Movimento Italia: girone cadette e Serie C federale, la base cambia

A partire dalla stagione 2014-15 una parte della Serie C sarà di competenza federale. Una novità con molti effetti

COMMENTI DEI LETTORI
  1. crosby 19 Settembre 2013, 08:43

    Non condivido la scelta di creare una serie C1 federale per due motivi, uno di natura economica e uno di natura tecnica.
    1) la crisi economica ha ridotto di molto l’apporto degli sponsor al rugby italiano. Non riusciamo nemmeno a trovare un’entità privata disposta a rilevare le Zebre (4 anni fa c’erano quattro candidature private per 2 posti, oggi ci reggiamo solo su una delle 4 e le altre sono sparite, e di nuove non ne sono arrivate). E si chiede a 96 squadre italiane, che operano prevalentemente sul territorio regionale e sulla crescita del settore giovanile, di investire quasi tutto il loro budget in corriere, hotel, ristoranti per permettere alla prima squadra di farsi magari 400 km a week end. Non sarebbe meglio che quei soldi continuassero ad essere investiti nelle giovanili di quelle squadre?
    2) ritengo che l’alto livello debba essere ridotto nel numero di squadre e a cascata i campionati inferiori resi sempre di più espressione del territorio. A mio avviso vedrei Eccellenza a 6 squadre, Serie A unica a 10 squadre, Serie B come lo e’ ora a 4 gironi a 10 o 12 squadre.
    Dal punto di vista tecnico meta’ dell’attuale Eccellenza finirebbe in A mentre le attuali squadre in A si troverebbero in B.
    In questo modo avresti 56/58 squadre tra Eccellenza/Serie A e Serie B a gestione federale e dove si può lavorare per l’alto livello.
    Chi fa parte del livello di base, sa già di suo dove deve lavorare: giovani giovani
    giovani.
    Mi pare invece che si vada nella direzione opposta…

    • mezeena10 19 Settembre 2013, 09:42

      il punto 2 sarebbe una sorta di ghettizzazione per le squadre piu “povere” imo..in Sardegna abbiamo 2 squadre storiche in serie A, Alghero e Capoterra, una a nord e una a sud dell’ isola (circa 700 km tra andata e ritorno), 8 squadre di C (erano 6 l’anno scorso, rientrano 2 vecchie societa) che comprendono il territorio intero e talvolta riforniscono le due squadre “regine”..
      sono necessarie per trainare l’ intero movimento sardo!
      al limite selezioni regionali, sorta di franchigie territoriali, a seconda del bacino d’ utenza (veneto piu squadre etc..)

      • crosby 19 Settembre 2013, 09:59

        Solo un plauso al rugby sardo con tutte le difficoltà logistiche che avete.
        Ma come si e’ oggi non è il massimo a cui si può aspirare.
        Se Capoterra ad esempio, anziché investire nei contratti di giocatori professionisti stranieri (6-7 ?) e nelle trasferte in tutta Italia, investisse quella quantità di denaro (ipotizziamo 300.000 euro tra monte stipendi e trasferte…) nell’acquisto di tre pulmini per le giovanili e nel lavoro di propaganda per le scuole di Cagliari, forse forse, oggi giocherebbe in serie B e non in A.
        Magari pero’, se a Capoterra sono bravi nel reclutamento e nella formazione, la A arriverebbe comunque fra qualche anno con giocatori esclusivamente sardi….senza dover pagare Queirolo, Aaron Persico, etc….

        • Katmandu 19 Settembre 2013, 10:16

          quoto crosby standing ovations per il rugby sardo, ma anche per tutte le zone rugbysticamente depresse, condirigenti che fanno i salti mortali per mettere in piedi una squadra!

