Falli in aria: davvero dinamica e volontarietà non possono contare?

Le indicazioni del Board mettono al primo posto la sicurezza. Giusto, ma i casi sono molto diversi…

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Alberto da Giussano 9 Gennaio 2015, 08:31

    La volontarietà del gesto teso a procurare danni ha contorni praticamente impossibili da definire.
    L’indicazione dell’IRB sposta la responsabilità su chi decide una determinata azione. ” Sappi che tu , giocatore, sei responsabile della sicurezza del tuo avversario, regolati.” Io credo che la norma sia, presa, perfettamente nello spirito di questo sport che ha fatto della correttezza in campo la ragione stessa della sua esistenza.
    Un aspetto che non è evidenziato nella presentazione è la capacità o meno di effettuare , tecnicamente, la presa al volo senza avere i piedi a terra.
    Oggi qualunque giocatore non si tira indietro nella conquista della palla dopo un up and under. Questo agonisticamente è apprezzabile, ma i danni che può fare a se stesso e agli altri chi, tecnicamente, non è preparato a questo genere di azione è altrettanto evidente.
    Tralasciamo evidentemente di considerare coloro , che scorrettamente, mettono in atto quei piccoli accorgimenti tesi ad ostacolare l’avversario che sta andando in presa aerea. Tutti gli altri, devono sapere che verranno giudicati ( arbitro e/o TMO) dal loro ultimo contrasto aereo solo in funzione della pericolosità dello stesso nel mettere a rischio l’incolumità dell’avversario.
    Il giocatore deve sapere che se è in ritardo o scoordinato rispetto allo spazio d’impatto della palla con l’avversario corre un rischio sanzionatorio.
    Anche perchè la presa al volo aerea è un fondamentale tecnico di gioco, e chi lo sa eseguire ( Leroux, Halpenny) deve essere tutelato da chi non lo sa eseguire con la stessa abilità tecnica.

    • mezeena10 9 Gennaio 2015, 08:44

      concordo..aggiungo che proprio la presa al volo da regolamento ti da il vantaggio di non poter esser toccato in volo..anzi solo in un caso, che è comunque a discrezione dei refs, quando si “lotta” per la stessa palla saltando per contenderla..
      è quasi impossibile stabilire la volontarietà, a meno che non sia proprio evidente..
      c’ era un interessante articolo di austin healy a tal proposito..

      • mezeena10 9 Gennaio 2015, 08:51
      • San Isidro 10 Gennaio 2015, 02:52

        grande Wayne Smith! lui si che potrebbe dare tanti bei consigli tecnici ai nostri azzurri e/o ai giocatori delle nostre franchigie…

  2. maz74 9 Gennaio 2015, 09:09

    Bisognerebbe togliere l’interpretazione arbitrale e semplicemente dire che se i due saltatori con le mani possono contendersi il pallone, allora lo scontro è regolare ed inevitabile, ma se uno dei due giocatori non ha la possibilità di prendere la palla, ma salta solamente per ostacolare o addirittura va all’impatto senza saltare, è sempre fallo e cartellino giallo/rosso in base alla gravità dell’intervento (se va all’impatto senza saltare per me è sempre rosso).

    • Stefo 9 Gennaio 2015, 09:15

      Non sempre il fatto che uno non abbia la possibilita’ e’ cosi’ chiaro, l’interpretazione quindi resterebbe all’arbitro…ed e’ giusto che sia cosi’, il rugby e’ uno sport in cui le dinamiche di gioco sono fondamentali ed e’ corretto che il regolamento lasci all’arbitro al liberta’ di giudicare anche le dinamiche.

      • maz74 9 Gennaio 2015, 15:00

        Stefo per me è fondamentale che la gestione della partita sia dell’arbitro, trovo già eccessivo l’uso che viene fatto del TMO

        • Stefo 9 Gennaio 2015, 15:06

          Non mi sembra di aver detto il contrario…anzi difendo la possibilita’ dell’arbitro di interpretare in base alla dinamica.

          • maz74 9 Gennaio 2015, 15:41

            Non era una critica, ho semplicemente ribadito quello che penso

  3. Stefo 9 Gennaio 2015, 09:10

    La IRB giustamente punta sulal duty of care in un’azione in cui negli ultimi anni si e’ visto un aumento dei rischi che i giocatori prendono nell’andare a contendere l’ovale.
    Avesani giustamente sottolinea l’involontarieta’ comunqe, ed ha ragione a sottolineare come a tutti noi possa essere successo di commettere un fallo non per volontarieta’ o per errore di valutazione nostra ma per la dinamica dell’impatto, i movimenti dell’avversario, non concordo pienamente su quanto dice in seguito, si bisogna che l’arbitro sappia interpretare le situazioni e capire dove l’impatto e’ completamente fortuito ma la sola volontarieta’ non puo’ essere la discriminante, la duty of care che la IRB richiede e’ corretta in uno sport di contatto ed in cui i contatti per l’evoluzione fisica e dinamica del gioco diventano sempre piu’ duri e pericolosi…e dove si va sempre piu’ al limite…direi che e’ una linea sottile quella in cui gli arbitri devono muoversi e molto complessa, dove l’interpretazione diventa sempre piu’ chiave…l’importante sarebbe comunque evitare di giudicare o maglio far influenzare il giudizio dal “risultato” dell’impatto.

