Il Consiglio Federale ha stabilito che gli stranieri nelle Accademie, fintanto che vi rimangono, saranno equiparati agli italiani
Equiparati e Accademie, un nuovo passo verso dove?
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Questa scelta, di per se stessa non sposta di molto il problema dell'”equiparazione”. Dal momento che le accademie ci sono.
Il problema vero è la radicazione nel territorio del reclutamento e della formazione dei ragazzi italiani. ( dove per italiani si intende tutti coloro che vivono sul territorio italiano stranieri compresi).
Formazione e reclutamento che deve avere da un lato l’obbiettivo di far emergere i talenti, ma dall’altro il semplice scopo di diffondere il rugby.
Come già detto da me e da molti altri, oggi il focus è tutto spostato nel cercare di creare uno rugby di vertice, prescindendo dall’aspetto propagandistico: i risultati non sono del tutto lusinghieri.
Il mio modesto parere di vecchio è che è difficile creare uno sport di vertice senza una base adeguata ( la famosa piramide), ma forse mi sbaglio.
A mia memoria una cosa simile l’hanno provata in URSS e in DDR, ma anche lì gli esiti sono , più che altro, da dimenticare.
Puro buonsenso. Ti dirò che immaginando il tenore di prossimi commenti, a me viene in mente Castro (credo fosse lui), e la simpatica osservazione che tante accademie non ci siano nemmeno in NZ. Il problema è tutto lì, nell’idiozia di chi pensa che un signor Regbi tutto panza e chiappe ma con due piedini da cinesina Ming possa produrre un bel testone. Provocando direi che sono molto favorevole, almeno aumenteremo i pretendenti all’accademia Ora il grosso lo mandano le società per prendere due lire con la logica del chi ci sta ci sta. Molti di quelli potenzialmente buoni col cavolo che si fan bloccare dal vincolo e sempre più cercano di andar fuori dai patri confini.
anche perche’ li sbagliava castro. di accademie certo che ce ne sono di piu’ in NZ, ed i CdF non sono certo accademie.
lui penso volesse dire accademie federali. e li magari ci dobbiamo porre il problema che se invece che per la FIR spendere 1mln di accademia per se stessa, le da al club x per fare l’accademia, il numero di accademie sale o scende? ed allora il problema e’ il numero o come sono gestite, come e quanto producono ed a quale costo.
i cdf c’erano anche prima, mica li ha inventati Gavazzi, ma in un numero ragionevole, e non erano accademie. Adesso sono un diluvio e sono dentro un percorso ben definito, come una volta le medie, il ginnasio e il liceo. Il resto, all’avviamento o a lavorare.
C’erano le selezioni regionali, come il Triveneto, che faceva un bel lavoro e drenava il meglio dalla base, anche dalle società più piccole. Un mio compagno di squadra arrivò a essere selezionato per la nazionale provenendo da una società allora abbastanza florida, ma pur sempre non paragonabile a Benetton, Petrarca ecc.
Sono pienamente daccordo caro @mal e ne abbiamo parlato altre volte. Era solo per chiarire che I CdF secondo me non vanno contati tra le accademie.
e per dire che 10 accademie in NZ ce l’hanno eccome. E copio ed incollo da su, allora il problema e’ come sono gestite, da chi, come e quanto producono ed a quale costo.
In NZ la federazione non ce le ha. Un giorno poi riuscirai a spiegarmi cosa siano i centri di formazione condominiali se non il primo gradino del sistema accademie. Ci sono selezioni per scegliere i migliori? Campionati adeguati a farli emergere? Chi decide chi ci va? Lo sai o no che una buona parte della miseria che passano alle Società dipende da quanti gliene mandano? Secondo te, si sputan nelle mani e sugli euri se i migliori non ci vogliono andare e ne spediscono uno meno buono? E cosa sarebbe questa roba qui se non il sistema che ha fatto grande il sistema accademie fino ad ora? Ti ripeto, i cf ci sono da una vita, ed hanno pure lavorato neanche male (almeno alcuni) finché sono stati un numero e una cosa sensata.
D’accordo. Fa anni rincorriamo le performances ad alto livello, coi risultati che sappiamo, mentre l’arruolamento e la formazione non sono lasciati al caso, ma quasi. Spero non sia il prodromo di un’infornata di giovani isolani.
