Al Veneto la maggior parte dei contributi, poi Lombardia, Emilia e Piemonte. Distribuiti poco più di 905mila euro
Rugby di base: tutti i premi FIR per la stagione 2013/2014
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Investimenti…pazzeschi.Ha portato a casa di più Calvisano con le sue “manovre ” dalla FIR che la Regione Lombardia per le attività di base.Mi raccomando,votatelo ancora …..
Scusate l OT…ma vorrei pubblicizzare l’evento..
Una bella iniziativa a Viadana prevista domenica in collaborazione tra Rugby Viadana e Pallavolo femminile Pomì.
Oltre alla gara Viadana – San Donà di rugby, nel palazzetto dello sport a pochi metri di distanza, alle 18.00, gara di A1 di pallavolo femminile pomì-novara.
Sconto a chi assiste a entrambi gli eventi, anche per gli abbonati.
E vi assicuro che anche al palazzetto spettacolo assicurato, sia come livello agonistico, sia per gli occhi 🙂
Se ho fatto bene i conti, sono 244 in tutto i club “finanziati”. Quindi poco più di 3.700 euro per singolo progetto: una miseria. Ci sono alcuni club che hanno ricevuto 367 euro in tutto. Poi vorrei capire come mai il Trentino non ha club alcuno e il Friuli-Venezia-Giulia solo 3, in lista. Come mai? E’ possibile sapere, rispetto ai finanziamenti ai club, quanto spende la FIR per ogni singola accademia?
Giovanni, ancora non ho visto nulla e nè fatto i conti, io dico sempre meglio qualcosa di niente, ma qui mi pare che siamo proprio bassi nelle cifre…367 euro vanno bene per organizzare qualche terzo tempo di squadre giovanili, poi posso capire che ci sia una gerarchia nella distribuzione…appena ho letto la cifra mi sono detto “però! quasi 1 milione di euro per la base!”, in effetti diviso per 244 viene pochissimo…è vero che il Pro 12 sottrae parecchie risorse, così come tutta la struttura per le accademie (che, a questo punto, visto l’altissimo numero di centri di formazione si spera che a lungo termine escano decine e decine di validi elementi), ma è possibile che rimangano così poche risorse per la base?
Non dico che bisogna dare i soldi a pioggia in “maniera ignorante”. Anzi, quanto più ti finanzio, tanto più vengo a farti le pulci per vedere come lavori. Però se vogliamo avere elementi sempre migliori da schierare nel Pro12 un domani, bisogna investire sulla base oggi. Poi una comparazione costi-benefici tra accademie e club andrebbe fatta, così come, giorni fa, si auspicava uno studio simile per la CL.
In Trentino Alto Adige e in Friuli Venezia Giulia ci sono relativamente poche societa e, specialmente in Trentino, non ci sono grandi tradizioni, specialmente a livello giovanile. Evidentemente nessuno in Trentino ha fatto piu’ attivita’ giovanile di quella “obbligatoria”, lo scorso anno, visto che il criterio per il finanziamento, se ho ben capito, e’ quello della maggiore attivita’ giovanile in U16/14/12 e avere ragazzi in accademia.
Non sara’ il massimo, ma almeno sono criteri abbastanza oggettivi e validi per tutti.
Vabbè possono comprare qualche gelato x i più piccoli!
e poi ci si lamenta se facciamo pietà…
I pochi intervenuti in commento a questo blog, commettono un errore fondamentale. Essi partono da un principio: se i soldi fossero stati il doppio avremmo raddoppiato i risultati. Niente di più lontano dalla realtà.
Questi soldi vengono dati a consuntivo di un lavoro svolto. Se qualcuno tra i commentatori si prendesse la briga di andare leggere la metologia di con la quale una società ottiene il contributo, forse , qualche idea un po meno scontata di commento gli verrebbe.
Parlando di rugby di base non si può mimimamente pensare ai risultati. Il rugby di base parte dal presupposto che si rivolge ad un pubblico in età infatile/adolescenziale, come insegnano ai corsi di primo momento, questa è un età in cui principalmente devono essere sviluppate determinate capacità psicomotorie. Per fare ciò è necessario che ogni società dorebbe avere un professionista capace di insegnare questo, un professore di educazione motoria. Molti club però non possono permettersi di pagare una persona per svolgere determinte attività, per cui si demanda quasi sempre tutto ai volontari.