        • Hullalla 19 Settembre 2013, 10:41

          Boh, a volte si dice che si cresce solo giocando contro i migliori, altre volte che attrezzarsi per giocare contro i migliori non ha senso…
          Almeno una squadra con ambizioni per regione si puo’ fare, no?
          Altrimenti in tutta la Sardegna fai reclutamento e se formi giocatori forti li devi lasciare andare via perche’ in tutta la regione non c’e’ nemmeno una squadra di alto livello…
          Secondo me ci vuole un giusto mezzo (per UNA squadra o due al massimo, gli altri e’ giusto che si concentrino su reclutamento e formazione…)

          • Katmandu 19 Settembre 2013, 10:55

            @ Hullalla ascolta il rugby e’ uno sport per tutti ma non tutti possono farlo ad alto livello
            questa a’ la differenza
            logico che i miigliori vadano a giocare con i migliori ma al momento i nostri migliori son pochetti. purtroppo la federazione dovrebbe pensare anche agli altri che se giocano con i migliori non solo non imparano nulla ma si fanno un gran male e non fanno aumentare il livello di quelli bravi

        • mezeena10 19 Settembre 2013, 11:06

          queirolo è anni che vive a capoterra, è uno del posto ormai..ed è solo da ringraziare per quanto ha dato e insegnato e insegna tuttora..
          persico non è rimasto purtroppo, motivi familiari, han preso altri due giocatori per “consolarsi” 🙂
          quasi tutte le squadre sarde hanno settori giovanili completi, a parte alghero penalizzato per l’ U14 e qualcun altra per le cat minori..ma tutte hanno U20 U18 U16..reclutamento resta problematico, i campi son pochi e le strutture di “contorno” ancora meno..e per la maggior parte tutti i clubs sono autofinanziati proprio dalle attività giovanili e dai pochi sponsors appassionati..una cosa assurda! l’ attività giovanile, non solo rugbystica, dovrebbe essere gratuita per tutti (sempre a proposito di quella rivoluzione culturale che auspicava coach brunel!)..
          insomma la federazione è quasi completamente assente! vengono a riscuotere e promuovere i “soliti corsi” e le proprie mirabolanti teorie (vedi prog. statura; i sardi notoriamente non un popolo di giganti, in verità è perlopiu un luogo comune!!!)..insomma i problemi sono i soliti e cronici..nuovo presidente, tante belle promesse d’ “innovazione” ma qua si vede solo la “continuità”…

        • mezeena10 19 Settembre 2013, 11:14

          anche pro italiani tipo marco anversa..ma certi giocatori sono necessari per crescere e gioacrsela alla pari con le grosse squadre del “continente”..
          se penso poi a tutti quelli che son passati nelle due squadre principali (tanti pumas, alcuni nazionali italiani, NZ Saf e Aus, tongani come “fanga” apikotoa, fijiani, samoani), alcuni si son fermati a vivere qui, altro motivo d’ orgoglio, mi si illuminano gli occhi!
          son serviti per farci imparare e per metterci alla pari con gli altri..i risultati son sotto gli occhi di tutti!

          • mezeena10 19 Settembre 2013, 11:15

            cito marco in particolare perche ha giocato in entrambe le squadre sarde..(vincendo anche la classifica punti in diverse occasioni)

  2. ciccio 19 Settembre 2013, 09:37

    Condivido in toto.

  3. Katmandu 19 Settembre 2013, 10:10

    piccola premessa parlo da una regione rugbysticamente non evoluta ma molto vicina al veneto (il friuli) ma appunto per questo che le varie serie c non poccono essere standardizzate a livello nazionale
    meglio sarebbe una riforma globale dei campionati
    un’eccellenza a massimo 8
    una serie a massimo a 12
    due serie b massimo a 12
    e quattro gironi di serie c da massimo 12 squadre
    totale 92 squadre
    da li si puo’ ragionare che cosa debbono fare gli altri, ma deve essere fatto in funzione del territorio, inoltre cosa serve mandare a giocare un giocatore di serie A in un campionato di serie c, solo per fargli prendere il ritmo partita, ma la squadra avversaria non capisce nulla lui non e’ veramente provato e l’esperimento risulta inutile.
    le liste dovrebbero essere bloccate per le prime squadre, nel senso che uno dalla seconda puo’ andare in prima ma non in contrario, e per le seconde squadre mettere un tetto d’eta’ di massimo 21 anni e con solo massimo 7 over 35 in lista (per i bocia servono come il pane)

  4. EnricoT 19 Settembre 2013, 10:38

    Giusto per amore di precisione io non direi che le liste sono del tutto aperte, esistono infatti alcune limitazioni:
    – i nati dopo il 1990 possono passare dalla “seconda squadra” alla “prima” per un massimo di 4 volte durante il campionato, a partire dalla quinta rimangono nella “prima”; non possono mai, invece, passare dalla “prima” alla seconda”.
    – i nati dal 1995 al 1990 sono liberi di passare da una all’altra quando vogliono.

