Sabato 5 ottobre, “Occupy Vigorelli”. Per il rugby e non solo

La Grande Milano dà vita a una giornata di manifestazioni simboliche e non per “sbloccare” lo storico impianto milanese

COMMENTI DEI LETTORI
  1. gian 4 Ottobre 2013, 20:02

    trovo la situazione vigorelli assurda, ma si può esattamente sapere su che basi è stato fermato il progetto, sì lo so che sono stati i ciclisti che non lo possono neanche usare, ma esattamente perchè?
    non è per far polemica, ma trovo delle stonature nella situazione, mi pare troppo paradossale e dato che raimondi è parte in causa, potrebbe spiegarcela esattamente?
    sia chiaro che chi vuole rimetterlo in funzione ha tutto il mio appoggio, ho visto troppa roba andare in vacca per la miopia di molti

    • Dane 5 Ottobre 2013, 14:42

      Perchè il Vigorelli è un monumento storico a vocazione prettamente ciclistica, ed essendo unanimemente considerato a livello internazionale il velodromo più famoso ed importante del mondo i ciclisti (che da oltre un decennio ne chiedono a gran voce il restauro, il ripristino e l’utilizzo) si sono appellati al Ministero dei Beni Culturali (che ha già espresso la volontà di concedere alla pista decreto di vincolo ed ha anzi annunciato di esser verso la fine del protocollo, rendendo quindi inattuabile il progetto vincitore del bando) perchè fermasse il Comune (che ha immotivatamente chiuso anni fa le porte del Vigorelli in faccia ai ciclisti, ha lasciato ammalorare la pista, ed oggi sbandiera tale inutilizzo forzato e conseguente ammaloramento della struttura per giustificare una decisione che ha interessi assolutamente extra-sportivi).
      Immaginate se in Inghilterra venisse inspiegabilmente chiuso Twickenham da un giorno all’altro, e dopo un decennio di mancata manutenzione si sfruttasse pretestuosamente il degrado della struttura per giustificare la sua conversione a velodromo per il ciclismo su pista (sport in ripida ascesa in Gran Bretagna).
      Ah già, la Gran Bretagna è un paese serio…

      p.s.: cosa c’entra parlar di incontri della nazionale a Milano col Vigorelli, di grazia?! Spero di aver capito male, se no c’è da ridere…

      • Dagoberto 6 Ottobre 2013, 12:32

        Caro Dane, come si dice, chiedere è lecito, rispondere è cortesia e in una Società che ha la presunzione di essere modernamente democratica tutti chiedono qualche cosa, tutti sono alla ricerca di qualche tutela o diritto a suo modo di vedere negato o smarrito, tutti o, diciamo, molti, troppi?, ritengono di essere nella condizione privilegiata di aver diritti più di altri, dimenticando che la libertà nostra incomincia, spesso, dove finisce quella del nostro vicino! Venendo al dunque, il Comune avrebbe chiuso anni fa le porte del Vigorelli in faccia ai ciclisti, dici, dimentichi però di precisare alcuni aspetti. La struttura non era impiegata già da anni per competizioni internazionali, organizzate ormai su piste più brevi, la struttura aveva costi di gestioni insostenibili per un’Amministrazione Comunale già particolarmente provata sotto l’aspetto economico e i, non meglio identificati ciclisti (chi sarebbero, tutti, nessuno, centomila?), non hanno mai proposto alcun progetto di sostenibilità economica svincolata dalle casse del Comune che, dal loro punto di vista, evidentemente, avrebbero dovuto sobbarcarsi la gestione ordinaria di una struttura con evidenti errori concettuali di progettazione; pista in legno all’aperto in una Città nel nord Italia più umida possibile. Non ti sei mai chiesto per quale motivo i più recenti palazzetti per ciclismo su pista hanno introdotto piste di soli 250 metri? Forse perchè i costi di copertura della struttura erano più affrontabili?

