Un Tinello sull’Europa: Vittorio Munari ci racconta i test-match

Un giro tra Londra, Edimburgo, Marsiglia, Cardiff e – ovviamente – Ascoli. Per analizzare un fine settimana di grande rugby

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Maxwell 10 Novembre 2014, 08:11

    @ Redazione
    Dovendo lavorare di giorno non avrò la possibilità di ascoltare fino a stasera, quando ci saranno millanta posts e non si riuscirà più ad entrare in discussioni organiche.
    Volevo solo sapere ( magari con utenti nelle medesime mie condizioni ) se era possibile spostare i tinelli dopo le 17/18.00.
    Sempre grazie della pazienza e del lavoro che svolgete.

    • kinky 10 Novembre 2014, 08:14

      Non per essere scortese ma mi metto nei panni della redazione. La tua richiesta è più che lecita ma se fanno così come da te scritto perdono la meta dei post…che è la linfa vitale di questo sito.

    • Redazione 10 Novembre 2014, 09:43

      @Maxwell capiamo la sua richiesta ma per esigenze editoriali teniamo in apertura le due, massimo tre (in caso eccezionali), “notizie del giorno” che interessano maggiormente i lettori. Siccome le notizie sono la linfa di OnRugby e la maggior parte nostri lettori non commenta ma legge ( in questo caso ascolta) abbiamo aperto con la disamina di Vittorio perché di stretta attualità dopo le partite di sabato (sul web 8/9 ore di “ritardo” sono come giorni sulla carta stampata) ma anche perché, vista la lunghezza degli interventi, chiunque possa scegliere il momento più adeguato per ascoltarli.

  2. Alberto da Giussano 10 Novembre 2014, 08:21

    Handling.
    Giustamente VM sottolinea che la gestione “manuale” del pallone non è un optional che si migliora allenandola a 25 anni. Infatti è un fondamentale che un atleta acquisisce in anni e anni di “uso” della palla, soprattutto nella fase pre e adolescenzale.
    Vedere in molti post che si chiede agli azzurri di migliorare l’ “handling” è paradossale. Sarebbe come chiedere ad analfabeta di parlare un italiano forbito.
    Scozia.
    La lotta per evitare il cucchiaio di legno sarà sempre più difficile.

    • mezeena10 10 Novembre 2014, 08:54

      buona quella dell’ analfabeta, rende pienamente l’ idea!

    • fracassosandona 10 Novembre 2014, 11:30

      Noi tutti lo sappiamo…
      secondo me è tardi anche a sedici anni…
      ecco perché credo che piuttosto di prendere Waine Smith come coach della nazionale, la FIR dovrebbe utilizzare gli stessi soldi per far girare dei bravi tecnici giovanili (neozelandesi, inglesi, gallesi, quello che volete) tra tutti i club di minirugby…
      che insegnino ai bambini e che nel frattempo imparino qualche esercizio utile anche i nostri volenterosi allenatori…

      • megu65 10 Novembre 2014, 13:06

        Alleniamo i nostri bambini in Congo da tre mesi sotto la direzione di un collega che é giocatore ed allenatore giovanile. Mi sembra che di progressi ne siano stati fatti eccome. Anche sulla trasmissione e non solo sulle classiche prese (tipo i due ovali caduti di mano sabato a Morisi e Campagnaro, per intenderci). Tra l’altro i nostri ragazzi diciamo che non sono proprio dei talenti naturali, a parte un paio forse.
        Questo per dire che la qualità del coaching é la base, specie per sport dove non c’é una pratica assidua.
        Per onor del vero anche in Italia nella squadra dove giocava mio figlio c’era un ottimo coach che in pochi mesi é riuscito a fare miracoli sui fondamentali di un bambino di otto anni.

    • gsp 10 Novembre 2014, 12:25

      Un problema di handling c’e’, ma secondo quelli di sabato sono soprattutto problemi di comunicazione ed organizzazione o intesa, e se non puoi migliorare l’handling a 30 anni (ma ci si puo’ di certo provare), con comunicazione ed organizzazione limi i rischi e le carenze.

    • Hullalla 10 Novembre 2014, 13:06

      Per esperienza personale, ho visto che nel rugby si possono imparare nuove cose (o migliorare il bagaglio gia’ resente) anche a 40 anni.
      Certo, e’ piu’ difficile e ci vuole piu’ volonta’ che a 14, ma non e’ impossibile.