“Il mio modesto parere di vecchio è che è difficile creare uno sport di vertice senza una base adeguata ( la famosa piramide), ma forse mi sbaglio.” (Alberto)
E’ quel che sostengo da anni e dove la FIR non riesce a trovare una soluzione adatta a risolvere il problema
Trovato il modo per far entrare i giovani fijiani, di questo ne potranno godere anche i figli di immigrati che giocano nelle accademie, insomma gli equiparati li andiamo a prendere in culla
Almeno cosi non dovremo pagajare
I figli di immigrati che hanno cominciato a giocare a rugby in Italia sono sempre stati considerati di formazione Italiana.
Senza dovere per forza importare apposta ragazzi che con l’Italia non hanno nessun legame ( impoverendo i movimenti di nazioni economicamente meno competitive ) sarebbe più opportuno dedicarsi approfonditamente alla scoperta di potenziali talenti tra i nuovi italiani nelle comunità di provenienza straniera.
Fare del rugby un esempio positivo per l’integrazione e per il senso di appartenenza.
Idea troppo brillante: bocciata! 😉
non so dove viviate voi ma le squadre di club e le nazionali non hanno mai discriminato i bambini/ragazzi nati da genitori stranieri se non addirittura all’estero…
e questo non da ieri od oggi, ma da sempre…
vado veloce con i primi che mi vengono in mente che giocano eccellenza, pro12 o che non abbiano anche precedenti in nazionale U20 o in accademia: Odiete, Gega, Kudin, Majstorovic, Appiah, Mbanda, Mhabdi, Apperley…
andate a vedere il minirugby e poi mi farete sapere cosa non si sia ancora fatto…
In Francia questo lo stanno facendo piuttosto bene a livello di rugby di base, da quel che ho visto.
Dove c’è il regby, c’è una gran bella integrazione. Senza contare che ci sono cittadini italiani nani oltre che bianchi e marroni anche neri, gialli, che mangiano galline crude o il salame con la pelle. Basta farsi un giro tra i nanetti inzaccherati, e spesso oltre al minirugby c’è pure il doposcuola anche per chi non gioca. E nelle serie minori è difficile che a referto non ci sia un Renado o uno Youssef.
Come dice l’articolo, tutto sta nel come si gestisce la situazione. Giusto ieri per sbaglio udivo le chiacchiere – per alcuni versi simili – di alcune prefiche giornalistiche che facevano eco alle geremiadi di un certo Antonio Conte. Il motivo di tanto stracciarsi le vesti? L’eccesso di stranieri nelle file delle principali squadre pallatondare nostrane (un mondo con una piramide molto più ampia rispetto alla palla ovale) che, a dire del cittì di quella nazionale, soffoca la nascita di talenti nostrani.
Mal comune mezzo gaudio. Ma di nuovo, tutto sta nel saper gestire la situazione e nel saper far crescere tutti, senza inclusioni ed esclusioni arbitrarie e senza penalizzare l’una o l’altra componente.
Se no si finisce come nell’antica Roma, dove le legioni del tardo impero erano tutte composte da soldati di importazione (per legge). Ed è finita come sappiamo.
In Italia c’è molta ipocrisia, unita all’ansia da prestazione/risultato.
Nel 2006, quando si vinceva il Mondiale di Calcio con fenomeni al tramonto, il problema del “soffocamento dei talenti nostrani” non se lo poneva nessuno. I club gongolavano dei loro supercampioni stranieri ma un notevole spazio per bidoni raccattati qua e la c’era sempre. Come ora. Però i risultati facevano da foglia di fico per mascherare problemi strutturali che, oggi, coi nodi arrivati al pettine, si manifestano in tutta la loro crudezza. La Nazionale di rugby non si discosta molto da questo. Semplicemente partiva con un livello tecnico e di ranking enormemente più basso rispetto al calcio. Mentre nel mondo della palla tonda quasi ci faceva schifo pensare di avere in azzurro Camoranesi e Amauri (con polemiche annesse, ricordiamocelo), nella palla ovale pur di aggrapparsi al trenino dei Top, si è iniziata una operazione di equiparazione che, col tempo (ed arriviamo ai giorni d’oggi) è diventata pratica consueta senza pensare che non bastava arruolare sudafricani, inglesi, argentini e neozelandesi di 4^categoria per vincere a mani basse un 6 Nazioni. E questa non era una foglia di fico, ma una pianta di fico intera…
Ed ora, dopo aver realizzato che il giochino non funziona e che, col nostro costante cucchiaione di legno, non ci siamo mossi da 15 anni fa, ci facciamo fumare la testa per escogitare come “allargare la base”, “reclutare talenti”, “aumentare il movimento”, mentre esultiamo per aver finalmente trovato un 10…
Del Pacifico…
amauri non c’ era in germania..per curiosita confronta quella di formazione con quella dell’ ultimo mondiale..
