5 ottobre, quando il rugby occuperà il milanese “Vigorelli”

Grande Milano organizza un’occupazione simbolica della struttura su cui pende un parere ministeriale che potrebbe fermare i restauri

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Katmandu 26 Settembre 2013, 09:11

    cosa occupano? un impianto che al momento non si puo’ ristrutturare? tutta la mia solidarieta’ ai rugbysti milanesi ma non penso sia la strada giusta. piuttosto picchettiamo casa di pisapia 😉 sono ironico!!!

    • Larosa 26 Settembre 2013, 09:21

      Io sono per picchettare le teste dei ciclisti in questione…

    • lupo 26 Settembre 2013, 09:22

      la giunta ha approvato i lavori, è roma che li ha bloccati su richiesta di qualche ottuagenario pedalatore

    • DaniS 26 Settembre 2013, 09:22

      bhè, dall’articolo si capisce che il termine è usato in maniera puramente simbolica.
      Ottima idea invece, un modo per dire “hey, noi siano qui. voi che fate?”

    • ugotruffelli 26 Settembre 2013, 09:26

      Ho un’antipatia per i comitati a posteriori… (parlo in questo caso del ricorso dei ciclisti).

      • DaniS 26 Settembre 2013, 09:42

        Quanta ragione.
        Gli abbiamo toccato il giocattolo che non usavano da anni.

        • massi508 26 Settembre 2013, 15:15

          i comitati non sono a posteriori, il comitato che si è opposto (e lo ha fatto bene visto che si è dovuto muovere un ministero) cerca modi per ricominciare ad usare la pista del vigorelli da tempo, ignorato dalle amministrazioni che si sono succedute in città e dalla federazione ciclistica italiana. Tutto questo per chiariare la questione ciclistica, centro di tutti gli odi repressi degli utenti di questo blog (sembra).
          un’altra cosina che sarebbe bene ricordare è che al momento, in città, vuoi per via delle mode o di cos’altro, sono decisamente più i ciclisti (urbani, hipster, fissati,…) dei rugbisti.

          • San Isidro 26 Settembre 2013, 17:38

            non sono di Milano quindi tante dinamiche sulla questione non le conosco, ma penso sia normale che in un forum di rugby i vari appassionati di palla ovale (tra cui me) difendano le loro ragioni, sarebbe il contrario in un forum di cicilisti, non credo che qui nessuno abbia odi repressi verso i ciclisti…
            ps: non è poi il massimo esordire su un forum di rugby marcando la superiorità numerica di atleti di un determinato sport a discapito dei rugbysti…magari è anche vero che a Milano ci sono tanti ciclisti, ma bisogna distinguere quelli che lo fanno per sport da quelli a cui piace soltanto prendere la bici per farsi un giro o spostarsi in città, mica vanno tutti al Vigorelli…e poi, perdonami, ma il rugby a Milano e provincia sta crescendo molto, non ci sono squadre di livello, però ci sono moltissimi tesserati, soprattutto a livello giovanile…anzi, il territorio meneghino ha uno dei movimenti più fertili del rugby italiano, e tra l’altro l’iniziativa “Rugby nei parchi” ha avuto un successo enorme…

          • Dagoberto 26 Settembre 2013, 17:49

            Potrei anche sbagliarmi e ricordare male, ma il vincolo che potrebbe alimentare le resistenze delle Belle Arti al rifacimento del Vigorelli nasce sulla spinta di una capricciosa, nonche decisa ed, evidentemente, ben sponsorizzata associazione milanese in difesa dell’immagine che lo storico ciclismo su pista di Maspes rapresentò per il ciclismo italiano, modello insieme al Vigorelli, dove si svolsero le competizioni che immortalarono questa supremazia nazionale, aditato a monolite mediatico per una rinascita di questa disciplina che, al di la dei tanti ciclisti che circolano nelle strade milanesi, grazie anche ad un forzoso blocco del traffico automolbilistico dal centro cittadino voluto dall’Amministrazione comunale che inibisce o rende complicate altre mobilità, non mi sembrano così numerosi; dove si allenerebbero, attualmente tutti i pistar milanesi, non c’è neanche una pista funzionante a Milano? Evidentemente, questa spinta così ben supportata e radicata nelle sale ministeriali ha ottenuto a suo tempo questo vincolo di cui non sa bene cosa fare nessuno. Infatti, peccato che chi si sia prodigato per tale ottenimento, nonchè chi lo abbia concesso o abbia contribuito a farlo ottenere (il solito politico di turno che nel frattempo, magari, avrà anche cambiato aria!) non abbia prodotto anche un business plan, una proposta seria di gestione economica e sostenibile di questa struttura che, ricordo, fu abbandonata dal ciclismo fondamentalmente per le alte spese di gestione che le caratteristiche architettoniche prorie del Vigorelli determinavano(pista in parquet completamente indifesa dal freddo e dalla pioggia invernale). Per questo motivo, nonostante le tante resistenze di questa associazione, nonchè le ingerenze di politici amici non se ne fece nulla; chi dovrebbe pagare i costi di una gestione deficitaria dal punto di vista economico, il Comune di Milano, magari aumentando l’addizionale comunale o l’aliquote per le imposte sulle case (ICI O Imu che sia)? Chissa perchè questa associazione non porpone di gestirlo direttamente il Vigorelli, con soldi propri?

