IRB: rese note le cifre relative alla lotta al doping. Poco più dell’1% le positività accertate

Tolleranza zero ed educazione, queste le armi della IRB

La IRB ha resonote le cifre relativa alla lotta al doping. In tutto il 2012 i controlli sono stati 1542, di cui 512 eseguiti in concomitanza delle maggiori competizioni mentre i restanti 1030 al di fuori di esse, e hanno interessato tutto ciò che è legato all’universo IRB, dalle Seven World Series ai match di qualificazione per la Coppa del Mondo 2015. In particolare, 305 test sono stati condotti in occasione di match di qualificazione alla RWC 2015, 48 durante match della Pacific e Nations Cup, 73 durante partite tra nazionali di categoria Under 20. In tutto le violazioni accertate alle regole anti-doping sono state ventuno, corrispondenti all’1,36% delle verifiche totali. Ilaria Baudo, IRB Anti-Doping Officer, ha affermato: “E’ fondamentale che i giocatori siano consapevoli della pericolosità del doping. La chiave è l’educazione, e sull’argomento è necessaria la tolleranza zero”. A questo proposito, continua ad evolvere il programma di educazione anti-doping Keep Rugby Clean, che organizza campagne di sensibilizzazione e lotta contro l’uso di sostanze proibite, e che ha tra i suoi ambasciatori giocatori come Sam Warburton, Bryan Habana, Vincent Clerc e David Pocock.

Ecco alcuni dei casi di violazione accertati:

Rachelle Geldenhuys, giocatrice della nazionale Seven del Sudafrica, è stata squalificata nove mesi per aver fatto uso di cannabis prima del Dubai Sevens.

Roman Kulakivskiy, giocatore della nazionale ucraina, è stato squalificato tre anni per uso di metenolone e stanozololo, entrambi steroidi anabolizzanti.

Aisake Katonibau, giocatore fijiano nel giro della nazionale Seven è stato squalificato due anni per essersi rifiutato di sottoporsi ad un test, circostanza che può essere considerata alla stregua di una violazione anti-doping.

Rodrigo Parada Heit, già giocatore dell’Argentina Under 20, squalificato due anni per uso di nandrolone.

Le nazionalità a cui appartengono i giocatori coinvolti sono le seguenti: Sudafrica, Ucraina, Polonia, Isole Cook, Fiji, Argentina, Canada, Filippine, Russia e Perù. Ben quattro casi di violazione interessano atleti ucraini.

 

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