      • Alberto da Giussano 10 Novembre 2014, 13:52

        Ci si laurea anche a 80 anni. Cio’ che però impari a 6/10 anni rimane scolpito a fuoca nella tua mente.
        @gsp è vero che spesso gli errori di gestione del pallone sono derivati da posizionamenti sbagliati, ma una buona manualità molto spesso è in grado di limitare i danni di un posizionamento di ricezione o di lancio della palla sbagliati.

        • Hullalla 10 Novembre 2014, 13:57

          “Cio’ che però impari a 6/10 anni rimane scolpito a fuoca nella tua mente”
          anche le cose sbagliate, purtroppo…:-(

          Comunque non era per darti torto, ma per dire che un giocatore con la testa fatta in un certo modo puo’ anche imparare a calciare i piazzati a 25 anni e magari con un piazzato a cinque minuti dalla fine ci puo’ regalare la prima vittoria sulla Francia dopo Grenoble, per esempio…
          Bisogna crederci, pero’!

          • HumptyDumpty 10 Novembre 2014, 15:23

            Per imparare bisogna avere dei bravi maestri, non e’ questione di eta’.

          • malpensante 10 Novembre 2014, 19:41

            Hullalla hai messo i piedi nel piatto: il problema maggiore è se ti insegnano le cose sbagliate. Per levartele a volte non basta una vita, certi movimenti o certi automatismi imparati da piccoli, tornano fuori con estrema facilità anche dopo averci lavorato su anni per cambiarli. Leggevo cose tipo “in quei posti lì i bambini giocano con la palla ovale anziché con quella tonda”: ecco, anche qui in qualche posto capita, e la differenza grossa la fanno gli istruttori. Siamo sempre a lamentarci dei piedi dei nostri: se passi i primi anni che se ti viene da calciare ti cazziano, e “il rugby si gioca con le mani” difficile che escano giocatori tipo per esempio il Connacht, dove praticamente tutti i tre quarti centrano una touche in sicurezza a 50/60 metri. O tipo Kelly, che il calcetto è un gesto normale, naturale e regolarmente previsto dal cervello.

    • HumptyDumpty 10 Novembre 2014, 17:41

      AdG, non sono d’accordo con te. Se i giocatori hanno problemi di handling secondo te non possono migliorare? No! In Italia se ha problemi di handling si prende il prossimo equiparato (formatori all’estero) che non ha problemi di handling. Non si prende un tecnico specifico e si lavora con i 30 giocatori su questo problema, assolutamente no! Prima avevamo un problema nei calci, adesso non c’e’ piu’! E come lo ha risolto la Federazione? …
      Poi prendi un allenatore della nazionale (Brunel) che e’ li proprio per mascherare i ns. limiti tecnici …
      Si fa presto in Italia a risolvere i problemi. Avanti cosi’!

      • Hullalla 10 Novembre 2014, 17:54

        In generale sono d’accordo con te, a parte il commento del tecnico della nazionale che e’ proprio li’ per mascherare i limiti tecnici: questa e’ cosa buona e giusta per tutte le nazioni!
        E’ giustissimo che il tecnico della nazionale faccia rendere al massimo i punti di forza della sua squadra e faccia pesare il meno possibile i punti di debolezza!

        • HumptyDumpty 10 Novembre 2014, 18:11

          Hullalla, ma noi abusiamo della regola che bisogna mascherare i problemi tecnici. Nelle altre nazionali si lavora anche per migliorare, ci sono tecnici in ogni reparto, noi siamo ridicoli. Ma e’ giusto cosi’ … ma io non sono d’accordo!

      • Stefo 10 Novembre 2014, 18:05

        HD come hulla condivido il discorso del poter allenare e migliorare i giocatori gia’ in fase adulta, senza tirar fuori casi stranieri ricordo ad AdG come in pochi mesi l’allenatore dei breakdown fece milgiorare ENORMEMENTE gli azzurri al riguardo.
        Come Hulla non condivido l’analisi sul CT, per me il bravo allenatore di una squadra con dei limiti e’ proprio quello che esalta i punti di forza di un gruppo e ne nasconde al meglio i difetti.