        • Dane 6 Ottobre 2013, 13:42

          Gentile Dagoberto, che significa “chiedere è lecito, rispondere è cortesia”?!
          Non mi pare di esser stato scortese o maleducato nei confronti di nessuno, ho risposto il più brevemente possibile ad una domanda tranchant.
          Per il resto l’argomento è molto articolato e non di facile comprensione, posso però assicurarti di non aver bisogno di chiedermi nulla perchè sono informato su tutto tanto da non aver paura di dirti che posso facilmente smentire tutto (ma proprio tutto, eh?! Riga per riga!) ciò che hai scritto (a partire da alcune menzogne spacciate dall’amministrazione comunale per giustificare il proprio progetto, che tu mi pari riportare paro paro, fino alle norme regolamentari sulle misure della pista, che vengono sempre mistificate pretestuosamente dagli interessati…) nel caso tu fossi interessato.
          In realtà basterebbe che tu cercassi in rete e scopriresti che tali argomenti sono già stati ampiamente e più volte smentiti (yawnnn…), in ogni caso io eventualmente sono qui a disposizione.
          Questo se vogliamo aprire una discussione seria e civile; se invece qualcuno vuole andare avanti a botte di slogan, menzogne ed alibi assortiti – senza accorgersi di essere subdolamente strumentalizzato dal Comune per i propri scopi – si accomodi.
          A quel punto l’unica risposta non potrà che essere quella del Mibac che ha recentemente ribadito che la pista del Vigorelli (che piaccia o non piaccia è un monumento del ciclismo e non può essere trattato come una qualsiasi palestra di periferia a cui trovare una funzione) è imprescindibile quindi il vincolo è inevitabile ed essendo verso la fine dei lavori il protocollo avverrà in tempi brevi, rendendo inutili sia la propaganda di facciata del Comune che certi eventi demagogici.

          Senza rancore, Dane.

          p.s.: senza per questo sputare sull’evento presentato in questa pagina che, al netto della strumentalizzazione pelosa del Comune, è un’iniziativa bellissima che andrebbe presa ad esempio e replicata il più possibile.

          • Dagoberto 6 Ottobre 2013, 20:14

            è evidente che la mia ironia non è stata colta; con chiedere è lecito, rispondere è cortesia non mi riferivo a te in particolare, non so neanche chi tu sia, come faccio a sapere quali siano i tuoi interessi e/o interventi nel sociale. Nell’utilizzare questo conosciuto modo di dire, intendevo sottolineare come al giorno d’oggi chiunque, ma proprio chiunque, singolo cittadino piuttosto che associazione in qualsiasi forma organizzata, ritiene di avere pretese da avanzare, diritti da salvaguardare, soprusi da vendicare, senza alcuna valutazione di quelli che possono essere interessi e valori più alti o, più semplicemente, meno specifici. Chissa se si sia costituisca anche un’associazione in difesa del giro d’Italia con i tappi delle bottiglie, antico gioco ormai soppiantato dalle moderne, ma volgari e assuefacenti play station
            🙁
            Venendo al dunque, personalmente se il Comune abbia propri scopi (a parte che il sig. Comune non esiste, semmai tali scopi sarebbero di qualche politicante o di qualche corrente politica con pochi scrupoli; peccato che da come dici, la questione sarebbe partita con una maggioranza politica per giungere a quella attuale diametralmente opposta, complici pur con interessi politici così diversi?) che coincidono con quelli della collettività non mi sembra proprio un problema, un po’ di sano pragmatismo laco farebbe solo che bene in questo mondo un po’ troppo radical chic. Fare del Vigorelli un moderno palazzetto, a mio modesto parere, è azione socialmente molto più alta che farne un monumento inoperoso e polveroso come, purtroppo, succederà perchè le biciclette non ci entreranno mai senza le necessarie norme di sicurezza che, attualmente, con una pista in legno seminata di tasselli fuori dalle loro sedi non è certo presente e mai qualcuno sarà disposto a spendere soldi su soldi per una continua manutenzione che una pista in legno a cielo aperto necessiterebbe. Qui di demagogica c’è solo la tua di posizione e di chi, come te, sta contribuendo a regalare a Milano un altro monumento quale i tanti, con o senza cavallo, già presenti nelle piazze di Milano, ma quelli, almeno, sono portatori di un pensiero artistico e culturale, mentre quando guardi adesso il Vigorelli da fuori ti trasmette solo tanta tristezza!
            Senza rancore, Dagoberto

