Santiago Phelan, un ct Pumas tra i kiwi con vista (con futura franchigia) sul Super Rugby

Il ct dell’Argentina ha fatto visita al suo consulente tecnico ad Auckland: Graham Henry. OnRugby l’unico media ad intervistarlo IN ESCLUSIVA

ph. Andrew Winning/Action Images

AUCKLAND – Il pensiero che un allenatore di nazionale vada a far visita ai propri avversari per acquisire conoscenza pare strano, ma se l’allenatore è l’argentino Siantago Phelan e gli avversari sono gli Auckland Blues e il suo consulente tecnico Sir Graham Henry allora ci si tranquillizza. Phelan ha passato la scorsa settimana ad Auckland proprio in visita da Henry per poter osservare da vicino il lavoro che il suo vice e Sir John Kirwan stanno apportando alla giovane franchigia neozelandese.
Una visita molto a basso profilo, tanto che neanche il media manager dei Blues ne era al corrente e nessuno degli altri giornalisti presenti alla settimanale sessione media si è interessato al sudamericano.
Non solo. La nostra intervista si è aperta con “Siantiago grazie per avermi concesso questa chiacchierata. Come ho saputo dall’Italia che eri qui ad Auckland non potevo perdere l’opportunità di incontrarti”. “E come lo facevano a sapere in Italia che ero qui?”, dice lui. “Perché in Italia sappiamo tutto e siamo molto attenti a quello che succede in Argentina”.

 

Siantiago, dimmi perché sei qui? Naturalmente per vedere il tuo consulente tecnico Sir Graham Henry e cos’altro?
Si sono venuto per vedere Ted e per osservare da vicino il lavoro che conduce con la franchigia e siamo estramentemente contenti dell’ospitalità offertaci qui ad Auckland. Naturalmente anche parlare del programma di preparazione per il Rugby Championship in agosto. Quindi abbiamo delle pianificazioni da fare con Ted. Si torna in Argentina per i test di giugno contro Inghilterra e Georgia e poi è solo Rugby Championship.

 

Hai trovato qualcosa di interessante qui alla frachigia dei Blues che ti porterai in Argentina?
Assolutamente si. Stiamo guardando e stiamo ascoltanto, è perfetto per noi. In fin dei conti il Super Rugby è il miglior torneo di rugby al mondo. Parliamo molto con gli allenatori e lo staff di supporto e stiamo collezionando idee che porteremo a casa e che potranno essere utilizzate con la nazionale Argentina.

 

Lo scorso anno i Pumas ha giocato una incredibile prima edizione nel Rugby Championship, culminato con la partita contro gli All Blacks a Wellington dove avete dimostrato di cosa siete capaci. Che cosa ci attende ora in questo secondo anno e quanta pressione avete?
Questo secondo anno sarà sicuramente più difficile dello scorso. Le altre tre squadre sono in una forma eccellente, migliore rispetto a noi. Il nostro primo obbiettivo e di essere competitivi contro i migliori al mondo e di giocare il loro rugby, quindi tentiamo di importare la loro intensità e velocità. Certo vogliamo anche dei buoni risultati finali ma al momento è essere competitivi che ci interessa e soprattutto arrivare alla prossima coppa del mondo in Inghilterra nel 2015 con la migliore preparazione.

 

Ora l’Argentina ha la nazionale che fa parte del Rugby Championship ed una squadra emergenti nella Vodacom Cup in Sud Africa. Tutti ci chiediamo a quando una franchigia nel Super Rugby?
Eh, questo è quello di cui l’Argentina ha bisogno per poter rimanere a giocare con i migliori al mondo. Sì, abbiamo una squadra nella Vodacom Cup, ma ci auguriamo di avere una franchigia nel Super Rugby al più pressto. Quando giochi in continuazione contro i migliori al mondo non puoi far altro che migliorare. Se fosse per la Federazione Argentina la vorremmo subito, ma se si presentasse in un futuro non lontano sarà sempre una grossa opportunità per il nostro rugby.

 

In passato moti giocatori Argetnini hanno scelto di giocare in Europa ed hanno anche preso il passaporto, per esempio Italiano, per giocare in altre nazionali. Quanto è importante adesso per il vostro sviluppo il Rugby Championship e l’opportunità di offrire una carriera da giocatori professionisti in patria?
Adesso l’Argentina ha un vero e proprio programma. In passato giocavamo solo 6 partite tra giugno e novembre, ora ne abbiamo 12. Quindi sia giocatori che giocano in Argentina che giocatori che giocano in Europa per scelta personale possono finalmente vedere i benefici nel giocare per il proprio paese. Inoltre avere più partite ci consente di far giocare molti più giovani e quindi offre più spunti di sviluppo per il futuro.

 

Senti come si trova Ted quando viene a Buenos Aires?
Oh Ted è meraviglioso! Quando viene è come avere un altro argentino con noi. Sappiamo che è una persona molto importante, ha vinto la coppa del mondo con gli All Blacks, è una persona speciale. Quando ci siamo conosciuti abbiamo subito fatto amiciazia e questo consente di lavorare al meglio quando è con noi. Siamo sempre attenti ad ascoltare quello che dice e cerchiamo sempre di applicare la sua conoscenza alla nazionale Argentina.

 

di Melita Martorana

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