        • HumptyDumpty 10 Novembre 2014, 18:30

          Quindi un head coach non puo’ arruolare uno skill coach per migliorare il problema di handling? O un kicking coach per migliorare i problema dei calci? O un allenatore dei breakdown?

          • Stefo 10 Novembre 2014, 18:36

            HD ok capisco meglio ora cosa intendi, mi ero un po’ perso nei due discorsi. Si hai ragione si possono prendere skill coach e migliorare come aveva fatto Mallet.
            Il mio duiscorso sul CT era un discorso piu’ allargato, in termini di game plan e gioco in generale, legato ad una visione molto pragmatica che per me un CT deve avere…ogni squadra comunque avra’ sempre dei limiti e dei punti deboli in generale, o nello specifico di un match contro un avversario, lavoro del CT e nascondere quei punti deboli e limiti ed esaltare i punti di forza.

          • HumptyDumpty 10 Novembre 2014, 18:44

            Diciamo che un bravo ct deve fare tutte e due le cose: formare un team di tecnici capaci di lavorare sulle lacune dei giocatori e poi mettere in campo la squadra migliore.

          • Stefo 10 Novembre 2014, 18:47

            Ecco hai riassunto in meno parole il mio punto di vista 🙂
            Ed al riguardo devo ancora capire quanto Brunel puo’ chiedere ed avere…esempio si e’ aspettato per 2 anni e mezzo De Carli per avere un coach della mischia perche’ Brunel ha detto “O De Carli o faccio io” o perche’ la Fir ha detto “O De Carli o ninete”?

          • HumptyDumpty 10 Novembre 2014, 19:02

            Hahaha Stefo, di solito vado subito al punto senza tanti giri di parole.
            Per quanto riguarda De carli secondo me lo ha voluto Brunel, visto da dove viene e visto che la FIR non ha voluto pagare la penale per averlo un anno prima della fine del suo contratto con USAP.

        • Alberto da Giussano 11 Novembre 2014, 08:08

          Io credo che che un conto è affrontare le cose da un punto di vista ideologico, altro lo è dal punto di vista pratico. Io ho passato la mia vita ad insegnare e sentire mettere in dubbio che se un insegnante non è buono è meglio che un bambino resti ignorante, mi fa venire la pelle d’oca.
          Non è accettabile chi , sopra, sostiene che non esiste nei ragazzi un’età in cui apprendere è facile e non costa fatica . la Montessori e il più scalcinato dei pedagogisti inorridirebbero di fronte a queste affermazioni.
          L’handling è la base del rugby. Più aspetti a insegnarlo e peggiori saranno i risultati finali.
          Se coloro che criticano questa metologia sono convinti che basta avere la volontà e si impara tutto anche a 23 anni. Auguri, io spero solo che non abbiano mai responsabilità di questo genere.

          • Stefo 11 Novembre 2014, 08:23

            AdG scusa ma le cose sono due: o non hai capito cio’ che si e’ scritto oppure mancando di argomentazioni provi a rigirare la frittata cambiando il significato a quello che la e’ stato scritto.

            Ora dove hai letto che qualcuno ha scritto che “non esiste nei ragazzi un’età in cui apprendere è facile e non costa fatica”?Dove?Nessuno ha scritto questo, qualcuno ha scritto qualcosa di diverso!Di completamente diverso!Interpreti alla tua maniera, molto libera quanto e’ stato scritto, operazione molto poco corretta.

          • Stefo 11 Novembre 2014, 08:27

            Ah dal putno di vista pratico nel rugby: dopo la RWC 2007 cambiarono le regole sul breakdown, tutti i giocatori al mondo dovettero imparare nuove skills, l’anno scorso hanno cambiato la sequenza di chimata della mischia ordianta, tutto il mondo ha dovuto reimparare e le prime linee hanno dovuto riscoprire tecniche di scrummaging che per anni erano andate perse, anche piloni di 30 anni o piu’…l’idea che a 23 anni non si possa piu’ imparare nulla o migliorare nello sport (non solo nel rugby) e’ di una chiusura mentale incredibile e te la semntira’ qualsiasi giocatore pro al mondo che si trovi a lavorare con staff tecnici nei club e Nazionali di primo ordine.
            Con questo non sto dicendo che non conta la formazione giovanile o che ““non esiste nei ragazzi un’età in cui apprendere è facile e non costa fatica” sto dicendo qualcosa di completamente diverso e se non lo capisci amen.