          • San Isidro 6 Ottobre 2013, 22:12

            Ciao Dago, scusa l’OT, volevo sapere se avevi visto la mia risposta alla tua domanda sul perchè la Rugby Roma ha i colori bianconeri nell’articolo sul Tre Fontane della settimana scorsa…

  2. Dagoberto 7 Ottobre 2013, 11:31

    San Isidro, non avevo ancora letto la tua bella ed esaustiva descrizione storica dei motivi alla base dei colori sociali del rugby roma, molto interessante e curiosa tutta la vicenda. Purtroppo, dopo un paio di giorni al massimo è difficile che i commenti agli articoli continuino e, quindi, si perde un po’ il seguito ai temi affrontati; d’altro canto questo non è un forum, ma un blog dove è possibile commentare gli articoli postati dalla direzione. Certo, visto l’alta partecipazione, forse introdurre uno spazio a tema libero potrebbe esssere un valore aggiunto per ON RUGBY. Certo, Roma ha sempre rappresentato un tessuto culturale molto prolifico per il rugby, molto più di quanto possa apparire da un’analisi superficiale della situazione attuale che solo in questa stagione ha ottenuto il giusto riconoscimento con 3 rappresentative in eccellenza.

  3. Dane 7 Ottobre 2013, 11:42

    No, Dagoberto, all’accusa di demagogia non ci sto. La demagogia è quella di chi parla populisticamente di interessi della collettività quando proprio questi si scontrano con la speculazione in atto sul Vigorelli. La demagogia è quella di chi ancora continua ad insistere su menzogne come la non omologabilità regolamentare della pista per giustificarne lo smantellamento pro-domo propria. La demagogia è quella di chi ancora insiste sull’ammaloramento della pista quando basterebbe un minimo restauro per ripristinarla. La demagogia è quella di chi ancora millanta l’impossibilità di manutenzione per la pista in legno quando ciò sarebbe un valore aggiunto ammortizzabile con 2 eventi. La demagogia è quella di chi blatera di struttura multidisciplinare essendo così cieco da non accorgersi che la convivenza tra sport prevista dal progetto vincitore è puramente teorica ma irrealizzabile dal punto di vista pratico.
    Il tutto condito dalla consueta arroganza del popolo più individualista del mondo che professando il volgare “mors tua, vita mea” pretende di imporsi con la forza perchè “chi se ne frega degli altri”.
    Mi raccomando, poi tutti a piangere quando il satrapo calcio non concede spazi a quelli che i giornalisti definsicono vomitevolmente “sport minori”, eh?!…

    Saluti, Dane.

  4. Dagoberto 7 Ottobre 2013, 20:50

    Non ti piace demagogia, bene, sostituiscila con utopistico, perchè è utopistico pensare di trovare qualcuno che sia disposto a mantenere e gestire una pista in legno all’aperto, ma dico io, non ti sei mai chiesto perchè la pavimentazione delle strade non è fatta con tavolati di legno, perchè i tetti sono ricoperti da ciottolati, insomma, viva dio, ma non è necessario fare un corso di ingegneria per capire i problemi che una pista così concepita crei a livello manutentivo e di costi di gestione ordinari. Bisogna farsene una ragione, il Vigorelli è figlio delle tecniche e prassi costruttive della prima metà del secolo passato. Vuoi che diventi un monumento, che sia, ma non pensare di poterlo rivedere utilizzato ancora così com’è perchè non capiterà. Tra l’altro, le problematiche connesse con tale pavimentazione non sono neanche prevedibili, nel senso che, day by day, puoi trovarti con un tassello che gonfiatosi per l’umidità sia uscito dalla propria sede creando evidenti problemi per la sicurezza dei ciclisti che malauguratamente potrebbero passare con le ruote sopra, altro che aprire il Vigorelli al pubblico utilizzo, ma chi se la prenderebbe la responsabilità di garantire la sicurezza e l’incolumità dei frequentatori. Infatti, oltre alle tante parole, alle tante lamentele, alle tante pretese di associazioni ed appassionati delle due ruote a scatto fisso, nessun progetto serio con tanto di bilancio economico sostenibile è stato mai presentato per una sua gestione, solo pretese, tante pretese che il Comune si accollasse tali spese per accontentare qualche centinaio di irriducibili. Poi, quale speculazione? Intendi interessi trasversali, complicità con chi abbia vinto il bando e anche se fosse, farebbero del Vigorelli un posto di interesse per la collettività? Verrebbe arricchita Milano di un palazzetto dello sport ora mancante? Se la risposta e sì non vedo quale sia il problema, sei parenti di un concorrente di chi ha vinto il bando? Anche l’accusa d’individualismo, poi, mi sembra fuori luogo, ma come, il progetto è multidisciplinare, mentre tu vorresti riservare il Vigorelli ai soli appassionati delle 2 ruote a scatto fisso, fenomeno che starà anche lievitando, ma a quante persone può veramente interessare? Quanti sono capaci di andare in sicurezza con una bicicletta a scatto fisso, anzi, molti di questi rappresentano anche un problema per il traffico cittadino non avendo freni accessori per rallentare la corsa, se non la capacità, se c’è l’hanno, di bloccare la pedalata con tecnica e fisicità che non sono certo alla portata delle generalità delle persone, spesso si lasciano andare ad imprevedibili scelte tra le auto in coda. Mi tocca chiudere recitando il leitmotiv di una famosa canzone italiana: Parole, parole, parole (pausa) parole, parole parole (pausa) parole, parole, parole(pausa), parole, soltanto parole e nulla più ……

