Avvocati, springboks e IRB: il Sudafrica discute sulle “quote nere”

Il presidente della SARU chiede una maggiore presenza di neri tra gli springboks. E scoppia di nuovo la polemica

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Larosa 24 Giugno 2014, 10:33

    Quote di ogni genere sono una stronzata: nere, rosa, bianche. In campo dovrebbero andarci i migliori, e basta.

    • Paolo 24 Giugno 2014, 10:37

      non ci piove. Il punto credo sia l’accesso allo sport: in Sudafrica oggi è più facile che possa farlo un bianco o un nero? Io sinceramente non lo so, ma credo che un problema esista.

      • Larosa 24 Giugno 2014, 11:46

        Vero in parte. Nel senso che tradizionalmente in Sud Africa i neri preferiscono giocare a calcio piuttosto che a rugby (non a caso la nazionale ha solo gente di colore). E sempre tradizionalmente il rugby era inizialmente lo sport degli afrikaneers. Ora, anche se “aperto” a tutti, il vecchio status quo tende sempre a morire in ritardo…

    • Maury7 24 Giugno 2014, 10:49

      Io col rugby sudafricano ho avuto a che fare parecchio da vicino,la SARU ha vietato l’ingresso nelle competizioni del club con cui collaboravo perchè secondo loro non avevamo giocatori neri (ne avevamo 16),perchè non eravamo supporter dell’ANC (il partito di Nelson Mandela)
      Gli allenatori devono scegliere i giocatori in base al merito,non in base al colore della pelle

      • Alberto da Giussano 24 Giugno 2014, 11:57

        Tutto vero. Anche nel lavoro dovrebbe andare avanti chi lo merita, ma anche lì ci sono le quote. Se sei stato in Sud Africa non può esserti sfuggita la complicata situazione sociale derivante dalla inderogabile necessità dell’integrazione delle persone di colore.
        In fin dei conti le quote chieste allo sport sono minime rispetto ai più grandi temi del lavoro e se questo servisse a tenere la convivenza civile in canali di equilibrio , ben vengano le quote. Quanto alla nazionale non mi pare che Habana e soci di colore l’abbiano molto indebolita!

        • davo 25 Giugno 2014, 07:20

          hai ragione, come ho avuto modo di dire in altri post, viaggio spesso per lavoro in SA, e noto che in molti “mid-management” positions ci sono molte persone nere, a volte messi li’ senza un criterio. Io lavoro a stretto contatto con un ragazzo nero, carissimo amico, ma anche lui si lamentava che il suo capo a stento sa’ accendere il computer, e noi lavoriamo nel campo della ricerca cari miei… il suo ex capo, un signore bianco, fu’ rimpiazzato e invece di accettare il downgrading decise di ritirarsi ed andare in pensione. Insomma, secondo lui, si sono perse due cose, esperienza (perche’ quello di prima era li’ da molto tempo ed era piu’ navigato…), e management.
          Spero non succeda la stessa cosa in tutti gli altri settori..

          • Alberto da Giussano 25 Giugno 2014, 07:46

            Passare da un regime colonial-segregazionista ad una democrazia multietnica non credo sia un’impresa semplice.
            La speranza di tutti (la mia almeno) è che ce la facciano. Certo che garantire a 50.000.000 di sottoproletari neri un reddito adeguato è impresa titanica.
            Se mettere qualche giocatore nero nella squadra nazionale di rugby servisse a stemperare le tensioni, ben venga.

