La società biancoblu ha comunicato in via ufficiale la decisione presa dal suo massimo dirigente
Stop ai Dogi: Mogliano, si dimette il presidente Roberto Facchini
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Io di cosa succede nel rugby italiano io non ci capisco un fico secco.
C’è un “io” di troppo…
Muore il privato…. pochi soldi, mah speruma
Complimenti al Pres. Facchini per la capacità nel saper incassare(!?) le situazioni a lui non congeniali e per la tempistica della decisione, presa mentre la squadra si gioca punto-punto l’ingresso ai prossimi play-off scudetto. Una scelta illuminante…
ho come il sentore che in un paio di anni chi rimarrà in piedi saranno tanto pochi, spero che la gente stia lavorando sui settori giovanili, la puzza di rugby pane e salame con giocatori lavoratori/studenti, tipo anni ’80, sta diventando molto forte
@gian dal triveneto si sente anche nel profondo sud.
io parlo a livello nazionale, infatti, non c’è società che “costruisca” la squadra seniores che non abbia problemi di budget o presidenti/finanziatori sempre sull’orlo dell’addio, quest’anno c’è stato ridimensionamento del prato che pare sia a posto, ma tirato (grazie ai soldi della coppa), melangri ha detto praticamente ciao, petrarca ha già cambiato due anni fa e continua su questa linea, mogliano oggi, lazio, san donà, capitolina sono dichiaratamente dilettantistiche, FFOO un dio per conto loro, zambelli che dopo quest’anno chissà, l’unico in sella convinto è i presidente federale e la sua squadra (ma se scende da quello scranno sono curioso), anche in A so che la stessa l’aquila ha seri problemi……ma rendiamoci conto del livello
@gian i parrucconi della fir non si rendono conto
che le famose velocita’ non esistono.
La nazionale e’ un trenino tutto il resto e’ calma piatta. Nel momento in cui la maggioranza silenziosa e senza un becco di un euro si rompono i mxxxxx addio rugby italiano.
Certo, qualche giorno fa qualcuno ha scritto della sorpresa Ff.oo. per i suoi risultati ma se ci pensate bene é l’unica società che non ha bisogno di trovare i soldi, non deve correre tutti i giorni a cercare sponsor, paga lo stato e i suoi giocatori sono tranquilli con un contratto di lavoro in tasca e sicuri del proprio futuro e la squadra nel corso dell’estate fa la spesa dei giocatori che le interessano. Hanno dei bei privilegi che tutti gli altri si sognano.
caro Gareth, le FF.OO non fanno spesa, sono i giocatori che si presentano lì, le FF.OO non fanno mercato, non si vanno a comprare nessuno…prendono solo il meglio da quelli che si presentano e non sempre quelli che si candidano al concorso sono fenomeni…
Meglio la “puzza” del rugby pane e salame di chi fa progetti in grande stile per durare un paio d’anni e poi far fallire le societa`. Tanto di cappello a chi, conscio dei propri limiti, non si lancia in folli avventure e facili conquiste.
su questo siamo tutti d’accordo, ma poi non pensiamo di poter competere con le altre realtà a livello mondiale, una realtà stile eccellenza al ribasso non può stare sopra il 16°/17° posto del ranking, significa tornare a giocare il FIRA contro romania, georgia, spagna e portogallo, rendiamocene conto, per me non sarebbe neanche un grosso problema, però non mi entusiasma la possibilità
C’è poco da fare! Il rugby in Italia non attira pubblico! Sul perché e percome non mi pronuncio!
:(((((((
Siamo messi bene… se pure Benetton si stuferà…..
con 4milioni di euro credo di no….
è una speranza o una convinzione la tua?
