U20, composizione dell’Eccellenza, le due franchigie celtiche… Parlano due dei massimi protagonisti del movimento italiano
L’Ovalia azzurra che verrà: parlano Gavazzi e Munari
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questo misto pubblico/privato funziona, spero rimanga davvero cosi’.
le Zebre potrebbero diventare ancora di piu’ un luogo per i giovani per completare la preparazione, magari risolvendo le lacune che si portano dietro dall’accademia. per questo sarebbe stato meglio tenere gajan/troncon, ma non si puo’ giudicare il lavoro dei prossimi allenatori senza averli visti. ed anche un luogo per valorizzare giocatori come garcia che sono forti ed hanno bisogno di giocare.
Per treviso, so che munari ci tiene alla formazione dei giovani, ma se sono impegnati a vincere e soprattutto a spendere non avranno tempo di prenderne troppi, ed allora Munari ne prenda un paio da trattare come progetti personali pero’ lasci la formazione ad altri e puo’ allestire una rosa profonda e pronta a vincere. ad esempio, prendi giocatori dalle zebre con gia’ parecchi minuti, tipo venditti, ferrarini sempre li considera funzionali al progetto.
aver dato piu’ liberta’ sui non eleggibili ha sicuramente avuto un buon effetto sulle squadre. ma l’equilibrio e’ sottile e va trovato. infatti appena s’e’ fatto male castro s’e’ trovato redolfini unica soluzione in quel ruolo, anche perche’ Ryan e Roux c’hanno giocato molto.
c’e’ pero’ un altro elemento che potrebbe far crollare il castello. e cioe’ se la famiglia Benetton tira un po’ i remi in barca.
gsp cosi’ convinto che funziona bene nel lungo periodo?
La franchigia di sviluppo come concetto l’aveva fatto anche la IRFU e l’ha dovuto accantonare ormai da 3 anni perche’ assolutamente non sostenibile nel lungo periodo per una federazione.
Sottolineo che quest’anno non ho mai criticato le singole prestazione delle Zebre, ho detto fin dall’inizio che si stava ripartendo da zero quindi era chiaro quello che ci si doveva aspettare, ho applaudito Gajan tutta la stagione per fare l’unica csa sensata con le carte che gli hanno servito e cioe’ ruotare i giovani dando minutaggi decenti a tutti in modo da scremare e capire chi oggi e’ in grao di stare a quel livello e chi no…ma una francigia di sviluppo significa avere una squadra votata a vincere 3 massimo 3 partite per stagione e basta, significa che non e’ piu’ un semplice discoso di PArma ma che il pubblico non lo chiamera’ mai essendo una squadra votata a perdere, significa che anche gli sponsor non ne sono attratti. Inoltre bisogna anche Gavazzi poi si decida a dire chiaramente cosa sara’ il futuro, non puo’ una volta assicurare che tra un anno le Zebre diventeranno private (e l’ha fatto) quindi di fatto facendo saltare comunque questo tipo di situazione (o ci si aspetta che un privato investa in una squadra votata alla formazione e non a vincere) e la volta dopo prospettare invece che questo modello potrebbe diventare quello definitivo.
Nel lungo periodo non lo so. ma nel breve meglio cosi’ che com’era l’anno scorso. insomma, non posso chiedere ad un melegari di mettere milioni e per poi far giocare Buso o provare Chiesa.
Parma, spero che l’esperienza sia chiusa. Pero’ 3 partite sarebbero gia’ positivo rispetto a quest’anno, ma soprattutto avresti cmq una intelaiatura esperta, con geldenhuys, Bortolami, Garcia, Orquera, sulla quale inserire i giovani. Cioe’ diventa un posto per l’allenatore della nazionale di far giocare con continuita’ giocatori utili alla nazionale, che magari non trovano spazio. Sarebbe di sviluppo per i giovani, ma anche con un buon numero di internazionali, al servizio della nazionale.
c’e’ anche da dire che le zebre quest’anno hanno un numero enorme di giocatori nuovi e dall’eccellenza dovuto anche alle contingenze. ma gia’ dall’anno prox le novita’ potrebbero essere minori e mirate.
con due privati corri il rischio, come diceva mallett, che la federazione spende una barca di soldi e poi va al mondiale con Orquera che non gioca e Gower senza contratto.
Gavazzi ha detto che la vender’a ai privati? lo so ed onestamente la cosa un po’ mi preoccupa e non sono troppo daccordo perche’ ritengo che per adesso il sistema funzioni.
potrebbe anche trovare una via di mezzo in cui magari un privato mette una parte dei soldi per portare la squadra dove vuole lui, e gestire parte commerciale magari, sponsor, e lasciare la parte tecnica alla federazione. insomma, avere un altro privato che vuole giocare a Rugby Manager io lo vedo un rischio, un errore del passato che sarebbe meglio non ripetere, e non vedo neanche nessuno pronto a sborsare 4/5mln di EUR a stagione.
gsp nel lungo periodo non e’ sostenibile, l’esperienza Connacht lo insegna, il Connacht e’ stato cambiato per non scomparire.
