Comunicazione, trasparenza: parole magiche anche per gli arbitri

Una “glasnost” per i fischietti? Secondo Antonio Raimondi è questa la chiave di volta. E il dibattito è aperto

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Maxwell 20 Febbraio 2013, 09:08

    Per quelli che non hanno potuto vedere Sky……
    Lei cosa pensa dell’arbitro di Scozia Italia? E Munari ?
    P.S.
    Io sono convinto che avremmo perso anche con un cyborg arbitrante, ma un paio di cartellini gialli se li meritavano tutti nel 1° tempo….ovviamente IMHO.

    • Antonio Raimondi 20 Febbraio 2013, 10:16

      A mio modo di vedere ha concesso troppo nell’area di break down e gli scozzesi si sono adattati meglio, giocando al limite. Non cercherei nell’arbitraggio le spiegazioni per la sconfitta, sarebbe un alibi facile quanto inutile per la crescita.

      • Maxwell 20 Febbraio 2013, 10:35

        Anzitutto grazie dell’attenzione.
        Poi sono il primo a dire che non eravamo nello stato di grazia della settimana prima, che in 12 anni di trasferte 6N 1 vittoria in 7 minuti, ( 🙂 ) 1 pareggio e solo sconfitte…. etc etc….
        Però nel professionismo non riesco più a gustare la frase “si sono adattati meglio, giocando al limite” perchè il più delle volte ……”agli altri è concesso quello che a noi è fischiato”………..
        Sentivo parlare, ma non ne sono sicuro,forse era solo un esperimento, che in Germania, nel calcio, gli arbitri entravano nel gabbiotto televisivo con un commentatore ( uno solo ) che faceva vedere le azioni “incriminate” e l’arbitro spiegava le motivazioni. Alla fine c’era un sondaggio secco che diceva se la spiegazione era sufficiente o meno.
        Ecco…. Ipotizziamo che lei avesse avuto a disposizione l’arbitro per 5 minuti davanti ai replay….
        -1° ai minuti x … y… z… t…. k…. ha permesso questo nelle ruck mentre a 5 minuti dalla fine ha tirato fuori il cartellino….perchè questa difformità nei giudizi?
        -2° perchè a fronte di un fallo evidente della mischia scozzese nel 2 tempo anzichè fallo a noi l’ha dato alla Scozia? Con Parisse allibito?

        Io credo che basterebbe 1 anno con 2, max 3 risposte davanti agli schermi dopo ogni partita e la sudditanza psicologica sarebbe finita.

        • Maxwell 20 Febbraio 2013, 10:37

          …..poi accetto qualsiasi errore, però andrebbe via quella brutta sensazione di sentirsi “violentato”….

        • gsp 20 Febbraio 2013, 11:34

          @max, secondo me il fallo in mischia non l’ha visto (ma un arbitro puo’ addormentarsi nel mezzo di una mischia sulla linea di meta?), non ha notato che il flanker era attaccato a Zanni invece che alla mischia scozzese. Pero’ li e’ anche un po’ Zanni che avrebbe dovuto proteggere il suo 8 un po’ di piu’.

          Pero’ come per tutta la partita, li il compito e’ dell’arbitro, e non esistono ‘metodi alternativi’ per addrizzare decisioni storte dell’arbitro.

  2. stefano nicoletti 20 Febbraio 2013, 09:14

    Salve Antonio, è un problema tecnico senz’altro complesso che hai scandagliato magistralmente.
    Ma è opportuno sottolineare che è spesso un problema comportamentale di professionisti ambiziosi che, nel caso in cui si stiano affrontando due squadre di diverso livello, non ci pensano due volte a favorire quella più blasonata.
    Lo vediamo in Pro12, lo vediamo continuamente a livello di nazionale e questo va oltre l’aspetto tecnico… quindi il primo livello di valutazione dovrebbe essere: questo arbitro garantisce parità di giudizio e lo svolgimento di uno spettacolo decoroso per tutti gli spettatori?

    • stefano nicoletti 20 Febbraio 2013, 09:15

      E quando parlo di blasone, parlo anche dell’importanza storica di un movimento rispetto ad un altro (sì, mi riferisco alla nostra ultima partita contro la Scozia)

      • Antonio Raimondi 20 Febbraio 2013, 10:25

        Ciao Stefano,
        Grazie. La trasparenza è riferita anche a questo versante della storia. Un processo di valutazione chiaro e trasparente, dovrebbe portare ad un giudizio corretto, anche se come sempre è un risultato in cui l’errore tende allo zero, perché la perfezione non esiste.