    • malpensante 9 Gennaio 2015, 09:24

      Concordo, per l’arbitro deve continuare a contare la pericolosità che, tra tutte le variabili, è probabilmente anche la più “oggettiva”. Discorso diverso forse si potrebbe eventualmente fare in sede di citazione, dove per esempio l’intervento su Leonard o quello di Ragusi sono di ben altro spessore (come dinamica, almeno per me è troppo difficile da valutare se volontario o meno) rispetto a quello di David.

      • Alberto da Giussano 9 Gennaio 2015, 09:44

        Io credo che per “volontarietà” , alla fine, verrà considerata anche la temerarietà, l'”arroganza” e la stupidità tecnica di alcuni gesti.

        • malpensante 9 Gennaio 2015, 09:49

          Ma per me resta roba da giudici, non da arbitro. Potrei però essere d’accordo su inasprimenti forti delle sanzioni: in effetti il gesto, al di là della spettacolarità, è non meno pericoloso dello spear tackle.

        • Stefo 9 Gennaio 2015, 09:50

          se succedesse sarebbe un errore grave…

  4. gian 9 Gennaio 2015, 10:14

    come esperienza di gioco non faccio testo, dato che allora bastava che l’uomo avesse la palla ed era placcabile anche in volo, ma concordo con l’idea della non soggettività della decisione, in quanto può essere difficile capire se l’ostruzione in volo è fatta con malizia o semplicemente per incapacità o errore nel gesto atletico, come, a volte, se il fatto che l’uomo con i piedi a terra veda o meno l’avversario che salta (al netto dell’incapacità di alcuni arbitri di giudicare, pur con l’ausilio del TMO e quindi senza la scusa di dover decidere in un attimo da, magari, una posizione “scomoda”, la volontarietà o meno del gesto), io direi che se l’uomo che salta non tocca la palla o comunque non la può contestare efficacemente è fallo (da decidere se giallo diretto o dare discrezionalità all’arbitro, ma io sarei per la prima), se l’uomo ha i piedi a terra rosso (anche qui valutare se, discrezionalmente, mitigare alcune situazioni con il semplice giallo, tipo uomo a terra di spalle o, come a volte si vede, uomo che non salta perché sbaglia il tempo o vede all’ultimo l’avversario in volo e lo cintura non per placcarlo ma per accompagnarlo a terra in quanto impossibilitato ad evitarlo), ma comunque la sanzione deve essere applicata a prescindere dal danno procurato, un placcaggio in volo volontario può provocare meno danni di un contatto fortuito, basta che il giocatore perda il controllo del corpo e cada in maniera disunita, ciò non toglie che uno sia un fallo grave e pericoloso, l’altro un incidente di gioco.
    poi, secondo me, per fare riferimento all’articolo, lo speartakle NON può essere involontario ne istintivo, è un gesto cercato e voluto, che poi a volte si perda involontariamente il controllo del movimento sì, vedi bacchin l’ultima volta, ma il tipo di placcaggio è assolutamente cercato, il placcaggio al collo, invece, ha una serie di sfaccettature notevoli, io stesso ho rischiato di staccare numerose teste di MM o MA, prendendomi i miei dovuti fischi contro, il 90% delle volte più per il movimento dell’avversario (cercare di passare sotto al placcaggio, girarsi ed abbassarsi, scivolare all’indietro per piantare il piede, percussioni frontali etc etc) che per un mio errore di gestualità

    • malpensante 9 Gennaio 2015, 10:32

      Posto che le regole sono cambiate, lo spear capitava che fosse (abbastanza) innocente visto che capitava spesso di dover placcare da fermi o quasi e, se sei trenta chili e venticinque centimetri più piccolo, o riuscivi a alzarlo secondo il principio di Archimede e a farlo cascare per le leggi della fisica, o ti usava come zerbino per suole e tacchetti.

