Le mete degli altri: come escono le cinque rivali dall’ultimo turno del Sei Nazioni

Il Galles si rialza e l’Irlanda di dimostra battibile: dopo altri tre match il torneo ancora non ha trovato un padrone

ph. Sebastiano Pessina

C’è da dirlo, quando i tornei sono aperti ad ogni risultato finale c’è sempre da divertirsi fino alla fine. Con la vittoria dell’Inghilterra sull’Irlanda, è salito a quattro il numero di squadre prime in classifica con quattro punti. Ora, una settimana per ricaricare le pile, e poi sarà di nuovo grande Sei Nazioni. Ma prima, voltiamo per un attimo lo sguardo per vedere cosa è successo tra venerdì e sabato, e per capire cosa ci hanno lasciato altri 240 minuti di Sei nazioni.

 

Galles: missione compiuta, sconfitta di Dublino dimenticata e due punti ottenuti. Dove il Galles ha vinto la partita, o meglio qual è stata l’arma in più dei Dragoni venerdì sera? Se andiamo a guardare qualche statistica, salta all’occhio una prestazione super della terza linea, soprattutto in fase difensiva: Faletau dodici placcaggi, Warburton dieci e Lydiate quindici. Soprattutto sul breakdown ma anche in mezzo al campo, i tre hanno fatto valere tutta la loro consistenza, facendo dannare non poco la Francia, che nonostante abbia avuto più possesso e territorio non è mai riuscita ad arrivare alla meta, se non nell’occasione di Huget viziata però da un in-avanti ravvisato dal TMO. Webb non sarà il miglior nove in circolazione ma ha risposto presente, e ha trovato con Priestland la giusta alchimia. Prossimo match a Twickenham contro l’Inghilterra. Chi vince andrà a giocarsela all’ultimo turno.

 

Francia: la sconfitta di Cardiff non solo ha galvanizzato i Dragoni ma ha anche lanciato un messaggio alle altre contendenti: questi galletti sono battibili, e commettono pure grossi errori. In occasione della meta di Warburton, che chiude la partita o poco ci manca, Szarzewski abbastanza inspiegabilmente lascia la posizione di prima guardia per cambiare lato difensivo del raggruppamento. La sensazione era che più prima che poi la squadra di Saint-André avrebbe perso. Se guardiamo al match del Millennium, vediamo una Francia spesso lenta nel riposizionamento e con un pack mai veramente dominante.Vengono in mente le due mete di Huget contro l’Inghilterra…se in entrambe le occasioni l’ovale fosse rimbalzato in modo diverso, i Bleus avrebbero due punti e nessuno se ne scandalizzerebbe.

 

Scozia: la partita più che vinta loro l’abbiamo persa noi, ma per onestà intellettuale va tributato il giusto merito ad una squadra che becca critiche per tre settimane, finisce il primo tempo sotto, fuori casa, e per di più subendo meta al minuto ’40, e poi rientra e gioca metà partita in modo davvero importante. Aggressività, pulizie veloci, collisioni vinte e due mete. Certo, niente di trascendentale (la seconda meta è a zero fasi), però intanto gli Highlanders il loro l’hanno fatto. Vero che hanno tenuto molto di più la palla, ma ormai la solfa del più possesso=più punti ha smesso in parte di funzionare , soprattutto in un rugby fatto di difese al limite e massimo cinismo offensivo (in quattro delle nove partite giocate fin qui ha vinto chi ha tenuto meno la palla). E da simili prestazioni una squadra umorale come quella scozzese può trasformarsi in mina vagante. Francia e Galles sono avvisati…

 

Inghilterra: tutti gli occhi erano puntati sul match di Twickenham, soprattutto per vedere se l’Irlanda di Schmidt fosse davvero una macchina lanciata in corsa senza ostacoli davanti. Contro gli Irish dopo un primo tempo tiratissimo e in cui le difese si sono in parte annullate, facendo muovere il tabellino solamente in una occasione, nella ripresa la partita si è aperta con la meta di Rob Kearney. A quel punto il piede di Sexton ha aumentato il gap tra le squadre, ma ci ha pensato la bella meta di Danny Care, uno dei giocatori più in forma del torneo, a riaprire il torneo. La prossima settimana, contro il Galles, capiremo di più dei piani del gruppo di Lancaster. L’assenza di Billy Vunipola, fermato dal problema alla caviglia, si farà certamente sentire. Spesso per prendere il giusto abbrivio gli ovali passano dalle sue mani, sfruttando la mole e la capacità di andare spesso oltre.

 

Irlanda: resta il rammarico per la sconfitta, ma Joe Schmidt può essere soddisfatto del torneo che sin qui i suoi stanno giocando. La linea dei trequarti ha grande qualità sia in gruppo che nel singolo, la mischia sta facendo davvero bene, garantendo possessi su possessi in praticamente tutte le fasi statiche di propria introduzione. Perdere a Londra, e per giunta di appena tre punti, ci può stare. L’importante sarà la reazione. A Dublino arriverà l’italia, che rischia di doversela vedere con un’Irlanda in corsa per la vittoria e assetata di due punti che contro l’Inghilterra sono mancati.

Di Roberto Avesani @robyavesani

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