gsp scusa cerca di capire quello che voglio dire non e’ il numero 3 piuttosto che 2 il punto, il punto e’ che se strutturi il sistema con benetton “vincente” e franchigia adibita allo sviluppo non sarai mai competitivo veramente, non conta avere 4-5 giocatori esperti se poi ogni anno i migliori giovani li lasci andare a Treviso per inserire altri giovani…e nota bene cosa dice Gavazzi: “Le Zebre dovranno anche rischiare qualche giovane nei ruoli che ci mancano” quindi Gavazzi vuole ancora di piu’ sviluppo di quello che gia’ sta venendo fatto…con una situazione cosi’ 2-3 vittorie sono il massimo a cui puoi aspirare gsp ed allora che sia PArma o Canicatti’ continuerai a richiamare lo zoccolo duro appassionato di rugby non ti espanderai se non magari inizialmente per curiosita’, continuerai ad essere non investibile per gli sponsor e quindi sarai un costo continuo per la Federazione e quindi poco sostenibile.
di certo non e’ sostenibile nel lungo periodo, pero’ se metti 8mln (che sono cmq un sacco di soldi) a bilancio per i prossimi anni va bene cosi’, poi si vedra’ se tra 4 anni c’e’ ancora la CL. io te lo scrivo adesso che la franchigia di sviluppo sara’ sempre e solo una perdita economica e mai autosufficiente. basta metterla a bilancio per quella che ha ed avere aspettatuive realistiche.
certo, e’ sempre situazione temporanea, sperando che tra 4/5 anni le accademie funzionano come devono e quindi non dobbiamo completare la formzione di nessuno quando invece dovrebbero gia’ giocare in un campionato professionistico.
pero’ ti faccio una domanda diretta. sei del parere che quest’anno funzioni meglio dell’anno scorso, almeno a livello di collaborazione?
gsp se parli collaborazione Fir-Benetton senza dubbio si, l’ho scritto nell’altro pezzo con Gavazzi sembra essere scomparsa quella guerra di religione che c’era tra la Fir di dondi e Treviso per anni…pieno credito a Gavazzi che da uomo di club secodo me sa che come le cose erano gestite prime rendeva impossibile programmare qualsiasi cosa, e credito a tutti per aver prontamente seppellito l’ascia di guerra elettorale ed aver iniziato un confronto costruttivo.
Sulla franchigia sviluppo “basta metterlo a bilancio” e’ li’ il problema non puoi andare avanti anni ed anni lavorando in quella maniera, e’ proprio quello che ha portato al cambiamento Connacht non era piu’ accettabile e giustificabile come gstione e farei notare che avvenuto il cambiamento sono migliorati non solo i risultati, ma anche l’affluenza di pubblico (se non sei abbonato a perdere il 90% delle partite ma ti metti in una posizione da 8-9 vittorie a stagione la gente e’ piu’ interessata) ed interesse commerciale della Provincia.
@stefo, ed infatti non dico anni ed anni.
ma adesso il problema prioritario (e puo’ essere che dissentiamo) sono ruoli specifici in nazionale. altri sembrano esserne dimenticati che nonostante il buon 6n il nostro sistema formativo non funziona come dovrebbe, club inclusi.
poi quando la filiera funziona puoi rendere anche l’altro club piu’ indipendente.
ma io non dico nemmeno che le Zebre non debbano prendere un Parks, anzi magari lo prendessero. e’ che le Zebre per me dovrebbero mettergli vicino un understudy, che magari per quello che vale non sopravviverebbe in un campionato ‘aperto’.
Poi sul lato del merchandising e provincia non funzionera’, e su quello sono daccordo con te. pero’, e vale anche per Treviso, in questa fase ad esempio la competitivita’ viene prima dello stadio pieno.
gsp senza competitivita’ non hai lo stadio pieno questo e’ ovvio, se Treviso non fosse stata competitiva ma fosse andata a 3 vittorie a stagione alla terza stagione farebbero fatica a fare anche 2-3mila spettatori.
Il punto e’ che si andra’ ad anni ed anni se questo e’ il mdello, Gavazzi dice di voler ancora piu’ giovani, per quel poco che sappiamo del nuovo progetto apertura sara’ implementato nelle Zebre giusto per fare due esempi…in questo scenario poi se si mette su questo tipo di struttura non vedo come un privato possa sbentrare nelle Zebre tra le altre cose.
Io dissento che tutto debba essere fatto in funzione della Nazionale poi, io penso che si debba cercare prima di tutto di mettere su due franchigie che possano ambire a qualcosa perche’ automaticamente la Nazionale ne trarrebbe beneficio poi.
stefo, infatti io sono daccordo che un privato per entrare in queste situazioni deve essere folle, e sono in disaccordo con gavazzi. per questo, meglio se lo facciano loro. la mia non e’ una tesi di principio, ma piu’ che altro una presa d’atto delle conseguenze.
Si deve fare tutto in funzione della nazionale? certo che no, io sono contentissimo del livello di competitivita’ di treviso e spero anche delle zebre. Pero’ sono situazioni cosi’ critiche che qualcosa va pure fatto, e quindi avere una squadra che controlli fa bene.
gsp per me le Zebre come sono vanno bene perche’ era una situazione di emergenza e si doveva trattare come tale emergenza ma temporanea mentre mi sembra che si vada sul mantenerla…spero di sbagliarmi.