          • HumptyDumpty 11 Novembre 2014, 09:56

            AdG, hai mai sentito parlare di Florian Cazenave? Questo ragazzo (ha giocato a rugby per Perpignan e per la Francia, ora per Reggio), ha perso la vista ad un occhio e a 25 anni ha dovuto reinventarsi il modo di giocare. Con appositi strumenti e allenamenti specifici e’ riuscito, dopo un po di mesi, a riprendere a giocare. Tanta forza di volonta’ (che alle volte di viene quando ti succede qualcosa che ti stravolge la vita), motivazioni e allenamenti mirati al problema.
            Mirco Bergamasco ha imparato a calciare a 25 anni …
            Se un giocatore ha capacita’ e talento ma non gli vengono dati i mezzi per esprimere il suo potenziale, il fatto di dire che a 20 anni non si possa migliorare diventa un alibi, oltre a una presa in giro per il giocatore stesso.

          • Alberto da Giussano 11 Novembre 2014, 10:46

            Francamente mi sfugge il punto d’arrivo dei vs. ragionamenti, io continuo apensare che il rugby va insegnato il prima possibile. Se poi vogliamo costruire didattiche sulle eccezioni, va bene lo stesso.

          • Stefo 11 Novembre 2014, 11:37

            AdG continuo a non capire come da queanto scriviamo tu arrivi all’interpetazione che noi neghiamo l’importanza della formazione giovanile?Stiamo dicendo una cosa completamente diversa, dato che ti reputo intelligente non riesco a capire perche’ ti ostini ad interpretare in maniera diversa quello che si dice.

          • Alberto da Giussano 11 Novembre 2014, 12:03

            Il punto di partenza di tutto i discorso è stata la mia affermazione secondo cui, insegnare l’handling ad un 15/30 enne è impresa titanica e che i fondamentali è d’uopo insegnarli il prima possibile.
            In tre vi siete impegnati a spiegarmi che non è così e che con buoni maestri i fondamentali si imparano a qualunque età.
            Se ho capito male, rileggerò con attenzione tutti i post.

          • Stefo 11 Novembre 2014, 12:12

            No AdG si tratta di poterci comunque lavorare e non dire non l’hanno imparato da piccoli quindi non c’e’ piu’ niente da fare…che la formazione giovanile sia fondamentale e la base di partenza nessuno lo discute, che insegnare ad un giocatore “adulto” cose che doveva imparare da piccino sia piu’ difficile non e’ in discussione, ma che non si possa fare e’ in discussione. Ttti i grossi club e Nazionali hanno skill coach perche’ le cose si possono migliorare.

          • lexv 12 Novembre 2014, 01:01

            Mi pare che tutti stiate dicendo più o meno la stessa cosa! E’ ormai ovvio…e supportato dalla scienza la tesi che vedi i bambini imparare molto in fretta e in maniera quasi indelebile (il cervello del bambino è più duttile e malleabile ed è come una spugna)! Si può migliorare anche a 30 anni nelle skills…ovviamente costerà molto più tempo e fatica! Però in Italia si dovrebbe iniziare a fare come in Francia o nei paesi anglo-sassoni! Fanno cacciare i bambini nelle mini-H! Questa solo per dirne una!

  3. Stefo 10 Novembre 2014, 09:38

    Pienamente d’accordo sul discorso del Galles, ho visto la partita ieri sera ed ho visto per l’ennesima volta il Galles cercare di battere i Wallabies giocando ai ritmi e nella maniera dei Wallabies, ed ho visto per l’ennesima volta il Galles arrivare un po’ corto fisicamente e farsi infilare nei minuti finali…la storia delle sconfitta del Galles coi Wallabies (10 di fila adesso e sono nella pool mondiale insieme) negli ultimi anni e’ sempre questa ormai e credo che per quanto sia un bel tetnativo ecc sia l’errore di fondo di Gatland…e si ritorna un po’ ai discorsi fatti durante l’ultimo 6N specialmente dopo Irlanda-Galles, la squadra di Gatland non ha un plan B, quello e’ il suo gioco e quello fa.
    Il tentativo di Gatland di vincere accettanmdo di giocare una partita nel gioco e nei ritmi “australi” e’ sicuramente avvincente ed ambizioso ma non so quanto ralistico per una emisfero nord.
    Inghilterra v AB devo ancora vederla.

