Lions e Rugby Championship: un Tinello che guarda a sud

Vittorio Munari ci regala un’ultima analisi del tour della selezione britannica e guarda verso il “Quattro Nazioni” numero due

COMMENTI DEI LETTORI
  1. mezeena10 18 Luglio 2013, 15:45

    anche io estremamente affascinante..sfide dal sapore antico, tipo america’s cup!
    vero su deans, ultimamente si fa un gran parlare in australia (anche un’ interrogazione nel council del queensland) del fatto che i NZ e soprattutto i maori o polinesiani in genere siano trattati da cittadini di serie b..
    tune: accordare anche! come un direttore d’ orchestra..
    i pumas si stanno preparando per stupire! io qualche euro lo punterei, soprattutto con gli oz..ma non si escludono colpacci!
    go the Saders!!!

  2. mezeena10 18 Luglio 2013, 15:46

    ah viva lu salentu! buone vacanze 😉

    • San Isidro 18 Luglio 2013, 16:39

      grande terra il Salento! peccato sia poco ovale…vabbè Paolo si vorrà pure riposare…
      Salentu: la terra de lu sole, de lu mare de lu iento! Ma soprattutto di pizzica e taranta…

  3. San Isidro 18 Luglio 2013, 16:46

    Il discorso di Munari sulle differenze di base tra noi e l’Argentina è sacrosanto! E’ veramente strano che l’Italia non guardi mai al modello argentino, non copi mai da loro, da un Paese che in fondo è anche molto italiano, però vogliamo andare a pescare i giocatori dalle isole del Pacifico (per altro sottraendoli al movimento locale)…bah…io appena Phelan finisce il mandato me lo porterei in Italia come consulente dello sviluppo del rugby di base e mi porterei pure Pichot, in fondo sono due uomini di CLUB, entrambi cresciuti con il glorioso CASI (che Phelan ha pure allenato), quindi di rugby amatoriale, di base e formazione ne sanno qualcosa…la FIR potrebbe spendere qualche soldo per delle consulenze tecniche, anziche investirli in progetti di dubbia riuscita…

    • gsp 18 Luglio 2013, 16:55

      daccordissimo su tecnici e consulenze.

      il problema e’ che noi non possiamo fare il modello argentino perche’ ci manca l’infrastruttra per farlo, e perche’ abbiamo perso anni ed anni, forse anche 20/30 anni.

      il movimento argentino deve essere il punto di arrivo, ma oggi come oggi siamo cosi’ dimetralmente opposti che non possiamo neanche imitarlo.

      • San Isidro 18 Luglio 2013, 17:10

        indubbiamente, c’è anche da dire che loro hanno quella cultura del CLUB che è unica nel pianeta di Ovalia, oltre alla grande tradizione britannica e alla cultura rugbystica che noi non abbiamo (se pensiamo che la prima squadra di rugby argentina si è fondata a Buenos Aires nel 1864)…quello a cui mi riferisco è semplicemente un investemento più forte nella base, nella formazione e nel rugby amatoriale…

        • Stefo 18 Luglio 2013, 18:03

          Susa san ma la cultura di lub nel rugby e’ tipica di quasi tutte le Nazioni non confondiamo elite ed elite development con quello che e’ veramente il rugby base…la cultura dei club e’ tipica del midello anglisassone, celtico ecc ecc…il legame club e comunita’ locali, il senso di appartenenza ad un club sono elementi base del rugby in generale

          • San Isidro 18 Luglio 2013, 18:20

            scusa Stefo, non volevo negare il concetto giustissimo che hai espresso, nè enfatizzare troppo il modello argentino, quello che volevo dire, forse l’ho detto qualche altra volta qui, è che la cultura del club in Argentina è particolare…la maggior parte delle squadre di rugby argentine non sono società a sè, ma fanno parte di polisportive dove si praticano numerosi altri sport…di conseguenza ogni club è come un circolo ricreativo, dove si fanno parecchie discipline, soprattutto il rugby per i ragazzi e l’hockey per le ragazze, così l’interesse per la palla ovale si diffonde anche indirettamente perchè i vari soci del club, amici e famigliari di chi pratica altri sport nella struttura, si incuriosiscono e vanno poi a sostenere la squadra che rappresenta il loro circolo sportivo, è in questo modo che il rugby argentino ha avuto molto seguito e proliferazione mediatica…ps: a Buenos Aires c’è pure la squadra di rugby della vecchia comunità irlandese, l’Hurling Club, le cui maglie non a caso sono verdi con il simbolo del trifoglio…

          • San Isidro 18 Luglio 2013, 18:33

            solo per dire che infatti i nomi di alcune squadre sono molto particolari come: GEBA (Gminasia y Esgrima de Buenos Aires – vale a dire Ginnastica e scherma), GER (Gminasia y Esgrima de Rosario, dove gioca Leonardo Senatore), Tiro Federal de San Pedro oppure Natacion y Gimnasia (nuoto e ginnastica) di San Miguel de Tucuman…cioè queste sono tutte squadre di rugby che fanno parte di circoli sportivi i cui però sport principali sono quelli suindicati, o sono quelli iniziali dove poi però è stata aperta anche la sezione di palla ovale…

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