Buso, appena rimesso in piedi decentemente, non solo ha giocato negli Aironi ma curava pure una giovanile. Il minutaggio l’hanno fatto tutti, da Trevisan a Benettin, passando per quelli che sono cresciuti e tanto, come i Ferrarini, D’Apice, Furno, Biagi e così via. Su Chiesa apertura mi scappa da ridere (o da piangere), era il miglior centro disponibile in eccellenza e ‘sta storia di adattare giocatori come lui o Morisi fa il paio con l’incapacità delle accademie federali. Ci fa schifo avere uno o più 12 con le mani buone? Che serva un baraccone federale per far crescere i giovani sarà pure un’opinione, ma non la mia. Melegari andava preso a pesci in faccia? Trovino qualcun altro, che pensare di tenere in piedi una roba che le perde tutte e costa 8 milioni di euro l’anno mi sembra una follia. A Parma o a NewYork.
Appunto, proprio perche’ non puoi chiedere ad un privato di spendere 4/5mln e poi dirgli chi far giocare e magari non schierare la fomazione migliore possibile, meglio che se la facciano loro. Idem per l’affare Chiesa, puo’ essere sbagliato o meno vederlo li, ma almeno che il rischio se lo prendano loro.
Un privato è anche più interessato a sviluppare i prospetti, che costano meno e si valorizzano. Ma in una squadra competitiva, o che ha questo obiettivo, con davanti dei modelli da emulare e da superare. Partecipare a un campionato come sparring partner, tanto più col minutaggio garantito, non fa crescere.
daccordo, pero’ come ovvii ad un problema tipo Gower? e soprattutto come assicuri che i giovani si concentrino sui ruoli che servono alla nazionale, piu’ che sui ruoli che convengono alla squadra in questione?
e spendere 5mln da parte della FIR, e non poter decidere se portare Gower la mondiale o trovare un posto ad Orquera o Chiesa, mi sewmbrano uno spreco enorme.
Il rischio lo prendono loro, ma con i soldi di tutto il movimento…
@hullala, verissimo. infatti il problema pero’ poi di trovare un’apertura per i mondiali e’ un problema della federazione, un po’ meno delle squadre.
Non mi pare che Treviso non si sia posto il problema 10. Di Bernardo e Ambrosini non li ha presi la FIR. Orquera è rientrato con Melegari. Che si è accollato l’ira di dio di rientranti in ottica nazionale, con i ringraziamenti che si sono visti. Se poi mi vuoi raccontare che Gower se n’è andato per colpa di Melegari, allora vabbè.
Allora, ad oggi DiB, Burton e forse anche Orquera arriveranno forse gia’ troppo avanti negli anni al mondiale ed alternative ancora non ce ne sono (Ambrosini non l’abbiamo ancora quasi visto). quindi il problema e’ tutt’altro che risolto.
Su Gower, io non do assolutamente la colpa a Melegari o Zatta/munari (anche se sarebbe servito come il pane ad entrambi). Loro sono liberissimi e devono essere liberissimi di prendere chi vogliono, visto che i soldi ce li mettono loro.
Pero’ rimane un problema che se la FIR avesse voluto trovare un contratto a Gower per portarlo al mondiale avrebbe dovuto imporlo alle squadre.
E se spendi 7mln all’anno come FIR, come faceva allora, e non puoi neanche mettere sotto contratto un giocatore che ritieni essenziale per il mondiale, allora che la fai a fare la CL?
Se la differenza l’avesse pagata la FIR, il contratto l’avrebbe trovato, nonostante i noti problemi comportamentali. Tieni conto che era un pluriennale lungo e a un costo che, anche al 50%, era inavvicinabile per gli Aironi. Ti ricordo che erano partiti con Mercier e Bocchino, e preso Marshall in corsa il primo anno. Poi Orquera e Naas Olivier. A un costo ragionevole per loro, avrebbero preso Gower, ROG, Wilkinson, Carter, Cooper e anche qualcun altro.
@mal, scusa ma sono tutte situazioni complicate.
Gower non costava molto piu’ di Keats, per il primo anno era chiaro che il suo cotratto era al 60% a carico della FIR. quindi lo pagava gia’.
poi, scusa i problemi comportamentali non certo in Europa ed in nazionale anzi. quella e’ la storia del passato.