    • Dane 7 Ottobre 2013, 22:04

      Dagoberto, io non so se tu sia goffamente disinformato o terribilmente in malafede, fatto sta che stai ripetendo a nastro tutte le falsità e le menzogne portate avanti da chi aveva interesse a smantellare la pista.
      Con la storia poi del “tassello che gonfiatosi per l’umidità sia uscito dalla propria sede” (ma lo sai come funziona la manutenzione di un velodromo?!), la barzelletta della multidisciplinarità del progetto vincitore (ma te ne intendi di omologazioni?!) e quella del “riservare il Vigorelli ai soli appassionati delle 2 ruote a scatto fisso” (dove l’avrei scritto, di grazia?!) dimostri di essere passato direttamente al terrorismo mediatico, segno che la “discussione seria e civile” che auspicavo all’inizio è impossibile. Pertanto non ha nemmeno senso ch’io mi metta a smentire tutte le falsità di cui hai riempito questa pagina (perchè puoi andare avanti a ripeterle all’infinito, ma – in buonafede o in malafede che tu sia – sempre falsità restano).
      Quindi per il momento respingo l’invito al flame evitando adeguato trollaggio, dopodichè quando vorrai intavolare una discussione seria io resto sempre a disposizione.
      Per il momento festeggio l’ottenuto vincolo bevendomi una pinta alla faccia dei Marchesi del Grillo di questo paese…

      • Dane 7 Ottobre 2013, 22:29

        p.s.: comunque quella del legno all’aperto “figlio delle tecniche e prassi costruttive della prima metà del secolo passato” (quindi non esistono più al mondo barche in legno, no?!) è bellissima, ancora rido…..