  3. malpensante 20 Febbraio 2013, 09:43

    E’ un argomento complicato e l’analisi ha il pregio di essere diretta, nei presupposti e nelle conclusioni. La mia modesta opinione è che sarebbe pernicioso inseguire i media, quelli sì geneticamente più che sensibili agli aspetti extrasportivi, dal nazionalismo o campanilismo fino agli sponsor. C’è stata tempo fa una interessante discussione sulle regole, in particolare in relazione alla mischia e, sempre come personale sensazione, credo che l’uniformità sia un rispettabile obbiettivo ideologico, forse più avvicinabile se le condizioni in cui l’arbitro si muove siano chiare e ragionevoli, proprio grazie a regole il più possibile praticabili e stringenti. Per la trasparenza, a me pare che l’audio pubblico dell’arbitro sia più che sufficiente per offrire ai commentatori e agli spettatori il modo di farsi un giudizio immediato e, se è onesto l’ascoltatore, abbastanza oggettivo. Per non essere troppo lungo, infine, io preferisco che gli arbitri decidano sugli arbitri, non sarà perfetto ma sempre meglio che giudicati e giudicandi decidano sui giudici.

    • Antonio Raimondi 20 Febbraio 2013, 10:42

      Ciao Malpensante,
      L’idea non è inseguire i media, ma offrire la possibilità agli operatori dei media gli strumenti per poter analizzare quanto succede in campo. È vero che c’è il libro delle regole, ma come sai poi ci sono le varie interpretazioni, le raccomandazioni irb ecc. Per andare sull’esperienza personale, l’aver partecipato a quel meeting con paddy o’brien, mi ha aiutato a comprendere meglio il metro di giudizio e a comunicarlo. Non dobbiamo dimenticare che quanto si dice in televisione, quanto si scrive sui giornali o in rete, contribuisce a formare l’opinione pubblica.

      • malpensante 20 Febbraio 2013, 12:38

        Convengo con te sull’importanza “educazionale” di un’apertura molto ampia del settore arbitrale verso i media, altrettanto sul rendere trasparenti “le cose degli arbitri”, per nulla o quasi sul “panel”. Il quasi è relativo al fatto che mi starebbero bene solo ulterirori figure arbitrali e agonistiche non più in attività e il più possibile esterne agli interessi del “qui e ora”, visto che l’autonomia è un valore e l’autoreferenzialità una sciagura.

  4. M. 20 Febbraio 2013, 09:50

    Io vorrei sentitamente ringraziare Antonio per la competenza e la ricchezza dei suoi interventi. Averlo su onrugby è un motivo di orgoglio.

  5. Dagoberto 20 Febbraio 2013, 10:30

    Una migliore comunicazione migliorerebbe molti dei problemi dell’uomo in questo affascinante, ma a volte pernicioso pianeta, figuriamoci se non potrebbe contribuire a migliorare il rapporto tra arbitri ed il resto del pianeta rugby e in questo senso l’articolo coglie un’esigenza importante.
    Trovo, peraltro, fondamentale introdurre al più presto anche una forma di competizione tra arbitri di diversi paesi, aspetto tutt’ora poco praticato se consideriamo la decisa maggioranza di arbitri britannici o ex coloni del Regno Unito che fanno parte dell’entourage di quelli solitamente opzionati negli appuntamenti internazionali, con la sola significativa eccezione rappresentata dai francesi. I restanti paesi sia rugbysticamente significativi (Argentina, Canada, Isolani, Italia, Giappone, Romania, Stati Uniti) che anche no (nel calcio internazionale si impieganio arbitri di paesi dove il calcio è tutt’altro che considerato il primo sport seguito) non sono minimamente presi in considerazione e questa situazione crea gli inevitabili presupposti per alimentare spontanee forme di snobbismo o da untouchable che non può far bene alla percepita imparzialità di giudizio sul campo. Anche il fatto che una apparente così semplice opzione non sia presa in considerazione dai Board (tra l’altro, interessante anche come possibile volano di un più generale marketing del rugby indirizzato sempre più ad un world involved), non contribuisce ad alimentare una piena fiducia nei confronti di chi governa queste organizzazioni!

  6. tergestum 20 Febbraio 2013, 10:50

    Bravo Raimandi, bellissimo articolo.
    La mia impressione è comuque che ai livelli altissimi dell’IRB ci sia una regola, non scritta, per lasciar perdere in tanti occasioni.
    Mi spiego, con 2 esempi che ormai sono la regola:
    Ruck-se l’arbitro, per esempio, dovesse punire chi è con le spalle sotto il bacino, o chi non appoggia il braccio completo sul compagno o la linea dell’off side delle linee arretrate. non si giocherebbe più.

    Maul- chi scaraventa via un giocatore legato, e passibile di CP ergo non si giocherebbe mai.

    queste sono le prime che mi sono venute in mente.

    • Antonio Raimondi 20 Febbraio 2013, 11:03

      L’indicazione dell’international Board è sanzionare cio’ che è’ chiaro e ovvio con effetto diretto sul gioco.