tanti campioni e ottimi giocatori contro un paio e tanti onesti mestieranti!
nessun paragone!
Non ho mai detto che Amauri aveva vinto il Mondiale in Germania. Il riferimento al brasiliano era (assieme a Camoranesi) in merito alla questione naturalizzazione/equiparazione che nel calcio si è praticata in forma quasi inesistente rispetto al rugby solo perchè non si è mai pensato che ce ne fosse l’esigenza e, comunque, ricorderai accompagnata da forti polemiche.
E non ho mai paragonato le due Nazionali di calcio di allora e di ora.
Ripeto: volevo metter l’accento sulla pura “operazione di convenienza” fatta da uno sport rispetto ad un altro.
Fallita, peraltro.
intendevo che una era formata da una generazione di grandi calciatori nati e cresciuti nelle scuole calcio ed insieme nelle varie selezioni nazionali, pluricampioni europei under 21..
la nuova no!
“Ricorrere a forze cresciute altrove non è un peccato ma non deve diventare la soluzione: può essere una stampella che ci aiuta a sostenerci in un momento in cui si zoppica ma bisogna imparare a stare in piedi sulle nostre gambe.”
Dovrebbe essere cosi’ ma che non sia cosi’ ed invece che sia l’unica maniera in cui si e’ tenuto in piede il sistema incentrato sull’alto livello e’ u fatto…e questa regola apre le porte alla politica del recruitment coi viaggi estivi nelle isole pacifiche…”non sara’ un’invasione”…come si fa a dirlo?E se ne prendono 2/3 un anno, altri 2/3 uno o due anni dopo e cosi’ via? Soprattutto se tale “furbata” facesse arrivare 2/3 giocatori “piu pronti” e piu’ veloci a crescere. E’ il principio che tale regola sancisce che fa impressione.
Guarda il lato positivo, alcuni andranno a farsi delle belle vacanze
Ciò che è strano in questa federazione, è che si esplorano tutte le strade possibili e immaginabili per sostenere una bandiera ( il rugby di vertice), e non ci si impegna in quella strada, ampia, altrove collaudata, da altre federazioni percorsa che è quella dell’allargamento della piramide di base.
Ad esempio,dei 10 giocatori della nazionale maschile di Volley, 3 o 4 sono assimilabili ai nostri equiparati, ma la crescita del movimento in questi ultimi 20 anni è stata esponenziale.
Hai ragione AdG, tutto tranne copiare le migliori pratiche degli altri sport italiani o delle altre fed straniere.
Magari perché in altre federazioni prendono equiparabili di qualità, noi gli scarti, salvo alcuni casi. Forse manchiamo di appeal o forse perché gli stranieri a cui noi ci rivolgiamo hanno una loro cultura e stile di vita completamente diversa dalla nostra. Il nostro bacino di riferimento dovrebbe essere l Argentina o al massimo l Australia. La seconda ci può offrire solo gli scarti, la prima invece ha lavorato duramente raggiungendo ottimi risultati, per cui non vedo perché un giovane argentino dovrebbe bruciarsi le chance di giocare con la propria nazionale. Ci siamo chiusi in un vicolo cieco, motivo per cui meglio essere 14 nel ranking ma almeno con le proprie risorse.
che intendi per equiparabili?
poi di nuovo con la storia perche’ dovrebbe giocare con l’italia e non con l’argentina? ognugno fa le scelte che vuole considerando diversi fattori. Parisse, Castro, Canale e Garcia hanno scelto cosi’, ed altri prima di loro.
su i giocatori eleggibili per residenza (quelli dei 3 anni insomma). e’ un fenomeno che avviene dove ci sono campionati adeguati e dove puoi permetterti di pagare contratti seri. per questo il top va in francia ed ing, noi ci dobbiamo accontentare, in arg non ci va nessuno. e nonostante tutto anche in italia ci escono giocatori di livello assoluto come geldenhuys.