I contributi al rugby di base dovrebbero essere dei soldi dati alle società per investire in determinati aspetti dove sono più carenti, ovviamente maggiore è il livello del club, più specifici sono gli aspetti su cui andare a lavorare. Però se elargisci certe miserie, come pretendi poi di ottenere risultati?? Se non curi e sgrezzi il rugby di base, con che capitale umano penso di lavorare nelle accademie?
Vuoi garantire il gelato per tutti?
Detto che ovviamente destinare l’1 o 2% del bilancio al rugby di base e’ una (tristissima) barzelletta, secondo me tu non hai letto bene come funziona questo particolare finanziamento del quale stiamo parlando: questi sono premi che arrivano per l’attivita’ fatta l’anno scorso e vanno a premiare chi fa piu’ attivita’ giovanile (=piu’ squadre) del minimo obbligatorio per regolamento (e poi premia chi fornisce giocatori alle accademie, e sono quelli i premi da trecento e rotti euro, per capirsi…).
Se per ipotesi una societa’ l’anno scorso avesse schierato sei U12, sei U14 e sei U16, adesso avrebbe preso molti piu’ soldi degli altri. Non sono soldi che vengono elargiti in Ottobre/Novembre per le attivita’ dell’anno agonistico in corso, ma premi per le attivita’ svolte l’anno scorso.
@Ian infatti non si parla tanto di risultati, quanto di numero di squadre giovanili che si e’ riusciti a schierare (oltre a quelle obbligatorie per regolamento).
Tu fai una premessa eccellente, alla quale io ti faccio una domanda, a chi spetta, se non alle società, avere preparatori e promotori adeguati? Caso mai alla federazione spetterà in parte o in toto finanziare questa attività. Ma l’onere di creare questa organizzazione di base spetta alle societa.
E sbagliato pensare che il Consiglio federale abbia responsabilità nel fatto che le società non si organizzino in tal senso. O meglio potrebbe avere responsabilià nel senso che non le indica come priorità finanziabili, ma il farle spetta comunque alle società.
Ieri sulla Gazzetta c’era un ampio resoconto dell’audizione di Malago’ alla commissione sport della Camera.
Se andasse in porto la sua proposta che prevede l’intervento della struttura del Coni nelle scuole nel gestire l’attività psico motoria dei ragazzi, spetterebbe poi alle società sportive gestire questi spazi, quante società rugbistiche sarebbero attrezzate a farlo?
alberto in realta malago riporta le proposte di altri, non certo sue..a lui frega dell’ aniene e della roma!
ma almeno si inizia a parlarne..
è fondamentale la riforma sportiva scolastica!!!
Però considera che in questo periodo di contrazione economica è difficile per le piccole società tenere sotto contratto un allenatore, cioè se le Società professionistiche italiane non hanno allenatori per skills specifiche, vuoi che i piccoli club riescano ad avere sotto contratto un professore di educazione fisica? Molto spesso ci si affida a studenti o giovani laureati inoccupati, con 40 milioni di budget, potresti creare anche posti di lavoro.
Io potrei proporre un progretto da finanziare alla federazione, ma questi poi mi darebbero i soldi? insomma il problema è un classico all’italiana. Per questo rimango fermamente convinto che siamo senza speranze, l’indignazione rimane l’unico sentimento, poi viene l’indifferenza
ian hai detto una cosa verissima, la mia societa ha cercato fino all’ ultimo momento disponibile un coach “esperto”, dei 3 “puntati” (un padovano, un NZ e un aus) manco uno ha accettato, troppo esose le pretese economiche (stipendio, casa e macchina!!!), roba da professionisti di comprovata esperienza! un’ esagerazione per una C1..
percio han deciso di far crescere con la squadra un coach locale ed investire le risorse per il settore giovanile! (siamo una delle poche squadre qui ad avere tutte le under, alcune doppie come la 12 e la 14..un movimento che coinvolge circa 250 giocatori e una 30ina tra dirigenti e volontari)..
oltre ai premi fir e qualche sponsor, totalmente autofinanziata!
ian i soldi per i progetti te li danno solo se garantiti e portati a compimento, con dei paramentri abbastanza rigidi, non anticipano il becco di un quattrino!