  7. mauro-pv 20 Febbraio 2013, 11:13

    Il problema degli arbitraggi è evidente e per evitare una deriva negativa è necessario un aggiustamento di rotta, su questo siamo daccordo tutti, sul come invece c’è un bel po’ da discutere.
    Come sottolineano spesso in telecronaca il fantastico duo Raimondi-Munari a volte basterrebbe che gli arbitri applicassero il regolamento, già questo risolverebbe diverse questioni; forse il problema è questo: gli arbitri non riesco a applicare sempre il regolamento, vuoi per mancanza loro oppure a causa di una eveluzione troppo rapida del gioco a cui non si sono ancora adattati.
    Principalmente sarebbe necassario cercare di uniformare il più possibile il metro di giudizio dei vari arbitri per evitare di avere eccessive interpretazioni diverse che alla fine confondo tutti (giocatori, pubblico, giornalisti..).
    Sulla questione di avere un arbtro un più non so, seguo da anni il basket nella mia città (diciamo in passato serie B, ora C) sarà a causa del livello della lega ma se ti mandano 3 arbitri scadenti l’arbitraggio è 3 volte peggio. In primis si potrebbe aumentare le responsabilità dei giudici di linea che a volte sembrano lì solo per segnalare il punto per la touche.
    Poi infine avrei una considerazione etica-filosofica (si va beh) la frase
    “30 uomini che a ogni minuto provano a testare fino a che punto, possono infrangere il libro delle regole per prendersi un vantaggio” è sicuramente vera, e a volte i giocatori si spingono consapevolmente oltre, siamo sicuri che questo comportamento faccia parte di quella contesa leale e sia consono ai valori che questo sport ha (o dovrebbe avere)?

    • Antonio Raimondi 20 Febbraio 2013, 11:37

      Grazie Mauro,
      La tua domanda finale credo che contenga già la risposta. Senza la collaborazione dei giocatori (e degli allenatori) non c’è soluzione, non a caso l’arbitro ha lo strumento del cartellino giallo per il cosiddetto fallo professionale.
      L’esempio che fai sugli arbitri di basket, in realtà porta ad un altro problema che è la formazione degli arbitri. Io vedo la presenza di più arbitri, nel basket sono tre, come un deterrente ai comportamenti volutamente fuori dal regolamento (effetto tutor in autostrada per il controllo della velocità ) perché sicuramente puoi essere visto e un aiuto per l’arbitro che può concentrarsi su un numero di situazioni differenti. Non è una soluzione priva di problematiche, una su tutte i rapporti tra i tre, laddove una personalità più forte potrebbe diventare dominante e schiacciare i piedi agli altri.

      • mauro-pv 20 Febbraio 2013, 11:58

        forse, mentre gli arbitri di basket operano a zona, nel rugby si potrebbe pensare a una divisione dei compiti per tipologia di fallo, mi spiego, la responsabilità di valutare il lancio storto in touche e falli sul primo blocco va al guardalinee, l’arbitro si occupa dei blocchi in fondo e della formazione della eventuale maul. Nel caso di mischia (diciamo a 10 15 metri dalla touche)arbitro e guardalinne si occupano di un lato a testa; inoltre il tmo avendo a disposizione immagini televisive dall’alto potrebbe aiutare nei fuorigioco da ruck o da calcio. Non ho idea di quale sia il raggio di azione del guardalinee ora, però la base della mia proposta è di diminuire il numero di situazione che ogni orbitro deve valutare.
        L’esempio contrario viene dalla serie C dove gioco, 1 solo arbitro che deve valutare tutto, 30 banditi che “finchè l’arbitro non fischia io faccio fallo” e il povero in giallo non sa che pesci pigliare!

  8. gsp 20 Febbraio 2013, 11:30

    Contro la Scozia il nostro lavoro nelle ruck e’ stato altamente insufficiente. l’hanno detto Parisse e Zanni e l’abbiamo visto tutti anche da Saturno. su quello sono sicuro hanno lavorato come pazzi nell’ultima settimana, e quasi tutti i giocatori saranno piu’ freschi anche atelticamente.

    ma in quella partita l’arbitro e’ stato altamente insufficiente IMO. non solo e non tanto perche’ ha applicato un metro che sempre e cmq avrebbe penalizzato la squadra che cercava di giocare, che per la prima volta nella storia forse eravamo noi. l’ha di fatto penalizzato concedendo che tutte i palloni fossero sporcati e che nessuno rotolasse via. di mani in ruck se ne viste a decine.

    secondo me l’errore peggiore che ha fatto, e li e’ stato davvero insufficiente, e’ quando ha preteso che la palla si giocasse veloce, nel secondo tempo su Gori, quando invece non ha fatto il suo dovere per assicurare che la palla uscisse veloce. il suo metro ha poi imposto che piu’ giocatori fossero risucchiati nelle ruck, e s’aspettava che sul terreno scivoloso e molle corressero in piedi e pronti a giocare la palla in 3 secondi. E’ fisicamente impossibile.

    il risultato nel secondo tempo era gia’ deciso, ma rimane una scelta secondo me assurda e totalmente schizofrenica. Peyper ha capito molto poco della partita, e con il giallo a tempo scaduto s’e’ scaduti nel ridicolo.

    malafede no, ma giornata storta tutta la vita.

