Rugby azzurro e futuro celtico: l’uscita potrebbe essere un bene?

Lo sostiene The Rugby Paper dove si parla di occasione per concentrarsi sul rugby nazionale. Ma forse sfuggono alcune cose

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Andria 27 Gennaio 2014, 08:34

    A me non convincono le fondamenta del ragionamento: “Nonostante l’alto numero di club presenti inItalia, (784, più di quelli gallesi, scozzesi e irlandesi messi insieme), manca ancora una struttura generale di qualità, in grado di formare giocatori di calibro internazionale.”

    Quanti abitanti hanno quelle tre nazioni messe insieme e quanti noi?
    Il rapporto popolazione(numero di abitanti)/club e` piu` indicativo ed e` quello che manca.

    • valmarani 27 Gennaio 2014, 09:49

      Cosi’,a muzzo: 5 mio la Scozia + 3mio il Galles + 6 mio l’Irlanda = 14 mio persone.
      Italia: 58 mio persone (circa)

      • Andria 27 Gennaio 2014, 13:56

        Si’ io volevo soltanto far capire che quel confronto e` un po’ strano.
        Insomma si confrontano un po’ carote e patate, d’accordo che le due franchigie giocano con le celtiche, ma io vorrei avere questi dati, noi abbiamo un coefficiente club/abitanti pari a 784/58 milioni le altre tre non so, ma credo siano numeri piu` alti.

        Allora il confronto facciamolo con la Francia che milione piu` milione meno ha il nostro stesso numero di abitanti: direi che diventerebbe un’impietosa ammissione di inferiorita` su molti se non tutti i fronti.

        • Andria 27 Gennaio 2014, 13:58

          Insomma, per chiudere il cerchio, se l’ipotesi era che abbiamo un numero elevato di club rispetto alle tre celtiche allora l’ipotesi e` sbagliata. 🙂

      • agopea 27 Gennaio 2014, 20:29

        ma in percentuale quanti giocano a rugby in italia e che percentuale hanno il galles, scozia e irlanda

  2. mistral 27 Gennaio 2014, 08:45

    a me invece non convincono le fondamenta, e basta… mi hanno insegnato che se costruisci sulla sabbia senza palificazioni adeguate prima o poi tutto collassa, soprattutto se continui ad aggiungere sovrastrutture, e ciò mi ricorda molto il modello fir… si deve ripartire dalle fondamenta, quelle solide (e in questo il ragionamento di adria è corretto) domandandosi quante realtà di base sono realmente attive nel reclutamento e formazione dei giovanissimi, e quante invece sono troppo simili al gruppo di amici autoreferenziato che si “divertono” fin che dura l’età e l’entusiasmo… poi, come dice paolo, si può anche scegliere il massimo risultato ottenibile con il minimo sforzo programmatorio possibile, ma non è una strategia, è solo tattica…

    • Stefo 27 Gennaio 2014, 10:41

      Questo giro concordo su tutta la linea mistral…certo e’ vero che senza investimenti privati si va poco lontano.
      Diciamo che volendo fare proprio un discorso ipotetico si potrebbe dire che un’eventuale uscita dal Pro12 fermerebbe la “strategia delle scorciatoie” e metterebbe la Fir spalle al muro nel dover riformare il movimento partendo dalla base…anche se non si sa mai che qualche altra scorciatoia sia a disposizione.

      • malpensante 27 Gennaio 2014, 10:47

        L’Eccellenza, magari a 8, la scorciatoia è già pronta e la memoria è merce rara.

  3. maz74 27 Gennaio 2014, 08:56

    Secondo me il concetto è che numericamente ci sarebbero i presupposti per essere competitivi, ma manca il lavoro di qualità soprattutto a livello giovanile.
    Un campionato ad 8, una serie A più corta e zonale e le accademie legate direttamente alle 8 di eccellenza possono essere la partenza, poi bisogna assolutamente mantenere le due franchigie celtiche.
    Inoltre la FIR dovrebbe utilizzare tecnici stranieri per formare quelli italiani.
    RItornando alle franchigie, ma di riflesso alla nazionale, vedendo le partite di Benetton e Zebre manca sempre il vero salto di qualità, fanno ottime partite contro squadre più forti (vedi Zebre con Tolosa) e poi perdono malamente contro altre più abbordabili, sembra quasi che abbiano paura di vincere e questo è anche in nazionale

  4. Mr Ian 27 Gennaio 2014, 09:03

    Oh poverini come si prendono pena per noi….
    Lo dicono apposta, così Irish e Scozzesi avrebbero meno remore per passare e formare la lega britannica.

    • mistral 27 Gennaio 2014, 09:08

      …retropensiero del mattino?

    • Fabrizio 27 Gennaio 2014, 09:16

      Quoto, questi vogliono formare la lega britannica per essere molto più concorrenziali al top14 anche a livello di sponsor, in modo da assicurarsi i top player stranieri e non…. E noi plebei siamo tra le pa..e

      • fracassosandona 27 Gennaio 2014, 11:38

        pare evidente che vogliano creare un supercampionato da contrapporre a quello francese e che noi non siamo contemplati nell’operazione: certo che dovrà svolgersi in due gironi e a questo punto numericamente ci staremmo anche noi…

        dal punto di vista mediatico e di pubblico a loro interessano gli scontri con irlandesi e gallesi, certamente non con Treviso e Zebre, che rappresentano poco più che sparring partners, senza pubblico, senza stadio, senza diritti televisivi e con scarsi risultati sportivi…

        • flipper 27 Gennaio 2014, 18:51

          Ma quali 784 club!! MAGARI!!!! hahaha Se i tesserati ufficiali sono 80-100 mila numeri alla mano,allora avremmo 10 tesserati per squadra??????????

          • mezeena10 28 Gennaio 2014, 07:58

            guarda li vorrei contare uno per uno!
            pero 80000 diviso 800 non fa 10, ma 100!

