Almeno cinque giocatori neri ai Mondiali e quote tra staff e arbitri: questo il nuovo piano
Sudafrica, potrebbero arrivare presto le quote nere
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Penso che sia una strategia che potrebbe avere senso ai livelli più bassi, per invogliare i club a reclutare più giocatori neri e quindi allargare il bacino, però per i club professionistici e la nazionale mi pare un po’ una boiata…
Quanti neri ci sono stabilmente nel giro della nazionale sudafricana? Habana, Pietersen, Matwarira, e…? Me ne vengono in mente altri che però è un po’ che non si vedono in campo con gli Springboks
Abbiamo già affrontato il tema, molto difficile per noi.
I programmi e le enunciazioni di principio vanno fatte.
Purtroppo ( e per fortuna) i giocatori e i campioni, in modo particolare , non si creano per decreto.
Non vorrei essere nei panni del selezionatore, a nessun livello.
Già anche perchè laggiù hanno il vizietto di imporre giocatori,appena cercai l’affiliazione alla SARU venni contattato da un loro dirigente che mi propose di prendere in squadra “un simpaticissimo ragazzo dello Zimbabwe”
Dal momento in cui cominci a scrivere regole di questo genere, immancabilmente scatta la disperata corsa al raggiro delle stesse.
Hanno una mentalità piuttosto particolare laggiù
Ho sentito che Habana,Pietersen e Steenkamp verrano classificati come non neri in quanto sono coloured
Allora ripropongono le folli classificazioni per “striature” dell’apartheid? Robe da matti.
esatto
e’ cosi’ ovunque ragazzi, non scadiamo nella banalita’. il problema esiste. e dappertutto uno si autoclassifica come crede.
poi che la regola sia giusta ed applicabile a livello pro e’ un discorso diverso.
gsp se tu riproponi una distinzione tra “coloured” e “black” basata non su criteri sociali, ma sulla pigmentazione e sull’increspatura dei capelli, allora diciamo che c’è qualcosa che non va e che il problema, che c’è, è affrontato nel peggiore dei modi.
rabbi, non sminuerei questi meccanismi che ci sono dappertutto e funzionano. e non utilizzerei dei piccoli particolari, risolvibilissimi, per non parlare del problema vero che tutti sappiamo esiste. i mixed-race possono benissimo contare come minoranza e va bene cosi’.
A me non pare che la società sudafricana, dominata ormai da questi meccanismi di “distribuzione”, abbia preso una bella piega. Ma se tu dici che funziona…
funzionano rabbi, certo che funzionano. non in Sudafrica, ma funzionano.
Tu devi guardare al caso sudafricano, come sta evolvendo la società, i problemi etnolinguistici (ci potrebbe essere un apartheid fra “black”), ché proporre modelli validi urbe et orbi non mi pare un piano brillante.
rabbi, il problema c’e’. siamo daccordo? come lo risolvi?
la societa’ sudafricana evolve bene o male, ma non dipende certo dalle quote.
A mio avviso si entrerà così in una spirale perversa le cui conseguenze (nefaste) si valuteranno nel tempo, come d’altra parte succede in altri campi della società sudafricana. E la classe politica sudafricana che propone queste norme non mi pare moralmente la più virtuosa ed efficace. In ogni caso, anche volendo pensare a percorsi per avvicinare popolazioni “escluse”, applicare le quote all’alto livello è una boiata. Allora applichino le quote bianche al calcio. O no?
e certo. se i bianchi non hanno accesso alle scuole di calcio migliori perche’ gli e’ impedito l’ingresso e’ ovvio che ci vogliono quote.
hai ragione quando dici che le quote ci vogliono piu’ nelle scuole che in nazionale. ma non mi puoi parlare di meritocrazia se escludi una parte della popolazione dalla pratica.
che la classe politica non abbia credibilita’ e’ anche vero. ma non e’ utile come argomento a dimostrare che la misura e’ sbagliata, o (come fanno altri, non tu) che il problema non esiste.
@Rabbidaniel purtroppo si c’è anche un “apartheid” tra neri
Più che quote nere mi paiono quote etniche, se il 60% del 50% dei “coloured” deve essere “black”. Poi che facciamo? Distinguiamo per gruppi etnolinguistici i “black”, facciamo una percentuale di parlanti xhosa, zulu, sotho ecc.?