        • Maury7 26 Giugno 2014, 11:47

          Contento tu,io avrei agito in altro modo,progetti di sviluppo o cose simile. Ripeto,io credo che un allenatore debba scegliere in autonomia e non sotto pressione della SARU o delle unions provinciali per mettere uno o l’altro.
          Nel caso del club con cui collaboravo non fecero nemmeno in tempo ad iscriversi e già la SARU faceva pressioni per far prendere giocatori che volevano loro (esempio “un simpaticissimo ragazzo dello Zimbabwe” che in realtà aveva 37 anni)

        • Maury7 26 Giugno 2014, 11:54

          Se si volesse creare equilibrio nello sport il governo sudafricano (l’idea delle quote nere è del governo non della SARU) farebbero qualcosa per far avvicinare i bianchi anche al calcio,ma strano caso dei bafana bafana nessuno dice niente visto che sono per il 90-95% tutti giocatori neri

  2. Capitan Block 24 Giugno 2014, 10:59

    il problema del South Africa è per me legato a ciò che il rugby rappresentava e rappresenta per una parte della popolazione ….infatti per molti è ancora espressione dell’ apartheid ed è ancora riconducibile ad uno stile di vita poco accessibile dal punto di vista economico per le migliaia di indigente di etnie nere che le compongono…..è perciò comprensibile che il presidente della SARU voglia una maggiore presenza di giocatori di colore anche se per me sbaglia con la questione delle quote nere… Dovrebbe per me quindi adoperarsi insieme al governo per creare più strutture là dove c’è ne più bisogno ..cioè in tutte le Bidonville che sorgono attorno ai grandi centri Sudafricani ….e che sia il campo a parlare

    • Andrea B. 24 Giugno 2014, 11:21

      Nell’animo umano è sempre presente un sentimento di “rivalsa”, ma in questo caso puramente razziale… non ne farei una questione economica tipo “stile di vita poco accessibile dal punto di vista economico”…sennò potremmo metterci ad imporre pure quote obbligatorie di persone con reddito minimo in yacht club e golf club ( ovviamente in UK, In Italia sono già tutti al minimo di reddito 🙂 )

  3. Pif87 24 Giugno 2014, 11:24

    Quella delle cosiddette “quote nere” secondo me è un metodo per nascondere la polvere sotto il tappeto. Il rugby è stato per tutto l’apartheid l’espressione non tantio della componente bianca tout court, ma proprio dei boeri, quindi fortemente legata al gruppo dominante durante l’apartheid. A me certi spot, del tipo “dimostriamo che siamo una nazione multietnica facendo giocare i neri” è un discorso stomachevole dato che il problema è ben più profondo, e credo che, al momento, la presenza dei giocatori di colore in nazionale sia legata al loro rendimento e non a un discorso di “pelle”. Se pensiamo a Mtawarira addirittura si scatenò una polemica alla sua convocazione, dato che è nativo dello Zimbabwe, eppure è titolare fisso, per merito, mica per altro. Se poi vogliamo discutere di quote allora cosa dovremmo dire dei Bafana Bafana nel calcio? La stragrande maggioranza sono neri o coloured, quindi niente da dire, ma sono scarsi e quindi sono meno main stream degli Springboks. Allora si fa lo spot usando gli Springboks?

    • Andrea B. 24 Giugno 2014, 11:33

      Della “mafia boera” ne avevo sentito parlare, ma chiederei a chi ne sa di più del Sudafrica… nel caso, quanti bianchi dal cognome NON olandese saranno stati scartati in questi anni dagli Springbocks? Che si fa allora ? Un’altra legge apposta ?
      Sui Bafana Bafana del calcio che dire… lì andranno a meritocrazia pura, ma chissà…

  4. Andrea B. 24 Giugno 2014, 11:25

    Comunque in ogni caso sarò arrogante e pure un pochino stupido, ma per me devono giocare i migliori. Imporre la “perfezione morale” agli uomini per legge è un’utopia e genera più ingiustizie di quante s’illude di sanare.