Purtroppo però non vedo altre alternative. Dopo anni di battaglie contro gli interventi “a pioggia” , oggi tutti i finanziamenti pubblici vengono erogati dietro presentazione di fatture quetanzate. Nel caso FIR si può contestare alla stessa che andrebbero sollecitati ( magari anche indicati) i format per la formazione e lo sviluppo della base del movimento rugistico, ma gli attori principali sono e devono essere le società. Con tutte le difficoltà che ciò comporta. Non credo si possa pensare a scorciatoie differenti, magari di tipo verticistico.
per carita alberto, abbiam visto dove ci han portato le varie scorciatoie prese negli ultimi 20 anni!
non è quella la via, concordo in pieno che gli attori principali debbano essere le società, ma devono essere giocoforza supportate, non solo economicamente, dalla federazione! la cifra dedicata al rugby di base è irrisoria! andrebbe quantomeno raddoppiata la cifra!
servono risorse per il reclutamento, le strutture, le attrezzature, oltre alla gia citata riforma sportiva..
Il che significa che solo chi ha i soldi può andare avanti, chi ha le idee ma non i soldi rimane indietro, almeno che non sei amico di…per curiosità quanto ha preso la tua società di finanziamento?
Io non sono dirigente di nessuna squadra, se ti riferisci al Calvisano , €. 3.850,00 se non sbaglio
Fare il dirigente sportivo sul territorio, e l’ho fatto per un ventennio, presenta proprio questa difficoltà. Torvare le risorse per mettere in pratica i propri programmi.
Quando sei in una situazione economica drammatica come quella odierna, tutto è più difficile e complicato, ma non esistono miracoli dall’esterno ( FIR o altri) la forza e le risorese vanno trovate all’interno .
ha preso il massimo dei premi, rispettati tutti i parametri richiesti dalla fir..
oltre a quello base di 3500 euro ci sono i vari “premi” per le under, concentramenti, allenamenti coi tecnici fir etc..
il totale esatto non saprei, ma credo sotto i 10 mila..
puoi trovare i dati esatti nella pubblicazione fir..credo ci sia pure sul loro sito, senno guarda quello del comitato sardo..
Grazie Mez per la risposta
un piacere 😉
@ Ian
Tu dici che “chi ha i soldi” va avanti, come se ci fossero societa’ di ereditieri che hanno i pozzi di pertolio in campo: ti assicuro che non esistono a nessuna latitudine.
Se hai le idee e ti dai da fare, pian piano arrivano anche i soldi. E’ difficilissimo per tutti, anche per “chi ha i soldi”.
Se pretendi che i soldi si materializzino ad uno schiocco di dita, abiti in un pianeta strano.
@mezeena10
La tua societa’ voleva spendere i quattro soldi disponibili per un allenatore della prima squadra di C1 (a buon mercato) anziche’ per il settore giovanile?
Sono ben lieto che abbiano cambiato idea e abbiano investito tutto sul settore giovanile. Ho vissuto ach’io quella esperienza e so che per i giocatori della prima squadra e’ pesante essere “l’ultima ruota del carro della societa’”, andare in trasferta con le proprie macchine (e la propria benzina), avere le stessa muta di magliette per cinque anni, pagarsi le visite mediche e cene di squadra, avere qualcuno che regolarmente ti perseguita per farti pagare le quote sociali, pagarsi in proprio le terapie dopo gli infortuni che capitano… sono cose che pesano, ma a lungo andare rendono ()se nel frattempo non arriva qualche dirigente imbecille a rovinare tutto. Credimi sulla parola.
no, erano soldi extra forniti da uno sponsor per la prima squadra e sarebbero serviti per fare il salto di qualita e centrare la promozione in serie B..
il settore giovanile funziona benissimo, questi son soldi extra per attrezzature, servizi (andiamo a prendere i ragazzi a casa per portarli ad allenare con un pulmino), mute, palloni etc..
e da noi la prima squadra non è l’ ultima ruota del carro..
@ Ian
“siamo senza speranze, l’indignazione rimane l’unico sentimento, poi viene l’indifferenza”
Questo si’ che e’ un approccio al problema “da Italiano”! Tutto fuorche’ tirarsi su le maniche e darsi da fare senza aspettare la manna dal cielo!
@hullalla ti quoto in pieno. La FIR ha le sue responsailita, a volte anche grandi, ma la rinascita o l’ultewriore sviluppo del movimento non può che passare da un ampliamento dell’attività delle società.
@hullalla che dire, ti piace il rugby amatoriale fatto alla carlona…non ti incazzare se poi le cose non vanno per il verso giusto.
Per me il rugby è professionalità, business e spettacolo, se tu pensi che mettendo pezze alla Haimona la baracca tira avanti lo stesso, non sarò di certo io a infrangere certi sogni