A Tonni e Munari, Gower non piaceva (assurdo per me) ma se lo vuole la FIR lo paghi la FIR. senza dover negoziare con nessuno.
gsp ci avrebbe tolto le castagne dal fuoco al mondiale, per il resto non è un’apertura di ruolo, centro a bayonne e halfback nel league, piu una sorta di mediano di mischia..
certo ci avrebbe fatto molto comodo soprattutto per il sistema di gioco di mallett (pessima la sua ripicca a tal proposito) e la tranquillità nel giocare e dirigere la fase difensiva..
capisco perche non l’abbian voluto a treviso!
il 40% costava molto di più del contratto di naas (il 10, ma per Keats vale lo stesso discorso) ed era un pluriennale da tre anni. Che Melegari si troverebbe tra i debiti anche ora. Treviso era un altro discorso, ma gli Aironi hanno fatto tutto e di più (troppo, a leggere i post dell’epoca) rispetto a quanto gli ha chiesto la FIR, solo che Gower era proprio fuori da ogni logica economica. Quanto ai comportamenti, il rischio sarebbe stato tutto di chi lo paga e lo allena e fa giocare tutto l’anno, non sei/otto partite.
malpensa io ne faccio un discorso squisitamente tecnico, non caratteriale..
per quello dico capisco non l’abbian voluto a treviso!
Dichiarazioni giuste da entrambe le parti.
Non è detto che Gavazzi non sia d’accordo con Munari. Tanto, oramai è evidente che, con lo stato attuale, la situazione delle giovanili non è accettabile.
Che s’avvicini il momento della fine del mandato di Ascione? Speriamo..
Da fonti attendibili : la prossima stagne non vedrá Ascione ai nastri di partenza. Quello che non mi è dato di sapere è dove Ascione andrá a fare danni…
io gli darei subito la pensione, lo manteniamo ma almeno può andare a passeggiare per i giardinetti.
ma così non fa danni mandiamolo in Galles
Ai giardinetti in Galles?!?!?!
Mi state facendo confusione…
NO in federazione
accidenti!
allora il buon gavazzi dato come delfino di dondi era invece uno squalo travestito?
di progetti, almeno, ne sta facendo oltre finalmente alla fine del muro contro muro con il club che più ci rappresenta a livello europeo.
speriamo che alla “nuova-era” del rugby italiano sul campo si accompagni anche una nuova era dirigenziale.
infatti dog, si sapeva che era troppo ingombrante anche storicamente come delfino. adesso pero’ e’ ora per lui di mettere i progetti, tipo ‘progetto apertura’, su carta ed iniziare a farli girare.
mandiamolo in Galles anche a nostre spese
la cosa piu’ importante e’ riorganizzare il sistema delle(*)
con allenatori e preparatori capaci
per quanto concerne le attivita’ dei vari campionati sono pienamente
daccordo col pensiero di munari.
vorrei sapere chi e’ stato il prof. che ha inventato il campionato
under 20 con giovani dal 1994 al 1996?
GRANDISSIMA STUPIDAGGINE ….
quanti ragazzi del 1996 hanno lasciato il gioco del rugby?
Vero, verissimo ne parlavo l’altro giorno con un papà che ha il figlio U16 ed è un ’97…tra l’altro anche bravino! Ecco il papà mi ha detto: se l’anno prossimo non c’è l’U18 non so se iscrivo mio figlio di nuovo. A perte il fatto che a 17anni deve essere un figlio a decidere cosa fare ma tralasciando questo punto questo questo padre lo posso capire. Però il problema grosso è che questi U16 che passano di categoria si ritrovano a giocare con gente di due/tre anni più grandi e a questi livelli si sentono eccome!! Risultato: il ragazzo dopo due mesi non gioca mai, in allenamento (almenoche non sia un fenomeno) non viene minimamente cagato da allenatori e giocatori più grandi, rischia di farsi male ma soprattuto dopo due mesi ha perso ogni stimolo ad andare a giocare perché ovviamente perdendo entusiasmo nel rugby inizia ad avere altri interessi che a quel l’età sono di suo diritto: la scuola, la discoteca, gli amici in piazza, le ragazze!!!!
Quanto hai ragggggione kinki
Mi ricordo che ai miei tempi ( sono un 1984 🙂 ) finita l’under 18 alè in prima squadra e tutti non vedevamo l’ora di arrivare a giocare con i grandi! Mi spiegate il senso delle selezioni U20? Non sono buoni per la prima squadra?
Poi è logico un pilone non è pronto a 18 anni sono conscio di ciò ma insomma prima come si faceva?
kat sicuro di quello che dici?
io sono un 1991 e ho giocato nell’under 20 (quando tutte le altre categorie erano dispari) con ragazzi del 90′ e del 89′ (mi pare ci fosse un limite massimo per gli 89 in campo ma non ricordo quanti )
posso dirti con certezza che era la stagione 2008-2009, ed era così anche gli anni prima, o almeno dalla mia U15 (stagione 2004-2005)
poi la stagione successiva c’è stato il passaggio alle under pari che ha praticamente eliminato una categoria.
per me è lì l’errore, non che esista un’under 20
esatto, l’errore è stato accorpare il biennio..come dice kinky mandano allo sbaraglio ragazzini con altri di 2 3 anni piu grandi coi risultati che conosciamo!
dovrebbero ripristinare il vecchio sistema o uno che garantisca equilibrio soprattutto nella delicata fase della crescita e maturazione!