    • ginomonza 26 Settembre 2013, 11:29

      Ma cosa c’entra pisapia.
      Via dis ciclisti dopati che usano anche pene finto oppure al ministero

  2. lupo 26 Settembre 2013, 09:20

    certo che per una volta che un’amministrazione locale decide di fare dei lavori “socialmente utili” e di rendere finalmente utilizzabile una struttura da anni allo sfascio arriva subito il …. di turno a protestare per una pista inutile e bloccare tutto. siamo proprio un paese di nesci
    per la cronaca, al vigorelli hanno appena fatto gli europei di football americano

  3. Giovanni 26 Settembre 2013, 09:34

    Occupy Vigorell 😀

  4. Dagoberto 26 Settembre 2013, 10:07

    Grande GRANDE MILANO. Ottima iniziativa, pacifica, ed è la cosa da cui non si può prescindere in questa schizzofrenica era dove il senso civico o non è minimamente considerato da chi, all’insegna delle proprie libertà di pensiero, calpesta quelle di altri eccedendo in violente e prevaricatorie azioni vandaliche ritenendole lecite in quanto mosse da ideali e non gratuita prepotenza (come se ci potesse essere una violenza di un qualche valore sociale superiore), o è inteso come diritto di avanzare comunque le proprie istanze benchè specifiche di un ristretto ed elittario connubio di persone facendo leva su un sistema istituzionale solo virtualmente democratico e capace solo dell’immobilismo più bieco e dannoso per la società che assiste impotente a questa contina mancanza di crescita ed evoluzione del tessuto socioculturale.
    Basta con le cattedrali nel deserto, che si dia spazio e priorità ad una crescita architettonica virtuosa che sappia offrire reali opportunità di impiego per la collettività migliorando la vita socioculturale del paese, da troppi anni fermo in stand by per la riottosità di pochi cocciuti forti solo della loro capacità d’agire, consapevoli della pigra apatia che accomuna, invece, la generalità della gente comune.

  5. Worf 26 Settembre 2013, 11:57

    Concordo sull’abominevole richiesta dei ciclisti.
    La pista è già stata ristrutturata una volta e, attenzione attenzione, mai usata e richiesta da associazioni ciclistiche.
    Ma che il Vigorelli sia allo sfascio completo, questo NO.
    Ricordo che il campo è stato appena rifatto in un bellissimo sintetico per ospitare gli Europei di Football Americano, ma perchè questo se lo dimenticano TUTTI?!?
    Sarebbe bello, no anzi fantastico, che il Grande Milano nel fare questa pacifica occupazione interpellasse le squadre milanesi di FA, che utilizzano il “Vigo” per allenamenti e partite. Una giornata dedicata alla palla ovale nelle sue due declinazioni più belle.
    Ex giocatore di FA con figlio rugbysta.

  6. barbin cursari 26 Settembre 2013, 12:24

    solidarietà e appoggio al grande milano. poter un giorno riavere la storica amatori milano al battaglini è uno dei miei piccoli sogni di appassionato.
    di contro, ho un’antipatia radicata e radicale contro i ciclisti… quindi…

  7. gsp 26 Settembre 2013, 12:27

    e meniamoli sti ciclisti allora. tanto il tono dei commenti non mi sembra essere troppo lontano…

    • ginomonza 26 Settembre 2013, 12:39

      Piu’ che menarli ignorarli.
      Da menare soon quelli delle belle( 🙂 ) arti

      • gsp 26 Settembre 2013, 12:59

        no, gino nooo.

        • ginomonza 26 Settembre 2013, 13:12

          gsp capisco il tuo urlo ma se consideri come proteggono il nostro patrimonio un po’ di legnate le meritano 🙂
          PS : sono amante dell’arte e da buon toscano non potrei non esserlo.