    • Paolo 24 Giugno 2014, 11:45

      Ciao Andrea
      La mia ultima frase era solo una provocazione
      certo che devono/dovrebbero giocare i migliori. Però credo anche che quella sudafricana sia una realtà talmente unica (per fortuna…) che non si spuò non prendere in considerazione.
      Non so se quello della quote sia un sitema che possa funzionare, non da solo almeno, però credo che esista un problema di fondo di accesso allo sport. Detto questo mi tengo lontano dalle certezze assolute, che proprio non ne ho

      • Andrea B. 24 Giugno 2014, 11:56

        Se è un problema di accesso allo sport, potrebbero iniziare con progetti di sviluppo rugbistico tra le fasce della popolazione che meno lo pratica (niente di faraonico, che credo che abbiano ben altri problemi sociali e di povertà) e poi si sta a vedere se attecchisce o se preferiscono il calcio.
        Realizzato questo, il problema dell’allenatore che “ti taglia” per questo o quel motivo ingiusto ci sarà sempre, anche altrove. Però imporre “quote” fa molto più rumore e scalpore… anche a migliaia di km di distanza dal “problema” se ne dibatte come tra noi 🙂

  5. Capitan Block 24 Giugno 2014, 11:45

    Ogni Nazione ha i suoi problemi ……ma in uno stato che conta più di 52 milioni di persone e dove piu del 80 % per cento vive sotto la soglia di povertà avere uno squadra ,che ha risonanza mondiale , è una questione economica ….che sia diretta conseguenza dell ‘ appartheid su questo non ci piove …..io credo che il presidente della SARU abbia una volontà politica ed economica ben precisa …..ma forse ciò non basta …da li l’idea becera delle quote nere …per risanare una frattura che dura da 250 anni ….mah staremo a vedere!!!!!

    • Maury7 26 Giugno 2014, 11:42

      Il problema è che questa idea non è del presidente della SARU ma di un ministro

  6. soa 24 Giugno 2014, 11:55

    Sono contrario. Condivido l’idea di chi, sopra, ha detto che se vogliono più neri in nazionale dovrebbero finanziare progetti di sviluppo nelle zone più povere e non imporre delle quote.

  7. malpensante 24 Giugno 2014, 12:08

    Intanto la questione riguarda tutto lo sport del SA e non solo i Bokke. Ma è sul rugby che si concentra la polemica, proprio perché per loro è stato lo sport dell’apartheid e solo (o quasi) Mandela ha capito che avrebbe potuto diventare, da oggetto di odio e divisione, uno strumento formidabile di integrazione e unione nazionale (non solo neri, ma etnie e tribù, Wasp e Boeri, e così via). le quote faran schifo ma servono dovunque ci siano profonde discriminazioni di fatto. Intanto che la società si evolve e che tutti ci raccontiamo che siamo progressisti, è il solo mezzo per diminuire il divide. Senza le quote, non avremmo il 25% di donne in parlamento, quel po’ di disabili al lavoro, l’elettricità nei comuni montani e il 12% di auto elettriche in alcune contee degli USA. Son quote anche quelle.

    • malpensante 24 Giugno 2014, 12:10

      Mi è saltato il finale: Laicamente.

    • soa 24 Giugno 2014, 12:35

      Permettimi: un conto sono le quote che dici tu, dove non si riesce a garantire una parità perchè non si riesce a (o è più complicato) valutare il merito effettivo (parlo del parlamento principalmente).
      Il campo sportivo è uno dei pochi in cui la meritocrazia è più evidente: se uno è bravo gioca, altrimenti no. Capisco l’esigenza di avvicinare i neri al rugby, ma ci sono altri modi. Poi per carità, la vittoria al mondiale se la giocano loro e non noi per cui facciano come preferiscono ma già immagino le polemiche.

      • Andrea B. 24 Giugno 2014, 13:08

        Quoto…un conto è lo sport, un conto è il portare l’elettricità ed il servizio bus in una frazione di poche anime, suvvia è differente !
        Ma a dividerci su certi argomenti credo che sia anche la differenza di opinioni “politiche” di ognuno di noi circa su quali questioni debba intervenire o meno il potere pubblico…

        • malpensante 24 Giugno 2014, 15:24

          E’ la stessa identica cosa se la vedi da un punto di vista non ideologico e idealistico. Ma capisco che non saremmo in Italia. Certo che ci sono auto a gasolio che costano meno, sono più belle ed efficienti delle elettriche. Ma solo perché il mercato è drogato: i costi della tecnologia preesistente sono largamente socializzati e gli investimenti non sono utili o rendite. Allora impongo le elettriche per quota, e in poco tempo costano meno, funzionano meglio e diventan pure gnocche. A quel punto meglio lasciar perdere le quote, se no distorco il mercato peggio di prima.