Gli Argentini da te citati appartengono alla storia passata, non se gli stessi ad oggi avrebbero rifatto la stessa scelta…
Io parlavo dei giovani under 20 e di cultura per cui andare a giocare in una nazione diversa da quella di appartenenza.
Geldenhuys è ormai alla fine della propria carriera, è di assoluto valore senza dubbio ma difficilmente avrebbe giocato con il SAF, smettiamola di ergerlo come esempio di chissà quali strategie politiche…
Ian, pero’ non mischiamo sempre cose diverse.
hai fatto delle afermazioni categoriche. “l’argentina puo’ offrirci solo gli scarti” non era vero in passato e per il futuro e’ tutto da vedere. e poi non e’ largentina che offre nulla, sono i singoli che scelgono. Parisse e Castro, ma anche Canale, Nieto, Dellape’ sono tutt’altro che scarti e solo i primi che vengono in mente. Canale forse non avrebbe fatto molti caps, ma qualcuno si, ma gli altri avrebbero avuto una signora carriera internazionale con i pumas.
Se non sai quale scelta avbrebbero fatto i singoli oggi, non puoi neanche dare per scontato l’opposto.
sei l’unico a parlare di strategie qui. Geldenhuys non e’ risultato di alcun approccio strategico (haimona e’ diverso) e non c’e’ davvero nulla di strategico, ma proprio nulla. ma dell’intuizione ed occhio di chi l’ha portato in Italia a Viadana, come Van ZYl e Botes per certi versi. Praticamente sono stati trovati sotto il cavolo. magari fosse startegia.
Mi scoccia riprendere discorsi, non ho detto nulla di quello che hai scritto. L’Australia potrebbe offrirci solo scarti, magari scarti per loro e discreti per noi, ma ciò non significa che il movimento ne gioverebbe chissà cosa.
Gli argentini che citi appartengono tutti al decennio scorso, ed allora un certo dubbio su dove giocare ci poteva stare. Oggi tra una nazionale che arranca e l’occasione di giocare contro i migliori del mondo, sia in nazionale che coi club, non penso tanti ci penserebbero su…
Scusami, ma dov’e’ la differenza tra quanto giova McLean e Masi al movimento?
e non prendo in considerazione Parisse, Castro o Mirco e Mauro che cmq sono delle eccezioni in termini di attrattivita’.
Non considerare Masi o McLean, considera Ambrosini o Gower, meteore che magari hanno tolto un posto a qualche giovane da sviluppare, tu mi dirai che non è colpa loro se gli altri erano più scarsi…infatti la colpa è di chi li ha preparati…
Chi sono i nomi nuovi che attraggono i giovanissimi?? Gli ascolti non proprio eccelsi su DMAX o lo stadio non pienissimo di Ascoli iniziano ad essere il segnale di decadenza del movimento…
Mi irrita ancora di più l assenza di una politica di propaganda del rugby in questo momento storico, dove il calcio sembra non essere al top e gli altri sport arrancano, questo disinteresse è figlio dell’incompetenza o di personalismi politici?
scusami ma la differenza tra ambrosini e Chillon dov’e’?
Gower non ha tolo il posto a nessuno, era di una classe sopraffina. e lui si, aiutava il movimento. bastava guardalo giocare ed immediatamente da un beneficio al movimento ed a tutti quelli che vogliono imparare.
“bastava guardalo giocare ed immediatamente da un beneficio al movimento ed a tutti quelli che vogliono imparare.”
gsp questa ce la devi spiegare!
attenzione AdG alcuni di quelli son nati e cresciuti in italia!
Kovar e Travica sono stranieri equiparati o “naturalizzati”
travica formato in italia pero, a treviso..ha sempre giocato qui, tranne ora che è in russia mi pare!
il padre è arrivato nei primi 80..
kovar lo stesso piu o meno, primo tesseramento a treviso a 16 anni..
ergo formatisi in italia, non solo sportivamente, anche culturalmente!
infatti volevo scrivere e\o formati in italia!
Infatti AdG c’è una differenza. Travica è stato formato a Treviso dai 14 anni. Kovar poco dopo. Zaytsev a Perugia. Non possono essere paragonati a Botes, Van Zyl, Haimona ecc. ecc. C’è di mezzo la formazione.
esatto!