  8. Meridion 26 Settembre 2013, 13:27

    mah ristrutturarlo si intende il campo(è sintetico ora no?) gli spogliatoi ecc.. o tutto comprese tribune ecc.. perchè poi lo stadio losi deve riempire onestamente.. il rugby a milano vinceva ma tribune erano deserte anche nell’età d’oro…

  9. Stefo 26 Settembre 2013, 13:46

    Ok il vigorelli non viene usato da anni per il ciclismo e la pista sarebbe anche non regolamentare, va bene che avere una cosa che cade a pezzi ed e’ in disuso per un vincolo e’ assurdo ma una domanda fondamentale per me resta: quel vincolo c’era, giusto o sbagliato che sia c’era al momento del bando. Chi ha selezionato la proposta vincente non poteva che esserne al corrente quindi perche’ ha vinto il bando un progetto che non rispettava i vincoli? Che forse qualcuno avesse interesse che a vincere fosse quel progetto?Non sarebbe mica la prima volta in Italia.

    Preciso prima di venir offeso: non sto dicendo che il vincolo sia giusto e che i lavori blccati siano giusti, ma mi domando perche’ il vincolo e’ stato ignorato.

    • ginomonza 26 Settembre 2013, 16:06

      come diceva – se mi ricordo bene – il buon PAPPAGONE si può essere vincoli o sparpagliati.
      il problema è che ci sono un sacco di vincoli sparpagliati ovunque.
      chi mette i vincoli dovrebbe occuparsi che ciò che è vincolato non vada al macero.
      non so se in questo caso il vincolo sia stato ignorato, dimenticato oppure appositamente ignorato per stanare chi mette sempre i bastoni tra le ruote ma non si preoccupa di fare il proprio dovere.
      che poi una pista di legno mezza marcia inutilizzata sia soggetta anche alle belle arti mi fa un pò specie.
      Io pensavo che si trattasse di sport invece ……neanche giotto viene tenuto così in conto

      • Stefo 26 Settembre 2013, 16:19

        gino come ho scritto chiaramente il mio punto non e’ cosa riguarda il vincolo ma l’esistenza di questo vincolo…ci possiamo girare intorno quanto vogliamo ma se il vincolo c’era chi ha scelto quel progetto e’ o incompetente (ok possibile) o pensava che nessuno se ne sarebbe accorto (moooolto meno possibile) oppure aveva interessi che passasse quel progetto (non credo di dover specificare cosa intendo Gino).
        Cosa dica il vincolo specificatamente e’ irrilevante in quello che dico, giusto o sbagliato che sia non conta, discuto del fatto che abbia vinto l’appalto un progetto che era contrario a dei vincoli, giusti o sbagliati che siano questo e’ quello di cui parlo.

        Aggiungo che sarebbe bello si affrontasse la cosa con un po’ di onesta’ intellettuale, perche’ senza girarci intorno enanche qua, se il progetto vincente contrario ad un vincolo architettonico fosse stato di un club di calcio per uno stadio da calcio si canterebbero le odi all’eroismo del club ciclistico che ha bloccato la cosa…

        • Antonio Raimondi 26 Settembre 2013, 16:59

          Stefo, giusto per correttezza di informazione. La Sopraintendenza di Milano, competente territoriale per il Vigorelli, aveva dato le seguenti indicazioni (su richiesta del Comune di Milano), inserite nel bando del concorso – “sia valutata la possibilità di conservare e restaurare una porzione della storica pista in listelli di pino progettata dall’architetto Clemens Schuermann quale memoria tecnologica e storica;
          – pur consentendo l’adeguamento dell’attuale componente strutturale, venga proposta una soluzione coerente con la spazialità e le gerarchie compositive originarie: eventuali tamponamenti degli alzati saranno realizzati con materiali e tecnologie costruttive tali da rispettare la lettura della trasparenza del progetto originario;
          – siano mantenuti e valorizzati gli ingressi originari nel rispetto delle attuali norme di sicurezza; eventualmente si potrà prevedere la chiusura di uno o più accessi garantendo la corretta lettura della facciata opportunamente rivisitata anche in funzione delle nuove attività commerciali collocate sotto tribuna; si invita a voler considerare l’eventualità di lasciare inalterate una coppia di finestre collocata ai lati dell’ingresso, a testimonianza del disegno della facciata attuale e della gerarchia delle forometrie.
          – La sistemazione delle aree esterne (viabilità, percorsi pedonali, aree a verde, ecc.), saranno attentamente valutate anche in funzione delle nuove funzioni dell’impianto e delle aree limitrofe attualmente in trasformazione”.

