Il rugby italiano tra professionismo (?) e vuoti legislativi

Il “caso Sbaraglini” fa diffondere all G.I.R.A. una nota ricca di spunti sul futuro del nostro movimento

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Alberto da Giussano 2 Dicembre 2014, 10:39

    Se consideriamo la GIRA, il sindacato dei giocatori di Rugby, sta a loro decidere come farsi trattare dalle società. Il comunicato parla del fatto che esistono più opzioni, ma non ho capito qual’è l’opzione della GIRA.
    Nè tantomeno ho visto le azioni sindacali relative alla situazione di Prato e L’Aquila.

    • mezeena10 2 Dicembre 2014, 10:55

      me lo chiedevo anche io, ma questi della GIRA in sostanza cosa fanno???

      • ginomonza 2 Dicembre 2014, 19:14

        Gira gira tondo casca il mondo casca la terra tutti giú per terra!

    • boh 2 Dicembre 2014, 12:42

      AdG, fra poco, ci leggiamo la tua opinione,…. ancora prima che Paolo pensi l’articolo….Maaa qualcuno ti ha dato l’incarico di pilotare le opinioni?

  2. malpensante 2 Dicembre 2014, 10:44

    Chiarissimo, anche se un filo omertoso e intimidatorio. Pessimo stile ma la sostanza (del tutto condivisibile) è che se non si definisce uno status pro per le celtiche si infila la testa nel water: basta che uno tiri l’acqua…Se l’Eccellenza non può darsi uno status pro, si torni a un dilettantismo di fatto che di diritto lo è già, e si investa su campionati giovanili ricchi abbastanza per dare risorse a chi i giocatori li fa e non li compra. La qualità dei campionati domestic la fa la qualità media di giocatori, arbitri e allenatori, non gli acquisti di un pugno di squadre che poi magari nemmeno pagano.

  3. carlo s 2 Dicembre 2014, 11:25

    Non si capisce come di faccia ad equiparare un giocatore professionista, qualsiasi sia lo sport che pratica, ad un lavoratore a Indeterminato, e’ una contraddizione in termini

    • carlo s 2 Dicembre 2014, 11:26

      Ad un lavoratore a tempo indeterminato

      • Alberto da Giussano 2 Dicembre 2014, 11:29

        Però è così. Almeno fino ad ora.

      • malpensante 2 Dicembre 2014, 11:30

        Se fai finta di essere una società dilettantistica ma paghi regolarmente uno con tanto di contratto esclusivo, non puoi considerarlo un professionista ma un lavoratore subordinato. A prova di tribunale.

        • carlo s 2 Dicembre 2014, 11:51

          Ho capito @mal. Ma sottoscrivi con lui un contratto a tempo determinato peraltro a condizioni non standard. Quindi non vedo come si possa pensare ad un contratto a tempo indeterminato. In ogni caso, io non sono un esperto di diritto del lavoro, però mi pare evidente che dovrebbe prevalere la sostanza rispetto alla forma contrattuale. Dal mio punto di vista il resto sono Pippe mentali dei giudici.

          • malpensante 2 Dicembre 2014, 11:58

            A tempo determinato o meno, in quella forma è sempre lavoro subordinato.

  4. fracassosandona 2 Dicembre 2014, 12:51

    la trasformazione del rapporto di lavoro irregolare in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato è una sanzione di default che il nostro ordinamento prevede(va) in tanti casi (somministrazione di lavoro, abuso del contratto a tempo determinato, lavoro nero…)

    mi sembra, ma non ne sono certo, che Tweetty abbia messo mano recentemente a qualcuna di quelle norme e francamente non so se i ragionamenti del GIRA siano attualizzabili allo stato dell’arte… le sentenze citate sono espressione del precedente quadro normativo, andrebbe verificato se sia cambiato qualcosa nel frattempo… sono quelle questioni che m’intrigano ma che portano via troppo tempo per essere approfondite per mero passatempo…

    • frank 2 Dicembre 2014, 18:45

      tweety sarebbe l’ebete fiorentino che si sbatte la b(RI)oschi?