Ma scusate ci lamentiamo dei giovani italiani che non maturano e poi dopo non li facciamo giocare in una categoria, almeno fisicamente più provante? Bah secondo me dopo l’U18 la prima squadra e se non trova spazio può andare in prestito in qualche altra realtà
Io finita la trafila ho fatto il salto in prima squadra e con me circa una ventina di ragazzi delle giovanili e abbiamo costituito la prima squadra (in passato c’erano solo giovanili) abbiamo preso una slavina di punti ogni domenica ma nessuno si lamentava che gli altri erano più esperti
kat sto parlando di ragazzi del 96 (16 anni) con ragazzi del 94 (19).
prima erano annate dispari accorporate x2annate
anche prima l’under 20 erano 3 annate
solo che i più piccoli avevano 17 e non 16 anni
Attenzione…nessuno l’ha notato: 6nazioni e Mezeena concordano su questo fatto!!!!!!! Potrebbe essere l’inizio di un lungo e duraturo amore!!
ahahah…se son rose fioriranno…
kinky son gia “casado” come dicono in argentina!
senno un pensiero ce lo facevo eccome! 😉
poi non hai seguito bene direi, perche siamo come al solito agli antipodi!
lui vuole i giovani a prescindere in quanto giovani, io dico una cosa diversa, i giovani giocano se son degni, senno è giusto che stian a guardare i “vecchi marpioni” come li ha definiti un altro utente, finche non saranno dello stesso livello o meglio..dai grandi giocatori si ha solo da imparare, tecnica tattica tutto!
e per fortuna senno io col piffero a 38 anni continuavo a giocare!
ps l’unico punto in comune è sull’ accorpamento del biennio nelle under, francamente una grande idiozia, chiunque l’abbia pensata..gia siamo uno sport di nicchia o meglio d’elite, cosi facendo la “scrematura” dei giocatori, per tutte le ragioni elencate, è stata nettamente superiore al previsto!
Infatti intendevo che siete d’accordo sull’accorpamento del biennio!! Dai che è un inizio!!!
questa volta sono d’accordo con 6nazioni, io sono un po’ più vecchio di voi e ho vissuto le giovanili a biennio dispari (9, 11, 13, 15, 17, 19, seniores), i grandi salti erano tra U15 e U17 un po’ per il fisico, ma soprattuttoper il modo di giocare, si giocava sul serio a rugby, U17 e U19 soprattutto per il fisico, quando finivi le giovanili a 19 anni andavi a giocare tra i seniores, un paio di anni di apprendistato per tararti strutturalmente e mentalmente con i grandi e poi via.
Questo sistema ti permetteva di crescere senza grossi traumi dando a tutti la possibilità di confrontarsi con giocatori dal fisico “simile”, arrivare giovane a giocare con i “grandi”, ma con esperienza e selezione, l’U20 (o 21 non ricordo) era quindi fatta da diciottenni/diciannovenni particolarmente dotati (che magari qualche uscita con i seniores l’avevano già fatta) e ventenni che avevano già assaggiato le spalle dei seniores.
Il mettere dei sedicenni/diciassettenni a giocare con dei ventenni (uomini praticamente già fatti) è una vera bestemmia, per esperienza personale (a 20 anni mi sono trovato ad aiutare una piccola società ad allenare la U9 e fare da secondo alla U15 con dei fuoriquota di 16) la differenza fisica tra le due età è impressionante, un ventenne allenato è più grosso dei grossi di 16 anni, più veloce dei più veloci e ha una visione di gioco decisamente più avanzata, assolutamente inconciliabili
d’accordo con l’attenzione nella formazione di tecnici e arbitri, condivido la riduzione delle squadre in eccellenza, spero che si abbandoni l’idea della creazione di accademie disseminate in giro invece prediligerei accademie legate ai club, ho qualche dubbio sulla realizzabilità del sistema misto campionato nazionale semi prof. – franchigie perché non c’è da nessuna parte (negli altri paesi o c’è un grande campionato professionistico o c’è il sistema delle franchigie garantito da un ottimo livello dei giovani anche grazie al contributo del settore scolastico che da noi manca del tutto) magari si crea un sistema italia …
da sistemare i campionati giovanili perché ora grazie alla celtic riusciamo a tenere fisicamente e mentalmente a livello nazionale ma se già da giovani li facciamo abituare a una certa intensità e fisicità sarebbe meglio
Gavazzi non è mai stato il delfino di Dondi, è stato candidato da Dondi perchè era l’unico che poteva battere Zatta. Dondi ha sempre odiato Gavazzi tant’è che nella tornata precedente ha fatto di tutto per farlo fuori (Gavazzi ultimo degli eletti con stupore di tanti). Perchè lo ha candidato? Semplice Dondi odia Treviso perchè non si è mai piegata al suo potere e quindi meglio Gavazzi che Zatta.
combattere l’uno contro l’altro non porta da nessuna parte. tutti gli uomini di buona volontà dovrebbero sedersi a tavolino e trovare le strategie migliori per far crescere il movimento globalmente. tutte le forze in campo, federazione-clubs-sponsor , ecc. dovrebbero coalizzarsi e remare nella stessa direzione. poter sfruttare l’entusiasmo di una nazionale finalmente vincente, dopo anni di frustrazioni, è un’occasione irripetibile !!!!! per cui, umiltà e lavoro, tanto lavoro……
mi permetto di suggerire un’idea : treviso, che alla prova dei fatti, è la migliore realtà in italia non potrebbe “esportare” , soprattutto in ambito giovanile, le proprie esperienze e piantare tanti piccoli semi in altre regioni del nostro paese, magari in collaborazione con la federazione ?????