  5. Katmandu 27 Gennaio 2014, 09:06

    Sicuramente chi perde di più dall’uscita dell’italia dalla CL è la Scozia, mercati poco appetibili e squadre competitive ad anni alterni non giocano a fovore degli scots
    Detto questo tutto l’articolo potrebbe essere riassunto con un unica frase:”a volte è meglio essere meno forti oggi che più forti dopodomani”
    È il mondo pro, funziona così e sarà così, il discorso è proprio questo perchè una multinazionale dovrebbe investire pesantemente su una squadra per poi non avere ritorni in termini di pubblicità?
    Pensate solo per esempio alla Mapei sponsorizzava una squadra ciclistica che faceva il Giri più importanti del mondo e adesso sponsorizza il Sassuolo già da qualche anno e le immagini dei giocatori festanti che hanno abbattuto il Milan avranno fatto il giro del mondo oramai 4 volte e il logo era lì in bella vista
    Le immagini di Mogliano festante con il bel logo marchiol quanti le han viste? Giusto per fare un esempio di cosa vuol dire lo sport pro e di come investire i soldini
    Inoltre il giornalista dovrebbe vivere in italia un psio di anni per rendersi conto che (calcio escluso) più in la di organizzare un torneo di briscola chiamata non siamo in grado e fare programmazione seria non appartiene a noialtri
    Una sola domanda ma cosa intende che si dovrebbe fare un campionato italiano a 8 squadre con 8 accademie? Nel senso che non ci dovrebbero essere più retrocessioni?quindi il veneto avrà 4 squadre e 4 accademie? (forse 5 se sandonà ricomincia a correre) due in lombardia e lasciando morire definitivamente altre realtà stotiche quale Roma e Laquila?

    • maz74 27 Gennaio 2014, 09:18

      No sarebbe sbagliato, ma però bisogna trovare equilibrio anche a discapito di qualche club storico.
      Bisogna investire risorse nella formazione, ma per far questo bisogna creare delle strutture che vivano quotidianamente il livello più alto.
      Non si può accontentare tutti, ma bisogna creare degli equilibri, secondo me le accademie legate alle 8 di eccellenza sono un’ottima base di partenza, ma vedrei bene anche una nona e decima nel centro-sud (Aquila, Catania) gestite della FIR con tecnici stranieri.
      Sarebbe ora di pensionare i vari Ascione, Cecchinato, ecc… che hanno dimostrato ampliamente di non essere del livello a cui ambiamo

      • Katmandu 27 Gennaio 2014, 09:38

        @maz 74 non so di dove sei ma posso mettere quasi la mano sul fuoco che in italia le franchige non si possono fare
        Facciamo un esempio siamo noi due presidenti di una due squadre e fondiamo una framchigia la tua squadra è forte ma non ha i soldi, la mia è scarsa ma ho soldi a bancali
        Primo problema: dove giocano? Da me che ho i soldi e i conttatti commerciali
        Secondo problema : i soldi li metto io quindi mi aspettondi avere la maggioranza in socetà
        Terzo problema : lo staff cioè io devo pagare i tuoi uomini? Non se ne parla minimamente
        Quarto problema : la formazione chi la fa? Ognuno per conto suo? Ma allora non avendo programmi in comune tutto andrà a scatafascio
        E via così potremmo trovare mille altri motivi per litigare e nel giro di 3 anni si finisce come gli aironi

        • maz74 27 Gennaio 2014, 14:18

          Sono di Parma e ho visto sulla pelle cosa vuol dire unire forzosamente dirigenti che mal si sopportano.
          Secondo me le due attuali franchigie di CL dovrebbero rimanere e se vuoi spostare le Zebre a Roma in una struttura adeguata fai pure.
          Ma poi tutto il resto va rivisto, partendo da un campionato ad 8 e con centri di formazione presso le squadre di eccellenza e per una maggiore copertura geografica una anche ad Aquila e a Catania (direttamente gestite dalla FIR).
          Dopo di che la FIR deve:
          1) fare un pacchetto televisivo unico tra nazionale, CL ed Eccellenza per creare visibilità;
          2) dare un contributo finanziario adeguato alle squadre di eccellenza visto che di sponsors oggi difficilmente arrivano:
          3) costituire uno staff di tecnici stranieri che aiutino quelli italiani impegnati nelle accademie e poi successivamente anche presso altre squadre per programmare un lavoro a medio-lungo respiro.

    • Fabrizio 27 Gennaio 2014, 09:19

      Io un campionato senza l’Aquila e Roma non lo accetterei mai… Fanno parte del retaggio storico di questo sport in Italia…

      • maz74 27 Gennaio 2014, 09:33

        Ma in campionato ad 8 una squadra di Roma ci sarebbe, mi spiace per L’Aquila, ma oggi non può ambire ad un posto per mancanza di fondi soprattutto

      • ginomonza 27 Gennaio 2014, 12:33

        possiamo rispolverare i gladiatori e Spartacus che quanto a retaggio storico ne hanno più di tutti 😉
        HA ragione rugby paper punto, e punto e virgola e magari due punti.
        Secondo la FIR i 4 anni di celtic le sono costati 41 milioni.
        Alla fine abbiamo un pugno di mosche in mano.
        Le ultime squadre di CL, mancanza di giocatori, di prospetti adeguati in numero e qualità, senza tecnici.
        Siamo sicuri che averli investiti in eccellenza ( non questa eccellenza ma in quella dei sogni come dice mezeena 10) avremmo fatto peggio?

    • fr78it 27 Gennaio 2014, 10:34

      Una provocazione o un’idea?
      2 venete
      1 lombarda
      1 toscana
      1 emiliana
      1 laziale
      1 abruzzese
      1 siciliana

      • Katmandu 27 Gennaio 2014, 12:02

        Perchè due venete? Il veneto negli ultimi vent’anni ha avuto sempre più o meno il 40% nonchè la quasi totalità degli scudetti delle squadre di alto livello, la sicilia cosa ha portato? Due squadre della stessa città che han rischiato di fallire?poi vuoi parlare dell’emilia? Senza zebre non ci sarebbe l’alto livello e continuano a litigare e poi solo una in lobardia ? Una regione con il più alto numero di praticanti assieme al lazio? ….. Visto come si a in fretta a litigare per i numeri? La tua idea è buona ma deve partire dal basso e non da noialtri

      • maz74 27 Gennaio 2014, 14:21

        Scusa ma la meritocrazia dove la mettiamo?
        Si parla di creare un campionato di qualità e mi inserite forzosamente una siciliana ed una abruzzese, chi? con che soldi? e a discapito di chi?

      • mezeena10 27 Gennaio 2014, 17:12

        siciliana??? allora perche non le squadre della Sardegna, che militano entrambe in serie A? e senza debiti, mai fallite e pagando gli stipendi tutti i mesi!
        e qui non abbiamo certo una situazione economica florida!
        si chiama programmazione, passione ed impegno!