        • Dagoberto 8 Ottobre 2013, 00:40

          questa tua precisazione evidenzia l’approssimazione con cui affronti e, probabilmente anche chi come te sponsorizza ciecamente una rinascita ideologica del Vigorelli prima maniera, i temi tecnico economici che sono alla base di una gestione sostenibile di una tale struttura. D’altro canto, leggendo i tanti deliranti irrealistici commenti sui forum dei cicloamatori non mi meraviglio più di tanto. Il legno è stato per anni, decenni, secoli uno dei materiali principali utilizzati dall’uomo per le proprie costruzioni. Poi, però, l’evoluzione naturale ha suggerito l’impiego di altri materiali che, non credo sia necessario elencare, è sufficiente che ti guardi un po’ attorno a te mentre vai in giro in bicicletta in una qualsiasi città. Uno dei motivi per cui il legno è stato sostituito è proprio la sua minore durabilità nel tempo. Le barche in legno si fanno ancora, certo che si, ma hanno costi di manutenzione, oltre che d’acquisto, notevolmente superiori e rappresentano certamente una fascia d’elite del mercato. Inoltre, il problema maggiore dell’acqua a contatto con il legno si ha quando il materiale umido viene messo in contatto con l’aria, l’ossigenazione, infatti, fa fermentare il materiale che, inoltre, con l’evaporazione della parte acquosa si gonfia letteralmente. Le barche, notoriamente, rimangono immerse nell’acqua e, comunque, una barca in legno stagionalmente richiede il doppio d’interventi di una in vetroresina.Il Vigorelli fu costruito con la pavimentazione in legno per esaltare le possibilità velocistiche degli atlleti, tant’è fu sede di molti record, ma i problemi di manutenzione nacquero molto presto e non certo per inoncuranza o abbandono, ma per le peculiarità proprie del materiale usato, legno di pino, e una mancata completa protezione dall’acqua e dal gelo – il Vigorelli, per via delle sue dimensioni, non ha una copertura totale, ma solo in corrispondenza dei posti a sedere – eventi che in una città come Milano non sono certo rari. Basta scorrere la cronistoria del velodromo per conoscere i tanti interventi di manutenzione straordinari che ha dovuto incontrare negli anni. D’altro canto se i nuovi velodromi li fanno sempre più spesso in materiale cementizio un motivo ci sarà, non credi.

          p.s. un suggerimento per poter essere più credibile, piuttosto che accusarmi di dire menzogne e falsità, potresti cercare di obiettare con controdeduzioni ed informazioni contrarie alle mie di esternazioni e lasciare ai lettori libertà di giudizio 😉

          • Dane 8 Ottobre 2013, 11:21

            Dagoberto, ma lo scappellamento è a destra o a sinistra?!
            Io posso “cercare di obiettare con controdeduzioni ed informazioni contrarie alle (tue) di esternazioni e lasciare ai lettori libertà di giudizio” nell’ambito di una discussione civile ed onesta. Quando scrivi falsità, confondi le carte o ti incisti su ostacoli risibili per mantenere la posizione (ripeto: non so se per interessata malafede o innocente disinformazione) smentire quanto scrivi è del tutto inutile perchè ti darei solo il destro per l’ennesima supercazzola di risposta. Del resto è la strategia che da mesi hanno scelto gli oppositori del Vigorelli.
            Solo che questa strategia può funzionare agli occhi del popolo bue ma non agli occhi di chi è informatissimo sul tema. Esempio:

            1) Tu parli di costi di manutenzione straordinaria, ma il punto proprio è proprio quello: non devi arrivare alla manutenzione straordinaria! Se esegui la manutenzione continua, controllando il manto (sai cosa sono un “direttore tecnico”, un “direttore di pista” e un “tecnico di pista”?!) ed intervenendo quotidianamente i costi sono irrisori e facilmente ammortizzabili (la cui manutenzione annuale costa infinitamente meno del solo stivaggio. Lo stivaggio, eh?! Perchè poi se vuoi ridiamo dei costi di montaggio e manutenzione della pista smontabile millantata – perchè in realtà non era assolutamente prevista – dal progetto vincitore: informarsi please, basta una mail per avere un preventivo…)
            Te l’ho già detto, bastano due eventi l’anno per ammortizzare i costi, chiaro che devi avere un amministrazione illuminata e competente: com’era quella sul fatto che “i temi tecnico economici che sono alla base di una gestione sostenibile di una tale struttura”?!…
            2) “Il Vigorelli è figlio delle tecniche e prassi costruttive della prima metà del secolo passato”?! E infatti per quello è stato tutelato dal Mibac, se poi a te (come ad altri) rode perchè speravi di farci il campetto per il tuo sport preferito (e fanno pure la morale sugli interessi della collettività!), sinceramente chi se ne frega. Anch’io sono un appassionato di rugby (io il 22 marzo 1997 ero a Grenoble, eh?!), non per questo spero radino al suolo il Duomo o il Teatro alla Scala per farci uno stadio di rugby.
            In compenso al Vigorelli sarebbe possibile pedalare sulla storia, che sarebbe un po’ come fare la sauna nelle terme romane. Troppo romantico per chi vede solo l’alternativa tra monumenti fatiscenti e stadi cornucopia, eh?!
            Ne parleremo quando Cookson deciderà di trasformare in velodromo Twickenham…
            3) Con l’ottenimento del vincolo al Vigorelli sarebbero perfettamente possibili tutte le discipline previste dal progetto vincitore. Tutte tranne il rugby! Quindi è evidente che qui il problema non è tanto la multidisciplinarità della struttura per una sua sostenibilità economica, quanto fare a tutti i costi uno stadio per il rugby:
            Il che pare inquietanti scenari sui giochetti dietro le quinte, con due assessore che negli ultimi mesi sembravano Assessore al Rugby invece che all’Urbanistica o allo Sport.