      • gian 9 Gennaio 2015, 10:54

        e per fortuna che sono cambiate, se lasciavano fare a questi bestioni centometristi quello che era permesso quando giocavo io, ci scappava il morto o il disabile ogni giornata e ogni stadio si doveva attrezzare con il camping, per le tende ad ossigeno 😉
        se tu stai confrontando lo spear con quello che una volta chiamavi ascensore, non sono d’accordo, i movimenti sono completamente differenti, se lo confronti con i ribaltamento dietro la schiena, ovvero quando facevi lo “sgambetto” con il tuo corpo e l’avversario volava oltre di te, hai ragione, ma solo per quel tipo di contatti, io parlavo più di quelli “alza e ribalta”, tipo di placcaggio che è nato relativamente da poco, la cui gestualità non può essere “casuale”

        • malpensante 9 Gennaio 2015, 10:59

          In effetti quando leggo i peana ai bei tempi andati, tra quello che succedeva in campo e quello che combinavano gli “sportivi” fuori, mi scappa da ridere. Dello sport da animali giocato da gentiluomini mi ricordo proprio poco. 🙂

          • Stefo 9 Gennaio 2015, 11:07

            Eh ma mal spesso le opinioni si dividono tra “cio’ che e’ nuovo e’ per forza meglio” o quelli che rimpiangono il passato “ah signora mia, ai nostri tempi si che eravamo gente con le palle”

          • Rabbidaniel 9 Gennaio 2015, 12:16

            Ben detto mal e gian, ho visto dimostrazioni di forza bruta e brutta da cancellare qualsiasi sviolinata sui “valori” del rugby. Checché se ne dica, oggi va molto ma molto meglio, anche (e soprattutto) sui campetti di provincia.

          • mezeena10 9 Gennaio 2015, 12:18

            avendo vissuto ambe le “ere” rugbystiche concordo con Rabbi, non ci sono paragoni! è molto meglio oggi sicuro!

          • mezeena10 9 Gennaio 2015, 12:19

            in campo..peggio fuori..

          • malpensante 9 Gennaio 2015, 12:31

            Mez, rispetto a fine anni ’70 per me gli spettatori odierni sono angelici: pueri cantores.

          • Stefo 9 Gennaio 2015, 12:35

            In campo secondo me c’e’ maggior attenzione senza dubbio anche se la fisicita’ a mio avviso e’ molto superiore anche a livelli minori (o cosi’ mi pareva quando poi ho dfeciso di smettere qualche anno fa ma aixuramente c’ era anche la differenza d’eta’ da tenere in considerazione).
            Fuori dal campo…cosa intendi mez?A livello alto o nel dilettantismo?Pubblico o giocatori?

          • mezeena10 9 Gennaio 2015, 12:58

            mal io a fine anni 70 ero bimbo, non ricordo..qualcosa ho visto dai filmati, ma non è la stessa cosa..io piu fine 80 e 90..
            ma intendevo il tutto, l’ insieme, non solo gli spalti..

          • gian 9 Gennaio 2015, 16:56

            eh, ma io allora saltavo i fossi per lungo, mica come questi armadiotti 😀
            comunque allora era pericoloso, ma i fisici e i ritmi riducevano i rischi, adesso sarebbero veramente da assassini certi interventi, ben vengano certe regole, però io reintrodurrei il mark piedi fermi a terra.
            per quanto riguarda la sportività in campo l’unica cosa è che si cercava di evitare di fare falli veramente pericolosi e danneggiare parti delicate come la testa, il resto guariva, quindi chi se ne fregava, poi ricordo anche degli interessanti caffè letterari in mezzo al campo tra mischie che pacatamente discutevano sul fatto che un certo intervento dovesse essere sanzionato o meno, con l’arbitro che incrociava le braccia ed aspettava che i fini intellettuali si accordassero per poi dare il fallo (spesso richiamino verbale e niente altro ai coinvolti, noblesse oblige, anche perché allora esisteva solo l’espulsione), poi a fine partita ti davi del mona a vicenda, ti spiegavi e finita lì.
            invece il pubblico completamente diverso, il piazzatore, ad esempio, calciava durante una bolgia dantesca e gli improperi agli avversari e arbitro erano normali, tra tifosi, tolto qualche demente una tantum, mai successo niente, probabilmente meglio adesso

          • mezeena10 9 Gennaio 2015, 21:35

            stefo tutto l’ insieme, non ultimi gli episodi successi in saf qualche mese fa..
            poi i crescenti interessi economici..
            tutto sommato pero io preferisco oggi!

        • mezeena10 9 Gennaio 2015, 11:12
          • Rabbidaniel 9 Gennaio 2015, 15:49

            Sivivatu e Lee criminali.

