Rugby Championship, Mondiali e coppe: il Tinello di Vittorio Munari

Torna il nostro appuntamento con tanta carne al fuoco. E Munari ci racconta di quella volta che divenne ct dell’Italia…

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Alberto da Giussano 12 Settembre 2014, 08:32

    Bellissima intervista, come spesso accade.
    Solamente discutibile la “colpevolizzazione” delle azioni arbitrali, non capisco quali possano essere i punti di arrivo di queste critiche.
    Chiedo a @stefo di far sottoscrivere a PV il protocollo di Dublino.

    • mistral 12 Settembre 2014, 10:36

      non so se l’intento fosse di colpevolizzare gli arbitri, io ho sentito più una preoccupazione (condivisa anche da altri) sulla preparazione attuale degli arbitri ad arbitrare situazioni sempre più condotte “al limite”, e con una velocità di esecuzione sempre maggiore… è evidente che l’errore arbitrale ci sta, ma a volte risulta “amplificato” dalla maggior o minor esperienza del giocatore, quello che oggi trovo un po’ pericoloso è che si tenda sempre più a criticare l’arbitraggio ed a considerare “da furbi” la giocata sistematica al limite del regolamento… ed è comprensibile che, se in campo amatoriale il presunto errore fa incazzare ma non cambia grnadi cose, salvo la suscettibilità dei singoli, in campo professionistico sono sponsor che ballano, livelli di visibilità che non si raggiungono o non si riescono a mantenere etc etc… come dice (secondo me) giustamente Vittorio, anche se in perfetta buona fede l’arbitro del rugby è quello, tra tutti gli sport di squadra, che riesce maggiormente ad “indirizzare” una partita… va anche detto che in campo, oltre all’intelligenza dell’arbitro, ci sono (o dovrebbero esserci) quindici più quindici intelligenze singole, e due intelligenze “collettive”, le quali dovrebbereo essere in grado (l’ho detto altre volte) di “interpretare” la situazione aritrale ed adattarvisi, così come ci si adatta alle dimensioni del terreno di gioco ed al clima… in tutto questo, sempre secondo me, il ricorso sitematico alla tecnologia, se da un lato permette di vedere e punire in diretta situazioni non chiare di infrazioni gravi (interventi aerei, colpi a freddo, placcaggi senza palla etc) dall’altra sminuisce (o rischia di sminuire) l’autorevolezza arbitrale, con conseguente aumento di critiche negative…

      • Alberto da Giussano 12 Settembre 2014, 11:18

        Quanto tu dici non aggiunge nè toglie nulla a quanto già si sa. Che sia meglio avere arbitri buoni che arbitri scarsi è ovviamente meglio.
        Che gli arbitraggi, a fine partita, vadano accettati integralmente e senza se e senza ma, è un altro pilastro fondamentale di ogni pratica sportiva.

        • mistral 12 Settembre 2014, 11:23

          beh no, secondo me un conto è dire sono “colpevoli”, un altro dire che sono “incompetenti” (o diversamente competenti se si vuol essere politicamente corretti)…

          • mezeena10 12 Settembre 2014, 11:42

            gia mistral, è proprio il tasto su cui battevo io!
            un conto è dire che “arbitrano cosi per far carriera” o che ci son dietro scommesse sportive, altro è accettare il fatto che ci siano arbitri bravi, altri meno, altri totalmente inadeguati per il livello internazionale, e trovo giusto sottolinearlo..poi che si debba accettare il verdetto del campo è chiaro, senza se e senza ma, ma come si giudicano le prestazioni dei coaches o dei giocatori è giusto valutare anche quelle dei refs!
            ribadisco: squadre top, arbitri top..gli altri devono adeguarsi a certi standard, a determinati livelli di eccellenza, per poter sperare di dirigere certe partite!

          • Alberto da Giussano 12 Settembre 2014, 11:58

            Ognuno di noi può legittimamente esprimere il parere che vuole, compreso il giudizio sugli arbitri.
            Ciò detto, è evidente che nel momento in cui si trasferisce la responsabilità di un risultato in capo ad un arbitro o ad un arbitraggio si entra in tunnel da cui è impossibile uscire.
            Ma è solo un problema di fair play , non di altro.
            Cosiccome un allenatore non entrerà mai nel giudizio tecnico negativo di un giocatore avversario ( Hansen non dirà mai: Morne Steyn ha giocato da cani) così dovrebbe essere per l’arbitraggio.
            Gli arbitri hanno un loro sistema di valutazione interno e secondo me va rispettato.