          Credo che il progetto risponda a queste indicazioni.

          • Stefo 26 Settembre 2013, 17:11

            Antonio grazie mille per la precisazione.
            Ci tengo a precisare che io sto facendo un discorso di principio sulla presenza di eventuali vincoli non rispettati e basta, sarei il primo a gioire se il Vigorelli diventasse uno stadio di rugby moderno e detto tra noi del ciclismo non me ne frega molto.
            Il mio discorso e’ puramente di principio, qual’e’ il vincolo che il progetto che ha vinto non rispetta?
            Perche’ si e’ fatto passare un progetta che non rispettava un vincolo? Se il vincolo e’ che la pista deve rimanere e venir restaurata senza se e senza ma dire che “sia valutata la possibilità di conservare e restaurare una porzione della storica pista in listelli di pino progettata dall’architetto Clemens Schuermann quale memoria tecnologica e storica” non e’ la stessa cosa, e se il progetto non prevede che la pista resti e’ un progetto che non doveva venir accettato in prima battuta.

            Ripreciso che non ce l’ho col progetto o con lo stadio di rugby ma quello su cui pongo l’attenzione e cerco di capire e’ perche’ ha vinto un progetto che non rispetta un vincolo, sia esso giusto o sbagliato.

        • ginomonza 26 Settembre 2013, 17:00

          guarda Stefo la mia non era una critica a te era una considerazione.
          Secondo me lo hanno fatto apposta e se è così hanno fatto bene almeno si sa di che morte si deve morire.
          Questo è un paese di morte certa e mi dispiace di essere troppo vecchio per andarmene ma se posso appena appena lo faccio con felicità anche considerando quello che sta accadendo in questi giorni.

          • Dagoberto 26 Settembre 2013, 17:46

            Potrei anche sbagliarmi e ricordare male, ma il vincolo che potrebbe alimentare le resistenze delle Belle Arti al rifacimento del Vigorelli nasce sulla spinta di una capricciosa, nonche decisa ed, evidentemente, ben sponsorizzata associazione milanese in difesa dell’immagine che lo storico ciclismo su pista di Maspes rapresentò per il ciclismo italiano, modello insieme al Vigorelli, dove si svolsero le competizioni che immortalarono questa supremazia nazionale, aditato a monolite mediatico per una rinascita di questa disciplina che, al di la dei tanti ciclisti che circolano nelle strade milanesi, grazie anche ad un forzoso blocco del traffico automolbilistico dal centro cittadino voluto dall’Amministrazione comunale che inibisce o rende complicate altre mobilità, non mi sembrano così numerosi; dove si allenerebbero, attualmente tutti i pistar milanesi, non c’è neanche una pista funzionante a Milano? Evidentemente, questa spinta così ben supportata e radicata nelle sale ministeriali ha ottenuto a suo tempo questo vincolo di cui non sa bene cosa fare nessuno. Infatti, peccato che chi si sia prodigato per tale ottenimento, nonchè chi lo abbia concesso o abbia contribuito a farlo ottenere (il solito politico di turno che nel frattempo, magari, avrà anche cambiato aria!) non abbia prodotto anche un business plan, una proposta seria di gestione economica e sostenibile di questa struttura che, ricordo, fu abbandonata dal ciclismo fondamentalmente per le alte spese di gestione che le caratteristiche architettoniche prorie del Vigorelli determinavano(pista in parquet completamente indifesa dal freddo e dalla pioggia invernale). Per questo motivo, nonostante le tante resistenze di questa associazione, nonchè le ingerenze di politici amici non se ne fece nulla; chi dovrebbe pagare i costi di una gestione deficitaria dal punto di vista economico, il Comune di Milano, magari aumentando l’addizionale comunale o l’aliquote per le imposte sulle case (ICI O Imu che sia)? Chissa perchè questa associazione non porpone di gestirlo direttamente il Vigorelli, con soldi propri?

          • Stefo 26 Settembre 2013, 18:03

            Dagoberto ringrazio anche te per le informazioni ma si continua a non rispondere alla domanda del perche’ un progetto che non rispetta un vincolo (sbagliato o meglio assurdo quanto vogliamo) preesistente sia stato accettato.