Comunque un grazie al presidente va detto o mi sbaglio io? Certo i tempi non son quelli consoni e spero che la notizia non destabilizzi l’ambiente certo é che la gestione non é stata delle migliori
I Dogi han fatto la prima “vittima”…
Bresciana. Se può consolare i…”triveneti” 😉
Credo proprio che le dimissioni di Facchini non c’entrano niente con l’affare Dogi, forse le motivazioni sono interne a Mogliano.
insomma, mollare a metà anno, con la scusa che non si sono fatti i dogi in tre mesi (avesse poi combattuto un’estenuante battaglia contro tutto e tutti), pare un po’ fuori luogo, poi si ringrazia sempre per il lavoro fatto, spesso gratia et amore dei, però mi sa che era rimasto lì solo per provare a fare i dogi, della società non grosso interesse; forza mogliano, non preoccupatevi e avanti in campo
Ma quello che non capisco io è questo:
– i presidenti si incontrano
– fanno un comunicato in cui dicono che sono tutti d’accordo che non ci sono i tempi per fare i Dogi e dicono a Treviso di continuare
– non sono contenti e succedono cose strane e si lamentano dell’occasione persa
delle due l’una: o non si sono messi d’accordo e Treviso ha bluffato tirando acqua al suo mulino, o si sono messi d’accordo sul fatto che i tempi erano troppo stretti e ora si stanno comportando come i bambini che vogliono andare sulla giostra partendo alle 7 da casa quando la giostra è lontana lontana e chiude alle 7 e 30.
Tutte e due 😉
L’ho detto e lo ripeto
è tutto un teatrino.
E poi cosa si voleva, che Benetton si mettesse in società con 4 realtà una piu’ “incasinata” dell’altra già nella propria struttura ??
Qui, in quest’ultima settimana, leggo tanti proclami “moralistici-etici-di-principio”…ma smettiamola, guardiamo in faccia la cruda realtà, proprio quella qui su riportata da Gian !!
A livello di provocazione dico :
4 milioni al Benetton ??
Ma gliene do anche 8, purchè non giri i tacchi e saluti tutti.
E , come diceva Califano, tutto il resto è noia…
…però poi i primi trevigiani “di formazione o equiparati” 🙂 che intervengono sul forum contro lo statalismo del rugby italiano dove li mandiamo ?
Comunque, visto che si provano in tanti, con titoli o meno, più sotto tento anch’io qualche ipotesi di linee di condotta per il rugby italiano.
Io continuo a pensare che il rugby non lo si sviluppa solo con la nazionale e la CL.
Bisogna partire dalla base: proselitismo nelle scuole, campi, aree tecniche.
Sarò ragioniere e non me ne intendo, ma non ho mai visto cominciare una casa dal tetto, ho sempre visto fare prima le fondamenta.
Chissà, forse il mondo si è capovolto ed io non me ne sono accorto.
c’è tanta gente che lo sta dicendo da quindici anni, peccato che chi comanda non sia d’accordo e cerchi di costruire il tetto pure sopraelevato rispetto al resto della casa, se non in un altro comune, in maniera da non farlo crollare data la debolezza dei muri, convinti che questo faccia, miracolosamente, inspessire i suddetti muri da soli o che le fondamenta si sviluppino stile radici di un albero per simpatia
Ma c’è ancora qualcuno che casca dalle nuvole???
Vista così sembra che Benetton abbia costruito tutto questo teatrino alle spalle delle società dell’eccellenza.. ha tenuto in ballo tutti per settimane e quando ha ottenuto quello che voleva ha fatto saltare baracca e burattini con conseguenze disastrose visto che probabilmente ha compromesso i rapporti proprio con quelle società che dovrebbero continuare ad alimentare la celtic.. che delusione da chi professa il bene del rugby italiano…
Ciao Silverfern.
Tutto giusto quello che dici, con un distinguo.
Nel senso proprio che sono due coscie distinte.
Nazionale e Benetton sono il risultato finale della filiera.
Non è compito loro fare quello che dici.
Loro devono poter raccogliere i frutti del lavoro capillare dei clubs, sotto l’egida della Fir.