In molti altri campi della società sudafricana si sta procedendo così, e non mi pare con risultati magnifici.
Al di là dei risultati, non si rendono conto che questa storia delle quote è profondamente razzista?
Mandela si starà rivoltando nella tomba…
Io non ho potuto prendere parte alle competizioni in Sud Africa perchè non ero nero,fai tu
secondo me se uno vuole vedere la questione come razzista, lo può fare sia se fai quote che se non le fai.
a volerlo vedere con occhi diversi, quello che forse interessa alla federazione, potrebbe essere proprio di rendere il rugby uno sport interessante anche per la parte nera della popolazione, così che i ragazzini siano invogliati ad avvicinarsi al rugby. questo avrebbe delle implicazioni sociali enormi, oltre ad aprire un bacino di potenzialità inimmaginabili, se consideriamo che i neri sono la maggioranza della popolazione.
Il problema è un po’ più complesso. Il rugby , in SA, s’impara andando a scuola scuola. I coleges sono la culla del rugby.
A scuola ci vanno tutti i bianchi e i neri più facoltosi.
Quindi la base “nera” del rugby si amplierà quando aumenterà la quota di colored che vanno a scuola. Il processo è abbastanza lungo e complesso. Le “quote” cercano di abbreviare questo tempo, ma la vedo difficile.
Anche in Namibia la popolazione è principalmente nera,i club hanno cominciato iniziative per invogliare le persone nere ad avvicinarsi al rugby ma non hanno imposto nessuna quota
La prima risposta che mi viene in mente è che in Namibia l’ “apartheid” non è mai esistita. Faccio comunque fatica a giudicare questi eventi così complicati per noi.
Invece c’è stata e come,la Namibia ha fatto parte del Sud Africa fino al 1990
Si però, in Namibia, non c è più una “minoranza” bianca in posizione politica predominante. Come ti ho detto sono temi sociali difficili da affrontare, per me, che non ho una conoscenza diretta della realtà.
Se è per questo non c’è più una minoranza bianca in posizione dominante nemmeno in Sud Africa
con tutto il rispetto, Larosa, che le quote siano razziste non ha nessun senso.
@Redazione, avete l’orario sballato…ho postato un commento di là e c’era scrittto 13.45…sono io che sono in un altro spazio temporale o è successo qualcosa al vostro sistema?
Secondo me sei un alieno 😀
in effetti me lo chiedevo da tempo…
Cin cin salute 😀
Ahahah San, il timestamp del DataBase di OnRugby ancora non si è abituato ai tuoi commenti notturni e così tende automaticamente ad assegnarti ad un differente fuso orario 😀
argomento delicatissimo, soprattutto per chi non vive in sudafrica…
noi abbiamo una situazione analoga addirittura nel pubblico impiego con la c.d. “proporzionale etnica” in Alto Adige – Sudtirol, per quanto la cosa si sia attenuata nel corso degli anni…
in ogni caso anche se questo non si chiama apartheid il meccanismo è lo stesso, si discriminano le persone a seconda del colore della pelle…
se un giocatore ha un genitore bianco ed uno di colore conta come “coloured” o per metà?
non si può obbligare la gente di colore a giocare a rugby come non si può pretendere che i boeri giochino a calcio… o esiste una norma analoga che obbliga le squadre di calcio a schierare una certa percentuale di bianchi?
il passo successivo sarà quello di obbligare la popolazione di colore ad andare a guardare le partite di rugby, in modo da equilibrare anche il pubblico?
quando la politica mette le proprie mani nello sport difficilmente a guadagnarne è lo sport…
Se sei bianco e hai un genitore coloured vieni considerato bianco.
Per quanto riguarda le regole nello sport,no non ci sono regole sui bianchi nel calcio.
Le regole sono state fatte solo per i neri
Con una nazionale piu’ rappresentativa lo sport avrebbe tutto da guadagnare.
Una nazionale dovrebbe essere composta dai migliori giocatori disponibili, a prescindere dal colore della pelle. Punto. Se i migliori 15 sudafricani fossero tutti neri, la nazionale sarebbe tutta nera. Se fossero bianchi, sarebbe tutta bianca. Se fossero coloured, sarebbe tutta coloured. Se per assurdo i migliori 15 giocatori di rugby del sudafrica fossero indiani (una delle tante minoranze del sudafrica), dovrebbe scendere in campo una nazionale di indiani!