Le giovanili di Treviso sono molto buone, ma non le migliori! Le capacità di Treviso risiedono soprattutto nell’alto livello. Viadana e Padova(le prime due che mi vengono in mente) hanno delle ottime giovanili, oppure Mogliano e Prato, ed ho sentito parlare bene anche della Lazio da questo punto di vista.
@pesso altre realta’ giovanili di grosso livello sono la
capitolina,l’aquila,frascati,parma,san dona’,
io ci metterei anche calvisano
allora si esportino queste realtà in altre zone d’italia dove il rugby langue o non esiste come al sud e nelle isole……
hector in quelle realta’ si sono strutturati con tecnici preparati,
iniziano dalle medie la scelta dei ragazzi e sono realta’ storiche
del rugby italiano.
nel centro sud/isole ad eccezione di aquila,roma,non vi sono grossi
movimenti sul rugby di quel livello.
gavazzi non ha tutti i torti nel fare tutti quei centri federali sparsi
per l’italia credo siano 32/34,bisogna vedere dove vengono istituiti.
la cosa importante sono tecnici e preparatori di livello ci sono in
italia tutti questi tecnici preparati? io ho dubbi visto i risultati
delle accademie in questi 10 anni……..
Finalmente una Serie A come si deve: poche squadre di livello. Speriamo che trovino il modo anche per farle giocare oltre le 14 partite di stagione regolare…
Ma per la CC si sa qualcosa?
“campionato: a 12 squadre è una perdita di tempo, si abbatte la qualità. Dovrebbero essere otto e otto nella seconda divisione..”
d’accordissimo con vittorio e la 8+8 mi pare la formula più equilibrata per alzare il livello del campionato, l’unico dubbio è che il passaggio tra 12 e 8 squadre non sia traumatico (tipo: “grazie per l’impegno, siete in seconda divisione” o anni di stragi di retrocessioni) e, se posso permettermi un suggerimento nella direzione di mantenere un alto livello nel campionato, magari non retrocessioni e promozioni automatiche, magari più di una, ma dopo un playout (io sarei più per il girone all’italiana che sulle partite ad eliminazione diretta) tra le ultime della prima divisione e le prime della seconda, in modo che le otto di prima divisione siano comunque le più forti in circolazione
ed aggiungo: con lo stimolo per le squadre di seconda divisione di attrezzarsi bene e, di conseguenza, alzare il livello generale delle competizioni nazionali
Riguardo il tema Eccellenza, non penso che ridurre le squadre da dodici a dieci cambi più di tanto il livello…quello che dice Munari è molto interessante, ma un massimo campionato a sole otto squadre mi sembra poco, anche una seconda divisione ad otto squadre e tornei regionali sotto mi sembra un pò limitativo per tutto il resto del movimento…comunque è un’idea che si può prendere in considerazione. Il punto sui cui personalmente non mi trovo d’accordo è quello di far allenare i giovani con le franchigie…i giocatori devono allenarsi ai club, se devono giocare in Eccellenza come fanno ad allenarsi da tutt’altra parte? Se si vuole investire sui giovani, anzichè le accademie zonali, magari, come fanno in Galles e Irlanda, si potrebbero creare due accademie che dipendano direttamente dalle rispettive franchigie, cioè una per le Zebre e una per il Treviso.
Ad ogni modo, dobbiamo capire cosa si vuol fare di questo campionato, e cioè l’idea di Munari può essere buona se s’intende rendere questo torneo una competizione di rilievo, dal momento che siamo l’unica nazione che compete alla Challenge Cup con squadre semiprofessionistiche (oltre alla Spagna), visto che, ad esempio, i club celtici dei vari campionati di Galles, Scozia e Irlanda non prendono parte a nessun torneo continentale (a parte la British and Irish Cup, che comunque è una coppa semiprofessionistica, e l’Irlanda vi partecipa con dei team A delle franchigie).
Se vogliamo una volta per tutte separare il domestic rugby dall’alto livello, allora si dovrebbe provvedere diversamente. Ora, prendo sempre in riferimento i campionati argentini (che mi piacciono tanto…), ebbene non sarebbe più bello, divertente e interessante creare due fasi? Ipotizzo: si fa un’Eccellenza a sedici squadre, suddivise in due gironi da otto, ogni club incontra l’altro in gara secca, senza ritorno, le migliori cinque di ogni girone danno vita in una fase successiva ad un Super 10. In questa seconda fase la formula è la stessa: gare secche e poi play-off finali. Io penso che il Super 10 che si andrebbe a formare sarebbe un torneo molto interessante e qualitativamente alto, e soprattutto si avrebbe molta competitività nella fase iniziale per guadagnarsi un posto tra quelle dieci squadre. Le squadre che non fanno il Super 10 assieme alle migliori classificate della serie inferiore darebbero vita ad un nuovo torneo (un campionato per la riammissione in Eccellenza) e così via, cioè dopo una fase iniziale si formerebbero vari tornei per essere riammessi alle diverse divisioni che strutturano tutto il movimento. La stagione successiva i club del Super 10 e i migliori sei classificati del campionato di riammissione 1 danno di nuovo vita all’Eccellenza e così via. In questo modo si avrebbe un sistema dinamico in cui ci sarebbero molti passaggi dei club da una divisione all’altra e sarebbe un modo di far fare esperienza alle piccole squadre. Quanto alla Challenge Cup, via i club e si formano (ovviamente ci dovrebbe essere un consenso dell’ERC) tre selezioni territoriali (una per il nord-ovest, una per il nord-est e una per il centro-sud) che prendono i migliori giocatori dai club che fanno l’Eccellenza nella prima fase…fantarugby?