          • mistral 12 Settembre 2014, 15:36

            adg, non credo che nessuno di noi abbia inteso (con quanto sopra) “trasferire” sice et simpliciter alcuna respondabilità di risultato, ma è innegabile che, al pari delle condizioni del terreno di gioco o del clima, l’arbitro è un fattore che “influisce” sul risultato; essendo però un fattore-individuo non è, credo, corretto ritenerlo fattore “oggettivo”; da qui la necessità per le squadre di adattarvisi (come al terreno o al tempo della giornata) ma forse con la difficoltà in più derivante dalla soggettività intellettuale, fisica, psicologica dell’arbitro stesso… Vittorio menziona nel salotto il comportamento inappuntabile di colui che a me piace chiamare l’impunito per eccellenza, il quale ha nei rapporti con l’arbitro un comportamento che, sia in caso sia sanzionato lui, sia quando come capitano assiste il compagno ripreso, è sempre ineccepibile… altri lo fanno (o imparano a farlo), ma spesso la mimica facciale, il gesto di disappunto, lo smorzato “vaffa’” ci sono, e l’arbitro essendo (come dicevo sopra) individuo normodotato e mediamente intelligente, può reagire nel corso della artita a questi comportamenti con atteggiamenti sanzionatori o decisioni diverse, pur nel rispetto del regolamento e non mettendo in alcun modo in discussione la buonafede arbitrale… e altro discorso meriterebbe la preparazione atletica, i controlli medici approfonditi, magari anche (non so se siano eseguite e con quale cadenza) le valutazioni psicologiche, soprattutto quando si parla di alto livello professionistico…

      • Giovanni 12 Settembre 2014, 13:09

        @mistral: “l’arbitro del rugby è quello, tra tutti gli sport di squadra, che riesce maggiormente ad “indirizzare” una partita…”.
        No, è il basket lo sport di squadra dove l’influenza dell’arbitraggio ha maggiore impatto sull’esito degli incontri.

  2. gino 12 Settembre 2014, 08:43

    grande Vittorio, però si è dimenticato di dire una cosa; se dico che la nazionale italiana è una casta non penso di offendere qualcuno…

  3. Gigi da Dolo – Ve 12 Settembre 2014, 09:07

    Grande Vittorio, sono contento che sia tornato, il tinello mi mancava.
    Sono d’accordo con Vittorio, manca la capacità di correggere gli errori

  4. malpensante 12 Settembre 2014, 10:03

    Con le nuove regole i ciccioni argentini se la godono, ma mi diverto un sacco anch’io. Domenica ne ho viste fare due perfette alle Zebrette, e spero non siano solo demerito dei gallesi.

  5. soa 12 Settembre 2014, 11:08

    Grande Vittorio che ha centrato il problema! Se siamo ancora nel 6 nazioni è perchè siamo un mercato potenzialmente più appetibile di Romania e Georgia: giocare a Roma è una cosa, a Tbilisi è un’altra.
    In ogni caso l’idea di fare un torneo con promozione-retrocessione non sarebbe male, magari con la correzione di uno spareggio (gara secca o andata-ritorno) tra l’ultima del 6 nazioni e la prima di quelle sotto. In fondo, è giusto che sia un torneo tra le squadre più forti d’Europa e, se per adesso sono queste, non è da escludere che in un futuro le gerarchie cambino (gli inglesi non hanno partecipato ai primi mondiali di calcio perchè “troppo superiori”, adesso è già tanto se arrivano ai quarti). Se le più forti non rischiano, Scozia e Italia (noi soprattutto) potrebbero fare uno scivolone e lasciare che per una volta siano altri a entrare nel giro che conta. Si tratta pur sempre di un torneo che si è staccato dalle sue origini ed ormai è diventato un marchio importante, con tutto l’interesse degli organizzatori di far crescere introiti, pubblico e spettacolarità.
    Inoltre, proprio come la mancanza di concorrenza per i posti dei giocatori in nazionale crea un certo rilassamento e consente di abbassare gli standard di rendimento, la mancanza di competitività con altre nazioni crea un certo lassismo. Come a dire, “vabbè, anche se perdiamo riproveremo l’anno prossimo”. Magari un sistema con promozione-retrocessione potrebbe mettere quel po’ di pepe al culo che serve e far sì che ci sia una competizione avvincente per ogni squadra del 6 nazioni, perchè nessuna vorrà arrivare ultima. Insomma, più motivazioni per tutti!