Il problema etnico in sudafrica esiste ed è forte, ma non penso che lo si risolva partendo dall’alto livello. Io credo che dovrebbero faciliare l’accesso dei neri al rugby di base che, nel lungo periodo porterebbe inevitabilmente all’aumento dei neri tra i professionisti e la nazionale. Poi ovvio, noi siamo qui e non sappiamo niente della realtà locale, ma dal basso della mia ignoranza, io le cose le vedo come appena descritte.
Non sono d’accordo con chi parla di razzismo, il razzismo è ben altro
se i giocatori di colore non hanno accesso alle scuole il merito non esiste. se non c’e’ parita’ d’eccesso, almeno formale, il merito non esiste.
allora fai una legge per mandare la gente a scuola, non nelle squadre di rugby…
esatto. ma non mi parlare di merito.
gsp scusa ma se non hanno accesso alle scuole non e’ di certo le quote in Nazionale a cambiare la cosa…se il problema e’ l’accesso allo sport allora devi lavorare allora su quella che e’ l’origine della disparita’, la radice del problema non sull’effetto piu’ visivo se no diventa una cosa propagandistica e basta…mi spiego metti 15 neri sui 30 in squadra perche’ cosi’ “devi” ma le scuole dove si fa rugby restano inaccessibili per costi od ubicazione e non si attiva un movimento club su base locale cosa cambia?
stefo infatti io non difendo la regola per la nazionale. l’ho scritto su, una visione definita non ce l’ho. dibatto invece sul concetto delle quote. e nella ammissione alle scuole che devi lavorare.
dico solo un contesto cosi’ limitato nella selezione e’ quasi contrario al merito.
gsp: sulla base del tuo ragionamento dovremmo fare le quote “calabresi” o “pugliesi” per la nazionale italiana, in modo da sviluppare il rugby anche lì e da attirare nuovo pubblico… ti sembra che possa funzionare?
la gente non si affeziona ad uno sport per decreto…
gli springboks sono rappresentativi del movimento rugbistico sudafricano, non del loro paese…
se per caso ti fosse sfuggito la nazionale di sci italiana è fatta da altoatesini che parlano solo tedesco, quella di rugby per metà da veneti, a pallanuoto ci giocano praticamente solo i liguri, a pallamano i triestini e così via…
obblighiamo i napoletani a sciare? o il ct a convocare il miglior sciatore napoletano ai mondiali, quando questi è un signore che fa la settimana bianca a cortina una volta all’anno?
non puoi obbligare nessuno a praticare uno sport se non gli interessa o non lo conosce come non puoi obbligare una selezione nazionale a “rappresentare” tutte le etnie di un popolo o le regioni di un paese…
la politica deve starsene fuori dallo sport che ha già i suoi valori…
in SAF l’apartheid è finito da vent’anni, così a mio avviso si ricomincia a creare tensioni…
poi è facile sparare sentenze standosene dietro ad uno schermo in veneto senza neanche mai aver visitato da turista un paese… bisognerebbe viverci in SAF per sapere come stanno veramente le cose…
stai facendo degli esempi fuorvianti e stai capovolgendo la situazione. le quote non servono ad obbligare nessuno a fare niente. servono invece ad allargare l’accesso a tutti.
l’apartheid e’ finito da ventanni, ma la parita’ d’accesso no. se non davvero non capiamo di che parliamo.
non me ne voglia @gsp, ma sono d’accordo con @fracasso…
mah…
Qua non si tratta di fare assistenzialismo o cosa, l’integrazione va sviluppata in altri contesti, magari sugli studenti e non sui professori, io mi immagino vai da pollard e gli dici che in nazionale non può andare perchè c’è un’atleta sponsorizzato dalla federazione per… Motivi raziali…. Molto bene questi invece che guardare avanti rispolverano i vechci concetti inculcatigli in testa dagli africaaner
quali vecchi concetti?
Gsp i concetti della razza e della distinzione tra i popoli invece dell’unione per formare una nazione, se si parla di assistenzialismo son concorde, se si parla di alto livello no non puoi imporre un giocatore solo per motivi raziali, Mtawarira gioca pure se non è sudafricano! Perchè? perchè è nero? Non penso proprio, Paulse giocava solo perchè era nero? Non ci credo
Una nazionale deve essere composta dai giocatori migliori
Perchè Pienaar non deve giocare per via del suo colore della pelle?