  6. LiukMarc 27 Gennaio 2014, 09:31

    Il pensiero di Probyn è anche (in teoria) giusto. L’Italia i numeri per svilupparsi li avrebbe. Il problema rimangono i soldi, che qui, come si è già detto, se non si parla di calcio arrivano a stento.
    Come detto, il discorso di Probyn può anche quagliare sulla carte, ma è completamente slegato da quella che è la realtà italiana. Lo avete già detto, niente programmazione, niente soldi, niente interventi strutturali (sia in termini di cambiamenti radicali, che andavano fatti già da tempo, sia in termini di interventi sulla “struttura” del rugby di base), niente allenatori di livello, e soprattutto, una mentalità della federazione che davvero pare essere “meglio essere meno forti oggi che più forti dopodomani”.
    Poi quoto Mr Ian; parlano di noi per dirci “ma si andatevene che per voi è meglio, cosi noi possiamo farci i fatti nostri”…

    • maz74 27 Gennaio 2014, 09:35

      Non sono d’accordo per i soldi, la FIR è la seconda federazione italiana dopo il calcio con il budget maggiore.
      Il problema è che vengono spesi molto male

      • LiukMarc 27 Gennaio 2014, 10:17

        Ecco, li volevo arrivare. I soldi per il rugby di base sembra sempre manchino, nonostante la federazione abbia un bilancio di diversi milioni di euro all’anno…

      • Stefo 27 Gennaio 2014, 10:47

        maz la federazione ha 40 milioni, il Toulon da solo ha un budget di oltre 20 milioni, l’Oyonnax la piu’ povera 9.172 milioni di euro…col budget della fir fai al massimo 4 Oyonnax…hai capito perche’ il professionismo vero in Italia non si puo’ fare senza privati?

        • maz74 27 Gennaio 2014, 14:33

          Il professionismo non si può mai fare senza privati, quanto pesa il Tolone sulle casse dalla federazione? circa il 10% del suo budget.
          Ma cerchiamo di volare bassi, la FIR spende una montagna di soldi in strutture di vario genere mal gestite ed affidate agli amici o persone raccomandate prive della capacità di insegnare rugby di alto livello e spende un’altra montagna di soldi negli staff dirigenziali e tecnici.
          Ok i 10 milioni per la CL, ma potrebbe tranquillamente trovarne altrettanti se fosse organizzata in modo professionale con un piano marketing che qualsiasi azienda che fattura 40 m. deve avere e sicuramente ha.

          • mezeena10 27 Gennaio 2014, 17:14

            potrebbero risponderti che son passati da un budget di 4 milioni a uno di 40 in 10 anni e poco piu..
            e alla favola dei numeri, del bacino d’ utenza etc abbiam visto ed assodato che quasi nessuno piu ci crede, tranne i neofiti!

    • Katmandu 27 Gennaio 2014, 09:40

      “meglio essere meno forti oggi che più forti dopodomani”. Non è la mentalità della federazione ma dello sport pro in genere….

      • LiukMarc 27 Gennaio 2014, 10:21

        Be mi vien da pensare a sport che in italia non sono così “minori”, ma rispetto al calcio hanno un gap importante, come basket e pallavolo. Lo so che se n’è già parlato in altri post (specie dell’esempio della nostra pallavolo, con investimenti privati e allenatori stranieri), ma esempi ne abbiamo in casa (la federbasket programmazione ne sta facendo da un po’ di tempo a questa parte, da un lato perchè ha capito che le risorse son quelle che sono, quindi meglio farle fruttare, dall’altro perchè allenatori spingono per farla). Anche qui son tutte belle parole, ma anche lo sport pro in italia può far vedere che qualcosa, nel suo piccolo, funziona.
        (e diciamocelo, katmandu, sono anni che purtroppo alla Federugby guardano poco più in là del loro naso, spesso cambiando idea 3 volte in una settimana)…

        • malpensante 27 Gennaio 2014, 10:29

          E ricordiamoci i disastri delle vecchie gestioni FIP. Ma dagli errori si impara (non tutti, anzi): la federbasket ha rinunciato alla Wild Card per i mondiali perché “troppo cara”, nonostante dal punto di vista sportivo li meritasse e abbia fatto un grande europeo 2013. Noi, intanto, avanti a occhi bendati, che “stiamo lavorando bene”.
          http://www.repubblica.it/sport/basket/2014/01/25/news/italia_rinuncia_a_wild_card_mondiale-76897009/

          • LiukMarc 27 Gennaio 2014, 10:33

            Ah si, ho letto… 800 mila euro, cavolo, mica bruscolini… Che ci potrebbe fare la FIR con quei soldi? 😉

          • Giovanni 27 Gennaio 2014, 10:36

            Grande europeo, non esageriamo: hanno disputato una buona prima fase, nella seconda parte sono arrivate solo quasi sconfitte (tranne una vittoria di prestigio sulla Spagna).

          • malpensante 27 Gennaio 2014, 10:54

            Giovanni, grande rispetto al valore effettivo dell’Italia e alle premesse. Nessuno ha promesso che in 2013-2014 vinciamo l’europeo e l’anno prossimo di essere tra le prime sei del mondo (3 novembre 2013). Tra l’altro è pure divertente tutto il resto, letto oggi.
            http://www.gazzetta.it/Rugby/03-11-2011/nazionale-inizia-era-brunel-803561700785.shtml

          • Giovanni 27 Gennaio 2014, 11:07

            Mal, sull’opportunità di una maggiore prudenza da parte di Brunel all’epoca, ho già scritto in un post, durante il periodo dei TM lo scorso Novembre. Concordo anche sul fatto che, in un periodo di austerity come quello attuale, un po’ tutti quanti debbano badare ai costi ed ad una gestione razionale delle risorse. Resta il fatto che negli ultimi 15 anni il basket italiano abbia conosciuto un regresso complessivo di tutto il sistema, vuoi per scelte errate fatte durante l’epoca d’oro (ricordi Sama-Ferruzzi ed il faraonico ingaggio di Dino Radja?), vuoi per la crescita esponenziale di altre realtà europee (Grecia, Turchia, Francia).

          • malpensante 27 Gennaio 2014, 11:18

            E’ quello che intendevo per imparare dagli errori, Giovanni. Quella pallacanestro era demenziale e truffaldina, pompata a dismisura rispetto alla realtà sportiva del basket italiano. Una volta fatto il botto, pare siano rinsaviti. Pare, che in Italia non si sa mai.

          • malpensante 27 Gennaio 2014, 11:19

            (oh, l’ultimo commento sulla gazza, giuro che non l’ho scritto io) 🙂

          • Giovanni 27 Gennaio 2014, 11:27

            Mal, saranno pure rinsaviti, ma è una lunga lunga traversata, con buona pace dei 3 campioni in NBA (usati dai media come specchietto per…i lettori). Poi c’è una differenza sostanziale: nel basket nessuno si aspetta che l’Italia vinca le Olimpiadi o i Mondiali, nel rugby un’ipotetica uscita dal 6N (di questo si parla, prima ancora del “CL si, CL no”) sarebbe un disastro epocale, dal quale non ci riavremmo mai più. Il rugby ha aderito al professionismo ed altre realtà stanno investendo e crescendo: che ne sappiamo ora che tra 10 anni possiamo venir scavalcati dal Giappone o dagli USA?? Abbiamo avuto 15 anni di tempo, li si poteva utilizzare in maniera più fruttuosa e lungimirante.