    • gsp 12 Settembre 2014, 11:55

      Ciao Soa, secondo me ci sono due piani.

      Sul piano della competitivitá in Europa non penso nessuno potrá sclazarci in tempi brevi. Ci sono tappe quasi obbligate della crescita, tra cui il livello pro che gli altri ancora non hanno. E per adesso noi abbiamo visto I benefici di breve termine, aspettiamo quelli di medio e lungo che arriveranno nonostante l’inizio a singhiozzo della Celtic.

      Sul piano sportivo però sono molto preoccupato. Un altro anno della nazionale come l’anno scorso sarebbe una mazzata terribile, e se al momento siamo in bilico tra 30000 e 60000 allo stadio, un’altra annata negativa ci Porta a 30000 ed ad un ridimensionamento di tutto. Proprio tutto nel rugby italiano.

      • soa 12 Settembre 2014, 12:13

        Sì è chiaramente una proposta/idea non per l’immediato ma più per un torneo da qui a dieci anni. Bisogna comunque dire che non è indispensabile che i Paesi emergenti raggiungano un livello pro nel domestic, ma che si dotino di strutture sufficienti a creare i giocatori che poi andranno a giocare all’estero (una specie di alto livello per esportazione). Da questo punto di vista, georgiani e rumeni potrebbero aumentare la loro competitività senza eccessivi sforzi economici.
        Ci tengo anche a precisare che noi rischieremmo se le cose dovessero rimanere come sono oggi, perchè sono convinto che il nostro movimento, se gestito in altro modo più costruttivo, potrebbe creare giocatori in grado di darci più di qualche soddisfazione!

      • Stefo 12 Settembre 2014, 12:23

        @ gsp: ” aspettiamo quelli di medio e lungo che arriveranno nonostante l’inizio a singhiozzo della Celtic.” e questa certezza su cosa la basi?Direi anche che gli effetti a breve termine cosi’ positivi possano venir discussi.

        @ Soa: “non è indispensabile che i Paesi emergenti raggiungano un livello pro nel domestic, ma che si dotino di strutture sufficienti a creare i giocatori che poi andranno a giocare all’estero” bravissimo!

        • gsp 12 Settembre 2014, 12:34

          Stefo, é una semplice constatazione aritmetica data dal fatto che su 5/10 anni avrai un numero sempre più elevato di giocatori provati, testati end allenati da pro. Giá oggi c’é molta piú scelta in quasi tutti i ruoli, e quella andrá crescendo anche al netto di quelli che si ritireranno.

          Certo se aggiusti la formazione come Samoa, Fiji ed arg puoi fare a meno del pro (ma solo fino ad un certo punto). Ma queste nazioni hanno, ad occhio, 150/200 giocatori a testa in tornei pro. Al momento dubito che giorgiani e Russi possano arrivare a quel livello di export. Ed aggoustare la formazione non é ne semplice, né veloce.

        • gsp 12 Settembre 2014, 12:35

          Il succo é che a paritá di formazione l’accesso al pro fará la differenza, end anzi, se la differenza di formazione non é abissale, il livello pro anche la compensa.

          • soa 12 Settembre 2014, 12:47

            Sì, giocare ad un livello pro sicuramente porta molti benefici e avere un domestic pro è senz’altro positivo. Non so se georgiani e romeni arriveranno mai ai numeri dei pacifici, ma possono arrivare senza troppi problemi ai 40/50 giocatori pro su cui si basa la nostra stessa nazionale. Per cui è davvero ora di stare attenti e di darsi una mossa.
            MI LEGGI GAVAZZI?! Svejate, mona!

          • gsp 12 Settembre 2014, 13:22

            Sono daccordo sull’invito a Gavazzi.