    • Antonio Raimondi 20 Febbraio 2013, 11:56

      Ottima analisi gps,
      Aggiungerei che lo storico di Peyper dava una propensione a punire la squadra in difesa, secondo delle statistiche quasi il 90% dei fallì fischiati dal sudafricano era contro la squadra in difesa. Giornata storta, come la nostra.

  9. pepe carvalho 20 Febbraio 2013, 11:37

    da come scrive raimondi (e lo condivido) la velocità di esecuzione e il sovrapporsi di situazioni rendono di fatto difficile all’arbitro (anzi alla terna) vedere e decidere su tutto, poi mi associo con la richiesta di trasparenza rimane però di difficile soluzione il problema iniziale. mi domando se non valga la pena, oltre ad allargare i compiti del TMO, di mettere altri occhi (arbitri) almeno nelle partite internazionali sul modello del football amercano?
    che ne pensi Raimaondi?

    • pepe carvalho 20 Febbraio 2013, 11:38

      la fretta è cattiva consigliera gli articoli bisogna leggerli bene, mi ha già risposto….
      mi scuso della domanda inutile

  10. 6nazioni 20 Febbraio 2013, 11:38

    alla fine di scozia -italia mi sono permesso di dire che l’arbitro e’ stato
    scandaloso .
    adesso iniziano commenti pallonari.
    due arbitri quattro giudici etc….
    nel rugby vince sempre il piu’ forte………….

    • mezeena10 20 Febbraio 2013, 12:09

      no! hai detto “il sig arbitro ha deciso la partita”..scripta manent! sono fiero di essere Sardo, perche non dici da dove vieni tu razzista e vigliacco??? avresti potuto scusarti e sarebbe finito tutto li, invece hai perseverato nonostante piu volte ti ho chiesto di farla finita..vergognati!

      • 6nazioni 21 Febbraio 2013, 10:29

        illuminato io sarei razzista e vigliacco (paroloni) che scrivi
        senza sapere un tubo di 6nazioni.
        scusarmi di cosa sommo poeta?
        se sei sardo e fiero auguri.

  11. Giovanni 20 Febbraio 2013, 11:44

    Mi pare che si stia parlando un po’ troppo degli arbitri e delle loro prestazioni, negli ultimi mesi. Attenzione a non prendere una piega calciofila: gli arbitraggi furono il primo anello della catena che ha portato alla deriva calcistica, a partire dagli anni 70 (introduzione della moviola). In tutti gli sport di squadra, gli arbitri sono il punto debole del sistema, perchè, quando prendono decisioni corrette le si dà per scontate, mentre, quando sbagliano, li si mette sul banco degli imputati. Inoltre l’introduzione del professionismo ha comportato un aumento della pressione, poichè gli interessi in ballo sono tanti (e tendono a crescere nel tempo). Il rugby, a differenza di altri (vedi basket), è uno sport dove la singola decisione arbitrale ha impatto generalmente minore sull’andamento e sul risultato finale dell’incontro. Sicuramente errori ci sono e ce ne sono stati, ma qualsiasi riforma o sistema migliorativo, va introdotto non sull’onda emotiva di qualche performance negativa, ma a seguito di meditata e condivisa riflessione tecnica sul dove e come intervenire, dopo averne valutato razionalmente pro e contro. Noi italiani abbiamo la tendenza al vittimismo ed alla lamentela e talvolta utilizziamo questa abitudine per giustificare le prestazioni non sempre brillanti dei nostri beniamini.

    • Maxwell 20 Febbraio 2013, 12:13

      Guarda….. io in 3 anni su 1823,Grillo e qua è la prima volta che parlo di arbitri, se non ne parlo ora in un topic dedicato…quando mai ne potrò parlare?
      Personalmente sono stanco del bla bla bla sul rugby,sugli arbitri che non sbagliano mai,sull’olio canforato e terzo tempo.
      ( A scanso di equivoci ……….ovviamente sono stanco del bla bla bla……non delle altre cose…)
      Sono invece VERAMENTE stanco della presunta superiorità rugbistica sugli altri sport e delle nostre (italiche) lamentele.
      Se Munari registra col telefonino 6-7 fuorigioco MAI FISCHIATI ( non ho mai visto le registrazioni, ma mi fido della persona ) e l’arbitro non fischia, non significa che è incapace, ma che E’ OGGETTIVAMENTE IN MALAFEDE.
      Ma noi siamo gli ultimi arrivati…… E ALLORA?
      McCaw sarebbe cmq un fenomeno se facesse, a volte, meno lo s…zo? SICURAMENTE SI !!!
      Siamo nel professionismo o siamo in un club privato?

