Gabella celtica, la FIR guadagna tempo. E il cielo tende al sereno

Nella capitale irlandese l’IRB non prende nessuna decisione e rimanda tutto a ottobre. Unions dell’emisfero sud più morbide

ph. Sebastiano Pessina

Tre giorni di incontri a Dublino dove il board dell’IRB ha affrontati diversi temi e tra questi è stato toccato anche quello della richiesta italiana di un finanziamento extra di 2,4 milioni di euro. Motivo ufficiale della richiesta: lo sviluppo del rugby, ma l’utilizzo che la FIR vuole fare è un altro e cioè dirottare quei soldi al board celtico per far scendere la tassa di partecipazione al Pro12 per il prossimo quadriennio a “soli” 2,4 milioni di euro al posto dei 4,8 richiesti. Mettiamo la parola “soli” tra virgolette perché è vero che si tratta di un forte sconto rispetto a quanto pagato nel quadriennio appena concluso, ma sono comunque molti di più della totale cancellazione più volte annunciata a mezzo stampa dal presidente Gavazzi.
La richiesta di finanziamento all’IRB aveva però incontrato le forti resistenze delle unions dell’emisfero sud che mal digerivano un contributo simile – e per quel motivo – a una federazione del Sei Nazioni che già gode di ricchi contributi.

 

Come è andata nella capitale irlandese? Fonti qualificate hanno riferito a OnRugby che il board internazionale non ha preso alcuna decisione in merito alla richiesta italiana: la domanda di finanziamento non è stata respinta ed è stata rinviata alla prossima riunione del board internazionale, in programma ad ottobre. Nel frattempo l’IRB effettuerà nuovi controlli e verifiche. La FIR ha perciò guadagnato tempo, cosa sempre preziosa in questi casi, tanto più che una risposta negativa da parte dell’organo di governo mondiale del rugby non era affatto improbabile.
L’ottimismo arriva soprattutto dal comportamento tenuto dalle federazioni dell’emisfero sud, che non solo non hanno posto alcun veto alla richiesta italiana ma avrebbero anche smussato parecchio il loro atteggiamento, cosa che fa ben sperare il presidente Gavazzi.

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