Alle due di CL, piu’ dell’aver lanciato tanti giovani, cos’altro si può chiedere ?
penso che silver intendesse gli investimenti fatti, gran parte del budget è per l’alto livello, lo sviluppo ed il proselitismo lasciati alla buona volontà dei club con pochissime risorse, la parte pro sta facendo quello per cui è stata costruita, ma ne benetton ne zebre sono progettate per creare giocatori, sono create per farli competere ad alto livello
Non fanno i Dogi e allora lui si dimette ?
25 giorni fa non si parlava che dell’ uscita delle gallesi dalla celtic. 15 giorni fa disi é cominciato a parlare dei Dogi, martedì éstato messo tutto in pausa e tre giorni dopo lui va via. Mi é sfuggito qualche cosa. ?
Qualcuno ha paventato l’ipotesi di finire a giocare nuovamente con Georgia, Romania, Russia e altre non di primo piano. Innanzitutto già da un bel po’ sto dicendo che sarebbe opportuno per vari motivi, anche tecnici (vd altri miei interventi), confrontarsi più spesso con quel tipo di nazionali e anche con qualche loro club. Poi: la situazione del movimento è che gli investimenti sono scarsi e in diminuzione pertanto, provando a parafrasare il piccolo-grande guru bianco-verde: “Se sei Walter Matthau è inutile che cerchi di conquistare le donne facendo il Cary Grant, invece se ti comporti da Walter Matthau vedrai che qualcuna la conquisti”. Ecco: basta correre dietro al Top14, alla Currie Cup e agli All Blacks, e cerchiamo invece di mantenere ciò che si è conquistato, ossia un livello che permetta di continuare ad avere alcune decine di giocatori di livello internazionale e una nazionale in grado di giocarsela alla pari con tutte le nazionali dall’Argentina/Scozia in giù e di fare qualche colpaccio ogni tanto con una grande. Date le condizioni, colmo dell’incredibile per un liberale lontano dagli statalismi rossi e neri, vedrei meglio per il rugby italiano attuale, una struttura principalmente statale. In sintesi: HC, Celtic e Challange, giocate ciascuna da una selezione federale con solo sponsor tecnici e con obbligo di giocatori italiani di formazione italiana a 15,10 e 9 e massimo due avanti e un 3/4 straniero contemporaneamente in campo. Nessuna paura ma anzi incoraggiamento dell’andare a giocare all’estero sia per i giocatori formati sia ( e soprattutto) per i giovani, con solo obbligo di clausola liberatoria per eventuali impegni in nazionale. (mi pare più o meno la strada dell’argentina- rugby e di tutte le latino-americane nel soccer). Inoltre, almeno nella fase attuale, ben vengano club di gruppi militari in grado di mantenere un buon livello dei campionati permettendo a giocatori bravi ma non di livello internazionale, di dedicarsi al rugby a livello professionale.
Il resto dei fondi federali: corsi per arbitri con obbligo di raggiungere un buon livello anche in lingua inglese, finanziamenti per i settori giovanili gestiti dai club in accordo con la Federazione, far di tutto per introdurre il rugby nelle scuole, per tutte queste cose tecnici stranieri di alto livello.
Insomma, si è provato ( e si prova ?!) a far diventare di massa il rugby con lo schema: alta visibilità con nazionale forte (direi sovradimensionata), partecipazione di buona (poi rivelatasi forse si e no, discreta) qualità alla Celtic/HC e ciò che sta sotto (si sperava/si spera) trascinato dal moto verso l’alto; perché non provare con lo schema: nazionale e selezioni di coppe “fortine” proporzionate a ciò che c’è sotto (cercando di non disperdere i passi fatti), molta cura di ciò che c’è sotto, soprattutto a livello giovanile e scolastico ipotizzando che proprio il formare una base “culturalmente” sensibile al rugby possa essere il trampolino per passi maggiori quando e se il rugby sarà in tal modo entrato maggiormente nel “sentire” di massa italiano.
Le selezioni, visto anche che sarebbero tre, potrebbero essere itineranti, cosa che probabilmente, aumenterebbe il numero di spettatori.