            Mansull’analisi fredda non so Soa. Noi ne abbiamo poco meno di 20 (una nazionale titolare all’estero) più due squadre in Celtic. Cmq, Si vedrá.

          • Stefo 12 Settembre 2014, 13:50

            Il sistema ad esportazione per chi non puo’ permettersi il professionismo puo’ funzioanre ed ha funzionato…

          • gsp 12 Settembre 2014, 13:54

            Il pro ha dei vantaggi ed é provato. Se te lo puoi permettere. La scelta esportazione é sempre second best.

          • Stefo 12 Settembre 2014, 14:27

            Semifinale al mondiale second best…tanta roba gsp tanta roba…e’ provato nei fatti anche il modello ad esportazione…

          • gsp 12 Settembre 2014, 14:49

            ma non c’e’ dubbio Stefo, ma gli stessi che sono arrivati 4 stanno facendo salti mortali per affacciarsi nel pro.

            mi sembra uno di quei casi in cui non vuoi far passare un messaggio, perche’ pensi che io difenda chissa’ chi e che cosa. ma e’ un fatto che se hai risorse cerchi in tutti i modi uno squarcio di pro. l’esportazione e’ la seconda migliore opzione.

          • Rabbidaniel 12 Settembre 2014, 14:56

            Gsp aggiungici anche la nostra tendenza a usare abbastanza equiparati, anche per ragioni di possibilità economiche, cosa che Romania e Georgia non possono fare.

          • Stefo 12 Settembre 2014, 15:12

            gsp: la UAR non voleva entrare nel RC e tantomeno nel SR, la loro richiesta fu nel 6N ed erano ben contenti di andare avanti con quel modello (ti ho postato in passato documenti al riguardo che ora non ho tempo di ricercare). La IRB ha imposto il RC invece che il 6N ed a quel punto ha dovuto anche promettere l’entrata in SR perche’ chiaramente il modello esportazione in Europa non era piu’ sostenibile (promessa chiara che c’era anche in documento che ti postai tempo fa e per quello anche a kat quando faceva dubbi continuavo a dire che l’Argentina nel SR era sicura al 100%) ovviamente per via dei problemi che in questi 3 anni si son visti.
            La UAR era ben contenta di andare avanti col modello che aveva se l’avessero fatta entrare nel 6N, non aveva alcun intenzione a fare una franchigia a quel punto ma avrebbe speso meno per fare il camp in europa per la NAzionale per i 2-2.5 mesi del torneo…il SR e’ diventato un’esigenza per le scelte imposte agli argentini dagli altri.

          • Stefo 12 Settembre 2014, 15:14

            gsp io non voglio far passare alcun messaggio, pero’ sta storia deglia rgentini te l’ho provata in passato con documenti (richiesta 6N UAR), parole al riguardo di Pichot e le promesse fatte dalla IRB una volta imposto il RC…senza offese ma continui non dico a negare ma ad ignorare questi fatti che sono nero su bianco.

          • gsp 12 Settembre 2014, 18:04

            scusami, stefo, ma quello che dici tu e’ che l’aru avrebbe preferito il 6n al SR. senza dubbio e’ che invece un torneo volevano farlo. ma metti da parte questo che non centra.

            una volta nel SR, l’ARU ha attivamente negoziato la franchigia e mi sembra tutt’altro che forzata. anzi, a tutt’oggi, nell’idea di hourcade ed i giocatori stessi ne riconoscono un vantaggio che si giochi insieme nella stessa squadra invece che sparsi, soprattutto sparsi su due emisferi.

            e non dimentichiamo che il problema e’ soprattutto un problema di risorse interne, che in argentina non ci sarebbero per fare il pro.

            ma non vedo come questa considerazione cambi il fatto che il pro e’ sempre la prima scelta se ci sono i soldi. l’export e’ una buona soluzione, ma rimane seconda scelta. e non penso ci siano troppi dubbi a riguardo.

          • Stefo 12 Settembre 2014, 18:28

            gsp il punto e’ appunto i soldi, gli argentini preferivano il 6N proprio perche; cosi’ non dovevano spendere per farsi una franchigia in SR…ovvio che entrati in RC forzatamente fosse necessario un professionismo secondo il calendario emisfero sud e quindi il SR sia diventato necessario ma loro preferivano come prima scelta altro…ovvio che questo e’ legato che non potevano permettersi il professionismo ma appunto non potendo permetterselo il modello ad esportazione funziona e funziona bene se si fa l’aspetto base e sviluppo bene…e qui bisogna vedere a che punto sono georgiani e rumeni.