      • malpensante 27 Gennaio 2014, 12:06

        Appunto. Dopo 15 anni siamo allo “stanno lavorando bene”. Come la Salerno – Reggio Calabria, più o meno.

        • Giovanni 27 Gennaio 2014, 12:21

          Però non si può neanche dire che non si sia stato fatto nulla in questi 15 anni. Certo si poteva entrare in CL 4 anni prima (ed a costo zero), si poteva dare maggiore sostegno ed impulso al territorio. Ciò che non regge è sostenere che con il domestic si progredirebbe di più che con la CL; ci si provò già col Super10 ed i risultati non furono esaltanti. Ora i ritardi pesano di più perchè c’è la crisi economica di mezzo ed è più complicato, rispetto a 10 anni fa, sia investire che trovare potenziali investitori.

          • malpensante 27 Gennaio 2014, 12:54

            Si poteva evitare di radere al suolo il sistema dei campionati giovanili, per esempio. Quanto a buttar soldi in “alto livello”, di certo meglio in Celtic che sul top 10 come si è fatto prima e per più anni. Ma la gestione FIR della Celtic è stata quantomeno demenziale. La sostanza è che traversare il deserto fa tanta paura a chi è convinto di essere zero o sottozero come per vent’anni han predicato (evidentemente con buoni risultati) Dondi e i suoi apostoli. Io sono convinto che invece possiamo farcela e bene: i giocatori per tirare avanti decorosamente 4 o 5 anni li abbiamo, nonostante tutto i posti dove si gioca e si forma ci sono ancora, gli esempi non mancano e i soldi ancora per qualche anno pure. Se non ci cacciano, si può stare in Celtic e metter mano al resto. Basta smetterla di pensare a un rugby pro, che per Irlanda, Galles e Scozia è impraticabile, per l’Italia è una roba completamente demenziale.

          • Giovanni 27 Gennaio 2014, 13:50

            Ti dò ragione su tutto. Il discorso del rugby pro (e dei costi sempre più alti) andrebbe girato a Francia ed Inghilterra però.

  7. teorub 27 Gennaio 2014, 09:33

    c’è il fanta-calcio e il fanta-rugby……

  8. GiorgioXT 27 Gennaio 2014, 09:50

    Facciamo un po’ di storia , se no non si capisce con tutta la disinformazione che è stata fatta.
    La FIR decide di abbandonare (è così) il campionato nazionale ed entrare nel Pro12 alla fine del 2008, dopo la sconfitta di Reggio Emilia con i Pacific Islanders e Mallet che ne imputa la ragione allo “scarso livello del campionato interno” ; venivamo da un 2006 e 2007 in crescita nel ranking e nei risultati anche in RWC con Berbizier, mentre il 6N 2008 a gestione Mallet non era certo stato positivo.

    Questa è stata l’occasione per far partire il progetto di Dondi e accoliti di gestione federale del rugby italiano di “alto” livello , prima con il tentativo abortito di fare due squadre totalmente a controllo FIR, poi con la creazione del sistema delle accademie, l’eliminazione prima del campionato giovanile under 20 nazionale, poi dell’U20 stessa, la riduzione di competitività degli altri campionati giovanili ed il trasferimento forzato al sistema delle accademie.
    L’obiettivo chiaro era quello di togliere i migliori prospetti ai club, ridurre i club a strutture per fare promozione e centralizzare gestione ed attività sotto un controllo diretto.

    Sotto l’aspetto gestionale, ha funzionato perfettamente : il budget FIR è esploso nella parte che riguarda gli staff, si è ridotta a quota minima quella destinata a tutto ciò non fosse nazionale, accademia o pro12, e sosto state stabilizzate lavorativamente tante persone legate all’ambiente federale.

    Sotto l’aspetto sportivo , a fronte di risorse ENORMI , i risultati sono negativi .

    Questa è la situazione reale , non è che “noi Italiani non ce la facevamo” è che è stata scelta una scorciatoia al lavoro di sviluppo che aveva il grande vantaggio di rafforzare enormemente le posizioni federali come soldi e potere, pensando di ottenere un risultato a breve termine per tranquillizzare sponsor etc. , risultato che non è venuto , e si può pure affermare che la Nazionale è tornata a prove positive molto di più per essere tornata a giocare con atleti nei propri ruoli che per altro – d’altra parte i nomi sono sempre quelli.

    Spero che si sia capito che non vi è alternativa per uno sviluppo sano e reale ad una struttura che favorisca il merito rispetto alle nomine , quindi campionati con retrocessioni e promozioni invece di franchigie , campionati giovanili nazionali e meritocratici invece di accademie e territoriali senza barrage, premia e che lavora con i giovani e le giovanili invece di ostacolarlo in ogni modo (p. es. il “regime dei giocatori di interesse nazionale”)

    • Katmandu 27 Gennaio 2014, 09:57

      Senza volerti sembrare arrogante ma la frase
      Sotto l’aspetto sportivo , a fronte di risorse ENORMI , i risultati sono negativi non è del tutto vera
      Abbiamo più punti nel ranking (e meno posizioni) a abbaimo battuto due volte la francia e una volta l’Irlanda e da quando siamo in CL almeno una partita nel 6N l’abbiamo portata a casa, imbarcate clamorose se ne son viste sempre meno e giochiamo quasi alla pari per 80′ per cui lo scopo a livello di nazionale non è ststo raggiunto ma si sta lavorando bene

      • eclipse 27 Gennaio 2014, 11:29

        Concordo.
        Non dimentichiamoci il quasi pareggio contro l’Australia e la quasi clamorosa vittoria contro gli Inglesi a Twickenham.
        Quello che è veramente difficile ora è fare un altro salto di qualità.
        Poi va be gli All Blacks e Springboks ce ne daranno tante tante altre,ma sono di un altro pianeta,AB soprattuto.

        • malpensante 27 Gennaio 2014, 12:09

          Pensa che una volta ho quasi trombato Carla Bruni, quasi vinto al superenalotto e quasi investito la suocera di Gianni.

          • Giovanni 27 Gennaio 2014, 12:23

            …sull’ultima delle 3, sarebbe partita la ola del forum! 😀

          • eclipse 27 Gennaio 2014, 13:19

            Ma vah,sul serio?

          • mezeena10 28 Gennaio 2014, 10:44

            ahahahah buona mal!

        • maz74 27 Gennaio 2014, 14:42

          L’unica cosa positiva dell’esperenzia in CL è stata la crescita fisica e dinamica dei giocatori, adesso per lo meno hanno 80′ nelle gambe

      • gian 27 Gennaio 2014, 17:28

        per carità, perdere di 3 invece che di 30 ha il suo senso, ma sempre perso si ha!