      • Dagoberto 20 Febbraio 2013, 12:41

        …… Siamo nel professionismo o siamo in un club privato?

        Se si considerano i soldi che girano e non mi riferisco in particolare a quelli attorno ai nostri giocatori di PRO12, somme non certamente esagerate, ma semmai al business mediatico internazionale più in generale, ma anche italiano, che la macchina rugbystica riesce a mettere in campo, è evidente che il professionismo con la P maiuscola non è più fuoriluogo citarlo, ma per alcuni interpreti nella stanza dei bottoni dei Board internazionali, evidentemente, il rugby è certamente ancora considerato se non un club privato, una questione di pochi eletti o quanto loro si considerano e, comunque, alcune scelte fatte dai Board è difficile non interpretarle come forme di autosostentamento di una sorta di lobby che, al momento, ha solo acconsentito l’accesso ad alcuni sale del club a pochi nuovi invitati (alcuni anche chiamati a pagare generose quote di newentry a titolo di finanziamento a fondo perduto, come consuetudine nei migliori club dell’elite), invitati, non pari grado per loro, sia chiaro.

    • gsp 20 Febbraio 2013, 12:18

      noi italiani? con tutto il rispetto, parla per te.

      e poi se proprio vogliamo giocare al gioco delle generalizzazioni, penso che gli altri non si lamentano?

      • Maxwell 20 Febbraio 2013, 12:22

        in Italia mai nessuno si è permesso di parlare di “sodomia arbitrale”…

  12. gianlucarefereerugby 20 Febbraio 2013, 12:40

    Ottima osservazione quella relatival numero di occhi presenti in campo…
    Non ricordo dove fu pubblicato,credo in U.K., ma uno studio affermava che un D.G. di alto livello prende decisioni con la rapidità’ la frequenza pari ad un pilota di Jet militari!

    • mezeena10 20 Febbraio 2013, 13:20

      ok ma non facciamone ora dei superuomini..ci sono i bravi e i meno bravi come in tutti i mestieri del mondo..personalmente non ho mai pensato che un arbitro potesse decidere il risultato di una partita, non è lui il protagonista..quel ruolo è dei giocatori! aiuterebbe molto, rolland (MM irlanda) e jackson (apertura NZ) ne sono i piu fulgidi esempi, l’arbitro fosse un ex giocatore..

  13. Giovanni 20 Febbraio 2013, 12:40

    Vedo che il non essermi allineato al clima in corso (pensiero unico) ha generato del livore in qualcuno.
    Quando mai ho scritto che “gli arbitri non sbagliano mai”, Maxwell??? E dove avrei parlato di “superiorità rugbistica sugli altri sport”??? Ho solo detto “cerchiamo di fare attenzione a non eccedere, ecc…” . Se poi tu dovessi ritenere che circondare l’arbitro, spintonarlo ed insultarlo, come avviene nel calcio, non sia uno spettacolo indecoroso, beh, rispetterei questa tua eventuale opinione ma non la condividerei.
    Per quanto riguarda il “noi italiani”, d’accordo, parlerò solo per me stesso: può darsi che tu abbia trascorso gli ultimi anni all’estero, caro gsp.
    Buon rugby e tanta serenità a tutti.

    • Giovanni 20 Febbraio 2013, 12:46

      Su presunte malafedi arbitrali dissento completamente. Ma se un domani dovesse essere dimostrato che un qualche arbitro abbia voluto scientemente danneggiare qualche nostra squadra, sarei pronto a ricredermi, oltre a dispiacermene per il rugby tutto.

    • Giovanni 20 Febbraio 2013, 12:50

      Sull’italico vittimismo, si vede che solo io ho letto commenti complottisti e dietrologici, a corredo di alcuni post pubblicati su questo sito negli ultimi giorni…

      • gsp 20 Febbraio 2013, 14:03

        i commenti che hanno detto che abbiamo perso per la’rbitro saranno stati 10 su 150. sono un’eccezione statistica dai, benche’ qui se ne leggano di tutti i tipi. qui leggiamo tutti i giorni che Parisse e sopravvalutato e Bortolami e Gori raccomandati. li considero delle eccezioni per fortuna.

        l’italico vittismo, io dico di parlare per te e non generalizzare. e faccio bene perche’ poi tu scrivi ‘Vedo che il non essermi allineato al clima in corso (pensiero unico) ha generato del livore in qualcuno’, nel piu’ pieno vittimismo, ma non italico, ma pienamente tuo in questo caso.