          • Andrea B. 24 Giugno 2014, 15:46

            Davvero basta imporre le elettriche per quota per farle diventare più convenienti? Secondo me, siccome non esistono pasti gratis, il conto lo sta pagando qualcun altro… i pannelli solari che vedi sui tetti “stanno sul mercato ” solo per una determinata voce addizionale sulla bolletta di tutti, tanto per dirne una…

          • malpensante 24 Giugno 2014, 16:47

            Infatti non ci sono quote ma tasse e incentivi, via via decrescenti. Ma senza incentivi,non ne avresti visto un pannello ch’è uno, altro che 25% del fabbisogno. E con i danni non contabilizzati delle centrali a combustibile fossile ci fai una manovra finanziaria l’anno. Le quote sono comunque molto più efficienti e meno pericolose degli incentivi, l’esempio delle elettriche è evidente di cosa possa generare il mercato senza bisogno di incentivi e tasse. Il boom delle elettriche (costo, qualità, efficienza, estetica) deriva secco dai numeri generati dalle restrizioni USA alla circolazione privata.

      • Alberto da Giussano 24 Giugno 2014, 13:22

        Il rugby in SA è un simbolo. Dei nuotatori neri se ne fanno un baffo tutti. Ma proprio perché simbolo dell’apartheid prima e dell’unita nazionale dopo (grazie a Mandela) qualche atleta di colore ci deve pur essere nella nazionale di rugby.

        • soa 24 Giugno 2014, 13:40

          capisco il punto di vista, ma molto spesso ad imporre un concetto con delle restrizioni si ottiene l’effetto contrario. Amplilno la base, investano di più sulle zone popolate principalmente dai neri, borse di studio e altre cose ancora. Estremizzando: se capitasse che di giocatori neri forti non ne uscissero per qualche anno, in quel periodo giocano con delle pippe? Diano più opportunità, ma selezionino in base al merito.

          • Alberto da Giussano 24 Giugno 2014, 13:52

            Per il momento ce la fanno. Il loro problema è l’oggi non il domani. Più il tempo passa senza scossoni, e meglio è. Il rugby in SA esce dai college, come in Inghilterra, e di neri nei college dei bianchi ce ne sono pochi. Giusto quelli che sanno giocare a rugby. Come vedi è come il cane che si morde la coda. Io , pur nelle mille contraddizioni di un sistema che noi facciamo fatica a comprendere, faccio il tifo perché l’equilibrio non si spezzi ( quote o non quote)

        • Andrea B. 24 Giugno 2014, 16:04

          Una battutaccia sul fatto che di corridori di colore ce ne sono a bizzaffe mentre di nuotatori neri quasi nessuno diceva che era perché dai leoni riescono a scappare mentre dai coccodrilli no…scherzi a parte, mi risultava che per gli alti livelli del nuoto il fisico di tipo africano è troppo “denso”, cioè ha una minore tendenza al galleggiamento e per uno sport che si gioca sui centesimi fa la differenza…può essere vero o è una boiata ?

    • Rabbidaniel 24 Giugno 2014, 13:05

      Le quote, secondo me, hanno senso in accesso e dando possibilità. Potrebbero avere senso anche in Vodacom Cup. Metterle in nazionale è un’estrema forzatura. Per estremizzare, domani lascio fuori Le Roux, Serfontein o chi altri per raggiungere la quota? Peraltro il numero di colored nei Bokke mi pare decisamente in aumento, anche senza l’aiuto di quote. L’importante è dare opportunità, anche a livelli intermedi.

