Il terza linea dell’Ulster ha rifiutato una proposta avanzata dall’IRFU e per lui ora si prospetta un’avventura nel lontano oriente
Stephen Ferris e un futuro che si chiama Giappone
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(cito a memoria)
Sexton, Fotuali’i, Roberts, Lydiate e ora Ferries.
un pro12 sempre meno competitivo, tempi davvero duri. ma in uno scenario del genere ci si potrebbe inserire la benetton, che invece, sembra confermi tutti i pezzi da 90.
detto questo un conto è volare in francia, un conto è volare in giappone..
mah, un contratto pay to play mi sembra assurdo.
Si e no gsp…Ferris non ha piu’ cartilagini nelle ginocchia, va avanti ogni stagione ad infortuni che lo tengono parecchio fuori…non e’ un contratto basso il suo…con tutto il rispetto per un giocatore per me fortissimo le sue condizioni fisiche non sono affidabile e non lo sono da anni.
Daccordo Stefo, allora proprio per quello mi sembra quasi logico che Ferris scelga il Giappone. un contratto del genere lo dai ad un giocatore sul quale non puoi/vuoi contare. e vuol dire che la scelta di Ferris fa bene ad entrambi.
Ah si senza dubbio…ma ci sta che la IRFU non se la senta di investire in uno fortissimo ma che salta 3-4 mesi a stagione.
Peccato, perche’ e’ un gran bel giocatore.
Pero’ secondo me il rischio della salute del giocatore dovrebbe prenderselo chi lo ingaggia (nel caso, ci sono le assicurazioni) e non il giocatore stesso.
Questo per me vale sia nello sport che fuori.
e su questo sono d’accordo..
ma resta uno dei flanker più forti dell’emisfero, possibile che non trovi niente di meglio?
tra l’altro è anche molto giovane (85)..
dogriccio e’ fortissimo senza infortunio sarebbe stato un Lion ma e’ fisicamente a pezzi, ormai ogni stagione salta 3-4 mesi per infortunio dove va quindi a prendere un bel pacco di soldi (monetizzando la sua fama) ma giocando in un campionato con un’intensita’ limitata che non solo non ne mette troppo a rischio il fisico ma probabilmente gli allunga la carriera…
forse (anzi sicuramente) hai ragione te..
solo mi intristisce vedere il pro12 che perde tanti campioni, speriamo giochi in favore del benetton che avrà concorrenti meno forti a questo punto..
ah capisco ora cosa intendi…si dispiace
Anche per me un contratto pay to play per un signor giocatore é un idiozzia ma ultimamente va così non mi stupirei che avessero offerto un contratto simile a sexton
Fa benissimo a monetizzare fin che é in tempo
No kat a Sexton non hanno offerto un contratto pay per play fidati…Ferris ha avuto questa offerta a causa del suo storico in termini di infortuni e rischio infortuni.
Ok stefo ma un pay to play per un giocatore é moooolto rischioso forse troppo rispetto ad altri sport
Infatti va in Giappone
E ritorniamo al discorso dell’altro giorno un campione del suo livello ci va a passeggiare 😉
Per il momento si…tra qualche anno vediamo
Il campionato giapponese mi fa venire ricorda, in un certo qual modo, il campionato italiano dell’ era pre pro’, livello basso ed ingaggi alti (in Italia gli ingaggi naturalmente non risultavano tali, ma i soldi glieli davano e se glieli davano!! Peccato nel campionato italiano sia rimasto uguale soltanto il…livello!!), una vera manna per i giocatori di alto o buon livello a fine carriera o con problemi e non più adatti all’ alto livello.
cancellate il “fa venire” all’ inizio del discorso.
vero, anch’io spesso ci ho pensato, con la differenza pero che potenzialmente, grazie alle varie multinazionali che investono massivamente sul rugby, i risultati sportivi e d’appeal potrebbero essere superiori..soprattutto ora in era pro, quello era un professionismo mascherato, sponsorizzazioni, con le tv e le varie stelle dell’emisfero sud (kaino, elsom, smith, du preez, fourie e tanti altri..prima i vari sbw, nonu, ellison etc.)
Era una manna anche per i giocatori italiani che si allenavano e giocavano regolarmente con campioni non a caso in quegli anni si son formati giocatri italiani di altissimo livello.
torniamo alla vecchia questione circa gli stranieri e i ruoli..
personalmente ritengo sia sempre una ricchezza avere stranieri, per il gioco e umanamente e culturalmente parlando..
anche per gli italiani all’estero, non sminuirei la questione come ha fatto munari, nel senso ha ragione quando dice che l’equazione estero=improvement (tecnico-tattico) è una castroneria, ma non è solo quello, arricchisce sempre e comunque il bagaglio culturale ed umano del giocatore che decide di lasciare il proprio paese..
è inutile stia a spiegarlo a te, lo sai benissimo 🙂 , ma vorrei fosse presa in considerazione la questione o “l’opportunità” nel suo insieme e non per i particolari per i quali, ovviamente un direttore sportivo di un club tira l’acqua al proprio mulino (niente di male per carità!)