          • gian 9 Gennaio 2015, 17:01

            ci sono tutti i tipi di placcaggi migliori, eh?! 🙂
            il dizionario del fallo (comunque tutti abbastanza recenti), comunque mancano i placcaggi a spalla chiusa dei samoani ai mondiali (non ricordo quali), quando “inventarono” quel tipo di contatto che circa un anno dopo fu messo fuori legge per ovvi motivi, forse il primo cambiamento regolamentare rivolto a preservare i giocatori da contatti troppo violenti e con alta probabilità di infortunio

          • mezeena10 9 Gennaio 2015, 21:30

            “alla samoana” infatti 🙂
            questo è killeraggio..

  5. Katmandu 9 Gennaio 2015, 12:28

    La vera domanda è se due saltano per contendersi la palla (come spesso accade) la sanzione a chi va cominata nel caso di scontro in aria? 9/10 chi arriva in corsa travolge chi salta da fermo ma è possibile che si faccia male anche chi arriva sul punto d’incontro, quindi chi mi dice chi si deve sanzionare?
    E poi se poprio vogliamo dirla tutta, tutte le volte che si riceve il calcio d’avvio e vengono travolti i giocatori che ricevono? Anche senza guardare il rischio di farsi male è concreto (giusto per citare favaro VS al XXV aprile)

  6. Rabbidaniel 9 Gennaio 2015, 13:07

    Non sono né un avvocato né un arbitro, però, per non mettere in difficoltà quest’ultimi, la questione deve essere decisa. Anche nel diritto l’omicidio (perdonate l’iperbole) è classificato come volontario o involontario e in entrambi i casi vi sono innumerevoli sfumature. Se la punizione la giocatore deve essere commisurata all’effetto del proprio fallo, bisognerebbe aspettare il referto medico.
    Per fare un esempio, un’azione come quella di Ragusi nel derby è sconsiderata e figlia della mancanza di lettura della situazione; il rosso di Payne in coppa l’anno scorso è figlio di una pericolosa mancanza di attenzione, ma non equiparabile al caso precedente.
    Che fare?

    • malpensante 9 Gennaio 2015, 14:22

      Per me va bene come adesso, se l’uniformità assoluta è impossibile, prendessero per le orecchie e a calci in culo i difformi assoluti (tipo il mio amico del giallo a Ragusi).

      • maz74 9 Gennaio 2015, 14:42

        La discriminante è semplice, se due arrivano e saltano contemporaneamente e con le mani posso prendere il pallone, tutto quello che può succedere dopo è REGOLARE, se un giocatore arrivo dopo, anche di poco, e non ha la possibilità fisica di contestare il pallone con le mani è sempre FALLO e giallo, poi ci sono i casi evidenti di giocatori fortemente in ritardo e questi io li punirei sempre col ROSSO, per esempio Ragusi non avrebbe mai potuto contestare la palla al suo avversario e quindi un gesto tecnicamente scomposto, anche se non violente, è pericoloso e va punito

        • Alberto da Giussano 9 Gennaio 2015, 14:58

          Direi che è corretto quanto dici. Non sottovaluterei comunque, il concetto ribadito nella raccomandazione, per cui tu giocatore che attacchi lo spazio aereo, sei comunque responsabile dell’incolumità di chi vai a contrastare.

          • maz74 9 Gennaio 2015, 15:02

            Esatto, molto spesso questi episodi nascono da gesti scomposti e fortemente in ritardo, però se vieni punito col rosso e successiva squalifica severa, un giocatore in ritardo desiste dall’intervenire

  7. achmed 9 Gennaio 2015, 19:15

    Se si entrasse anche nel merito della volontarietà si peggiorerebbe solo la situazione.. Basti pensare al fallo di mano nel calcio e alle mille e una interpretazioni che vengono date ad ogni episodio. Volontarietà, malizia, semplice imprudenza o incompetenza sono impossibili da valutare..
    Giustissimo invece mettere la tutela dei giocatori al primo posto.
    La dinamica contrariamente a quanto detto conta: le indicazioni sono che se 2 giocatori arrivano contemporaneamente e saltano alla stessa altezza, con la possibilità di prendere il pallone, play on.
    Se uno dei 2 è in ritardo, non ha la possibilità di prendere il pallone, salta meno o in modo scoordinato, o non salta nemmeno, e così crea un pericolo per l’avversario facendolo cadere, allora è calcio di punizione.
    La sanzione viene valutata in base a tutte queste cose e, soprattutto in base alla caduta del giocatore: se un giocatore atterra di testa, spalle o collo allora DEVE essere cartellino rosso (stesso metodo per gli spear tackle), se atterra con la parte bassa della schiena o sul fianco allora è giallo. Questo per cercare di avere maggior oggettività ed uniformità possibile nella classe arbitrale, cosa a cui si aspira ma che logicamente non è facilissima da raggiungere, proprio perché gli arbitri sono umani e la soggettività entrerà sempre in gioco.

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