le tue idee sono ottime e già avevo avuto occasione di dirlo, però, a mio personale e umilissimo parere, per il nostro modo di pensare il declassare o staccare del tutto l’eccellenza dal rugby di vertice rischierebbe di creare dei vuoti di sviluppo non colmabili, noi dobbiamo stimolare la base ad essere fondamentale per l’alto livello, anche perchè due/tre squadre pro con accademie o simili aggregate, dato che la cultura sportiva in questo paese non è certo all’avanguardia, rischierebbe di limitare troppo il numero dei praticanti di livello.
ti porto l’esempio degli USA in cui ci sono campionati pro, semipro e dilettantistici, loro possono farlo perchè nel sistema scolastico lo sport, a volte anche troppo, è considerato un valore importantissimo per cui un ragazzo gioca per ottenere vantaggi e, se ha le capacità, arriva ad alti livelli altrimenti, dopo una certa età, può continuare per passione, ma la base è enorme e motivata, da noi se un ragazzo a Roma, per esempio, non ottiene subito risultati potrebbe rimanere un appassionato non praticante, se non potesse sperare che prima o poi di fare il salto di qualità dimostrando nel tempo di valere qualcosa
@san con 8 club si alza il livello del gioco nel campionato eventuali
spareggi tra le ultime due e le prime due della seria A.
viadana,mogliano,fiamme oro,rovigo,petrarca,calvisano, sel.nazionale
under 23,mantovani lazio.
partecipazione challenge cup. quoto tutto.
per quanto riguarda le accademie la proposta di gavazzi mi sembra
interessante 32/34 accademie zonali in tutta l’italia.
l’unico neo ci sono preparatori adatti per tutte queste accademie?
Anche secondo me con 8 club si alza il livello del campionato. La stagione risulterebbe un po’ corta ma da questa possibile deficienza se ne potrebbe trarre una cosa positiva. Le partite di regular season sarebbero 14 più i playoff però le due celtiche potrebbero ‘prestare’ una decina di giocatori a testa in maniera che questi possano giocare di più e durante le finestre della nazionale il campionato si ferma in maniera che questi 20 giocatori possano andare con le celtiche depredate dalla nazionale!! I giocatori ‘prestati’ farebbero la preparazione in luglio e agosto con le celtiche poi durante il campionato starebbero con il club designato e durante le finestre della nazionale ritornano ad allenarsi con le celtiche!!
@gian e @6nazioni vi rispondo qui in unico post:
gian ti do pienamente ragione su quello che dici del domestic rugby e della nostra cultura sportiva…tornando al tema coppe europee noi siamo un’eccezione…prendo ad esempio la Scozia, che come noi partecipa di diritto alla Heineken Cup con le sue due franchigie essendo queste l’espressione del suo alto livello, ma non ha nessuna squadra da mandare in Challenge Cup (differentemente da Galles e Irlanda, che solitamente mandano in CC l’ultima loro classificata in Pro12, o, ad ogni modo, l’ultima franchigia, gallese o irlandese che sia, del torneo celtico va in CC)…ora, i club di Galles, Scozia e Irlanda non vanno in Challenge, quindi ecco perchè siamo un’eccezione…in questi Paesi il livello del domestic rugby è separato nettamente da quello delle franchigie, e il livello club è ancora più semiprofessionistico che da noi (le loro migliori squadre corrispondono alla nostra serie A o, al massimo, al livello dei club medio-bassi della nostra Eccellenza)…il punto è che il rugby è talmente radicato nella cultura di queste nazioni che non pesa più di tanto avere un professionismo legato solo a due o quattro franchigie…certamente, come dici, sarebbe un problema creare questo sistema anche da noi, il gap si sentirebbe molto, però, in riferimento proprio alle coppe europee, il fatto di creare delle selezioni per la Challenge con i giocatori che vengono dall’Eccellenza comunque non ci isolerebbe dal livello europeo e apporterebbe un miglioramento qualitativo e di esperienza nei singoli atleti…il sistema argentino, con due fasi e campionati di riammissione, secondo me sarebbe divertente, entusiasmante e soprattutto farebbe si che i club che vanno a fare il massimo torneo finale (un Super 10 ipotetico) siano ben scremati e selezionati da tutta la prima fase…
6nazioni, non c’è dubbio che con otto club il livello si alzi, siamo d’accordo, ma anche con il sistema che ho pocanzi epresso il livello si alza, e poi, almeno secondo me, il giusto sarebbe un massimo campionato a dieci squadre…non sono d’accordo poi a far partecipare una selezione nazionale u.23…i ragazzi giocano ai club e a basta, un campionato di club deve essere tale, senza alcun inserimento di selezioni o accademie giovanili…ma sei sicuro che gavazzi parla di 32/34 accademie zonali?? sono troppe…io avevo capito otto centri di formazione a livello interregionale e un’elite giovanile composta da 32 squadre juniores, può essere che mi sbagli…comunque sarei per un’unica accademia nazionale e due accademie che dipendano dalle nostre franchigie, una per le Zebre e una per il Treviso…
Sarei anche propenso per un doppio tesseramento per tutti i giocatori di Pro12 (se non sbaglio fanno così anche in Scozia), cioè i giocatori “celtici” che non vengono convocati per un match di Pro12 o di HC possono essere messi a disposizione delle corrispettive rose d’Eccellenza sia per il campionato che per la CC…oppure Zebre e Treviso si tengono un numero stretto di 10/15 giocatori per squadra, cioè di “intoccabili” ed utilizzabili solo in Pro12, e fanno il doppio tesseramento a tutti gli altri…
Credo poco, anzi per niente, ad una pace Treviso-Gavazzi. Zatta, Munari e C. stanno già facendo il conto alla rovescia per le prossime elezioni federali.
