Il lungo sabato celtico: la doppia sfida di Zebre e Benetton Treviso a Ulster e Blues

io apprezzo gli sforzi per creare gioco ed applaudo a questa nuova linea delle zebre, ma degli equidi vedi cosa faranno tre minuti prima, il massimo della varietà di gioco è attaccare con la seconda ondata o inserire l’estremo (ma bisognerebbe inserirlo negli intervalli e che passasse una volta bucato o, se vogliamo inserirlo sull’uomo, che serva per fissarne uno e creare sovrannumero), poi hai due ali grosse e le fai partire da ferme già dentro ai 15, se non 5, metri; tutti, e sottolineo, tutti gli avversari, sugli attacchi organizzati hanno 3/4 opzioni di gioco con linee di corsa diverse, che sia sul 10 (terze interne con uno tra centro/ala chiusa o estremo, mischiarolo e/o bussolotto esterni, + possibilità di sventagliare) che sul 12/13 (un mischiarolo all’interno e l’altro centro e l’estremo uno da una parte e uno dall’altra + ala fuori e anche 10 che fa il giro); poi ci stupiamo che noi si debba fare 30 fasi per andare avanti (basta puntarci uno per uno e placcare, non ci sono dubbi), mentre loro con due raggruppamenti fanno 50 metri (di solito ci sono più attaccanti che difensori, un dubbio o ritardo, pur minimo, sul placcaggio e ciao ecco il buco), ma se me ne accorgo io, non se ne rende conto nessuno dei tecnici? possibile che i loro giocatori all’interno di un quadro di gioco varino continuamente l’azione, mentre i nostri pare corrano su dei binari anche a costo di andare a sbattere su un palo?! mah…..