Welcome to United Kingdom of… Nuova Zelanda!

Galles, Irlanda e Scozia hanno messo alla guida delle nazionali tre tecnici neozelandesi. Casualità? O siamo di fronte ad altro?

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Katmandu 28 Maggio 2013, 09:09

    Io non credo sia una casualità, anzi penso sia una situazione figlia del fatto che volenti o nolenti il super rugby segna le nuove tendenze e questo storicamente appartiene alla nuova zelanda “segnare la via” e dato che il sistema neozelandese é quello più competitivo a tutti i livelli, npc, super rugby, ab é logico che la trafila di un allenatore é molto più completa, si potrebbe dire che anche il sudafrica ha un sistema similare, si verissimo ma con meno variabili e meno spettacolare

  2. Stefo 28 Maggio 2013, 09:30

    Paolo scusa non per far polemica ma Irlanda inserita nel Regno Unito e’ una cisa che non si puo’ leggere…e’ un’offesa alla storia della Repubblica irlandese

    • Katmandu 28 Maggio 2013, 09:37

      Secondo me paolo sa cose che noi non sappiamo, altro che indipendenza scozzese, questi vogliono tornare all’impero 😉

    • Paolo 28 Maggio 2013, 10:47

      Stefo,dai, hai capito il senso…

      • Stefo 28 Maggio 2013, 10:59

        Si l’ho capito pero’ non mi piace…scusa.

        • Hrothepert 28 Maggio 2013, 15:39

          Stefo, sinceramente, non piace nemmeno a me ma, considerato che della rappresentativa irlandese fanno parte anche quelli dell’ Ulster, questa volta, Paolo non ha sbagliato proprio del tutto.

          • Stefo 28 Maggio 2013, 16:18

            Hro te la faccio spiegare cosi’ ad un paio di persone veduamo cosa ne pensano…proprio l’Ulster potrebbe essere un problema bel casi.Oaolo ha voluto fare un gioco di parole per il titolo personalnente lo trovo brutto ma va beh se ne leggono di ben peggio in giro

        • frank 28 Maggio 2013, 15:45

          più realista del re 😉

          • Hrothepert 28 Maggio 2013, 17:10

            @Stefo, non occorre che tu me lo faccia spiegare a qualcuno, ho qualche vecchio amico “green” di Belfast di cui conosco bene il pensiero al..riguardo (e che tra l’ altro condivido..pienamente!!)!!
            Dicevo soltanto che il “povero” Paolo, essendoci nella Union irlandese rappresentato anche l’ Ulster (che ufficialmente fa parte dello U.K. e quindi agli occhi di un osservatore esterno non ha ragione di essere il contrario), tecnicamente non aveva del tutto sbagliato; suvvia.., dai.., per una volta che prendo le difese del blogger lasciamela…passare!! 🙂

          • Stefo 28 Maggio 2013, 17:17

            Vabbeh dai per sto giro 😉

  3. mezeena10 28 Maggio 2013, 11:04

    neanche per me è un caso..chi detta i ritmi, innova e propone sempre nuovi elementi di studio, nuove strade, nuove metodologie di allenamento, chi è sempre in evoluzione costante è il rugby neozelandese! non solo per il ranking (numeri 1 da tempo immemore) o per il titolo di campioni del mondo in carica..
    inutile ricordi che laggiu è una religione, un modo di essere e vivere, di partecipare!
    è un “fenomeno” che va approfondito questo della scuola NZ (perche di scuola si puo parlare, benissimo!), considerati anche i numeri risicati di abitanti e praticanti rispetto alle altre grandi nazioni del rugby!
    aggiungo un’ ultima cosa: l’importanza di condividere la propria sapienza (certo ben retribuita, ma le eccellenze si pagano e care!) con consulenze, corsi, manuali etc..sempre un passo avanti!