    PS: quando Munari si limita ad analisi di gioco e’ sempre un piacere ascoltarlo.

    • fracassosandona 10 Novembre 2014, 11:26

      Stefo: il Galles vince e perde alla sua maniera da sempre…
      ormai mi sono convinto che il pubblico di Cardiff preferisca una sconfitta come quella di sabato ad una vittoria per 6 a 3 dopo una gara di trincea… magari sbaglio…

      quanto alla pool mondiale con AUS WAL ENG da un lato e Samoa o Argentina testa di serie dall’altro: non capisco l’esigenza dell’IRB di sorteggiare i gironi usando il ranking di tre anni prima del mondiale…
      Capisco la necessità di vendere i biglietti in anticipo ma credo che se avessero fatto i conti ed i gironi con il ranking di primavera 2014 nessuno si sarebbe stracciato le vesti… e non avremmo la certezza di perdere una protagonista fin dal primo turno…

      • Rabbidaniel 10 Novembre 2014, 12:48

        E chi si qualificherà nel girone della morte potrebbe risentire dello stress successivamente.

      • western-province 10 Novembre 2014, 16:34

        è anche vero che la notizia che bisognava essere nei primi 8 per tale data era nota, e quindi le nazionali dovevano regolarsi per essere nel posto giusto al momento giusto e il Galles poteva evitare di perdere contro le Samoa nel nov 2012

        più che altro c’è da dire che l’IRB dovrebbe guardare più al ranking che al portafoglio nell’organizzare le partite, Samoa gioca sempre e solo fuori casa contro avversarie di livello, affronta i top3 dell’emisfero sud ogni volta ogni cambio di papa (ormai non serve che muoiano) e questo può falsificare in parte il ranking

        ultima cosa: alla domanda chi è più forte tra WALES-ARGENTINA-SAMOA io non ho la risposta così pronta

  4. Giovanni 10 Novembre 2014, 12:29

    Munari evidenzia come la partita dei nostri sia girata all’inizio del II tempo, quando c’è stata la reazione dei giocatori. In effetti alla fine del I tempo qualche piccolo spettro aveva cominciato ad aleggiare su Ascoli, tanto più che i samoani non è che avessero fatto vedere chissà cosa. Il test con i pumas sarà un momento di verifica quanto mai importante.
    Sul discorso dell’handling: i fondamentali si apprendono in età giovanile (vale per tutti gli sport), ma l’intesa sulla trasmissione del pallone è migliorabile. Tanto più in considerazione del fatto che c’era in campo un esordiente, alcuni giocatori rientranti dopo vari mesi d’assenza (Gori, Morisi) ed altri che hanno lasciato le franchigie per andare all’estero (McLean, Barbieri, Ghira). Munari ha citato un azione in cui Haimona voleva fare un passaggio lungo con salto di uomo ed invece la palla è stata “intercettata” dal nostro primo centro, ma essendo troppo forte, questi non è riuscita a trattenerla, generando l’avanti. Queste son situazioni su cui, a mio avviso, ci sono margini per migliorare i sincronismi di gioco.

  5. Rabbidaniel 10 Novembre 2014, 12:52

    Complimenti a Munari per l’analisi sulla Scozia, finalmente una disamina onesta di una squadra (e di un movimento) che si è messo a testa bassa a lavorare, che sta costruendo qualcosa di buono nei club e in nazionali e che ci ha saputo batterci anche quando noi avevamo l’inerzia dalla nostra.
    L’Argentina non è al top ora, è chiaro, e le problematiche sottolineate da Munari sono corrette. Però la Scozia ha tenuto decentemente in mischia e ha espresso un gioco a tratti molto bello.
    Nel recente passato si è portato molto poco rispetto alla Scozia, e non capivo e non capisco che motivi avessimo di guardarli dall’alto in basso.