  5. Rich 19 Settembre 2013, 11:40

    Mi sfugge il percorso mentale della FIR…queste liste semi-aperte a cosa servono se le seconde squadre hanno un campionato a sé? Le liste chiuse una volta non servivano a “non falsare i campionati minori” impedendo alle seconde squadre di schierare i giocatori della prima? Ma se sono tra di loro!
    O meglio, dovrebbero essere tra di loro: il rugby Paese (serie B) parteciperà con la seconda squadra al campionato C Girone Cadetti con: Petrarca e San Donà (Eccellenza), Udine, Verona, Rubano, Valsugana, Vicenza (serie A).
    Il rugby Villorba (serie B, stesso girone), parteciperà con la seconda squadra al Girone 1, con tutte squadre di serie C.
    Hanno lanciato una moneta per mettere in numero pari i due gironi? O credono davvero che siano dello stesso livello?
    Mah.

    • Katmandu 19 Settembre 2013, 11:59

      rich la civ organizza un girone elitte e il resto su base territoriale, per limitare il costo delle trasferte, almeno fino l’anno scorso era cosi’

      • Rich 19 Settembre 2013, 12:05

        Ok ma io parlavo di seconde squadre.

        • Katmandu 19 Settembre 2013, 12:07

          credo le piazzino a secondo un criterio puramente geografico, almeno hanno seguito questa linea continueranno

          • Rich 19 Settembre 2013, 12:22

            Ma tra Villorba e Paese ci sono 10Km. A parità di Serie della prima squadra e in questo caso pure geografica una delle seconde va coi Cadetti e l’altra con le serie C “vere”. È questo che mi sfugge (oltre al motivo delle liste semi-aperte). Ma non importa alla fine, era solo per capire il metodo che si utilizza nel prendere decisioni, che mi sembra un po’ alla ca**o di cane.

  6. Rabbidaniel 19 Settembre 2013, 12:29

    Sono un po’ rimbambito dal lavoro e questi tecnicismi non li ho letti con attenzione. La riforma può essere buona o meno buona, si vedrà (condivido le perplessità, soprattutto riguardanti la sostenibilità economica). Resta il fatto che non toccano la A che è una fucina di debiti. Resta il fatto che le vacche sono tanto magre da essere scheletriche, quindi la sostenibilità dovrebbe riguardare tutte le serie, dalla A in giù (e magari anche l’Eccellenza).

  7. porcorosso 19 Settembre 2013, 14:00

    Per quanto mi riguarda, questo è l’ultimo atto di svilimento degli organi periferici, i comitati regionali (ma qualsiasi entità non-FIR) hanno subito via via un impoverimento a favore dell’organo centrale – come avviene per tutto il resto del potere politico in questo stato.

    Il risultato sarà un ulteriore scollamento tra chi il rugby lo gioca e chi lo vuole presidiare.

    Scommetto poi che verranno individuate figure atte a coordinare le aree della Serie C, ovviamente verranno scelte dalla FIR: non votate e persone care a Gavassi & co. … tipo in Veneto vedremo il ritorno di Mr X travestito da qualche amichetto …

    Saluti PR-WSM

  8. lupomar 19 Settembre 2013, 15:44

    Quoto porcorosso. Qui tra accademie FIR e C Nazionale, il controllo e la gestione delle risorse è ancora, se possibile, più centralizzato. E poi fanno finta di stupirsi che le società fano fatica e che il Campionato Nazionale non è seguito.