Ma quand’anche non fosse così, se il risultato fosse il raddoppio dei tesserati, andrebbe bene uguale, no?
basta che non sian fasulli o gonfiati ad hoc!
“Noi invece diciamo che Optì Pobà è venuto qua, che prima mangiava le banane, e adesso gioca titolare nella Lazio”.
e magna la pajata.
inverecondo!
degno presidente del baraccone del calcio italiano!
Ma se invece di andare in cerca di giocatori, si andasse invece in cerca di importare allenatori?
E formare come allenatori (o arbitri) i tanti ragazzi di 19-20 anni che in mancanza di prospettive da giocatori abbandonano spesso con tanta amarezza e passione?
Quelli magari hanno delle opinioni…
A parte il biasimo per le scelte di indirizzo politico che questa decisione persegue, di cui più o meno tutti siamo d’accordo.
Praticamente così l’Accademia che gioca nel campionato di serie A potrà schierare tutti i giocatori di Formazione estera che vuole. (2 è il massimo in lista gara) di cui 1 extracomunitario al massimo.
Well done, ora noon si pone più nessun problema, tutto lineare.
Io ho come l’impressione che si stian arrampicando sugli specchi, andarli a prendere li invece che formarli qua, che senso ha se si mette in piedi una macchina formativa che si parte già con le equiparazioni
Inoltre pure ammenttendo che son considerati equiparati nelle accademie, poi comunque non lo sono per le varie selezioni giovanili… Bene complimenti
Ha un’ultima cosa, o si è a favore delle equiparazioni o si è contro, io son a favore, per svariati motivi, ma andrebbero comunque riformate dall’alto e mettere parametri più selettivi dal IRB, comunque se si è contro gli haimona di turno lo si dovrebbe essere anche con tutti quelli che ci han reso grandi e che non han il doppio passaporto, prendiamocela pure con Stoica, e compagnia bella, sveglia gente il mondo è cambiato e nessuno di importante sta a guardare i cambiamenti
Allora chiudiamo i CdF e lo stipendificio che ne consegue, facciamo come gli arabi con l’atletica leggera e li riempiamo di soldi. L’importante che qualcosa si faccia, perché quest arrancare non ci porta da nessuna strada.
Leggetevi quest’articolo
http://www.repubblica.it/sport/basket/2014/11/13/news/bianchini_intervista-100369787/?ref=HRLV-1
grazie per la segnalzione..direi comune a tutti i grandi sport di squadra, purtroppo..
la riforma è piu che mai necessaria, come detto alla nausea! basta con questo pseudo-professionismo raffazzonato!
si torni a lavorare sui vivai e si pretenda la riforma sportiva scolastica!
A mio modesto parere non ci sarebbe nulla di male nell’equiparazione, cosa che peraltro già avviene nelle Nazioni più all’avanguardia nel rugby, se la struttura fosse matura e già lavorasse in maniera proficua nel territorio. Ma, a me, sembra una scorciatoia di comodo attuata dalla nostra FIR per scavalcare il difetto del nostro rugby di base. Invece di istruire tecnici delle società e farli evolvere e lavorare sul reclutamento, quindi fare un lavoro più lungo ma solido si cerca la scappatoia di trovare elementi cresciuti in altri contesti, con abilità individuali già sviluppate da altre realtà per farli arrivare velocemente alla nazionale maggiore. Infatti scommetto che arriveranno giocatori U18 che velocemente verranno portati all’alto livello. D’altronde Gavazzi è un mago in questo! Il Calvisano approdò alla massima serie con i diritti di un’altra società! Un’altra furbata dell’italietta del rugby….
quotone!!!
@rabbi grazie per la segnalazione ma una cosa non mi torna, prima parla del sistema che è sempre stato sbagliato, e che le società sportive non si autosostentavamo ma arrivava il magnate di turno, Benetton, Scavolini etc etc e riappianava i debiti, insomma il giochetto che conosciamo, poi però dice che prendevan giocatori direttamente dall’allstar game, allora delle due una cosa deve esser sbagliata, non puoi asserure che il sistema era marcio sin dai temli di marco caco e poi lodarli per aver visto grande basket (o rugby) insomma con tutto il rispetto la coerenza sta a zero….