    • Alberto da Giussano 10 Novembre 2014, 13:57

      Semplicemente perchè nessuno si è preso la briga di studiare quel movimento ed essendo il più debole si è pensato che ci volesse un niente per farli fuori ( in fin dei conto siamo 60 mil contro 5). Con la differenza che il loro sistema ha una capillarità che noi ci sognamo e qunidi se ci metti dei soldi, come loro hanno fatto e continuano a fare i risultati vengono fuori. Come dicevo qualche giorno fa se noi avessimoo, ipoteticamente, 10 mil di euro da investire sul rugby di base, come facciamo a investirli?

      • Rabbidaniel 10 Novembre 2014, 14:09

        Le tre celtiche fanno a spanne 15 milioni contro i nostri 60. Ed è chiaro, come sottolinei, che la loro capillarità (e tradizione e radicamento) noi ce la sogniamo. E per questo dovremmo aver avuto già da anni, un sistema più efficiente. Siamo entrati nel 6N nel 2000 e 14/15 anni cominciano a essere tanti. Invece abbiamo strutture costose e poco produttive, per N ragioni.
        Ma è la storia del nostro sistema paese. Secoli fa in veneziani spostavano gli alvei e le foci di fiumi come il Piave per preservare la laguna, ora pensiamo di essere più furbi e cementifichiamo, prendendo scorciatoie pericolose.

        • Alberto da Giussano 10 Novembre 2014, 14:20

          Eppure il nuoto, che ha gli stessi problemi di impianti, qualcosa è riuscito a fare. Oggi la FIN ha una piramide accettabile che sforna atleti di livello internazionale con una certa continuità.

          • Rabbidaniel 10 Novembre 2014, 14:33

            Guarda, secondo me anche quello che stanno tentando di fare nel volley e nel baseball e, con più difficoltà, nel basket, sono esperimenti degni di nota. E non vorrei essere un corvo, ma se volley e basket torneranno a fare risultati il rugby potrebbe aver perso la finestra di appeal giusta.

          • Alberto da Giussano 10 Novembre 2014, 14:40

            Vero. Il basket ha società che fanno solo minibasket e giovanili.

          • Frank69 10 Novembre 2014, 16:56

            La mia non vuole essere una critica, ma solo una precisazione…se mi permetti, da allenatore di nuoto e discreto conoscitore dell’ambiente Fin, il paragone non calza proprio…il nuoto è la terza federazione sportiva in Italia per numero di atleti praticanti e, a parte il calcio, le altre prime quattro non hanno numeri molto diversi…ha un numero elevatissimo di istruttori di nuoto ed allenatori…gli impianti sono negli ultimi tempi molto aumentati sia in numero che in qualità (è stato colmato anche l’ultimo limitante gap della mancanza di impianti olimpionici coperti dove gli atleti più interessanti potessero allenarsi durante tutto l’anno)…potremmo piuttosto azzardare un paragone Rugby-Pallanuoto…Tenendo ben presente che gli atleti di punta (vedi Pellegrini e pochi altri non hanno (sponsor a parte) grandi contratti…il grosso delle uscite Fin serve per finanziare la base e non le eccellenze…tanto per fare dei numeri: 1.200 società affiliate, un bacino di praticanti di circa 5.000.000…non credo che il Rugby si avvicini neppure….e comunque, pur perfettibile, una discreta organizzazione da ogni punto di vista, ma soprattutto dal punto di vista della formazione, che non nasce ora, ma è stata rivista e ben programmata già a partire dai primi anni ’90. A parte la differenza di praticanti, che è fondamentale, lo spessore e la qualità media di dirigenti e tecnici non è neppure paragoinabile…
            Ti dirò di più, vista la premessa mi vien da pensare che i nostri ragazzi del Rugby stan facendo anche troppo!

          • Hullalla 10 Novembre 2014, 17:55

            Anche il rugby ha societa’ che fanno solo minirugby.