Gavazzi si sta facendo apprezzare con scelte molto popolari, a largo consenso.
Ma non potrebbe fare altrimenti perché è consapevole che se domani mattina la famiglia Benetton chiude i rubinetti, il meccanismo ben oliato di oggi s’inceppa.
Mi riferisco a: successi 6 Nazioni, crescita giocatori Treviso, numero vittorie in Celtic (ed Heineken…).
E quindi Gavazzi concede “carta bianca” a Treviso, e Zebre (per forza…).
Fra 3 anni si dispiegano di nuovo i carri armati.
Fa comodo ad entrambi andare d’accordo ora.
Altra cosa: pianificazione prossima Celtic. Ma qualcuno crede che Munari e Zatta siano in trepidante attesa di ciò che il Consiglio Federale decide.
Ma dai….
La Benetton Tv ha già avuto da Gavazzi piene rassicurazioni, regole certe per muoversi sul mercato, sanno già quanti stranieri tesserare e quanti ne possono schierare.
La mancata ufficialità delle stesse regole e’ dovuta all’incertezza che accompagna il progetto Zebre…quanti stranieri? quali stranieri? Vunisa italiano o no? Cavinato e i suoi paletti? Parma o stadio itinerante? Tanti dubbi sul giocattolo della FIR…
E questa attesa e’ doverosa a trovare risposte a tutti i quesiti.
Treviso ha mai trasmesso incertezze sul modus operandi da seguire?
No.
Gli stranieri a Treviso, ne conosci il nome il giorno dopo il loro arrivo.
Se Zatta (e Munari…) fosse diventato Presidente FIR avrebbe plasmato la FIR secondo la Benetton Treviso, riproducendone forme e metodi.
Gavazzi, riconosciendone il merito, lascia fare, anzi “libertà d’azione”…
Beh insomma ci credi poco alla pace?. Se lavora bene ed in sintonia con TV Gavazzi potrebbe incassare alle prossime elezioni l’appoggio dell’attuale opposizione. Con tutto il vantaggio per il movimento
scusate l’off topic, ma a capoterra è successa una cosa sconcertante, il preside della scuola media (appena arrivato ed insediato) ha proibito ai ragazzi di giocare a rugby a scuola perche ritenuto “pericoloso”, tradizione che durava da quasi 40 anni!!!
questi son gli educatori che abbiamo in italia!!!
vergogna mister CLAUDIO MANIGAS!!!
Un momento ragazzi, io sono il primo sostenitore di Treviso e del suo metodo ma non è che a Calvisano Gavazzi & co. non abbiano fatto niente.
Guardate che il metodo Calvisano ha portato alla franchigia benetton giocatori come: Zanni, Cittadini, Ghiraldini, Mclean, Garcia, Maistri…..
C’è eccome un metodo Calvisano così come c’è un metodo Viadana, negli ultimi 10-12 anni queste due società si son prese 3-4 titoli Italiani e un bel numero di finali, li son cresciuti giocatori come Castro Perugini, Masi……
Ricordatevi che stiamo parlando di due “Paesoni” non di città eppure…..
Hai ragione, certe cose non si puo’ non ammetterle. Aggiungici anche Nitoglia, i Pratichetti, Bernabo’, Cattina, Buso e D’apice, solo dalla squadra che decise di ripartire dalle serie inferiori. Se parliamo di sostenibilita’ e capacita’ di individuare i prospetti (con budget importanti ma non infiniti) difficile trovare di meglio in italia. Certo per Calvisano, come per Treviso, manca sempre l’apertura di formazione italiana. quindi anche li hanno tutti da imparare e meno da insegnare.