      • GiorgioXT 27 Gennaio 2014, 18:37

        Quando parlo di investimenti e risultati mi riferisco ovviamente a nazionale maggiore + giovanili , e quindi confermo che a fronte di costi sull’ordine di 5-6 milioni di euro SOLO per gli staff allenatori (bilancio FIR 2011) i risultati non ci sono proprio.
        La nazionale femminile è l’unica che possa vantare un trend positivo ed è quella che costa zero …

    • fr78it 27 Gennaio 2014, 10:16

      Quotone Giorgio! Ottimo riassunto di quello che è successo.
      Faccio fatica a capire come si possa dire che si sta lavorando bene? Cosa si è fatto o si sta facendo dopo l’ingresso in celtic? I risultati della nazionale sono stati quelli di prima fatta eccezione per la classifica dell’ultimo 6N che, visti i test-match estivi e autunnali, non può che essere considerata un evento straordinariamente eccezionale.
      Le prospettive sono tutt’altro che rosee, dal mio punto di vista, i problemi sono noti a tutti e le soluzioni bene o male sono sempre le stesse, basta leggere qualche post e vedi che tutti diciamo le stesse cose.
      Bisogna restituire il rugby al territorio, finanziare la crescita tecnica in cambio di risultati sportivi vincolanti, il resto verrà da se.

      • Giovanni 27 Gennaio 2014, 10:33

        L’una cosa non esclude necessariamente l’altra. Una federazione, di qualsivoglia sport, dovrebbe avere la capacità di lavorare parallelamente sia per l’elite che per la base. Una riforma del sistema è necessaria, ma dire che la CL non ha portato benefici o addirittura avrebbe danneggiato il nostro rugby, non è corretto. Le franchigie andrebbero collegate ciascuna ai club di Eccellenza (4 per oguna) e queste, a loro volta, collegate strettamente alle realtà territoriali sottostanti ed alle accademie. Inoltre la FIR dovrebbe lavorare di più per allargare la base dei praticanti (propaganda nelle scuole) e, nel contempo, ingaggiare specialisti stranieri per formare nuovi allenatori ed insegnanti italiani. Poi, non meno importante e non meno impegnativo delle cose elencate, ci sarebbe da migliorare il lavoro di coinvolgimento di sponsor ed investitori privati, nonchè raggiungere accordi più soddisfacenti (non solo dal punto di vista economico, vedi deludenti comportamenti recenti di RaiSport e Italia2) con media e produttori televisivi. Ovvio che per muoversi in tutte queste direzioni occorrono più soldi e, da quest punto di vista, la richiesta FIR di rinegoziare la tassa d’iscrizione alla CL ci sta tutta.

  9. carlo coniato 27 Gennaio 2014, 10:06

    è giusto che si incazzino per tutti i soldi spesi che poi vanno agli altri club ma togliere il celtic vorrebbe dire non dare ai nostri giovani un futuro nell’ alto livello qui in italia ,che quindi migrerebbero tutti all’ estero

    • Fabrizio 27 Gennaio 2014, 10:22

      Comunque, a pensarci anche Argentina e Samoa hanno tutti i migliori giocatori che giocano all’estero eppure sono sopra di noi a livello di ranking mondiale, ed è un evento portare a casa la partita quando le troviamo contro.. Questo per dire che se non facessimo più la Celtic e la crema dei nostri giocatori andasse all’estero, per la nazionale non sarebbe poi questo disastro, sempre che si porti l’eccellenza a livelli ben più alti degli attuali, investendo nella formazione di tecnici competenti dalle under 14 fino alle prime squadre, in modo da avere ricambi generazionali di qualità in tutti i ruoli… Contenti tutti… Non siamo più un peso per i british e rimaniamo a lottare per la top ten del ranking sperando nella generazione di fenomeni che ci porti magari in top five. Di più non possiamo fare…

      • malpensante 27 Gennaio 2014, 10:37

        Al di là della questione specifica, vorrei sottolineare che in Argentina si gioca a rugby, tanto e a tutte le età, a tutti i livelli dalle scuole ai professionisti (che fino ad ora andavano all’estero). E la nazionale è sempre stata lo specchio del movimento, inclusi gli emigrati, come lo è più o meno per tutti meno che per noi: il ranking della nazionale è anni luce da un teorico ranking del movimento, basta guardare cosa combinano i club in Celtic e soprattutto nelle coppe. E guardando nel complesso, che si stia lavorando bene mi sembra difficile da sostenere.

        • malpensante 27 Gennaio 2014, 10:44

          Dimenticavo, l’Argentina ha 41 mil di abitanti, una logistica un po’ più complicata e qualche soldino procapite meno di noi.

          • mezeena10 27 Gennaio 2014, 17:21

            e gia!

  10. Stefo 27 Gennaio 2014, 10:52

    Diciamo che il signor Probyn la realta’ italiana non la conosce motlo bene?Uno che afferma a chiusura articolo:

    “What makes Italy slightly different is that many of their top teams are effectively owned by large corporations (similar to how clubs operate in Japan) and those companies will probably cover a certain amount of player recruitment costs as clubs are developed in to European brands.”

    Chiaramente non ha chiaro di cosa parla, vede Benetton e pensa che in Italia ci siano 8 Benetton che investono nel rugby?Ha fatto un po’ di ricerca sugli sponsor che girano in Italia?Con tutto il rispetto di quegli imprenditori che mettono i loro soldi nel rugby italiano e lo mantengono comunque vivo non ci sono le Coca Cola, Kobe Steel, NEC, Toshiba, Honda, Yamaha che ci sono in Giappone (visto che il paragone col Giappone lo fa lui).

    • Giovanni 27 Gennaio 2014, 11:12

      Si, dà l’idea di avere una conoscenza molto approssimativa della realtà del rugby italiano, quasi per “sentito dire”. Come ha scritto qualcun altro qui, non vorrei che il vero obiettivo sia l’augurio che gli italiani smammino ed aprano il posto ad altre franchigie gallesi e/o scozzesi.

  11. Capitan Fracassa 27 Gennaio 2014, 11:00

    C.V.D. per crescere bisogna lavorare sui club. Investire una così alta quota del budget FIR su due squadre in Pro12 (e sulla nazionale) senza pensare ai club è una follia.

  12. Joest 27 Gennaio 2014, 11:43

    Che ci siano troppi vclkub, è vero, è figli anche della relatà provinciale del nostro rugby.

    Ma non è qui il problema. Il probema è il vertice. Si è pensato che bastasse entrare nel sei nazioni e nel Pro-12 per avere ricadute sulla base.

    Ma la base non ha vauto ricadute. Neppure economiche.