          • Giovanni 10 Novembre 2014, 19:12

            @

          • Giovanni 10 Novembre 2014, 19:30

            @Frank69: fu l’avvento di Alberto Castagnetti alla guida della Nazionale a portare il grande cambiamento nel nuoto italiano. Fino ad allora (metà anni 80) il nuoto italiano si affidava o ad aspiranti stregoni o ad allenatori preparati ma dalla dubbia reputazione (vedasi autoemotrasfusioni di Los Angeles 84). Castagnetti fu uno che era avanti anni nella mentalità, quando era alla Leonessa Brescia organizzava un meeting annuale a cui partecipavano nuotatori internazionali di livello e lui aveva scambi frequenti con alcuni tra i migliori e più aggiornati allenatori stranieri del mondo del nuoto. Fu lui a seguire Lamberti, Gleria, la Dalla Valle, Fioravanti ed in seguito la Pellegrini. Fu lui ad ideare e realizzare il centro tecnico di Verona, punto di riferimento fondamentale per coordinare le attività natatorie agonistiche dell’alto livello. Quei protocolli di lavoro, stabiliti da lui e dal suo staff, sono diventati negli anni il punto di riferimento per nuovi giovani allenatori a Roma, Napoli, Milano e negli altri maggiori centri agonistici in Italia. Ciò che fino agli anni 80 era affidato alla buona volontà dei singoli, venne gradatamente sostituito dalla pianificazione e dall’aggiornamento continuo alle nuove metodologie, che ha portato il nuoto italiano ai risultati degli ultimi 15 anni. Al rugby italiano servirebbe tanto un uomo così, a cui l’ambiente desse spazio e fiducia, un Director of Rugby illuminato come lo fu lui nel nuoto.

          • balin 10 Novembre 2014, 20:57

            Qui parliamo di rugby, nuoto, basket, volley, calcio, ciclismo e quarant’altri sport olimpici, in Scozia i Gray o giocavano a rugby o nisba ‘che nel calcio non funzionano, qui li avrebbero “rapiti” basket e volley, cioè teniamo conto che la concorrenza che c’è qui in Britannia non c’è. Poi è vero che loro han preso Cuttitta e noi 10 (?) anni dopo arriviamo a DeCarli allenatore specialista

          • Alberto da Giussano 11 Novembre 2014, 08:15

            @Frank 69
            Il mio accenno al nuoto, era realtivo al fatto che la FIN è fatta da Italiani e non da marziani.
            Non entro nel merito delle cose da te dette sugli impianti e altro, perchè non è il luogo nè il tema, ma è innegabile che il nuoto tiene il passo e non arretra rispetto ai suoi competitor europei.

        • Stefo 10 Novembre 2014, 14:23

          Rabbi ma sei pazzo a parlare dello spostamento di alevi e foci di fiumi?San isidro me lo mandi in confusione cosi’ 🙂

          • Rabbidaniel 10 Novembre 2014, 14:32

            Se cominciamo a parlare di Piave vecia e Piave nova chissà cos’è capace di tirar fuori 😀

          • frank 10 Novembre 2014, 15:32

            froci di fiumi??

          • balin 10 Novembre 2014, 21:00

            Occhio che pure la bonifica del Fucino (esempio abruzzese perché noi pare sia tale il San) non è stata uno scherzo

        • mezeena10 10 Novembre 2014, 14:44

          AdG hai sentito che ha detto Munari sui replay di favore??? hai tolto il prosciutto dagli occhi? 😀

          • Alberto da Giussano 10 Novembre 2014, 14:55

            Il fatto che lo dica Munari non cambia ciò che abbiamo detto. Secondo me un allenatore deve parlare dei suoi atleti e dei suoi piani di gioco. Gli arbitri e i TMO dovrebbero lasciarli stare! Ma solo perchè essendo parte in causa ogni sua critica può non essere credibile.

          • mezeena10 10 Novembre 2014, 16:45

            aridaje ma mica si parla di arbitri..

          • mezeena10 11 Novembre 2014, 07:52

            comunque scherzavo AdG, so che quando vuoi analizzi le questioni scevro da pregiudizi, purche non si tratti di questioni calvine! ma lo stesso si puo dir di me per i tuttineri, ognuno ha le proprie debolezze! 😉

          • Alberto da Giussano 11 Novembre 2014, 09:14

            La Gazzetta , oggi, ha fatto otto colonne e 3/4 di pagina a sostegno della tua tesi.