        ‘pensiero unico’, ‘livore’, stai calmo non c’e’ bisogno di esagerare. c’e’ solo che qualcuno puo’ non essere daccordo con te, a torto od a ragione.

        io capisco, quello che tu dici, che se metti troppa attenzione sugli arbitri poi derospansibilizzi i giocatori. pero’ se l’errore c’e’ lo dici. ci sono errori ininfluenti, ed alcuni errori in partite vicine nel risultato che decidono una partita. siamo umani, sbagliano i giocatori, gli allenatori, i guardalinee ed anche gli arbitri. ma se c’e’ un errore non diabbiamo dirlo?

        anzi, ha senso ignorare l’errore arbitrale perche’ come giocatore o squadra e’ un elemento su cui non hai controllo, e quindi meglio focalizzarsi su elementi su cui puoi controllare.

        pero’ se analizzi o commenti una partita, e non parli di errori arbitrali, quando a volte sono decisivi (tipo Sco-Arg al mondiale), fai una analisi parziale e non veritiera.

        • Giovanni 20 Febbraio 2013, 14:55

          Non intendevo fare vittimismo e non mi interessa farne. Mi sembrava solo di aver letto un tono, tuo e di Maxwell, un po’ personale nelle risposte. Prendo atto di essermi sbagliato. D’altra parte, le cose che avevo scritto nel mio intervento mi sembravano perfino banali, in alcuni passaggi. Però nella seconda parte, avevo detto che errori arbitrali ci sono e ci sono stati e avevo visto che, nè tu nè Maxwell, ne avete tenuto abbastanza conto. In ogni caso ho espresso solo una preoccupazione, dato che recentemente si è parlato spesso di arbitri ed arbitraggi (anche a ragione, vedi Sco-Ita).
          Per “10 su 150” penso ti riferisci a Sco-Ita, ma io mi riferivo anche ai commenti alla vicenda del rosso a Parisse.

          • gsp 20 Febbraio 2013, 15:35

            @giovanni, figurati. e’ chiaro che gli errori ci sono. ma io anche rispetto la tua idea che non si parli troppo di arbitri per giustificare sconfitte.

            pero’ anche nel caso di Parisse, tutto gia intorno all’equivoco che l’arbitro aveva inizialmente parlato di insulti in inglese. dai filmati si puo’ dire che non c’e’. se gli ha datto il rosso per quello penso si possa e debba dire che ha sbagliato. se invece l’ha dato per il cumulo delle proteste allora magari ci puo’ stare.

            poi rimane rosso e ce ne facciamo una ragione e accettiamo perche’ le decisioni si accettano sempre. ma non vuol dire che siano giuste.

            poi’ c’e’ chi parla di complotti, odio francese, ma che ci vuoi fare…

          • Giovanni 20 Febbraio 2013, 15:58

            E’ vero dal filmato non si capisce, però l’arbitro avrebbe sentito un insulto in inglese, si è girato ed ha incrociato Parisse. Ora, avrà sbagliato ad attribuirlo a lui, ma non credo (non voglio pensare) che l’insulto se lo sia inventato. Vedremo la decisione del board stasera.
            Sulle polemiche arbitrali, confermo la mia idea: ci sono ben 3 post in 2 giorni, pubblicati su questo sito, che parlano dello stesso tema (cioè arbitri). Troppi direi.

    • Maxwell 20 Febbraio 2013, 12:51

      …….Vedo che il non essermi allineato al clima in corso (pensiero unico) ha generato del livore in qualcuno………..
      A me sembra che nel vittimismo ci sei cascato tu
      …….Quando mai ho scritto che “gli arbitri non sbagliano mai”, Maxwell??? E dove avrei parlato di “superiorità rugbistica sugli altri sport”??? ………..
      E’ scorretto estrapolare una frase da un contesto, facendo così non sai quanti papi riuscirei a far scomunicare.
      ……….Se poi tu dovessi ritenere che circondare l’arbitro, spintonarlo ed insultarlo, come avviene nel calcio, non sia uno spettacolo indecoroso……..
      Chi ha mai detto questo? PER CORTESIA….NON METTERMI IN BOCCA CIO’ CHE NON HO MAI DETTO !!!!!!!!!!
      ………..come avviene nel calcio…………….
      la presunta superiorità negli altri, con te è LAMPANTE !!
      ………Buon rugby e tanta serenità a tutti…………
      Condivido e auguro anch’io.

      • Giovanni 20 Febbraio 2013, 13:06

        Scusami Maxwell, ma tu hai risposto al mio intervento scrivendo quelle cose: cosa avrei estrapolato? Le tue erano critiche rivolte al contenuto di ciò che avevo scritto, ma hai sorvolato sulla seconda parte, dove ho sostenuto che errori arbitrali ce ne sono stati ed una riforma (o correttivi) vanno sicuramente attuati. E dai a me dello scorretto?
        Non ti ho messo in bocca nulla: ho utilizzato il condizionale.
        Quelle cose nel calcio avvengono, quindi non è il rugby ad essere superiore, ma il calcio a mostrarsi inferiore a molti altri sport.
        Non sono vittimista: semplicemente ho riconosciuto il tono dell’interlocutore.