  9. lupomar 19 Settembre 2013, 16:04

    Per quanto riguarda il girone di C in cui sono state inserite le Cadette, è stato proposto dal Comitato alle società più importanti, che hanno tutte accettato (tranne il Valpolicella che evidentemente ci tiene a vincere il gione con le “corazzate” Trentine), di fare un girone unico di sole squadre Cadette.
    Il motivo è stato quello di dare una mano alle altre società venete di C che hanno così evitato di vedersi arrivare in campionato delle squadre fuori dalla loro portata.
    Secondo me la selta è stata la “meno peggiore”.

    • EnricoT 19 Settembre 2013, 18:26

      Curiosità mia, visto che non ero presente a quell’incontro… anche il Villorba evidentemente ha rifiutato la soluzione proposta, visto che la sua cadetta è stata inserita nel girone “1”: hai idea del perché? In fin dei conti – e ha ragione Rich poco più sopra – sarebbe stata nella stessa situazione del Paese (“prima” squadra in B e “seconda” nel girone cadette della C)

  10. San Isidro 19 Settembre 2013, 16:06

    Questa proposta della FIR non mi dispiace.

    • crosby 20 Settembre 2013, 01:09

      Che non ti dispiaccia San ci può stare ma Ti chiedo riguardo la serie C federale: riteniamo già disponibili oggi 96 club dilettantistici di serie C con max 100 km domenicali a farsene magari 300 per andare fuori regione?
      Se abbiamo casi recentissimi di squadre di Eccellenza (Crociati), di serie A (Paese) e anche di B che non hanno budget per reggere le sole trasferte previste dal campionato giocato (oltre al monte stipendi)…abbiamo forse una serie C che pulsa di sponsor?
      O magari abbiamo una serie C tecnicamente molto valida?

      • San Isidro 20 Settembre 2013, 03:00

        crosby, posso capire i tuoi punti, ma parliamo comunque di 8 gironi su livello regionale o interegionale, quindi le trasferte sarebbero limitate (poi sai spesso le trasferte di C non si fanno con i pullman della società, che in molti casi nemmeno ci sono, ma con le macchine dei compagni di squadra)…
        differenziare la C per me non è male, per carità già con i gironi elite lo si era fatto, però adesso ci sarà una scrematura un pò più netta…la C è un grosso calderone in cui ci sono numerosissime società di diverso livello e con diversi valori…da quando il rugby ha preso piede in Italia si sono formati decine e decine di nuovi club amatoriali che compongono la nostra attuale serie C: ex rugbysti e/o semplici appassionati hanno messo su squadre ovunque in Italia il cui obiettivo primario è quello di divertirsi, giocare e far fare esperienza ai neofiti…parallelamente a queste società però ce ne sono altre più strutturate, che magari hanno anche un proprio settore giovanile e una prima squadra che, seppur in ambito amatoriale, ha obiettivi più concreti ed è composta per lo più da rugbysti di discreto livello (che hanno un passato juniores o in serie superiori)…ti faccio l’esempio di Roma: le squadre di C puramente amatoriali si allenano due volte a settimana (il che potrebbe essere ridicolo, io a livello giovanile me ne allenavo tre), quelle più attrezzate di cui ti parlavo si allenano tre volte alla settimana e hanno alle spalle società più serie che hanno anche un settore juniores…mi dirai, ok, ma la differenziazione tra i vari club di C era già data dai diversi gironi (elite e territoriale appunto), però se si “federalizzasse” la parte migliore della C si distribuirebbe meglio il livello, si separerebbe la parte più “professionale” (uso un termine azzardato per la serie C) da quella più amatoriale…che poi vada rivista anche la struttura delle serie superiori sono d’accordo, ma quello di tornare alla vecchia C1 la trovo un’idea buona e anche piuttosto realizzabile…

        • crosby 20 Settembre 2013, 08:07

          Unica precisazione: 8 gironi di C1 a livello nazionale dove almeno 5 saranno allocati al centro-nord, fa si che ai restanti 3 gironi del sud verrà chiesto di coprire mezza Italia.
          Magari vi saranno 2 squadre sarde e 3 campane nello stesso girone, 3 siciliane con 1 pugliese nell’altro.
          In C1…
          Magari vedo solo io il problema…

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