La “questione celtica”: un po’ di appunti sparsi sulla vicenda

Impressioni, domande e poche sicurezze: cosa c’è sul tavolo tra FIR, squadre venete, Laziali e Benetton Treviso?

Non un articolo ragionato, ma una specie di “lista della spesa” fatta di spunti, impressioni e domande aperte, senza risposta. Almeno per il momento…

 

– Alfredo Gavazzi è stato abile ad approfittare delle conseguenze del comunicato del Benetton Treviso: la sensazione è che a questo giro il punto l’abbia segnato lui costringendo ora il club veneto a giocare sul terreno scelto dal presidente FIR

– Quel comunicato, per quanto per nulla “definitivo”, si è trasformato in una sorta di boomerang per il Benetton. Ma col senno del poi siamo tutti bravi
– Le società venete sembrano tutto sommato gradire la proposta fatta pervenire da Gavazzi che però non sembra aver la forza per scalfire l’alleanza nata un paio di anni fa: l’impressione – magari ci sbagliamo, però… – è che alla fine si muoveranno tutte assieme
– La situazione continua ad essere e a rimanere fluida, nessuna certezza ancora per almeno un paio di settimane: quanti giocatori sceglieranno di andarsene nel frattempo?
Nell’intervista concessa a questo sito il presidente FIR ha detto che con ogni probabilità la tassa d’ingresso sarà cancellata ma che la federazione si è impegnata portando al board diritti tv per 3 milioni di euro, una cifra enorme, quasi fantascientifica rispetto ai numeri di questi anni. Una sorta di “cambio anagrafico” della tassa d’ingresso? Forse, però è anche vero che ora la FIR – se tra una settimana verrà trovato l’accordo – diventerà socio paritario con la possibilità di avere più peso nelle decisioni e di prendere parte alla redistribuzione dei contributi sedendosi al tavolo con gli altri. Due facce per una sola medaglia
– Esiste la possibilità che Benetton (inteso come sponsor privato) lasci? Difficile. Lo si dice da anni ma è sempre rimasto e quando ha deciso di abbandonare una qualche disciplina lo ha fatto senza bisogno di ricorrere a meline. Certo Benetton è quasi una mosca bianca (purtroppo), uno sponsor privato del genere il movimento italiano non può permettersi il lusso di perderlo nemmeno in un momento di vacche grasse, figuriamoci ora. Per quantità e qualità.
– Il budget destinato alle due franchigie non sembra sufficiente per garantire la permanenza dei big e per costruire squadre che possano puntare (abbastanza) in alto in tempi brevi
– La sostanziale conferma dell’attuale sistema dei permit players sembra essere uno dei punti di debolezza del piano FIR
– Capacità di attrarre sponsor: il controllo federale potrebbe “allontanare” quelli più legati al territorio e al momento il Pro12 non sembra essere sufficientemente interessante per avvicinare quelli più istituzionali. Esempio a caso: l’azienda X che ha sede in provincia di Rovigo preferisce versare il suo contributo nel carrozzone celtico o nella squadra del territorio a cui appartiene? La risposta non è così semplice.
– L’alternativa laziale, i Lupi, pare molto concreta ma le criticità organizzative sembrano essere notevoli. Certo che l’ideale sarebbe avere una squadra a Roma e l’altra in Veneto

 

Di sicuro ci dimentichiamo di qualcosa. Perdonateci…

 

Il Grillotalpa

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