  6. mezeena10 12 Settembre 2014, 11:29

    come non esser d’ accordo? una sola cosa riguardo al match NZ v Arg e non per far polemica, come detto giustamente la carica e successiva meta buone, ma a inizio partita, 5 minuto mi pare, Savea lanciato in meta placcato in anticipo, poteva starci il giallo se non addirittura la meta tecnica..anche questo episodio avrebbe potuto indirizzare la partita in tutt’ altro modo, ma tant’ è..
    coi se e coi ma si va poco lontano..
    bentornato piccolo grande uomo!

    • Joest 13 Settembre 2014, 19:37

      vabbe dai anche a fine partita c’era una meta tecnica grossa come una casa per i pumas…

  7. gsp 12 Settembre 2014, 11:56

    Sul mago Zurli, c’é poco da condividere. La differenza tra allenatori si vede.

  8. Stefo 12 Settembre 2014, 12:28

    Bentornato a Munari ed al suo Tinello…devo dire che lontano dalla ribalta e dalla politica torna a fare un gran bel tinello, parlando in maniera piu’ distaccata e meno direttamente interessata di certi argomenti (bravo mez a ricordare cosa Munari diceva esattamente un anno fa durante il RC su un certo argomento…tono nettamente diverso, conferma quello che era il mio sospetto scritto a suo tempo) e’ molto piu’ godibile questo spazio.
    Tanti spunti interessanti, volendo soffermarsi sull’ultimo ha ragione a sottolineare cone l’Italia debba guardarsi aprecchio alle spalle…5-6 anni fa una sconfitta col Giappone era non dico impensabile ma sarebbe stata ricevuta con molta piu’ sorpresa di quest’estate per fare un esempio reale e non teorico…

    • Rabbidaniel 12 Settembre 2014, 14:17

      La considerazione più interessante è proprio su ciò che abbiamo sotto (o alle spalle). Abbiamo passato anni pensando di essere l’unica forza emergente possibile in grado di sfidare le union “storiche”. Anni buttati, in vario modo, a vari livelli, da varie persone, hanno fatto sì che un patrimonio (economico-tecnico e non solo) sia oggi in larga parte dilapidato.
      Vero, abbiamo due squadre pro, una pletora di accademie e un movimento complessivo superiore a Georgia, Romania ecc. Il problema è che questo movimento cresce meno dei competitor che ci stanno davanti e di quelli che ci stanno dietro. In effetti il rugby riflette i problemi del sistema-paese.

      • Stefo 12 Settembre 2014, 17:23

        Rabbi siamo d’accordissimo e secondo me la sconfitta col Giappone ne e’ la dimostrazione…5-6 anni fa (ma forse anche 3) una sconfitta col Giappone avrebbe causato uno shock anafilattico nel pubblico (ed io ricordo le critiche dopo la partita col Giappone in preparazione al mondiale 2011), quest’estate e’ stata presa non dico come normale ma accettabile vista la crescita del movimento giapponese che c’e’ stata ed e’ indubbia.

        • Rabbidaniel 12 Settembre 2014, 19:00

          In effetti la sconfitta contro il Giappone è passata “liscia”, ma dopo le tranvate in serie era quasi messa in conto, a livello psicologico.

