Gavazzi: meglio vincerne due al Sei Nazioni che passare il turno alla RWC

Intanto , collezionati 133 post su un pezzo che estrapola una domanda in un’intervista che, credo, sarà il pezzo forte del prossimo numero di “all rugby” . Io credo che Gianluca Barca qualcosa di più interessante lo tirerà fuori, dal colloquio con il presidente FIR.
Ma già in queste battute, molto all’acqua di rose, qualcosa di più interessante ci sarebbe di cui discutere.
Chiaramente, Osso, cerca di parlare delle cose che lo interessano, sulle quali è intervenuto e sulle quali ha ottenuto risultati.
Quando dice che finalmente è riuscito a dare uno staff tutto italiano alle due squadre di vertice, dice la verità. In particolar modo, è riuscito a dare alle Zebre una parvenza di squadra che , a volte, è fin piacevole ed emozionante guardare.
Ha lanciato Casellato nel palcoscenico internazionale. E anche questo è vero.
Ho letto dei post secondo i quali, Gavazzi rimarrebbe male se Brunel vincesse. Credo non ci sia un’affermazione più sciocca di questa. Cosa avrebbe G. da perdere se Brunel vincesse? Proprio nulla , tutto da guadagnare.
Ma il problema di questa intervista è che denota in toto che l’attenzione della Fir è tutta schiacciata sul rugby di vertice. E non da oggi, purtroppo. Non è un limite di Gavazzi, è un limite dei 15/20 collettori di voti che l’hanno eletto.
La domanda che andava fatta era un’altra. Meglio vincere due partite del 6N nel 2015 o arrivare in semifinale nella JWRC del 2022?
Sguazzare nei problemi tecnico-organizzativi ( scegliere giocatori, allenatori) per le squadre di vertice , è la cosa che gli riesce meglio. Forse l’unica che sa veramente fare. Molto meglio di Munari e di Zatta.
Certo avesse qualche tratto di eleganza in più, sarebbe meglio.
Il fatto ,che quando si parla di salute del “movimento”,e il tutto viene liquidato con l’affermazione ” i numeri ci confermano che siamo in crescita”, denota che questo è un tema che in FIR non interessa nulla a nessuno, nè tantomeno a Lui. O meglio, forse, qualche interesse c’è, ma non tale da modificare la politica federale, intesa come utilizzo dei soldi.
Il focus della struttura federale è su altri problemi.
I concetti di “massa critica” , qualità e forme del reclutamento e della propaganda, sono aspetti che non credo ,negli ultimi 25 anni, siano mai stati toccati in nessun consiglio federale . E perchè mai dovrebbero appartenere al vocabolario e alla prassi operativa di Gavazzi?
Tutti coloro che polarizzano il proprio disappunto intorno a invettive personali corrono il rischio di non capire realmente cosa sarebbe necessario fare per iniziare un “percorso virtuoso”. E non è legato alla presenza o meno di Gavazzi in FIR.