            Possiamo girarci intorno quanto vogliamo, fare tutta la storia del Vigorelli e delle lobby che hanno portato al vincolo, incacchiarci che il vincolo protegge uno sprot che non viene neanche piu’ fatto al Vigorelli mentre potrebbe diventare una struttura polisportiva moderna splendida che darebbe a Milano uno stadio per lo sport che noi amiamo, dire che quel vincolo e’ assurdo quanto vogliamo ecc ecc ma resta senza risposta la domanda fondamentale: c’era il vincolo?Si, perche’ ha vinto un progetto che non rispettava tale vincolo e quini oggi ci si trova completamente bloccati?

          • Dagoberto 26 Settembre 2013, 18:15

            Stefo, allora non vuoi capire; mettiamo pure che ci sia il vincolo, ma non si può far finta di niente rispetto al fatto che questo vincolo non potrà mai produrre a nulla di costruttivamente operativo se non inibire altre iniziative e lasciare il Vigorelli eternamente mumificato ed inoperoso fino alla sua inevitabile distruzione tra, magari 50 anni! Non è sostenibile economicamente la pista com’è costruita oggi e rifare una copertura al Vigorelli costerebbe, forse, più che dare corso al progetto che ha vinto il bando! Se vai a visitare il sito web dell’associazione salviamo il vigorelli troverai tante belle parole, tante belle intenzione, tante lacrime per il passato che si vorrebbe far rinascere, ma non uno straccio di business plan, ergo gli schei non sono, per lor signori, una priorità; qualcuno ci penserà, a loro modo di vedere. Ti sembra una posizione realista e sostenibile? A me sembra un banale capriccio di pochi ma ben sponsorizzati ciclisti distaccati dalla realtà.
            Un vincolo artistico per eliminarlo necessita di uno studio che dimostri l’inadeguatezza e l’inopportunità del suo rilascio. Ti sembra cosa facile far riconoscere da qualcuno ed in questo paese, nonchè in questo momento politico, che il vincolo artistico rilasciato sia una sciocchezza dal punto di vista architettonico e sociale? Mi auguro solo che qualche politico più solerte della media sappia metterci mano ……. 🙁

          • Stefo 26 Settembre 2013, 19:50

            Dagoberto go capi’ ma io non sto facendo un dicorso sul vincolo specifico. Sulla specificita’ del vincolo e tutto il resto del tuo discorso io concordo ma sto provando ad guardare alla cosa da un angolo diverso.

            Quelo che io sto cercando di fare (e l’ho scritto in maniera chiara 3 volte) e’ un discorso sul principio di un progetto accettato in violazione di un vincolo pre-esistente e conosciuto…cosa pensavano che nessuno se ne accorgesse e facesse nulla? Se la lobby da te descritta e’ cosi’ potente sarebbero abbastanza sciocchi no?!
            Oppure c’era un interesse (e non nobile sul riaprire il Vigorelli) a far passare quel progetto di quella specifica azienda?Sarebbe mica la prima volta vero e non sarebbe neanche uno shock spero.

            Spero che sia piu’ chiaro quello di cui io sto cercando di parlare e che non si vada avanti a parlare dell’idiozia del vincolo su cui concordo (e l’ho scritto anche sopra), sull’impossibilita’ di rendere operativo il Vigorelli anche per il ciclismo ecc…a me interessa un aspetto diverso ma non secondario della faccenda.

  10. ginomonza 26 Settembre 2013, 17:05

    d’altra parte se i nostri antenati si fossero preoccupati dei vincoli artistici/architettonici non ci sarebbe stato niente: nè umanesimo nè rinascimento nè giotto nè micherlangelo nè galileo nè leonardo nè tintoretto nè palladio etc. etc.
    Piano per lavorare in Italia ha dovuto trasferirsi e farsi conoscere all’estero prima.

    • Stefo 26 Settembre 2013, 17:16

      gino scusa pero’ ti potrei ribattere che grazie al menefreghismo sui vincoli (e chiamiamolo menefreghismo quando sappiamo che e’ altro) si sono distrutti interi tratti di costa italiana (che erano splendidi ed erano un gioiello ed ora sono rovinati per sempre) per costruire oscenita’…certo chi le ha commissionate trovera’ sempre una maniera per razionalizzare e giustificare la cosa.
      Ringraziero’ da lontano sempre la cittadinanza di Venezia per aver fatto tutto il possibile per far togleire quello sgabiotto osceno costruito adiacente alla Torre in Piazza San Marco.

      • ginomonza 26 Settembre 2013, 23:20

        no quella è speculazione,affarismo e un pò di delinquenza unita ad una buona porzione di corruzione.

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