  8. Katmandu 24 Giugno 2014, 12:51

    Capire una nazione intera e il suo pensiero non bastano analisi spicce, quello che a noi sembra una quazzata magari per loro è una cosa normale e che funziona. Detto questo non penso che i selezionati booke giochino solo per una questione raziale, inoltre la mentalità di un popolo/nazione non la si cambia in 10-20-30 anni, ma in secoli e secoli di politiche sociali, il problema è capire quali son le politiche sociali più giuste per trasformare una nazione razzista in una nazione moderna e si spera quanto più cosmopolita, per fare un esempio, andate a vedere la rosa che compone la Germania ai mondiali di calcio, di tedeschi di stirpe ce ne saranno una decina, il resto son un miscuglio, ma quanti anni ci son voluti?

    • Andrea B. 24 Giugno 2014, 13:02

      Secondo me non tantissimi, tenuto conto che la percentuale di “non tedeschi” residenti in Germania, specialmente da paesi extraeuropei è cresciuta non da tantissimo tempo addietro… poi non ho sulle dita le formazioni delle nazionali tedesche da trent’anni a questa parte vs dati demografici per lo stesso periodo, ma vedendo anche altre nazionali direi che noi europei siamo stati abbastanza “elastici” ai cambiamenti. Poi, ripeto, secondo me è tutta, o quasi, una questione di quanti ne porti a giocare fin da piccoli.

    • soa 24 Giugno 2014, 13:04

      @kat bisogna dire che la germania li convoca perchè sono forti, non perchè siano turchi o polacchi. Fossero stati scarsi li avrebbero lasciati a casa. Piuttosto bisogna dire che in germania dirottano molti soldi alla base e cercano di coinvolgere quante più società possibile, in modo da intercettare talenti che vivono in realtà più degradate, tendenzialmente riservate agli immigrati. La nazionale è lo specchio di un atteggiamento che c’è a monte.

      • Katmandu 24 Giugno 2014, 18:15

        Era quello che intendevo dire se uno é forte ed è convocabile chissene frega! La bestia di Mtawarira non è sudafircano di nascita ma chisene io lo farei sempre giocare

  9. ginomonza 24 Giugno 2014, 13:11

    io non so come vadano le cose in SA però :
    1) non ha senso parlare di quote ma si dovrebbe parlare di merito e competenza.
    2) se 100 sono in totale i giocatori di rugby in quel paese quanti sono quelli di colore? sono il 60% del totale ? non penso, però qualcuno lo sa?

    come detto altra volta : Mandela hai fatti anni di prigione per niente , i tuoi eredi ti stanno tradendo.

    • parega 24 Giugno 2014, 14:03

      concordo gino
      con mandela ancora in primo piano non si parlerebbe di quote
      assurdo

    • Alberto da Giussano 24 Giugno 2014, 14:34

      Come in tutti i paesi ex impero britannico, lo sport è fatto nei college. Va da sé che l’accesso ai college è minoritario per i neri. Quindi trai tu le conclusioni. Del resto non puoi imporre le quote per l’accesso degli studenti. Viene usato l’escamotage delle quote nello sport e nel lavoro.
      Per intendersi nei college i bianchi sono ancora la stragrande maggioranza pur rappresentando si e no il 15% della popolazione. In altre parole, i bianchi vanno tutti ai colleges e quindi possono fare tutti sport, i neri che vanno ai colleges sono la minoranza, nonostante siano l’85% della popolazione.

      • ginomonza 24 Giugno 2014, 15:28

        Non conosco la situazione in SA ma la questione dei college esiste anche in USA ma questo non impedisce ai neri di essere dominanti in quasi tutti gli sports individuali o di squadra.
        Poi ritornando ai college,é per questo che dico che Mandela é stato tradito dai suoi eredi.

        • Alberto da Giussano 24 Giugno 2014, 16:34

          Tradire , a mio avviso è una parola grossa. Con il suo carisma è riuscito a tenere a bada la situazione politica. I suoi successori non hanno le sue capacità.
          I college del SA sono molto diversi da quelli Usa. In Usa i neri sono minoranza e il loro accesso è in proporzione alla loro consistenza etnica. In SA essi sono stragrande maggioranza nel paese, ma estrema minoranza nei college.

