Doping e rugby, la federazione francese non ci sta e contrattacca

La FFR, spalleggiata da club e associazione giocatori, controbatte ai dati diffusi dall’Antidoping transalpino

COMMENTI DEI LETTORI
  1. mistral 29 Marzo 2013, 09:30

    ho appena postato una risposta ad M. sul precedente percorso di dibattito che sostanzialmente anticipava quanto da voi adesso riportato… il numero di controlli sul ciclismo e sul rugby è (in numero assoluto) assolutamente incongruo (statisticamente) se riferito al calcio, ad esempio (in particolare il ciclismo appare penalizzato, ma il caso amstrong ha fatto tre volte il giro del modo, sicchè….) … la mia impressione è che i media cerchino comunque il titolone, e che una parte del movimento (la più “pura”) dia loro una mano, ricordo a titolo di esempio il caso armitage di inizio stagione, grande eco sui media, condanna immediata senza se e senza ma da parte di alcuni settori del movimento e poi… puff, tutto in fumo … e neanche fumo buono! 😉

    • Stefo 29 Marzo 2013, 15:07

      mistral vorrei essere ottimista come te ma temo che dobbiamo essere sinceri e preparati che prima o poi la bomba esplodera’…non solo in Francia eh ma un po’ ovunque…a partire dall’emisfero sud. Questo posto che ci sia la voglia di fare un po’ di pulizia, se invece come in altri sport prevarra’ l’interesse economico allora non succedera’ nulla…iniziamo ad introdurre il passaporto biologico nel rugby oggi prima che sia troppo tardi.

      • mistral 29 Marzo 2013, 16:36

        non so al sud, ma il caso francese con 2 casi sanzionati su 22 risultati sospetti su 528 controli… a me pare più un petardo che una bomba, e spero di non sbagliarmi… il rischio c’è, indubbiamente, ma a parer mio è maggiore forse più nei settori amatoriali o semi-amatoriali che non nel professionismo puro, vuoi per minore attenzione e controlli, vuoi per emulazione…

        • Stefo 29 Marzo 2013, 17:04

          Io non vorrei che ci illudessimo della “nostra” pulizia e stessimo nascondendo la testa sotto la sabbia…e parlo di tutto il mondo rugbystico.
          Sull’efficacia dei controlli…beh sappiamo tutti che non sono perfetti.

  2. william 29 Marzo 2013, 14:26

    Ero rimasto parecchio colpito dalle durissime parole di Munari contro il doping in un tinello di quest’anno. La sensazione era che per fare affermazioni così dure dovesse crederci veramente in quello che diceva (a meno di sdoppiamenti di perosnalità, non si può mai dire).

    Certo è che rimango sempre molto stupito dalla fisicità degli altleti e anche dal’evoluzione fisica rapidissima di alcuni di loro. Ma io non sono un esperto di preparazione fisica, quindi non posso certo giudicare.

    Rimane il fatto centrale che, ha mio avviso riguarda, noi tifosi. Cerchiamo ed appluadiamo un rugby sempre più bello, veloce, fisico, resistente. Disumano direi. E spesso i giudizi calano implacabili; non si permette mai un passaggio a vuoto a un giocatore, devono sempre giocare al massimo. Ma questo, e chi ha fatto sport lo sa, è impossibile. Siamo umani, le stagioni sono fatte di flessioni e di picchi.

    Insomma risulta facile pensare che in sport così fisici si faccia ricorso agli aiutini. O perlomeno che ci siano persone/società che facciano tali ricorsi.

    Dovremmo ritrovare un po’ di umanità sportiva, tutti quanti. Federazioni, board, coscietà, giornalisti e tifosi. Ma temo sia impossibile.

    Personalmente penso sempre che a un certo punto spegnerò il televisore e non guarderò più questi androidi (parlo dello sport in generale, non solo del rugby). Ma poi mi appassiono di nuovo alle imprese impossibili.
    E la ruota gira. Di nuovo

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