            Insomma, riassumendo: dici che “chiedere è lecito rispondere e cortesia” e poi ti schieri contro chi ha legittimamente chiesto al Mibac un provvedimento in passato concesso a strutture meno importanti del Vigorelli (Velodromo Baffi di Crmeona, Motovelodromo Coppi di Torino, informarsi), parli di manutenzione del legno come se si parlasse di un ponticello sul torrente e non conosci le pratiche manutentive di una pista, parli di multidisciplinarità del palazzetto e non hai nemmeno ragionato sul fatto che il progetto vincitore presenta dei grossissimi bug di convivenza (ci sono ad esempio problemi di omologazione dei diversi terreni sintetici) che sarebbero inesistenti semplicemente rinunciando al rugby, butti lì pezzi di storia raccontata un po’ come ti fa comodo (al Vigo si stava correndo una manifestazione quando fu fermata per l’11 settembre: da lì in poi non venne più riaperto, quindi dire che lo chiusero perchè “non era impiegata GIA’ DA ANNI per competizioni internazionali” è falso, com’è falso dire “organizzate ormai su piste più brevi”: l’obbligo della pista a 250 metri è previsto solo per Mondiali ed Olimpiadi, tant’è che a Fiorenzuola si corre su pista di misura pari al Vigorelli una 6 Giorni Internazionale e il record di velocità nella specialità Sprint è stato ottenuto l’anno scorso sulla pista di Mosca durante QUALIFICAZIONI Mondiali, anch’essa con misure paritetiche a quelle del Vigorelli. E questo l’assessora Bisconti lo sa benissimo perchè le è stato detto in faccia da chi di dovere, però chissà perchè continua a millantare la non omologabilità della pista. E i cavedani abboccano e le vanno dietro…), mischi le carte con argomenti che non c’entrano nulla (non è facile andare in scatto fisso?! Non è facile nemmeno centrare un drop, allora chiudiamo tutti i campi da rugby?! Ma che discorsi sono?!), parli di collettività e non sai nemmeno quanti sono i potenziali praticanti del bacino d’utenza del Vigorelli (che vanno ben oltre il numero di tesseramenti, già questo di per sè schiacciante), infine condisci il tutto con puro terrorismo su listelli che salterebbero via all’improvviso (magari durante un arrivo in volata, con caduta collettiva sul traguardo, bici schizzate in tribuna, morti e feriti, BOOOMMM!…) che fa ridere chiunque abbia vissuto e praticato il Vigorelli.

            Ecco, questo a proposito di “suggerimento per poter essere più credibile”, sai, giusto per “evidenziare l’approssimazione con cui affronti i temi”, poi se vuoi smentisco anche tutte le altre inesattezze che hai seminato in giro per la pagina (tipo quella del “i non meglio identificati ciclisti non hanno mai proposto alcun progetto di sostenibilità economica svincolata dalle casse del Comune”), tra una supercazzola e l’altra con cui si cerca di giustificare un tentato scempio “pro domo propria”… (cit.)

            p.s.: insomma, c’erano dei fondi stanziati da anni per il restauro del Vigorelli, che è un monumento del ciclismo (ma non solo), “qualcuno” voleva a tutti i costi uno stadio per il rugby ed ha deciso di farselo al Vigorelli sfruttando quei fondi in barba ad una disciplina grazie alla quale il Vigorelli è diventato famoso in tutto il mondo, quindi ha dato il via ad un teatrino di disinformazione per giustificare lo scempio ed ha cominciato a leccarsi i baffi.
            Però qualcuno s’è opposto ed in maniera assolutamente legittima e legale ha fatto valere le proprie ragioni (a differenza di chi, con arroganza e prepotenza, ha optato per pressioni ambientali e irretimento prezzolato e adesso rosica facendo la vittima.