Insomma son pagliacci, han annullato un test con i NZ maori perchè è una selezione “razzista” secondo le leggi SA, ma poi impongono a un loro connazionale di giudicare i giocatori per gli stessi motivi per cui hai annullato il test!
Ma che centra Kat. Stai condondendo i piani. Non puoi dire che le quote sono razziste dai, da te non lo posso accettare.
Poi se pensi che sia inutile per la nazionale é un discorso diverso.
sul definire le quote razziste sto con te gsp, pur ritenendole inutili e non una soluzione per il problema vero definire le quote razziste e’ in tentativo di rigirare la frittata
La classe politica sudafricana non si rende conto che sta spaccando la società con queste “agende”, che sono applicate in tutti i campi della vita pubblica sudafrica. Il Black Economic Empowerment sta facendo danni inenarrabili. Purtroppo c’è chi pensa che ci sia Mandela a governare in Sud Africa.
La nazione é spaccata nella storia, non dalle quote.
Tutte chiacchiere!! Il selezionatore non guarda il colore o la tonalità della pelle ma chi è più forte. Potete continuare all’infinito ma per me son delle gran puttanate queste delle quote!
Ma pensa te se invece di far giocare i più forti devo inserire una percentuale di bianchi e colorati…
Trequarti son concorde in pieno ma questi non la pensan così anzi son molto seri e pensan che coloured è meglio, non importa la capacità dei singoli il discorso è pesante per ridurlo così 🙁
I coloured non sono i neri,sono i mulatti.
maury hai ragione ma cambia poco dal mio punto di vista fare una distinzione quando si parla di alto livello è una quazzata
Ho fatto la distinzione perchè anche i coloured verranno penalizzati se queste regole passano
Un allenatore deve scegliere i propri giocatori in base alle loro skills e non in base al colore della pelle.ma in Sud Africa non è proprio così
Come ho già detto molte volte quando ero impegnato nel rugby in SA ho ricevuto pressioni per prendere chi conveniva alla SARU
Grande boiata!! se lo faranno veramente do fuoco alla mia jersey dei Boks campioni del mondo 2007!!!
maledetti razzisti!
Sei in ritardo di 20 anni.
scusa mi sfugge l’ironia….o non era ironica?
Non era ironica.
gsp continuo a non capire il tuo pensiero. se non ti sprechi più di tanto a scrivere due righe si vede che non ti interessa.
@Gsp, se parliamo di Welfare è un discorso, qua non si parla di selezione (lo dice la parola stessa) si deve selezionare la squadra migliore possibile immaginabile, capisci la differenza
per riassumere il mio pensiero, giusto far partecipare tutti, ma non tutti son tagliati per l’eccellenza
scusa loro si son detti da soli che son la Rainbow nations e che son aperti a tutti i colori del mondo, poi però non danno il buon esempio esempio, ripeto se parliamo di portare tutto il SA a poter ambire alla maglia sudafricana son d’accordo, il problema è se fai giocare un giocatore che non è il migliore nel ruolo solo per regole assurde che premiano la genetica al contrario della capacità
ti porto un esempio P de Viliers avrebbe potuto benissimo schierare l’apertura dei lions Jintianes e invece no ha giocato solo 2 gare con la maglia booke, ci sarà un motivo se al mondiale ha portato gli steyn e Lambie?
chiudo parafrasando Orwell Tutti i colori sono uguali ma alcuni colori sono più uguali degli altri
Kat non esiste la meritocrazia senza paritá d’accesso.
Il tuo ragionamento implica che le quote sono razzista che é un ragionamento assurdo. É assurdo che non ti poni il problema quando le disparitá Si creano e ma quando si cerca di mitigarle.
Forse lo scopo principale della federazione non è dare più opportunità ai giocatori neri ma aumentare la popolarità del rugby tra i tifosi neri, in questo modo incrementando il ritorno economico per la federazione. Proprio oggi avevo letto la notizia di un presidente di una squadra NBA che si lamentava del fatto che il proprio pubblico fosse in gran parte composto da neri e che questo fatto tenesse lontani i tifosi bianchi. Forse in S.Af è il contrario: lo sport è percepito come “bianco” e i tifosi neri stanno lontani. Per portarli allo stadio e incrementare così non solo il ritorno economico ma anche il bacino di praticanti si è pensato a quote razziali. Che anche a me sembrano una boiata ma che forse a lungo andare si riveleranno efficaci
Il presidente dei Los Angeles Clippers ?