  9. San Isidro 12 Settembre 2014, 16:45

    Giusto un paio di giorni fa passavo in rassegna la sezione del sito dedicata ai tinelli e mi chiedevo quando avremmo risentito l’ottimo Vittorio, sono positivamente sorpreso da questo ritorno…
    Che dire? Sull’Argentina e sulla mischia ordinata ha pienamente ragione, anche se in chiusa i Pumas nei TM estivi non erano andati bene, infatti le premesse non facevano ben sperare per questo RC, invece…non sono d’accordo che lo scorso 4 Nazioni per gli argentini sia stato così disastroso, verissimo che il 73-13 di Soweto è rimasto impresso, così come la batosta di Rosario contro i Wallabies, ma le altre 4 partite sono state più che dignitose: il 22-17 di Mendoza contro i Boks e il 14-13 di Perth con l’Australia sono significativi, inoltre le due gare con gli AB furono match discreti e i Pumas non subirono sconfitte pesanti…
    Sul discorso ct e nazionale, ok quello che dice, ma, come ho ribadito in più di un’occasione, al tour estivo abbiamo avuto un gruppo azzurro con pochi stimoli, molti giocatori hanno affrontato i TM di Giugno senza le motivazioni giuste e la nazionale è mancata di carattere…ovviamente le colpe sono anche individuali dei singoli atleti, ma un allenatore ha pure una responsabilità psicologica, è lui che deve motivare e scuotere i ragazzi, a me non sembra che Brunel sia stato determinante in questo ruolo nelle ultime finestre internazionali…inoltre le scelte tecnico-tattiche sono dell’allenatore e se la squadra non funziona su certi fornti anche il ct ne è responsabile, dunque non condivido più di tanto la teoria che gli allenatori azzurri siano intoccabili, ovvio che poi Brunel lavora con quel poco che ha a disposizione, ma se la difesa dell’Italia da oltre un anno va male e se i giocatori entrano in campo con poca determinazione, oltre che i singoli, mi permetto di osservare anche l’allenatore…
    Sul fatto poi che dobbiamo guardarci le spalle dalle nazioni europee emergenti ha più che ragione…
    ps: per quanto McCaw sia un grande della storia del rugby per me Munari lo esalta un pò, ma giustamente ognuno ha i suoi idoli…

    • soa 12 Settembre 2014, 17:02

      Condivido su McCaw, giocatore straordinario ma come non citare il buon Johnny Wilkinson? O Shane Williams? O BOD? A seconda del ruolo ognuno avrà una preferenza diversa. Certo, nel suo ruolo è quasi incontestabilmente il più forte di sempre.

    • Stefo 12 Settembre 2014, 17:12

      San secondo me Munari non voleva negare eventuali responsabilita’ dirette di Brunel che penso nessuno possa negare ormai…penso che semplicemente volesse muovere la discussione dall’attacco personale al CT di turno ad una situazione piu’ ampia.
      Sai che io non sono mai stato un fan di Brunel, non mi ha mai convinto e sarebbe facile per me sparare a zero su di lui…per me ha fatto e fa errori (per me innegabili e certi problemi tattici li sottolineavo un anno fa quando tutti ancora lo evneravano) pero’ c’e’ da dire che lavora con quel che passa il convento (io non sono tra quelli che pensa che al momento ci sia il miglior gruppo di atleti a disposizione di sempre…forse si e’ alzato il livello medio generale, ma le punte d’eccellenza che c’erano non le vedo e quelle che ci sono stanno invecchiando anche loro) ma soprattutto come detto la scorsa settimana (o quello che e’) e’ vittima della solita visione a breve termine, del navigare a vista senza programmazione della Federazione, con degli obiettivi irrealistici (sugli obiettivi ci ha messo un po’ del suo “promettendo” di poter lottare per vincere il torneo nel quadriennio).

    • Rabbidaniel 12 Settembre 2014, 18:33

      Sull’allenatore San bisogna mettersi d’accorso e avere un po’ di memoria storica. Brunel è arrivato come il “latino” salvatore, per liberarci da quell'”anglosassone” cattivone di Mallett, che non capiva il nostro spirito e che ci imbrigliava in difesa, quando la nostra alma latina esige sgroppate dei 3/4 come non ci fosse domani. In più Brunel è arrivato dicendo che ci si poteva giocare il 6N nel giro di poco tempo. Brunel credeva di salire su una ferrari, invece era un semaforo (come diceva qualcuno). Andando oltre i suoi errori, credo che abbia capito (non essendo un frescone) com’è l’andazzo in FIR e si adegua, avendo come orizzonte solo i mondiali.

    • San Isidro 13 Settembre 2014, 03:29

      @Stefo e @Rabbi, nel complesso sono d’accordo con voi, comunque a me Brunel all’inizio non dispiaceva per niente, anzi a dir la verità ho avuto ammirazione anche di Mallett, nel subentro del francese ci ho visto solo un normale turnover dopo tanti anni…

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