            Vista così, sai che sto vincolo mi fa ancora più piacere?!…

  5. Dane 8 Ottobre 2013, 12:02

    p.s.: che poi la possibilità del rugby all’interno del progetto vincitore è tutta da dimostrare, il progetto ideale per il rugby era un’altro dei 10 finalisti. Basterebbe informarsi e visionare i progetti, quando uno invece si fa abbindolare dalla propaganda politica si ubriaca di demagogia e vede doppio…

    • Dagoberto 8 Ottobre 2013, 13:14

      Dane, guarda, se hai il desiderio di credere di aver obiettato con questioni razionalmente condivisibili, te lo lascio credere, non mi interessa convincere chi non vuole convincersi. Certamente, il tuo castello di convinzioni starebbe in piedi solo immaginando una regia occulta (di chi poi non è dato a sapersi) che si è prodigata irriducibilmente per più anni, decenni contro quello che ritieni essere un monumento solo perchè qualche ciclista ci abbia vinto qualche medaglia; l’ennesima versione di orwelliana memoria tanto di moda negli ambienti radical chic, non credi sia una tesi un po’ troppo fantasiosa, diciamo inverosimile? Se questo, poi, dovesse essere il metro di misura per l’elezione dei monumenti storici, dovrenmmo avere tanti monumenti quanti successi l’Italia ha mietuto nello sport! Per il resto, cosa poter aggiungere, il Vigorelli sarà eletto monumento nazionale, bene, ne sarò lieto, mi spiacerà solo dovermi accorgere di aver avuto ragione nel registrare la difficoltà di trovare qualcuno disposto a prenderlo in gestione e vederlo, quindi, morire nella polvere fino all’innevitabile divieto d’accesso al pubblico per intervenute carenze delle norme di sicurezza, a seguito dell’intervenuto degrado per una continua mancata manutenzione ordinaria che un uso economicamente non certo sostenibile, come quello attuale, determinerà inevitabilmente negli anni.

      • Dane 8 Ottobre 2013, 15:10

        Dagoberto, mi hai chiesto smentite specifiche, te ne ho date alcune. Cosa vuoi di più, regolamenti, perizie, consulenze, preventivi, business plan?! E’ tutto in rete, basta cercare. Poi se vuoi insistere (magari sulla misura non regolamentare della pista, su cui si espresso chiaramente Elia Viviani dalle pagine del Corriere della sera proprio ieri) insisti, nemmeno io posso convincerti a tutti i costi (però posso invitarti a sfogliare qualche regolamento: quello dell’UCI è online, eh?!).
        Io di “gombloddo” in senso biscardiano non ho parlato, però nemmeno posso accettare il populistico qualunquismo de “se per anni nessuno si è interessato al Vigorelli un motivo ci sarà….”
        Certo che c’è, dopodichè non è un motivo accettabile (così come non è motivo accettabile che una volta vedevo la finale scudetto del rugby in diretta tv sulla Rai ed oggi devo dividermi tra pay-tv e streaming pirata!) e per questo tanta gente (tanta, tantissima, tu non immagini nemmeno quanta!) da più di 10 anni conduce una battaglia a favore del Vigorelli.
        L’utilizzo della pista è assolutamente sostenibile dal punto di vista economico, forse non lo sai tu che te l’hanno raccontata diversamente (sai quanto costerebbe la manutenzione ordinaria?! E sai quanto costerebbe il solo stivaggio di una pista smontabile come quella millantata dall’assessorato?! Tu parli del degrado del legno all’aperto, ma credi che i giunti di una pista smontata possano essere conservati in una cantina o a temperatura ambiente?!), dopodichè sarebbe il caso che, al di là della questione della pista, vi informaste meglio sul progetto vincitore perchè avreste delle brutte sorprese: ripeto, ti intendi di regolamenti, misure del campo, norme di sicurezza ed omologazione dei diversi terreni sintetici?!
        Se il rugby è così sport emergente ed ha così tanti soldi come millanta qualcuno, si faccia il suo stadio da un’altra parte (e sarò il primo a frequentarlo, ammesso che sia questo il problema per cui ha Milano il rugby abbia sempre fatto fatica a decollare…), ma lasci perdere il Vigorelli che non è cosa sua.
        Nemmeno in quel papocchio di progetto in cui le ignoranti (per loro stessa ammissione) in materia assessore hanno pensato di scovare l’uovo di Colombo: in rete trovi facilmente sia il progetto vincitore che quello di un altro studio finalista che prevedeva uno stadio espressamente concepito per il rugby. Basta leggersi il regolamento del rugby e prender due misure col righello per accorgersi della presa per i fondelli…

