!
( traduzione : tua madre passeggiatrice serale).
Oppure nel momento del silenzio prima del calcio : Bagigio! ( e qui solo pochi tecnici ne conoscono il significato…).
Cioè non sono insulti… fanno parte della tradizione da secoli, come dice saggiamente Mastro Berton! 🙂
E speriamo che il Castro non legga questo blog, perché qui c’ è un’…accozzaglia di “ultras” da fargli invidia, a quelli del…calcio!!!
Ciao Hro.
Spero sempre che la tua…scalata all’insulsa bona, prima o dopo, venga coronata dal successo !
Cmq, qui il tetro guelfo, zitto zitto cacchio cacchio, ha già iniziato a manovrar nell’ombra per le prossime elezioni.
Bisogna vigilare e stroncare sul nascere ogni suo velleitario, ruffianesco istinto clerical-chic !
Gli amici di R & L spero stiano in campana.
Free the Nipple !
Mettiamo su una bella operazione di interdizione e di bonifica d’ area, come Odino comanda? Che ne dici, allerto le truppe? Perché sarà anche bella questa democrazia ma a mio avviso ha due difetti colossali, il primo è che ce l’ hanno in…troppi e il secondo è che dopo un po’ tutto questo parlare annoia e ci vuole un po’ d’ azione!!
caro Hroth, le sue truppe nulla potranno contro la preparazione militare delle nostre Guardie Svizzere…
Che io mi ricordi gli svizzeri sono famosi per i formaggi, la cioccolata, gli orologi e le banche ma non come…guerrieri!!!
Vero Hro gli ultras in questo sito pullulano….conti tra questi anche quelli che all’epoca dicevano che Casto aveva ragione a priori perche’ rappresentante del rugby italico? 🙂
Il fatto che il rugby si sta’ progressivamente avvicinando sempre di piu’ agli aspetti piu’ deteriori del calcio purtroppo e’ vero. Purtroppo.
Beh, in quanto a capello lungo, tatuaggi e atteggiamento da star non mi sembra che il buon Castro sia molto diverso da qualche sbaeoner!
Forse a parlar così avrebbero più credibilità i Zanni o i Favaro… 😉
Ciao ermy, come sei oggi d’ umore, del consueto da “ciclo” o sei ben disposto? 😉 😀
Perchè, ho detto qualcosa che non va? 🙂
No, no, vecchio..leoncino, per tutti gli dei, è che prima di interloquire con te è meglio accertarsi con quale piede sei sceso dal letto al mattino!!
OT: per una volta posso dire, a ragion veduta: “Sergio M. Presidente!”.
ahah…ma lei è già il leader del Partito della Pajata Libera, cosa vuole di più?
Ah certo, come leader del PPL me la canto e me la suono…
hai preso pure du’ voti, come Prodi e la Bonino oggi…
Allora c’ho tutto un futuro alle spalle!!
san lazio – viadana 22-22
si lo so, ho letto, oggi non c’ero, vado domani a vedere la Capitolina…
Non c’e’ niente da fare l’Italia e’ democristiana nel DNA…sono andati a ripescare Mattarella…che tristezza…
@Stefo: ti capisco e condivido, ma ci siamo scansati gente come Amato e Martino. Non so se rendo l’idea…
E, soprattutto su tutti e tutti, abbiamo evitato Mortadella presidente !
Giovanni si e’ evitato anche Fassino e D’Alema che va benissimo ma se per evitare questi si va a rispolvera un democristo vecchio stampo alla Mattarella…uno poi riprende in mano i fogli per cambiare passaporto 🙂
Gianni anche te vero…ma capisco che magari Mattarella col profilo basso tenuto si sia fatto la quarantena ma parliamo di un DC vero di quelli vecchio stampo…poi boh magari fara’ anche bene ma l’anima democrista dell’Italia viene confermata…e di qeusto passoal prossimo giro uno tra Buttiglione, Casini o la Rosy (non l’asina d Munari ma il tuo sogno erotico Gianni…la Bindi)
Primo discorso di Mattarello :
” il mio pensiero a speranze e difficoltà dei nostri concittadini “.
Premesso che gli ho subito inviato il mio iban bancario…ma : e chi abita in aperta campagna e/o montagna, continua prenderlo intellobuco ??
Stefo :
ti ricordo che la Rosy Bindi e la Lucia Annunziata sono le ragazze immagine della Lov !!
E dove credi che sia ora il tetro guelfo filo democristiano ?? A festeggiare, of course !!
@Stefo: purtroppo in Italia bisogna sempre rallegrarsi del “meno peggio”. Perchè il meglio non c’è mai. Due anni fa venne proposto Rodotà e sappiamo bene come andò a finire.
E, comunque, Castro può dire quello che vuole…
(Anche perchè chi c’avrebbe il coraggio di contraddirlo…?)
sale l’importanza dei match, salgono gli ingaggi e le aspettative dei tifosi, i giocatori non reggono queste pressioni e cercano alibi, ecco un esempio…..
inizia a sputare nel piatto dove sta mangiando da tempo, mi ricorda Lo Cicero, probabilmente dopo il mondiale non gli vogliono + rinnovare il contratto
Impossibile chiedere che il rugby non cambi.
Siamo cambiati tutti.
È cambiata la società.
Può essere, ma alla normale di Pisa è vero che puoi entrare senza cravatta adesso, ma se non tieni la media del 27, ti cacciano fuori con o senza cravatta.