          • mezeena10 12 Novembre 2014, 08:11

            ahahah questa è la cosa peggiore potessi dirmi!!! 🙂

      • 6nazioni 15 Novembre 2014, 14:49

        @adg x iniziare suggerisci al tuo presidente di chiudere il carrozzone delle (°)
        per i 10 mil. di euro?
        ne mandi 2/3 alla guizza,
        2/3 verso roma,
        2/3 verso milano
        2/3 verso treviso
        e tra 5 anni vedrai i risultati………….

  6. mezeena10 10 Novembre 2014, 14:44

    Munari sui replay “di favore”:
    “da un punto di vista di comportamento lo capisco e fa bene Hansen a dire questo, oltretutto dice una sacrosanta verità, dice una cosa sacrosanta, solo chi ha il prosciutto negli occhi o vuole parlare a caso non si rende conto che certe regie televisive di casa pendono per determinate situazioni”..
    come ebbi..imho..

  7. megu65 10 Novembre 2014, 21:59

    a Genova suggerisco a Munari i seguenti piatti
    Colazione focaccia con le cipolle e vino bianco
    pranzo stoccafisso accomodato ed un assaggio di stokke bollito con fagiolane, olio della riviera
    la farinata per merenda,
    la sera
    antipasto cappon magro
    primo trenette al pesto avvantaggiate
    secondo trippe in umido
    buon appetito

  8. Frank69 10 Novembre 2014, 22:06

    Per Giovanni
    Sicuramente Castagnetti ha dato una spinta incredibile, ma non è stato il solo…ha trovato altri che hanno creduto nelle sue idee e lo hanno seguito e aiutato…non ultimo un certo Ivo Ferretti…forse poco noto ai più ma che ha sicuramente introdotto un nuovo approccio scientifico allo studio della tecnica delle nuotate e soprattutto, nonostante siamo ancora molto lontano dai vertici mondiali, in partenza e virate… In ogni caso tornando al rugby…tu credi che se anche ci fosse o arrivasse un equivalente di quello che ha rappresentato Castagnetti per il nuoto, gli darebbero la possibilità di fare qualcosa?

    • Giovanni 10 Novembre 2014, 22:23

      Hai ragione: non basta un eccellente tecnico, ci vuole un ambiente “politico” ricettivo, propositivo, aperto alle novità e che sappia anteporre l’interesse generale al proprio tornaconto. Comunque, anche nel nuoto non mancarono le resistenze al cambiamento: il grande Anghilleri, se non ricordo male, non aveva molta simpatia per Castagnetti. In partenza purtroppo i nostri continuano a prendere 1 metro-1 metro e mezzo, non solo da yankee ed aussie, ma anche in Europa. Per le virate, rivolgersi ad un certo Bob Bowman… 😉
      P.S.: tu che sei nell’ambiente, sai a chi posso rivolgermi per trovare una copia de “Alla ricerca del nuoto perduto”…?

  9. Frank69 10 Novembre 2014, 22:20

    Giusto per correttezza…attribuiamo le responsabilità a chi le merita e non a chi non c’entra…l’autoemotrasfusione era doping di stato rifilato dal buon dott. Conconi agli atleti spesso e volentieri anche contro la volontà degli stessi allenatori…vedasi il buon Giovanni Franceschi che rischiò la vita…per notizie chiedere al Prof Remo Sacchi, papà di Luca, che ancora oggi definisce Franceschi il più gran talento mai allenato, e non si da pace che lo abbiano rovinato grazie alle pratiche di Conconi che era, insieme al suo staff universitario ferrarese, consulente del CONI…il dott. Ferrari, suo discepolo, farà più tardi lo stesso con i ciclisti…quindi non accusiamo ingiustamente gli allenatori anche quando non c’entrano…sul resto concordo

  10. Frank69 11 Novembre 2014, 16:14

    Si hai perfettamente ragione…ci vuole il coraggio che in pochi hanno ed hanno avuto…a parziale discolpa e sottolineo parziale, possiamo dire che allora non era considerato doping, tanto che fu anche abbastanza pubblicizzato come dimostrazione dei grandi mezzi scientifici del Coni …solo in un secondo tempo venne considerato pericoloso per la salute ed illecito…ma c’è chi ha avuto il coraggio di sottrarsi ed è giusto sottolinearlo….
    Purtroppo per la copia di “Alla ricerca dfel nuoto perduto…” al momento non ti posso aiutare, ma se trovo notizie ti scrivo un post…
    Buona Giornata

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