        p.s.: supercazzole e giochi delle tre carte (siamo partiti dal legno all’aperto e siamo passati alle accuse di complottismo…), spocchia da Marchese del Grillo (carino il sarcasmo su “qualche ciclista che ha vinto qualche medaglia”, non è colpa mia se tale storia a Milano non ha riscontri di egual peso sociale nel rugby: giusto perchè vuoi metterla su chi ce l’ha più lungo…), gufate catastrofiste interessate (ah, sì, sì, col rugby invece sì che il Vigorelli avrebbe fatto il botto, come no!). As usual, ma l’avevo predetto…

        • massi508 10 Ottobre 2013, 13:55

          @Dane posso ringraziarti? sei riuscito a scrivere tutto quello che da tempo tentavo di fare ma non ci riuscivo.
          Altra piccola nota: per capire come funziona il rugby milanese basterebbe guardare all’ultimo articolo di marco pastonesi e ai commenti che ne seguono (che tra l’altro ritengo giusti).

  6. Lorenzo70 10 Ottobre 2013, 18:25

    Carissimi Dane, Dagoberto, massi508
    spero proprio vi rendiate conto di quanto siete fuori luogo in questo posto, quanto siete lontani da quello che ci piace del nostro sport, quanto siete inconfutabilmente ANTIPATICI!
    Detto questo, liberi di andare avanti all’infinito nel vostro puntiglioso battibecco, vi auguro tutto il meglio, a presto
    Lorenzo

    • mike 11 Ottobre 2013, 13:00

      Purtroppo questa è un’altra triste storia italiana, dove è possibile vedere un bel po’ di cause del nostro declino: i beni culturali che confondono difesa del patrimonio con immobilismo a priori (e non mi riferisco solo al Vigorelli) impedendo di fatto che ogni generazione lasci il proprio segno sulla storia. Sono però gli stessi che si riempiono la bocca parlando di quanto funziona bene tutto all’estero, di quante sperimentazioni si fanno… Dane citava UK, ricordo soltanto che Wembley è stato DEMOLITO nel 2003 e rifatto secondo le nuove esigenze dello sport contemporaneo, dando così un grande segnale di dinamicità sociale. Pensa se in Italia avessimo fatto una cosa del genere, e sto parlando di Wembley…
      A questo si aggiunge la difesa ad oltranza d’interessi particolari, esibizione di diritti acquisiti che nessuno ha mai concesso: non so quale sia la soluzione migliore per il Vigorelli, personalmente vedo la crescita del rugby in città come un fenomeno molto interessante e da appoggiare. Conosco meno il mondo del ciclismo. So però che sono anni che il Vigorelli è stato lasciato al proprio destino (non bisogna essere un esperto per notare i segni di decadenza) e non è un’argomentazione populisticamente qualunquista: sono fatti. Un’altra cosa che in Italia conta poco. Allora io mi chiedo, usarlo per il rugby non sarebbe più utile alla comunità. Ci sono dei progetti alternativi fattibili e con tempi certi?
      Con quale autorità si afferma “il rugby lasci stare il Vigorelli che non è cosa sua?”. Sono solo un cittadino che vive a Milano, non ho preclusioni nei confronti di nessuno sport ma ce le ho nei confronti dell’immobilismo. Dico solo una cosa: se il risultato sarà che non verrà fatto niente con il Vigorelli, per la triste soddisfazione di pochi impedendo a tanti cittadini di poter usufruire di un “servizio” migliore in ambito sportivo, bisognerebbe fare una class action contro i responsabili. Deve essere chiaro chi sarà il responsabile. Non è possibile che alcuni funzionari – pagati da noi – si permettano di impedire lo sviluppo dello sport in città.

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