  14. crosby 20 Febbraio 2013, 16:57

    In Italia più che all’estero c’è un problema arbitri…sono pochi e mediante inadeguati.
    Si deve lavorare per migliorare entrambi i problemi.
    Numero.
    Perché da pochi diventino tanti bisogna “obbligare” le società a fornirne un numero. Se una società non schiera ad almeno 3 (credo) concentramenti Under 14 una squadra completa nel numero, quella società viene penalizzata nella classifica della prima squadra (vd. Alghero, Prato, Etc..).
    Perché non applichiamo lo stesso metodo per gli arbitri?
    Ogni società italiana deve fornire ogni anno 1-2 tesserati che arbitrino 3-5 partite all’anno. Pena N punti di penalizzazione.
    Adeguatezza.
    Come peschiamo all’estero i tecnici perché riteniamo i nostri non pronti o non adeguati…peschiamo dall’estero 1 o 2 formatori arbitrali, li mettiamo sotto contratto e li diamo come obiettivo portare in alto il livello dei nostri fischietti. Magari portarne uno ad arbitrare il 6 nazioni. Rolland ad esempio, quando smetterà, potrebbe venire a fare il formatore full time in Italia.
    Si paga 100-200.000 euro ma ci si pone un obiettivo a 3-5 anni.

    Così come va ora, non va proprio…

    • Antonio Raimondi 21 Febbraio 2013, 11:13

      Ciao Crosby,
      Il problema del reclutamento degli arbitri e della formazione, ci riguarda da vicino come movimento rugbystico. Non credo che il meccanismo punitivo sia efficace, oltre tutto la carriera dell’arbitro è individuale e completamente slegata dal club. Piuttosto che punire i club, vanno incentivati quelli “virtuosi” attraverso l’assegnazione di premi, sempre da accompagnare ad una valutazione qualitativa e non solo quantitativa, per evitare distorsioni della serie, prendo il premio e scappo.

  15. gian 20 Febbraio 2013, 17:52

    alle tue note sulle cose che un arbitro deve giudicare, Antonio, aggiungerei che il rugby è uno sport in cui, per il fatto che il contatto fisico è necessario ed interno al gioco stesso, si vive sempre in una zona grigia, mai perfettamente nella regola, mai completamente nell'”illecito” 😉 .
    scherzi a parte sono d’accordo con te sulla necessità di una commissione mista (arbitri, tecnici, giocatori) che valuti le prestazioni arbitrali, meno sul doppio arbitro, ma attiverei un po’ di più i segnalinee che molto spesso, come già detto da altri, sembrano fare gli spettatori non paganti, o magari dare la possibilità al TMO (o a chi per esso) di poter intervenire “discretamente” (che so con un segnale acustico all’arbitro in campo che poi lo possa consultare o meno), nel caso di errori di chiamata marchiani, come è stato quello su parisse in italia – scozia, o dare la possibilità all’arbitro di chiedere al TMO se un fallo da lui visto si possa valutare da giallo/rosso o se ingentilire la punizione (quanti placcaggi al collo sono stati sanzionati con cartellino per poi rendersi conto in moviola che erano del tutto involontari creati, magari, da un movimento imprevedibile del placcato).
    dopodichè, tu parli di indicazione e consigli dati alla classe arbitrale durante varie manifestazioni, ma non sarebbe meglio limitare, anche questo l’ha già detto qualcuno prima di me, la discrezionalità dell’arbitro? fatto salvo che tale discrezionalità rimarrà sempre per le caratteristiche del rugby stesso come sport, se la palla è introduzione è storta=cambio mischia, se l’uomo impatta il raggruppamento a più di 45° rispetto all’asse del campo=non è entrato dal gate=calcio contro etc etc
    altro grosso problema, a mio modo di vedere, è che ogni competizione pare avere un modo personale di essere gestita, è assurdo che l’AUS “impari” a giocare in un certo modo e che l’ING “impari” in un altro, tutto ciò con la giustificazione che fa bene allo spettacolo o che si adatta al tipo di gioco espresso, se si fa lo stesso sport, le regole devono essere le medesime ed essere applicate nel medesimo modo

  16. ike 20 Febbraio 2013, 20:01

    Sono preoccupato di certi arbitraggi in stile calcio (beh non siamo proprio ancora a questo livello) che una volta magari li vedevi in C2 dove il frustrato di turno la partita la faceva andare come voleva ed in funzione della sua antipatia con tizio e caio o con la squadra tutta nonché di una declaratoria di ignoranza rugbistica.
    Che lo faccia un Rolland, tanto per citarne uno, è grave. Che, come ricorda Munari, si debba giocare con un piede nel regolamento e uno nella scarpa dell’arbitro per evitare di prendere falli su falli oppure di non prenderne a favore quando si aspettano stà bene: ma si sta un pò esagerando ed il limite non è ancora stato fissato.
    Antonello