Può essere, ma c’è da vedere se il 27 di oggi è duro da prendere come il 27 di anni fa.
Tutto cambia
È il mio primo post e porgo un caloroso saluti a tutti gli appassionati e amanti di questo bellissimo, strano e amato “giochino” che qui si ritrovano.
Parto dalla fine.
Alla Normale sono entrato e ne ho salito le scale soltanto in occasione di splendidi convegni e di limpide presentazioni per me importanti ed interessanti. (No, sbaglio, una volta accompagnai un mio amico che vi portava copia della propria tesi di laurea).
Mi autocito – fa parte di una cosetta che sto scrivendo su un argomento degno di interesse –, benché sappia che non è elegante: «I paradigmi interpretativi della realtà oggi si distaccano da quelli considerati in precedenza, fino a una quindicina di anni fa, giacché il mondo, non soltanto l’Occidente!, è quasi diametralmente diverso.»
La trasformazione del rugby – quanti hanno partecipato al trofeo topolino (tutto in minuscolo, va di moda oggi)? Era, eoni ed eoni fa, molto bello (ricordi di infanzia…) – si può fermare nella considerazione dell’allargamento della base sociale di riferimento e dell’incapacità del gruppo (o dei gruppi) originario di saper organizzare un sistema saldo di educazione in funzione dell’afflusso di elementi ancora esterni e non ordinatamente e sapientemente introdotti.
Mi ricorda qualcosa…
Ma certo, l’avete detto proprio voi qua sopra!
Il PÌDÌ, sì, ecco, il PÌDÌ, ecco che cosa mi ricordava…
Sempre la ‘gente nova’ introduce nuovi elementi nel gruppo in cui entra.
E sta al gruppo che accoglie il compito di filtrare e trascegliere le novità.
Questi aspetti necessitano della considerazione degli argomenti da assumere e delle materie da scartare. E quanto a tali materie e argomenti, è necessario che il gruppo così formando si muova verso un florilegio sincretico e sapientemente equilibrato.
E ciò può essere fatto solamente se gli aspetti identitari siano tenuti, con dei paletti, come precetto, quasi con atteggiamento militaresco.
Qualcuno qui già ha detto che l’educazione o formazione sportiva (e non solo) deve cominciare fin da «giovani».
A questo proposito, direi che dovrebbe iniziare sin da bambini – per inciso, alla fine degli anni Settanta ebbi la fortuna di cominciare a giocare a “rèbbi” (sono di Firenze, ho fatto le elementari alla “Giovanni Villani”, il più famoso cronista-storiografo fiorentino) quando avevo appena sei anni –, giacché è in questo modo che si possono educare anche i genitori e i nuclei familiari a un ‘milieu’ particolare.
I professionisti di oggi si sono formati per la gran parte quando ancora il rugby era cosa da “eletti dilettanti”.
La maggior parte di essi si è formata in quel rugby, un rugby ormai quasi mitico, e tutti, provvisti delle proprie esperienze, stanno affrontando il mutamento di questo gioco-mondo (una meta-citazione, prendo a prestito una fortunata espressione di Immanuel Wallerstein).
È questo gioco-mondo, il quale a grado a grado si sta spostando, e non da ora, verso un differente piano dimensionale (il riferimento della metafora è patente: in solido, la fisica delle particelle, delle stringhe e il cosiddetto modello M ‘et al.’), ad avere l’obbligo di non allontanarsi da se stesso, tale da divenire l’opposto suo proprio.
Tutta la questione, per essere ancor più sintetici, è tema di dibattito tra varie discipline, se guardiamo, per esempio, alle discussioni della sociologia, dell’antropologia culturale, della psicologia sociale.
Ognuna di tali discipline ordina ed assume distinti metodi di analisi da cui sono tratte considerazioni che, da piani diversi, per necessità non sempre coincidono.
Quindi.
I ragazzi sono per fortuna vivaci.
Ritorno a Topolino (questa volta con l’iniziale maiuscola), che è l’acme del movimento rugbistico giovanile, il «Trofeo nazionale di rugby educativo».
Quel modo di fare e di gestire l’attività sportiva dei bambini e dei ragazzi (e ragazze) deve informare di sé tutte le società. E la parte didattica dell’attività è essenziale ai fini della formazione di un ambiente non centripeto: mi ricordo ancora dei filmati che, saltuariamente, ma opportunamente, ci facevano vedere, dai quali si vedevano tutte le fasi del gioco, i giocatori del Galles, della Nuova Zelanda, dell’Australia e dell’Inghilterra e della Francia. Ecco, anche quei filmati divenivano fonte di riflessione e di convinzioni personali e collettive, cioè discusse con gli altri compagni di squadra (e con l’allenatore), che tutte portavano alla formazione di persone, magari con idee politiche difformi, ma “mediamente serie, oneste, e solidali e per bene” (proprio così venimmo a portare a sintesi, quando mi trovai, tempo fa, a parlare di questioni politiche e sociali con un barista, anche lui ex rugbista, più anziano di me di una decina d’anni).
Il resto è corollario di tutto ciò, sempre che esista un tale sistema formativo qui sommariamente tracciato.
***
Come reagire agli influssi maligni dei demoni tentatori?
Al riguardo ho alcune idee, magari, è vero, non del tutto articolate, ma, e mi dispiace, per adesso preferisco fermarmi al momento delle analisi che a grandi linee e spezzate ho posto qui sopra.
Forse vi ho annoiato, me ne dispiaccio e ve ne chiedo perdono. 🙂