    • Emy 27 Gennaio 2014, 12:23

      Credo fosse abbastanza improbabile poter pensare che ci sarebbero state ricadute a cascata fino alla base senza costruire un sistema organico che potesse farcele arrivare.
      Non si può pensare di andare da qualche parte investendo e ragionando solo su due squadre e sulla nazionale, abbandonando di fatto tutti i campionati nazionali, Eccellenza inclusa, e disintegrando il sistema dei campionati giovanili nazionali a favore esclusivo delle accademie (e l’U18 in Francia ha beccato di fresco 58-0…).
      Le osservazioni si Probyn, nel loro essere superficiali e non documentate in modo impeccabile, sono proprio per questo straordinariamente lineari: “con le risorse risparmiate dalla Celtic si fanno investimenti nel campionato nazionale, che viene riformato, riorganizzato e alzato di livello, e altrettanto si può fare con la A e si rivede il sistema giovanile. Si usano così questi milioni, e magari anche alcuni giocatori e tecnici, come investimento nel SISTEMA rugby, perchè il MOVIMENTO nazionale, lungo tutti i suoi gradini, diventi BASE ed ESPRESSIONE della Nazionale”.
      Sarà superficiale, ma quanto a logica non fa una grinza. Ed è esattamente quello che tanti di noi vorrebbero vedere e si chiedono come caspita è che non viene fatto.

      • Giovanni 27 Gennaio 2014, 12:35

        Risparmiare, almeno in parte, risorse per la CL ed inverstirle sulla base è sacrosanto, ma uscire dalla CL andrebbe a discapito dell’elite. Con chi giocheremo al 6N ed ai mondiali, nell’attesa che la base, riformata a dovere, produca quei campioni che servano per confrontarci in modo adeguato col resto del pianeta?

        • Emy 27 Gennaio 2014, 15:02

          Io mica chiedo di uscire dalla CL: è l’articolo che partiva dal presupposto “se l’Italia uscisse…”.
          Il tuo discorso è sensato, però implica che, fermo restando le franchigie, venga attivata al contempo la riforma del rugby domestico: guardati attorno oggi e vedi tu se ti sembra una cosa reale ed in via di attuazione.

      • Rabbidaniel 27 Gennaio 2014, 12:50

        Il ragionamento fa grinze laddove ritiene che, con i soldi risparmiati dal Pro12, si possa mettere in piedi un campionato competitivo. Per me, se si investissero i soldi sulla formazione, andrebbe più che bene. Il problema è che un campionato così pensato, senza privati che investano, è destinato a essere poco competitivo. Ovviamente la gran parte dei top andrebbe all’estero e non attireresti stranieri di un minimo valore. Io ci vedo tanti tanti problemi nella linearità succitata e molta faciloneria.

        • Emy 27 Gennaio 2014, 14:58

          Infatti ho specificato che c’è molta approssimazione. Però, in una vista così dal di fuori, c’è una linearità che appare palese nella sua semplicità: l’investire sul campionato nazionale e sull’inserimento dello stesso in un sistema organico.
          In effetti io non avevo neanche pensato alla versione “campionato mantenuto dalla FIR”: è ovvio che ci devono essere gli sponsor privati. E’ altrettanto vero però che magari la FIR potrebbe, e non necessariamente vita natural durante, aumentare i contributi alle squadre, per cercare di far decollare un nuovo campionato ed un nuovo sistema. Fermo restando che le fondamenta di una qualsivoglia riforma, che sia con i soldi della CL o meno, passa per gli investimenti sullo sviluppo della base, del rugby giovanile e poi della serie A, per finire con l’Eccellenza.

  13. Rabbidaniel 27 Gennaio 2014, 12:33

    Questo signore della situazione italiana sa ben poco, è evidente, se fossimo stati in grado, in anni un po’ più floridi, di mettere su un campionato competitivo, non avremmo avuto bisogno del Pro12.
    Senza il Pro12 non si muore, ma a quel punto bisognerebbe rivoltare come un calzino la struttura dei tornei di Eccellenza e di A (cosa che si dovrebbe fare anche ora, per la verità, e che non si ha davvero intenzione di fare).
    È altresì sacrosanto, come rimarcava Stefo, che senza privati non puoi pensare a un congruo numero di squadre competitive. Mi pare, invece, che i soldi in Eccellenza siano pochi (con sparute eccezioni), i Benetton danno quanto danno e non si riesce a trovare una partecipazione privata per le Zebre.
    Come notava Kat, escludendo qualche mecenate appassionato, qual è l’attrattività del rugby, nazionale esclusa? Veramente bassa e si sta anche “sfruttando” la magra di sport tradizionalmente più diffusi e più vincenti (n.b. più vincenti) come volley e basket.
    Più facile a dirsi che a farsi.

  14. parega 27 Gennaio 2014, 13:08

    domanda : Ma voi ce li vedete i nostri dirigenti fir a restaurare tutto il movimento per migliorare le strutture e i settori giovanili , cioe’ migliorare la base per avere qualita’ maggiore per le squadre del massimo campionato ?

    • parega 27 Gennaio 2014, 13:12

      insomma volevo dire se li credete capaci di riformare il nsotro movimento al meglio ?

      • malpensante 27 Gennaio 2014, 15:25

        Arzàn, ce li vedo come Dracula a riformare l’AVIS.

        • Emy 27 Gennaio 2014, 15:33

          Ahahahahahahahahah grande!

        • parega 27 Gennaio 2014, 21:20

          aahahhahahahaha grandissimo !!! vedo che mi hai risposto che meglio non si puo’
          e allora se non abbiamo fiducia in quelli che comandano dove andremo in mano a loro ?
          p.s. : e non dite alla club house dell’amatori parma per favore

  15. WinstonSmith 27 Gennaio 2014, 13:23

    il baffuto gallese (intendiamoci, non so se è baffuto e nemmeno se sia gallese ma mi piace pensarlo così) forse tutti i torti potrebbe non averli: a guardare i numeri parrebbe anzi avere ragione, a guardare i fatti un po’ meno.
    Pochi giorni fa su SA Rugby Magazine è apparso un simpatico schema nel quale venivano riportati non solo i numeri dei tesserati nazione per nazione ma anche quello dei giocatori “male seniores” (però quantomeno per l’Italia non so da dove abbiano ricavato quest’ultimo dato): seguendo il ranking queste sono le cifre
    6° Galles 50.557/22.408 male seniores
    8° Samoa 23.372/7.690
    9° Scozia 38.500/11.687
    10° Argentina (numero non riportato)
    11° Fiji 36.030/8.000
    12 Tonga 6.891/3.049
    13° Italia 66.176/15.848
    Dai numeri (se fossero appena appena giusti) direi che il nostro problema più grosso non sembra la base quanto la capacità di formare la base. Tecnici più preparati e maggior raccordo tra chi deve preparare i tecnici direi che dovrebbero essere la priorità, forse anche più di vendere qualche migliaia di biglietti (ma li vendono davvero?) e poi dire “abbiamo riempito l’Olimpico”.
    Che i più talentuosi vadano all’estero a giocare credo sia giusto, sono professionisti e mi pare legittimo cercare di monetizzare le proprie capacità, ma personalmente preferirei che quelli che restano in Italia si misurassero tra di loro ogni maledetta domenica dando vita ad un campionato nazionale che magari riuscirebbe pure a collezionare un qualche minimo interesse di pubblico (e di sponsor). Fare le squadre di professionisti che arrivano ultime (o penultime) in Europa non mi pare possa dare ossigeno al movimento anzi, mi pare che sortisca l’effetto contrario.