  17. Stefo 21 Febbraio 2013, 12:45

    Gentile Raimondi pezzo molto interessante e con molti spunti interessanti.
    Senza dubbio un supporto migliore ai media tipo la riunione alla RWC di cui lei ha raccontato e’ un’ottima iniziativa, permette a chi racconta la partita allo spettatore e come giustamente sottolinea forma l’opinione pubblica di aver piu’ elementi in mano per spiegare meglio le cose…certo poi serve che il telecronista o giornalista si comporti in maniera oggettiva e non da tifoso ma questo e’ un altro paio di maniche.
    Su un utilizzo di piu’ arbitri in campo e’ interessante ed e’ vero che potrebbe aiutare pero’ forse una maggior rsponsalizzazione degli assistenti dando a loro alcune aree del gioco da arbitrare sarebbe un primo passo per capire se funziona perche’ non per forza piu’ occhi aiutano, sappiamo che ci sono state polemiche sui giudici detro la porta nel calcio questa stagione e che alcuni giocatori e tecnici reputano che non siano sempre d’aiuto. L’esempio del basket e’ interessante ma c’e’ da dire che le dinamiche dello sport sono diverse e’ piu’ facile suddividere le aree del campo, avviene anche nella palllamano ma anche li’ la dinamica del gioco facilita la suddivisione dei compiti.
    Vorrei pero’ capire meglio cosa lei intende riguardo la valutazione degli arbitri…chi vorrebbe vedere coinvolti nel processo valutativo?Allenatori?Giocatori?Per quanto capisca la ratio e’ un po’ pericoloso…facciamo un esempio prendendo punto da questi giorni: Parisse e’ un giocatore d’esperienza internazionale, capitano di club e Nazionale…insomma un “addetto ai lavori di provata competenza” possiamo dire con certezza che se facesse parte di un panel di valutazione LNR potrebbe valutare in generale un Cardona in maniera distaccata ed oggettiva?Stesso si potrebbe dire dell’allenatore del Bordeaux nei confronti di arbitro ma soprattutto assistente per via della meta su veloce irregolare. Forse ho capito male quello che lei vorrebbe vedere avvenire se ha tempo e voglia sarei interessato a capire meglio.

    • gian 21 Febbraio 2013, 13:56

      ritengo che in eventuale il panel sia composto dai rappresentanti delle categorie indicate, possibilmente non in attività, in modo che siano, sì, lì a garantire la professionalità, ma forse è meglio dire valutare la performance, degli arbitri ed a garantire le rispettive categorie, ma che non possano essere imputati di interesse diretto nell’espressione del loro giudizio, come negli esempi da te riportati

    • Antonio Raimondi 21 Febbraio 2013, 15:18

      Grazie Stefo,
      l’intenzione di “GIU IL GETTONE” è proprio di stimolare il dibattito. Personalmente potrei anche andare avanti con un arbitro solo, accettando pregi e difetti e pure gli errori che può commettere un arbitro. In questo caso lo dico da dirigente sportivo e non da giornalista. Però, visto che nessuno sembra accettare l’errore dell’arbitro (questo a qualsiasi livello), occorre porre un rimedio. Più occhi (moltiplicati come si preferisce) penso che possa contribuire a ridurre la propensione al fallo (prevenzione quando c’è un autovelox tutti riducono la velocità) e in parte ad una riduzione del margine d’errore, che mai sarà uguale a zero. Sul come dividere i compiti tra arbitri e/o giudici di linea/assistenti e TMO è una questione tecnica, da specialisti, ed in ogni caso da sottoporre prima a una sperimentazione sul campo, perché non sempre quello che si immagina, poi all’atto pratico funziona.
      Sulla composizione del panel Gian ha interpretato bene il mio pensiero.

      • Stefo 21 Febbraio 2013, 16:33

        Grazie Antonio, ora e’ piu’ chiaro ed altamente condivisibile come detto avevo un dubbio sull’aver capito bene.
        Le diro’ poi che gli ex giocatori ritirati per me dovrebbe venir coinvolti meglio nella formazione e sviluppo degli arbitri tenendo seminari su certe tematiche. Faccio un esempio gente come Servat, Ledesma, Hayes e chi altro si ritirera’ sarebbero utilissimi se usati in seminari per gli arbitri sui trucchetti che le front row usano nelle mischie, indicando a cosa stare attenti ed in cosa non cadere.
        Sulla trasparenza e chiarezza, so che per tornei come 6N o campionati Nazionali e’ difficile e non sono iscuro se sia stato fatto alla RWC ma senza dubbio offrire a tecnici e capitani delle squadre dopo la partita (ma servono un 24 ore per permettere una vera analisi) uno spazio anche di 30 minuti con arbitro e assistenti per spiegare i fischi sarebbe utile.

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