          • ginomonza 24 Giugno 2014, 16:58

            appunto se una minoranza si sa far rispettare una maggioranza dovrebbe avere meno problemi.
            Quando dico tradire intendo dire che alcuni concetti/principi di Mandela non vengono più implementati e “condivido l’idea di chi, sopra, ha detto che se vogliono più neri in nazionale dovrebbero finanziare progetti di sviluppo nelle zone più povere e non imporre delle quote”.

      • Andrea B. 24 Giugno 2014, 15:56

        Se è un problema di college a maggior ragione si deve investire sulla base …qui non si tratta solo di accesso allo sport per una fascia di popolazione allora, ma anche di istruzione, altro che quote.

        • Alberto da Giussano 24 Giugno 2014, 16:42

          Appunto! Il problema sociale è molto rilevante. Le quote sono un palliativo.

    • Andrea B. 24 Giugno 2014, 15:52

      Mandela non a caso era un “griquas”, un discendente del gruppo etnico nato dalle unioni tra i primi colonizzatori bianchi e le donne delle popolazioni locali, anche se lo si deve dire sottovoce…non era proprio nero nero ( ai brutti tempi dell’ apartheid c’era la selezione dei “leopards” cioè i neri e pure quella dei “Proteas”, cioè i mulatti )

  10. giomarch 24 Giugno 2014, 14:21

    Il ct deve fare il selezionatore. . Schierare i migliori con criteri meritocratici..
    La federazione se individua un problema di accesso al rugby per le persone di colore deve intraprendere azioni e programmi per agevolare l’accesso di categorie di persone svantaggiate. . Non portare la politica nello sport. .
    Ps.: anticipo che è ironico (poi sparpagliero’ un po di emoticons per ribadirlo)..
    Parlando di politica… loro con le quote nere, noi con le quote accademie.. chi è messo peggio?
    :-);-):-D:-P

  11. andrease 24 Giugno 2014, 14:50

    scusate, ma non ce la faccio a sorridere pur se il problema quote e integrazione in SA è una cosa molto seria.

    Ma sorrido perchè nonostante codesta questione i bokke sono i n°2 nel mondo…
    noi mi sa che neanche con le quote rosa o verdi (non x far giocare i leghisti, ma per far giocare Hulk!) riusciremo mai ad arrivare al n°2… 🙂

    • Alberto da Giussano 24 Giugno 2014, 15:13

      Habana e Pietersen non sono schiappe e quand’anche fossero dei”raccomandati” nessuno se n’è accorto.

  12. Maggicopinti 24 Giugno 2014, 16:38

    Mah, a me sempre che al momento il Sudafrica non abbia 30-35 rimpiazzi di colore per il giro dei titolari Springboks attuali. I giocatori di colore di livello internazionale nel giro ci sono già e giocano, eccome.
    Se introducessero davvero la quota del 60% di giocatori di colore, al momento attuale si beccherebbero 50 punti dagli All Blacks, e farebbero una precipitosissima marcia indietro.

  13. xnebiax 24 Giugno 2014, 19:44

    Il razzismo dell’apartheid che a schiavizzato e ucciso milioni di neri è un razzismo non equiparabile a quello dello “sperare sia ora di vedere più neri in nazionale”.
    La differenza è enorme.
    Il fatto è che nel rugby sudafricano c’è sicuramente ancora un razzismo latente, magari inconscio, un essere pervenuti sulle qualità rugbistiche dei giocatori neri africani. E qualcuno propone ogni tanto la soluzione delle “quote nere” per rendere lo sport più di tutti. Per rendere anche la popolazione di colore partecipe della nazionale di cui altrimenti si sentono solo in parte rappresentati.
    La federazione rugbistica sudafricana fa grossi sforzi per diffondere il rugby nelle aree rurali e nelle aree più povere, che poi sono quelle dove vivono i neri. Ma è ovvio che se non sei un super talento per andare a scuola e giocare a rugby invece che andare a lavorare hai bisogno di una famiglia che se lo possa permettere, cosa che molti neri non hanno, mentre le famiglie bianche solitamente sono benestanti.
    Quindi il problema è molto sfaccettato. Ci vogliono più neri in nazionale per far appassionare più neri al rugby e quindi aumentare il numero di giocatori di livello di origini africane. Ma sarebbero anche il simbolo di integrazione economica e sociale, visto che il rugby si impara a scuola.