    • Giovanni 27 Gennaio 2014, 13:53

      @WinstonSmith: ma quei numeri sono reali o gonfiati ad arte dalla FIR per giustificare maggiori finanziamenti/riborsi spese dal CONI…? 😉

      • Giovanni 27 Gennaio 2014, 13:56

        Anche gli InterCity di Trem’Italia fanno il 30% di ritardi in meno, rispetto a 10-12 anni fa…poi vai a scoprire che l’IC Napoli-Roma, con stesso identico percorso e fermate di allora, impiega esattamente 10 minuti in più (2h04 contro 1h54). Non so se mi sono spiegato.

  16. Machete 27 Gennaio 2014, 13:32

    ragazzi ma di cosa stiamo a parlare…….???
    avete visto i budget del top14…..solo quello dello Stade Toulousain è quasi praticamente quello dell’intera FIR…..una squadra come il Biarritz praticamente retrocessa ha 17m di budget..cifra che le nostre celtiche si sognano…..
    per non parlare della Premiership che è vero che hanno costi più contenuti (nemmeno cosi tanto cmq)….ma realtà ben più strutturate…..rileggere l’intervista di Masi di qualche giorno fa….
    di mecenati stranieri nemmeno l’ombra….quelli italiani si sono estinti da un pezzo…..ancora c’è qualche sparuto appassionato che ci mette di suo ma fino ad un certo punto ovviamente in quanto deve pur rendere conto a soci e dipendenti…..
    e ancora parliamo di puntare sull’Eccellenza…..ok se qualcuno è disposto a investire 100-120m per almeno 5/10 anni…..ma la vedo difficile…..
    quindi o pro12……oppure tutte le risorse sulla base…..sulle scuole sui maestri su chi deve insegnarti a saper muovere la palla le linee di corsa etc etc…… .gli argentini vanno all’estero non perchè vanno di moda ma perchè a 19-20 anni rispetto a noi sanno giocare a rugby…basta vedere i risultati delle ultime JRWC…..e il fisico non c’entra una minchia!!!

    • Rabbidaniel 27 Gennaio 2014, 13:37

      Però l’Argentina, oltre a un sistema di formazione anni luce davanti al nostro, negli ultimi anni hanno una squadra in Vodacom Cup e nel futuro 1 0 2 franchigie in SuperXV. Anche per loro la tecnica del cuculo non basta più.

      • Machete 27 Gennaio 2014, 14:32

        certo non si sa che impatto potrà avere l’entrata in SR da parte degli argentini anche dal punto di vista economico in quanto non si sa ancora nulla…..
        però è innegabile il fatto che prima di partire il professionismo si sono preoccupati di avere fondamenta ben solide……la presenza di giocatori argentini sta li a testimoniarlo….soprattutto in championship e prod2

      • San Isidro 28 Gennaio 2014, 02:17

        @Rabbi, comunque la squadra in Vodacom è una selezione domestica, non è una franchigia a sè…l’esperienza sudafricana durava solo un paio di mesi…ora invece si sposteranno in Australia per la PRC…
        @Machete, quest’anno gli argentini che militano in Pro D2 e in RFU Championship sono pochi…e in tema sottolineo ancora una volta che uno del calibro di Leguizamon meriterebbe ben altri palcoscenici della seconda divisione francese, per quanto il livello della Pro D2 sia sempre alto…

    • WinstonSmith 27 Gennaio 2014, 14:32

      formazione formazione formazione: abbandonare il “metodo Gianni Morandi” (uno su mille c’è la fa – da solo – e io punto su quello mentre gli altri continuino pure a bersi la birra e mangiare il panino con la salamina), introdurre obbligatoriamente nello staff delle società un preparatore atletico che insegni a correre ai ragazzi del minirugby (prima di saper passare placcare e percuotere bisogna saper correre, il nostro è uno sport che si dovrebbe giocare correndo e la corsa dovrebbe essere il primo fondamentale ad essere insegnato) e avere dei tecnici preparati e formati degnamente dalla U14 in poi

  17. Danthegun 27 Gennaio 2014, 14:07

    Questo è il mio primo post quindi vi chiedo pazienza.
    Questo articolo mi ha sollecitato a scrivere perchè il tema mi appassiona anche se non sono molto esperto delle realtà locali di Rugby (Formigine a parte visto che ci vivo).

    Per quanto riguarda la riforma dei campionati lancio una provocazione:
    perchè non lasciare che le britanniche si facciano un loro campionato e noi non mandiamo i nostri migliori a giocare in quel campionato oltre che nel top14?

    Noi potremmo organizzare un campionato a 8 franchige (suepr 8?) o a 16 magari invitando franchige in rappresentanza di paesi europei emergenti (un pò come eravamo noi in Celtc). Magari 10 squadre italiane e 1 squadra per ognuno dei paesi che partecipano al 6 nazioni B o solo dei paesi che partecipano alla Challeng Cup (Spagna, Portogallo e Romania?).

    Questo darebbe una caratura comunque internazionale ad un campionato che altrimenti sarebbe troppo locale.

    Parallelamente devono essere creati ad albero tornei sempre più locali che coinvolgano sempre più realtà territoriali e devono essere previsti sempre gli stessi anche per i settori giovanili e sempre collegati ad una franchigia in modo che la progressione dei migliori gioccatori sia più facile tra squadre della stessa franchigia fino ad arrivare al vertice nella squadra di super 8.

    Poi quoto tutti quelli che dicono che la base esisterebbe pure ma le poche risorse vengono spese male e non producono un livello medio qualitativamente alto ma solo qualche eccellenza ogni tanto che è in grado di misurarsi con gli standards internazionali.

