Argentina, Canada, Stati Uniti, nuove conference: tutto dopo il 2015. Parla il boss della SANZAR
Il punto fermo rimane il 2015: sino al termine di quell’edizione il Super Rugby rimarà quello che conosciamo e cioè con cinque franchigie sudafricane, cinque australiane e altrettante neozelandesi.
Perché il 2015? Perché quell’anno scadranno i contratti televisivi oggi vigenti e allora si ridiscuterà tutto. A fare il colpo gobbo nei mesi scorsi ci aveva provato la federazione sudafricana con il suo goffo e maldestro tentativo di allargare il bacino delle proprie squadre da cinque a sei con l’ingresso dei Southern Kings, ma la SANZAR (la federazione creata ad hoc per gestire il Super Rugby) l’ha bloccata. Alla fine la squadra di Port Elizabeth è entrata, ma non in aggiunta come sperava la SARU, bensì “in levare” e a smenarci sono stati i Lions.
Il boss della SANZAR, Greg Peters, ha rilasciato una intervista in esclusiva al sito nordamericano bleacherreport.com nel quale tratteggia diversi scenari per il periodo post-2015. Innanzitutto si parla di Stati Uniti e Canada, ma non solo, e apre alla possibilità di un futuro ingresso di nuove realtà nel Super Rugby: “Siamo una struttura unica, estremamente flessibile per sua natura e quindi la possibilità dell’ingresso di nuovi soci è realistica. Siamo simili ad altre realtà nordamericane”.
Peters comunque sottolinea l’importanza di tenere ben presente che per l’ingresso di nuove realtà nel Super Rugby il livello tecnico e sportivo sarà importante tanto quello economico: “L’ingresso di mercati nuovi, ricchi e importanti ovviamente ci interessa ma di pari passo vogliamo mantenere alto il livello tecnico della competizione. E sì, è vero che siamo interessati alla crescita rugbistica di nuovi attori ma terrei a precisare che noi non siamo l’IRB, noi siamo la SANZAR e il nostro obiettivo non è la crescita del gioco a livello globale quanto la crescita dei benefit dei nostri associati”.
Quindi il capitolo Argentina: “Siamo molto interessati a lavorare con l’Argentina che ha già manifestato la volontà di entrare nel Super Rugby. Chiaramente questo comporterebbe notevoli problemi logistici ma il Nord America potrebbe diventare una parte della soluzione, con la creazione di una conference americana che tenga assieme Argentina, Canada e USA. Oppure formare un blocco con le compagini sudafricane, anche questa è una soluzione che vogliamo studiare meglio”.
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