  14. xnebiax 24 Giugno 2014, 20:21

    1. Tendai Mtawarira
    2. Chiliboy Ralepelle
    3. Trevor Nyakane
    4. Tazz Fuzani
    5. Hilton Lobberts
    6. Siya Kolisi
    7. Teboho Mohoje
    8. Lubabalo Mtembu
    9. Rudy Paige
    10. Elgar Watts
    11. Odwa Ndungane
    12. Juan de Jongh
    13. JP Pietersen
    14. Cornal Hendricks
    15. Lwazi Mvovo
    16. Bongi Mbonambi / Monde Hadebe / Bandise Maku / Scarra Ntubeni
    17.
    18.
    19. Luvuyiso Lusaseni
    20. Nizaam Carr
    21. Kevin Luiters
    22. Elton Jantjies
    23. Gio Aplon / Sibusiso Sithole / Ryno Benjamin

    Mancano un paio di piloni, e magari un flanker e una seconda linea. In compenso ci sono un sacco di tallonatori.
    Ecco un Sudafrica alternativo.

    • xnebiax 24 Giugno 2014, 20:25

      Ho lasciato ovviamente fuori un 6-7 ali sudafricane di colore del super rugby.

    • Alberto da Giussano 24 Giugno 2014, 20:28

      Scusa e Habana?

      • xnebiax 24 Giugno 2014, 20:33

        Piccola svista. Habana 11 al posto di Ndungane ovviamente.

    • Katmandu 24 Giugno 2014, 22:56

      ok ma se dovessi fare la formazione non guarderei certo il colore ma ora e ho capito il giochino ti chiedo come fai a lasciare fuori Serfontain, JDV? poi Paige non vale la stringa delle scarpe di Pienaar, inoltre interessante la scelta dimettere Elgar Watts io lo vedo meglio di Morne Steyn ma per il gioco che fa Meyer è funzionale alla squadra messa in campo
      PS per il momento Rallepelle mi sa che ha altri problemi 🙁

  15. andrease 24 Giugno 2014, 22:59

    beh se Habana e Pietersen sono le 2 quote nere, potremmo anche pensare di naturalizzare quelli che sono rimasti fuori da queste benedette quote nere!! 🙂

Lascia un commento

item-thumbnail

Owen Farrell pronto a sfidare la Francia il prossimo giugno

L'apertura dei Saracens sfiderà i rivali transalpini con la maglia del World XV

item-thumbnail

All Blacks: i 7 giocatori che Scott Robertson potrebbe lanciare nel 2024

Il neo-tecnico della Nuova Zelanda ha intenzione di mischiare un po' le carte: ecco i talenti da tenere d'occhio

item-thumbnail

Il test tra Galles e Georgia potrebbe giocarsi… ma più in la

Saltate le possibilità di vedere uno "spareggio" nel 2024, le due formazioni potrebbero comunque affrontarsi

item-thumbnail

E se il prossimo “10” del Sudafrica fosse… Cheslin Kolbe?

Tra la contemporaneità con l'URC e la data fuori dalle finestre internazionali (22 giugno) gli Springboks saranno costretti a sfidare il Galles con ta...

item-thumbnail

Autumn Nations Series: niente Test Match tra Galles e Georgia

Nel calendario non trova spazio l'atteso incontro tra l'ultima del Sei Nazioni e la prima del Rugby Europe Championship

item-thumbnail

Autumn Nations Series 2024: il calendario completo con date e orari dei Test Match di novembre

Si inizia il 2 novembre con il test tra Inghilterra e Nuova Zelanda per chiudere il 30 con Irlanda-Australia