    • Marte_ 27 Gennaio 2014, 16:20

      non mi sembra un’ipotesi percorribile un campionato aperto ad altre nazioni perchè non conviene all’ Italia e non vedo quanti soldi possano portare queste federazioni …
      Per me le strade sono due (e poco dipende dall’ Italia) :
      -o si rafforza la propria presenza in celtic con adeguata riforma delle accademie e terza franchigia
      -o si fanno armi e bagagli mettendo in piedi un campionato italiano (con l’auspicabile privatizzazione delle Zebre)

    • mezeena10 27 Gennaio 2014, 17:53

      base non è l’ eccellenza!

    • Katmandu 27 Gennaio 2014, 17:55

      @Danthegun benvenuto nell’arena 😉
      Ascolta come spiegavo prima in Italia mancano 2 cose per fare le franchige
      1. I soldi: non abbiamo in italia un prodotto vincente e non lo pubbliciziamo a dovere per il mercato nazionale per cui senza soldi niente pro e niente la differenza si sente da morire e i risultati della CC son li a dimostrarlo (negli ultimi 4 anni belle figure poche)
      2 mentalità: io son stato in Irlanda loro l’identita regionale e nazionale è bella forte, da noi no, facciamo un esempio pratico mettiamo che fate una franchigia con Modena e Parma, dove si gioca? Da dove vengono i soldi? Da dove vengono i giocatori?
      Insomma non so in emilia ma a parlare con un presidente veneto/friulano a caso i problemi son grossi e insormontabili

  18. gian 27 Gennaio 2014, 17:17

    l’unica soluzione per avere un campionato che, in qualche tempo, arrivi a livello anglofrancese, potrebbe essere quella di creare un campionato pro in due leghe (8 di prima divisione e 8 in seconda), oltre le quali non si retrocede, formate da squadre già esistenti o franchigie territoriali che versino di anno in anno delle consistenti somme a garanzia e a queste 16 realtà legare delle accademie U20 con un campionato parallelo, il resto delle società (anche legate a queste squadre) a fare un campionato dilettantistico tipo classico (ad es le romane formano i “gladiatori” franchigia e poi giocano la serie A come capitolina, lazio, FFOO), senza escludere, in un secondo tempo, l’ingresso di nuove realtà.
    inizialmente la fir dovrebbe lavorare pesantemente ed investire sulla formula, anche e soprattutto sulla promozione, ma come tutti dicono programmazione e superamento del campanilismo (e pochi schei) penso che impediscano qualsiasi tipo di scelte di questo genere

    • Rabbidaniel 27 Gennaio 2014, 17:40

      Come accade nel baseball, ma credo che nel rugby nessuno adotterebbe un sistema simile.

      • gian 27 Gennaio 2014, 18:55

        infatti questo sistema, in un paese come l’italia, penso che sia irrealizzabile, ma il misto di club e franchigie, che comunque, per quanto scarse, giocano un campionato competitivo con un’accademia pagata in parte dalla fir (meno di quelle ad oggi previste, stesso risultato, minor spesa), garantirebbe agli sponsor una certa visibilità, si potrebbe legarne i diritti televisivi a quelli della nazionale (visibilità sicura per gli sponsor), ed anche la presenza degli sponsor della nazionale sulle maglie delle squadre a fronte di pochi soldi in più (che andrebbero alle squadre), garantirebbe la concentrazione delle risorse, un legame tra base ed eccellenza, la possibilità di avere un’ascensore pro/non pro per i talenti a sorpresa e quelli che devono fare minutaggio, sarebbe una soluzione ideale (se non ci fosse il pro12, al momento la nostra miglior opzione)

    • Marte_ 27 Gennaio 2014, 18:02

      secondo me è fondamentale istituire franchigie territoriali.
      anche a costo di fare a meno di un pezzi importanti di storia del rugby italiano.non possiamo permetterci di lasciare allo sbaraglio più di metà paese…è un passo duro ma che va fatto

  19. jack13 27 Gennaio 2014, 18:31

    Guardate ragazzi, qualunque cosa succeda a me basta che il sabato ci sia una partita da andare a vedere al Battaglini e sono felice!

    • Katmandu 27 Gennaio 2014, 18:38

      Il battaglini ci sarà senpre da vedere secondo alcuni è se (come qulcuno vorrebbe fare) ci saranno le selezioni per un campionato nazionale magari il Rovigo giocherà in b o meno, diciamo se non verranno più Viadana Calvisano TV? O peggio ancora non ci saranno più i petrarchini?

  20. GiorgioXT 27 Gennaio 2014, 18:46

    Vedo il ripetersi di un vezzo tipicamente italiano : l’allergia al merito …
    ma vi dà così fastidio che siano i risultati fatti in campo a decidere chi debba giocare ed a quale livello ?
    Non non abbiamo nessuna necessità di franchigie od altre sovrastrutture per perdere quel poco di tradizione e cultura rugbystica che abbiamo (in Argentina si è iniziato a giocare a rugby quasi prima che in Nuova Zelanda …. e conta qualcosa), se si vogliono unire le forze questo è sempre possibile senza dover per forza creare delle nuove cerchie e caste di nominati.
    il nostro problema è che formiamo troppo pochi giocatori -> Possiamo fare selezione fra meno elementi -> ed in più abbiamo separato una parte dei giovani -> quindi introduciamo pure altre riduzioni non tecniche alla selezione.

    Iniziamo dal merito, a tutti i livelli… e le possibilità ci sono tutte : voglio fare una graduatoria delle società formatrici ? prendo in mano i modelli B e quelli dei direttori dei concentramenti (io FIR ce li ho già perché me li mandano…) e vado a contare quanti ragazzi sono scesi in campo per davvero, quante partite sono state giocate e da quante squadre … altro che “il numero dei tesserati” !

    • gian 27 Gennaio 2014, 19:04

      bisogna capire che obbiettivi ti poni, se pensi che tutto il movimento possa fare il salto di qualità hai ragione tu, se pensi che non ci siano le risorse per avercene per tutti, le eccellenze e le tradizioni devono essere disposte a ridiscutersi; la formazione e il club DEVONO essere alla base di qualsiasi sistema, ma quando si arriva al top del movimento, parliamo di questo periodo storico con i conseguenti impegni che implica essere pro, è impensabile che 4/5 società che vivono in un territorio ridotto, possano tutte aspirare a raggiungere grandi traguardi, o si fa sistema o si rischia di rimanere tutte delle realtà secondarie

    • San Isidro 28 Gennaio 2014, 02:24

      in Argentina si è iniziato a giocare a rugby ben 7 anni prima che in NZ…il Buenos Aires CRC è stato fondato dagli immigrati britannici nel 1864, ma ancor prima il rugby è passato per l’Uruguay, il Montevideo CRC risale al 1861 e rientra tra i primi dieci club più storici al mondo…

  21. agopea 27 Gennaio 2014, 20:31

    speriamo in 40 rugbisti all’ estero

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