  5. maz74 2 Dicembre 2014, 15:27

    Questi della GIRA sono veramente ridicoli, si spacciano per il sindacato del rugby, ma tutelano solamente gli interessi di quei pochi fortunati (circa 70 giocatori) che hanno contratti corposi e non guardano alle categorie inferiori.
    Scrivono che le società “FORZANO” dilettanti ad allenarsi, ma scusate è prescritto dal medico giocare a rugby? Ma la loro affermazione non mi sorprende dato che vedono tutto sotto il profilo dei SOLDI e non della passione che un giovane mette in questo sport.
    Comunque è palese che se passasse la loro visione dei giocatori a tempo indeterminato e conseguente carico previdenziale e fiscale, TUTTE LE SOCIETA’ di Eccellenza, Serie A, B e C chiuderebbero bottega.

  6. boh 2 Dicembre 2014, 16:55

    maz74, il tuo ragionamento ha dei tratti leggermente confusi…..Se è per quello neanche lavorare, è prescritto dal dottore. Però, se uno ha delle attitudini nel lavoro e nello sport, è giusto che vengano riconosciute, e che abbiano un minimo di regole.

    • maz74 2 Dicembre 2014, 17:35

      Confuso?
      La GIRA gestisce solamente gli interessi di pochi rispetto a tutti i giocatori che praticano rugby in modo semiprofessionale, i suoi assistiti sono i privilegiati del sistema, DISCORSO CONFUSO O VERITIERO?
      Nessuno è forzato a giocare, il rugby in Italia non è un lavoro se non sei nelle due franchigie, dal momento che non può garantire una continuità (infortuni compresi) e non ci sono i soldi del calcio.
      Anche nel calcio ritenere i giocatori come dipendenti a tempo indeterminato è una stortura del sistema, dato che ci sono contratto con una scadenza e i giocatori sono liberi di cambiare quando scade il contratto, ma almeno lì le cifre sono decisamente elevate.
      Nel rugby il 90% dei giocatori gioca per passione, gli stipendi sono bassissimi anche in Eccellenza e pensare ad un sistema professionistico vuol dire uccidere definitivamente lo sport dilettantisco partendo proprio dall’Eccellenza DISCORSO CONFUSO?
      Ma da un sindacato in Italia non mi aspetto lungimiranza in qualsiasi settore, figuriamoci da un sindacato d’elite.

      • frank 2 Dicembre 2014, 18:46

        “Ma da un sindacato in Italia non mi aspetto lungimiranza in qualsiasi settore”

        cattivello

      • boh 3 Dicembre 2014, 07:38

        Allora chiariamo, non sei d’accordo che lo sport abbia la componente professionistica. Bene, questo è un’altra cosa. Poi che tu abbia delle perplessità su di un sindacato, posso essere d’accordo. Basta vedere quel che ha combinato in tutti questi anni l’ AIR.

  7. Giovanni 2 Dicembre 2014, 18:49

    Non me ne intendo di diritto del lavoro, ma credo che ci possa essere un cambiamento di status insito nel passaggio dall’Eccellenza al Pro12. Il primo è un campionato (semi)dilettantistico, il secondo è un torneo professionistico. I diritti per l’ammissione di una franchigia alla CL li detiene la FIR che, come ricordato nel comunicato GIRA, non è una federazione sportiva di tipo professionistico. E su questa cosa temo si innesti una contraddizione, perchè la FIR ha il controllo totale di una franchigia (Parma) e parziale dell’altra (Treviso), le quali, in quanto membri di un torneo professionistico, non possono certo invocare lo status di dilettanti. Se così fosse – ripeto non è materia mia – nel momento in cui un giocatore passa dal domestic ad una delle due franchigie, non cambia automaticamente anche il suo status? Di più: che status detengono o assumono i cosiddetti “permit players”?

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