No, un altro ancora. Mi pare il presidente della squadra di Atlanta; anche lui è stato costretto a dimettersi, per frasi che non erano “politicamente corrette” ma che mi sembrerebbe eccessivo definire razziste
Era il presidente degli Atlanta Hawks
Comunque negli USA gli sportivi neri non sono esenti dal razzismo ma a loro non viene detto mai nulla.
scelta assurda e che creera’ piu’ problemi che risolverli
nelson mandela si rivolterebbe nella tomba ,lui che aveva capito che il rugby doveva essere portato nelle township dalla federazione cosa poi attuata grazie a lui ….aveva capito che si doveva pensare la razza bianza e quella di colore allo stesso piano e trattarle di conseguenza
nel mondiale del 1995 non si e’ lamentato del fatto che ci fosse solo chester williams , poi arrivato in italia , di giocatore di colore , perche’ se dovevano arrivare in nazionale quelli di colore se lo dovevano meritare
la federazione sudafricana dal 1995 in poi nonha piu’ boicottato i vari club per favorire i giocatori di razza bianca
cosi’ non si fa’ altro che insasprire l’happartaid assopito fra i bianchi piu’ estremisti
Farò un discorso banale, fatto anche da qualcun’altro, ma tutto ciò è assurdo, in nazionale ci devono andare i migliori, a prescindere dal colore della pelle…in SA purtroppo le questioni razziali sono tutt’altro che finite…
Penso che il ragionamento della federazione sudafricana possa essere stato: introduciamo quote riservate ai giocatori neri, rinunciando ORA a schierare la nazionale migliore, ma questi giocatori neri avvicineranno al rugby il pubblico nero (la grande maggioranza della popolazione sudafricana, credo), così IN FUTURO avremo più giocatori, più tifosi e in definitiva una nazionale più forte.
Come strategia di investimento secondo me può risultare giusta; mi chiedo però quanto sia eticamente corretta (schierare giocatori di una certa etnia perché se no i tifosi di quella etnia non vanno allo stadio mi sembra un compromesso grossolano e vagamente razzista) e quanto sia conforme ai regolamenti internazionali. Dovrebbe essere cioè l’IRB a dire: “no, grazie, capiamo il vostro intento ma in nazionale dovete portare i migliori, senza discriminazioni”.
Ok, il ragionamento della SARU ci può stare, ma, come dici tu, non è eticamente corretto e l’ipotetica frase dell’IRB che hai scritto sarebbe assolutamente corretta…
Le “quote” sono , in generale, una risposta della politica ( sportiva e non) ad un problema reale che necessita di una risposta immediata.
Viviamo costantemente in un sistema di quote.
Parlando di sport in Italia, nei campionati dilettantistici di calcio, c’è una quota minima di nati prima del ’92 ( quest’anno) che ogni squadra deve schierare in ogni partita e se non ne hai giochi in 10,9,8,7,ecc.
Sempre parlando di sport in Italia, su questo blog in particolare, è stato sostenuto da molti utenti, che il campionato di eccellenza non dovrebbe consentire l’utilizzo degli stranieri, e questa non è forse una richiesta di quota.
Parlando di politica , in Italia, non sono forse state introdotte le quote di genere alle elezioni?
L’affermazione per cui , in nome della “meritocrazia”, non si possono accettare le quote della federazione sudafricana sul minimo di giocatori di colore, è pura ipocrisia.
Noi Italiani sulla prevalenza del merito rispetto ad altri parametri non abbiamo nulla da insegnare.
Certo nello sport, le quote sembrano ( sottolineo sembrano) un obbrobrio, ma basta riflettere un po’ e si vede che non è così. Nei momenti di crisi sono la prima cosa cosa viene in mente per modificare una realtà che non piace.
Per decenni, in Italia, nei campionati di ogni sport e ogni livello si è giocato con una “quota” massima di uno/due stranieri per squadra.
Ciò che è vero è il fatto che le “quote”, senza provvedimenti strutturali che modifichino lo “status quo ante”, non producono gli effetti desiderati.