  4. Stefo 28 Maggio 2013, 11:09

    Venendo al punto dell’articolo un problema credo sia le limitate possibilita’ che i tecnici di queste Nazioni hanno comunque nell’alto livello, 4 panchine in Irlanda e Galles e due in Scozia e la capacita’ quando ne hanno la possibilita’ di fare qualcosa di importante.
    Poi ovviamente il discorso professionismo e cercare il meglio sul mercato fa il resto, McLaughlin con l’Ulster aveva fatto un ottimo lavoro con tanto di finale di HC, Townsend col Glasgow sta facendo un ottimo lavoro ma non sono ritenuti pronti tanto quanto gli Schmidt o i Cotter. Qualcuno come O’Shea ha risposto picche poi.
    Un insieme di motivazioni tra cui senza dubbio c’e’ da dire che forse gli allenatori “autoctoni” con abbastanza esperienza magari propongono un rugby ritenuto datato.

  5. Stefo 28 Maggio 2013, 11:24

    Mi ero dimenticato una cosa, non credo ci sia una crisi di produzione di allenatori, se andiamo a vedere a livello giovanile o base gli allenatori ci sono e la qualita’ del loro lavoro e’ certificato dai talenti che i movimenti sfornano…gli “istruttori” ci sono e fanno un buon lavoro, il modello CL pero’ ha ristretto la possibilita’ per uno poi di esporsi all’alto livello e quindi fare le esperienze necessarie. Prendo di nuovo l’esempio di McLaughlin dell’Ulster, io non sono cosi’ convinto che Anscombe sia cosi’ superiore a lui, McLaughlin ha risollevato l’Ulster nel suo triennio e l’ha portato in finale di HC (e semifinale di Pro12) proponendo un ottimo rugby…ora e’ di nuovo a capo dell’Accademia della Provincia quindi con un ruolo chiave sotto molti punti di vista ma che non gli da la possibilita’ di mettersi veramente in luce.

  6. tokoeka 28 Maggio 2013, 11:25

    sicuramente era meglio dire ‘british isles’ o ‘home nations’, anche perche’ la piu’ neozelandese e’ proprio l’irlanda…
    detto questo, ci sono differenze. parlando del Galles, ad esempio, sia livello di clubs, che di regions che di wru, rimane una certa tradizione di allenatori piu’ o meno locali ma comunque gallesi, con la sola eccezione (storica, peraltro) di qualche neozelandese al massimo livello. pero’ sia lo staff di Gatland che quelli delle regions sono praticamente 100% allenatori gallesi. poi c’e’ da dire che l’avvento del professionismo ha portato una dimensione tutta nuova che ovviamente si riflette sulle nazionali, e questo vale ancor piu’ per gli allenatori. adesso tutti questi kiwi alle home unions non saranno eventi direttamenti collegati tra loro, pero’ riflettono decisamente la globalizzazione del rugby di oggi. mi sembra sia abbastanza il caso dell’irlanda, a partire dalle provinces ed ora anche in nazionale. in scozia sono gia’ un bel po’ di anni che sia a livello di nazionale che di franchigie c’e’ un bel po’ di know-how non proprio scozzese

  7. malpensante 28 Maggio 2013, 13:30

    Credo che ci stiano tutte e due le cose, sia la casualità sia la convinzione che sia utile un’iniezione di downunder nel rugby di lassù e che quindi la strada più breve sia andare direttamente alla fonte. La casualità penso stia nel momento favorevole per ingaggiare tecnici di prima fascia, oltre a quelli che già stavano lì. Stefo è senz’altro più informato, ma credo che non ci sia una crisi in senso stretto, solo valutazioni di merito in relazione alle panchine più importanti, per cui conta l’insieme delle diverse caratteristiche e delle esperienze del singolo.

    • Stefo 28 Maggio 2013, 13:53

      Ciao malpensante come detto io non penso che nessuna delle 3 abbia veri problemi di allenatori se si guarda al moiemnto nel suo insieme, insomma a livello giovanile non e’ che vadano a prendere i tecnici in Nuova Zelanda ma sono i tecnici che formano loro che fanno la formazione (scusate il gioco di parole).
      Anche a livello Accademie quindi dove inizia l’alto livello vero e proprio ora non so tutti gli allenatori ma direi che la maggior parte sono “autoctoni” per tutte e 3 le Union cosi’ come se si si guarda alle Under inclusa la U20.

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